In Italia i patti prematrimoniali sono considerati nulli perché la nostra legge ritiene che i diritti dei coniugi non possono essere limitati da quanto previsto dalla legge.
In particolare, la legge sul divorzio, per tutelare il coniuge più debole, prevede che tutte le questioni economiche (come l’ammontare dell’assegno di divorzio, affidamento dei minori, ecc.) siano decise unicamente dal tribunale e non da altri soggetti.
Quindi attualmente il "pezzo di carta firmato" non ha alcun valore giuridico, anche se c'è in programma un ddl che sembra voler offrire una certa apertura ai contratti matrimoniali.
Se mi consenti di una opinione personale, direi che i contratti prematrimoniali possono anche essere evitati con po' di buon senso. La verità è che non si dovrebbe sposare chi non possiede nulla di consistente e consolidato.. In altri termini: "se non hai concluso un cazzo fino a 30 anni, a parte conseguire pezzi di carta che al momento puoi utilizzare solo in pineta, non vedo perchè dovrei investire su di te attraverso un matrimonio. Cerca prima di dimostrare quello che riesci a fare da solo/sola e poi parliamo di case, figli e famiglia."
Questo criterio eviterebbe non solo problemi economici in previsione di una possibile separazione, ma anche morali e relazionali di vario genere.