Autore Topic: Pasolini, quarant'anni non sono ancora bastati. Massimo Fini da Il Fatto Quotidi  (Letto 8402 volte)

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Offline Suicide Is Painless

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Da: Il Fatto Quotidiano di mercoledì, 21/10/2015

Non lo condivido in pieno in certi giudizi comunque anch'essi allora senza riscontro nè comprovati, specie per certe crudezze comunque tipiche e peculiari -anche- dello stesso stile inimitabile di scrittura di Massimo Fini, ma il gustoso e irresistibile ritratto breve di una donna terribile e isterica, Oriana Fallaci, vale da solo la ri-pubblicazione e la condivisione in questi spazi.


Pasolini, quarant'anni non sono ancora bastati

LA MORTE Non fu un omicidio “fascista”, ma la tesi è dura a morire

>>Massimo Fini

Anticipando di qualche giorno l'anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta nella notte tra il 1°e il 2 novembre del 1975, Il Fatto Quotidiano ha deidacto una serie di articoli a quell'evento. Nel complesso quel che ne viene fuori è la tesi di un complotto fascista.
       Fu lanciata da Oriana Fallaci che lavorava allora all'Europeo. In quell'Europeo c'ero anch'io e fra noi colleghi era notorio che la Fallaci dal parrucchiere, mentre sfogliava qualche rivista, aveva raccolto dei boatos in tal senso. Questa era la serietà delle sue fonti, come del resto è avvenuto in tanti altri casi. Ma la grande giornalista, che non so se abbia mai incontrato Pasolini e che comunque non conosceva assolutamente il mondo notturno che bazzicava, non poteva rimanere estranea a una storia così clamorosa. Così lanciò, con la consueta violenza (si legga l'articolo di Antonio Padellaro) la comoda tesi del complotto fascista.

Allora attribuire ogni nefandezza ai fascisti era uno sport nazionale, tanto più facile perchè in quegli anni i fascisti erano scomparsi, e tutti, dal sociologo paraculo del Corriere della Sera, al Corriere stesso, ai democristiani, a chi scriveva manuali di cucina, ma, beninteso, sempre in “pttica rivoluzionaria”, all'ultima cocotte erano diventati di sinistra (qualche tempo prima l'Europeo aveva fatto un'inchiesta dal titolo: “Ma dove sono i fascisti?”). La tesi complottista fu subito presa per buona dal giro degli intellettuali, da Eco in giù, che non potevano accettare che Pasolini fosse morto, com'era morto, cercando di infilare un bastone nel culo al diciassettenne Pino la rana.
      Non stava bene. Invece ogni artista ha delle profonde zone d'ombra che sono spesso proprio all'origine della sua arte (basta leggere la biografia di Proust per capirlo).
    Ho intervistato Pasolini nel giugno del 1974 sul tema “Il fascismo dell'antifascismo” e successivamente sul suo controverso film “Il Fiore delle Mille e una notte”. Fra noi era nata una certa consuetudine. Una notte mi portò al Pigneto, allora uno dei quartieri più malfamati di Roma zeppo di “marchette”. Non si frequentano ambienti del genere con un'Alfa Romeo senza che, prima o poi, accada qualcosa. Pier Paolo lo sapeva, cercava il pericolo e forse, inconsciamente, anche la morte.
      Pino la rana aveva diciasette anni e tutto l'interesse a denunciare dei complici, meglio ancora dei mandanti, se ci fossero stati. Bisogna aver frequentato quegli ambienti, come dice su Il Fatto, sapendo ciò di cui parla, Angelo Pezzana il fondatore del “Fuori”, invece di parlare a vanvera, per capire che anche una marchetta a certe richieste si può ribellare.
     
Qualcosa di simile, sia pur in ambito completamente diverso, avvenne per l'omicidio di Walter Robagi, che conoscevo benissimo, come conoscevo il pregresso, di cui ero stato protagonista, che porterà alla sua morte, che venne attribuito, nella parte dei mandanti, ai sindacalisti comunisti del Corriere della Sera, in particolare Raffaele Fiengo e Gabriele Pantucci.
     Una fola lanciata senza prova alcuna dai socialisti di Craxi in funzione politica, Fiengo e Pantucci erano delle autentiche nullità ma proprio per questo assolutamente incapaci di assumersi non dico una simile responsabilità ma nemmeno di concepirla.

Ma a parte questa considerazione anche gli assassini di Tobagi, Morandini e Barbone, in epoca di pentitismo avrebbero avuto tutto l'interesse a denunciare dei mandanti se ci fossero stati. Ma non c'erano mandanti, c'era solo un clima culturale dissennato, nella famiglie borghesi come quelle di Morandini e Barbone e nella società, per cui la vita di un uomo non valeva nulla.
    Tutto ciò per chi come me ha avuto la possibilità di essere testimone del tempo, e di conoscere abbastanza da vicino le cose di cui oggi si parla, porta ad una considerazione amara: il grande giornalismo si fa dal parrucchiere.
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Duca

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Una notte mi portò al Pigneto, allora uno dei quartieri più malfamati di Roma zeppo di “marchette”. Non si frequentano ambienti del genere con un'Alfa Romeo senza che, prima o poi, accada qualcosa. Pier Paolo lo sapeva, cercava il pericolo e forse, inconsciamente, anche la morte.
E' un po' la tesi di Zigaina, che ben conosceva PPP, e sostiene che aveva progettato la sua morte, che non è stata quindi oggetto di ricerca inconscia, anzi.
Idea suggestiva e affascinante, una volta mi convinceva parecchio anche se ora ho qualche riserva avendo riflettuto riguardo certi lampi sull'Eni... ;)

Offline ReYkY

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Resta il fatto che non fu ucciso sotto il fascismo (da lui così tanto odiato) ma sotto la repubblichetta "liberale e democratica" (e se non sbaglio il fratello fu ucciso insieme ad altri 16 partigiani della Brigata Osoppo da una milizia di partigiani comunisti). Ricordo inoltre che durante il vituperato Ventennio ha potuto pubblicare tutto ciò che voleva, con tanto di viaggio in Germania pagato ed organizzato dalla GUF. :doh:

Il resto è nell'articolo.

Massimo Fini... la voce fuori dal coro che più apprezzo.

Offline Vicus

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Secondo le ricostruzioni più verosimili fu attirato in una trappola col pretesto di restituirgli le pizze rubate (all'uopo) delle 120 Giornate. Si incontrò con più persone (non solo col Pelosi) in qualche luogo pubblico e poi fu convinto o costretto a recarsi all'Idroscalo.
Anche se non tutto quello che ha detto è condivisibile, era un intellettuale onesto che ha avuto la lucidità e il coraggio di dire molte verità sull'Italia. La sua appartenenza ideologica è al riguardo irrilevante, la verità resta tale quali che siano le convinzioni di chi la esprime.
« Ultima modifica: Ottobre 23, 2015, 05:27:49 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Anche se non tutto quello che ha detto è condivisibile, era un intellettuale onesto che ha avuto la lucidità e il coraggio di dire molte verità sull'Italia. La sua appartenenza ideologica è al riguardo irrilevante, la verità resta tale quali che siano le convinzioni di chi la esprime.

Concordo.

Offline Vicus

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Un interessante dettaglio è che da molti anni (ben prima di Petrolio) affermava di essere ricattato e vessato anche da apparati statali e che con la scusa della censura il cinema italiano fu a lungo tenuto al guinzaglio, perché non si limitava a vendere sogni e dava troppo fastidio anche all'estero per il suo livello intellettuale e artistico.
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Offline kautostar

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Secondo le ricostruzioni più verosimili fu attirato in una trappola col pretesto di restituirgli le pizze rubate (all'uopo) delle 120 Giornate. Si incontrò con più persone (non solo col Pelosi) in qualche luogo pubblico e poi fu convinto o costretto a recarsi all'Idroscalo.
Anche se non tutto quello che ha detto è condivisibile, era un intellettuale onesto che ha avuto la lucidità e il coraggio di dire molte verità sull'Italia. La sua appartenenza ideologica è al riguardo irrilevante, la verità resta tale quali che siano le convinzioni di chi la esprime.
Si però, alcuni di quelli che l'hanno conosciuto hanno testimoniato che umanamente era un gran bastardo, uno che negli ambienti delle marchette  prometteva un sacco di cose(lavori nel cinema, soldi e regali vari) e spesso non manteneva un bel niente.
Probabilmente Pelosi non l'ha ucciso da solo, ma il movente più plausibile mi sembra quello di una vendetta maturata negli ambienti degradati e criminali che frequentava, probabilmente legata a qualche promessa non mantenuta!
« Ultima modifica: Ottobre 23, 2015, 06:09:26 am da Vicus »

Offline Vicus

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Si però, alcuni di quelli che l'hanno conosciuto hanno testimoniato che umanamente era un gran bastardo, uno che negli ambienti delle marchette  prometteva un sacco di cose(lavori nel cinema, soldi e regali vari) e spesso non manteneva un bel niente.
Probabilmente Pelosi non l'ha ucciso da solo, ma il movente più plausibile mi sembra quello di una vendetta maturata negli ambienti degradati e criminali che frequentava, probabilmente legata a qualche promessa non mantenuta!
Credo che i bastardi fossero quelli che hanno "testimoniato". L'ipotesi che ho menzionato sopra è quella di Sergio Citti che lo conosceva bene, ed a suggerire che all'idroscalo sia stato portato a forza è stato un giornalista serio come Lucarelli.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Si però, alcuni di quelli che l'hanno conosciuto hanno testimoniato che umanamente era un gran bastardo, uno che negli ambienti delle marchette  prometteva un sacco di cose(lavori nel cinema, soldi e regali vari) e spesso non manteneva un bel niente.
Già, non bisogna farsi ingannare dall'aspetto e dalla sua vocina, PPP era un violento e un provocatore, e non solo col linguaggio, aveva un che di sadomaso infatti gli piaceva stuzzicare le sue "prede" per poi farsi menare. Anche se è stato santificato post mortem santo certamente non era, tirava chiodi né più né meno di altri e sapeva essere opportunista; pessimo ad esempio il suo atteggiamento riguardo la tragica morte del fratello.

Offline kautostar

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Già, non bisogna farsi ingannare dall'aspetto e dalla sua vocina, PPP era un violento e un provocatore, e non solo col linguaggio, aveva un che di sadomaso infatti gli piaceva stuzzicare le sue "prede" per poi farsi menare. Anche se è stato santificato post mortem santo certamente non era, tirava chiodi né più né meno di altri e sapeva essere opportunista; pessimo ad esempio il suo atteggiamento riguardo la tragica morte del fratello.
il suo ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma direi che parla da solo, dice molto di quelle che erano le fantasie e le perversioni sessuali di Pasolini. Probabilmente amava il sesso violento, e questo può c'entrare qualcosa con la sua morte!

Offline Vicus

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Oppure quelle di una certa classe dirigente che non l'ha presa bene.
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Offline Sardus_Pater

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Vedo che qui c'è gente che non può vedre il PPP e s'attacca a tutto pur di screditarlo...
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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...specie chi dovrebbe difenderlo di più, e questa è davvero una sorpresa.
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Offline ilmarmocchio

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una domanda , non retorica, perchè non ho mai seguito il personaggio :
qual' è , o sarebbe, il contributo essenziale di PPP alla cultura ?
Cultura italiana o mondiale ?

Offline Vicus

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Per esempio, molto ha detto sui poteri forti che opprimono da sempre il popolo italiano, rispetto ai quali "la sua soave saggezza gli serve a vivere, non l'ha mai liberato"; su un finto progresso che ha distrutto la comunità, e reso meccanici e vuoti i rapporti umani.
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