Tutto ciò produce un sacco (e più) di fenomeni interessanti. Ma il Maltusianesimo è quello più interessante.
E' una presa in giro, che funziona molto, molto, molto bene.
Hai mai pensato,che in fondo al di là del malthusianesimo la nostra società DEVE essere ritagliata intorno alla donna,perchè è lei che consuma,in particolare beni di lusso che sono quelli che permettono maggiori guadagni?
Il punto è che la società industriale per la prima volta nella storia del mondo ha creato una sproporzione abissale tra capacità di produzione e capacità di consumo,attualmente il sistema industriale può costruire 100-1000 volte più scarpe,smartphone,vestiti,automobili e un infinita cornucopia di beni,se solo ci fosse qualcuno in grado di comprarli.
Dal momento che per un uomo tolta l'automobile e il pacchetto premium del calcio non compra granchè,il sistema è centrato sulla donna.
Sombart pur non essendo un antifemminista,ma piuttosto un anticapitalista l'aveva capito e in tempi non sospetti aveva intitolato un capitolo del suo libro IL TRIONFO DELLA FEMMINA:
''IL TRIONFO DELLA FEMMINA
Dopo aver esposto i tratti comuni che il lusso riveste nel primo periodo capitalistico, l’autore illustra come il lusso abbia subito trasformazioni nel corso del tempo e la partecipazione che la donna ha avuto in tali trasformazioni. Si esaminano “le tendenze generali nello sviluppo del lusso” nel periodo tra il 1200 e il 1800. Nello sviluppo del lusso egli distingue le seguenti tendenze generali:
1) Tendenza all’intimizzazione. “Quasi tutto il lusso del Medioevo era pubblico; adesso diventa privato. E anche nei casi in cui era privato si dispiegava più fuori che dentro casa; adesso il lusso si installa nel focolare domestico.
La donna si appropria del lusso” (p. 123).
2) Tendenza all’oggettivazione. “Prima il lusso si manifestava in un alto numero di servi che bisognava mantenere e disciplinare. Adesso la numerosa servitù non è se non un fenomeno concomitante del crescente consumo di cose e oggetti di lusso. A questa oggettivazione, come io chiamo tale processo, la donna era estremamente interessata, poiché alla donna importa molto meno il numeroso corteo che non le carrozze sontuose, la casa addobbata, i gioielli. […] l’oggettivazione del lusso influisce in maniera essenziale nello sviluppo del capitalismo” (p. 124).
3) Tendenza alla sensualità e alla raffinatezza: “Per tendenza alla sensualità intendo qui l’evoluzione che porta al punto in cui il lusso non serve tanto a valori ideali – ad esempio l’arte -, quanto agli istinti inferiori dell’animalità” (p. 124).
4) Tendenza alla condensazione nel tempo. “in un determinato arco di tempo il lusso si sviluppa in grandi proporzioni, sia perché precedenti istituzioni periodiche di lusso diventano permanenti, sia perché in breve tempo i “beni di lusso” vengono prodotti e rapidamente consumati o usati dal proprietario. Nel Medioevo il tempo di produzione era molto lungo; l’operaio attendeva al proprio lavoro per anni e anni. Non c’era fretta di finire. Si viveva molto perché si viveva all’interno di un dato complesso: la Chiesa, il chiostro, il comune, la stirpe avrebbero visto compiuto il lavoro anche se la persona che lo aveva intrapreso fosse nel frattempo deceduta. […] Ma da quando si emancipa dalla comunità, l’individuo assume la durata della propria vita come misura del suo godimento” (p. 125-126) [66].
”Il lusso nella tavola: Questa forma di lusso “nasce in Italia nel corso del XV e XVI secolo, epoca in cui vediamo costituirsi l’ “arte culinaria”, insieme con tutte le altre. Prima non esisteva altro lusso se non il divorare; adesso questo godimento si raffina e la qualità si sostituisce alla quantità. […] Anche il lusso del pasto si trasferisce dall’Italia alla Francia. […] Ma c’è qualcosa al di fuori d’ogni dubbio ed è la relazione esistente fra il consumo di dolci e il predominio della donna. […] Poiché la donna esercitò un suo predominio nel primo periodo capitalistico, si ebbe la diffusione rapida e generale dello zucchero, la quale a sua volta fece sì che in tutta Europa si diffondesse subito il consumo di eccitanti come il caffè, il cacao, il tè. Il commercio di questi quattro articoli e la produzione di caffè, cacao e zucchero nelle colonie europee, così come la lavorazione del cacao e la raffinazione dello zucchero nei paesi europei, costituiscono fatti importanti nello sviluppo del capitalismo” (p. 127).”
”Quale importanza ha avuto il lusso nello sviluppo del Capitalismo? E come? “Questo problema ha tenuto occupati gli economisti dei sec. XVII e XVIII” e “si riconosceva all’unanimità che il lusso sviluppava quelle forme economiche che allora cominciavano a sorgere ed erano appunto le forme capitaliste; perciò tutti i fautori del “progresso” economico erano ardenti difensori del lusso” (p. 141-142). Perciò, “I governi orientarono la loro politica in un senso favorevole al lusso” e già nel 1600 “le classi dirigenti sono convinte che il dispendio a fini di lusso (nell’interesse dell’industria capitalista) è “necessario”" in quanto reca vantaggi alla collettività: “Quello che tutti i pensatori apprezzano nel lusso è, soprattutto, la sua capacità di animare i mercati” (p. 142). Lo stesso David Hume (1711-1776) giunge alla conclusione che il lusso “buono” è un bene e il lusso “cattivo” è un vizio, ma sempre preferibile alla pigrizia (71). Sombart riporta i passaggi relativi al lusso della “Favola delle api” di Bernard Mandeville (1670-1733), che più tardi diede a tale concetto la forma di un sistema di filosofia sociale (p. 144).