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A cena col nemico
Vicus:
Sì, potrebbe essere utile anche se non riguarda l'Italia. Da notare che in Francia (e non solo) la convivenza non è mai equiparata al matrimonio, l'ordinamento tutela la scelta della coppia di non sposarsi civilmente, anche se ci sono figli.
Frank:
Troppo divertenti queste mentecatte.
http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2010/02/02/news/ragazze-non-sposatevi-1.18294
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Società
Ragazze non sposatevi
Sono libere, autonome, guadagnano bene. Fino alle nozze. Da quel momento si sobbarcano il doppio del lavoro. Fanno meno carriera. Si ammalano di più. Ecco perché oggi per le donne il matrimonio non è un affare
di Sabina Minardi
Ragazze non sposatevi
Piangono le donne ai matrimoni: le madri sanno perché; le spose lo scopriranno presto. Le altre, ex mogli che ripetono "mai più" e fan dell'amore libero che predicano "io mai", hanno ora la conferma: sposarsi non conviene.
Era il lieto fine obbligatorio. L'aspirazione più romantica, da Jane Austen a Sex and the City. Oggi il più scontato dei riti esistenziali arriva alla prova del nove. Non solo perché, dati alla mano, ci si sposa sempre meno, ma anche per colpa di nuovi avversari. Un fronte del No che ha perfino generato un filone letterario: partito dagli Stati Uniti, suscita ansia in Gran Bretagna e promette di estendersi al resto d'Europa. Con la forza di un dubbio al femminile: siamo proprio certe che sia ancora il caso di sposarci?
Ha cominciato Julie Powell, la scrittrice che per recuperare un matrimonio noiosetto si era messa in testa di cucinare l'intero ricettario della superchef Julia Child. Il film con Meryl Streep non aveva finito di sbancare ai botteghini che già lei scriveva 'Cleaving: a story of marriage, meat and obsession', ovvero che tristezza scotennare animali per tenersi un marito. Nel frattempo la scrittrice Elizabeth Weil pubblicava sul 'New York Times' un'inchiesta sull'unione perfetta: impresa così surreale, così titanica, da far preferire la singletudine eterna. Il 'New Yorker' fiuta l'aria e sentenzia: "Il matrimonio è un anacronismo. Il retaggio di una società nella quale era necessaria un'istituzione per regolare proprietà, tutelare la riproduzione, garantire la sicurezza". E a dare il colpo finale arriva ora Elisabeth Gilbert, scrittrice da 6 milioni di copie per 'Eat, Pray, Love', storia di un cuore irrimediabilmente spezzato, con 'Committed: a skeptic makes peace with marriage'. Un altro memoir ma, a dispetto del titolo, tutto fuorché un armistizio col matrimonio.
Il libro ruota intorno alla Gilbert e al suo nuovo compagno brasiliano, costretti a regolarizzare l'unione con le nozze. "Condannati a risposarsi", dicono. In attesa che la burocrazia glielo consenta, la Gilbert viaggia. E domanda: "Conviene sposarsi?". Lo chiede tra le montagne del Vietnam, a italiane tradizionalissime, alla nonna Maude (prima del matrimonio, ricca e viaggiatrice; dopo, sette volte madre e dedita al sacrificio: persino di un meraviglioso cappotto, tagliato per ricavarne vestitini. "Ecco cosa fanno le donne che si sposano: smembrano quello che sono e lo rimodellano per gli altri", commenta la nipote). Conclusione: sposarsi conviene più agli uomini che alle donne. Gli sposati vivono più a lungo degli scapoli; accumulano più ricchezza; sono più soddisfatti di quanto lo siano i single; resistono all'alcol e alle droghe; soffrono meno la depressione. Vista dalla prospettiva femminile, i vantaggi sono pressoché inesistenti: le donne si sposano per amore, pensando che saranno più felici. In realtà, sprofondano nell'angoscia, di più e prima di quanto capiti alle single. Hanno meno successo sul lavoro. Hanno livelli di stress neppure paragonabili a quelli delle non sposate. Corrono persino il rischio di morire di morte violenta, non di rado per mano dei loro uomini. Gilbert lo chiama 'the marriage benefit imbalance', lo squilibro dei vantaggi matrimoniali: le donne perdono opportunità, gli uomini vincono al lotto. Una logica inaccettabile per ragazze istruite, autonome, abituate a regolarsi da sole, ad avere il dominio della loro sessualità. "Un tempo, le donne si sposavano per andare via dal padre, per raggiungere prestigio, per migliorare economicamente", spiega la psicoterapeuta Consuelo Casula ('Le scarpe della principessa', Franco Angeli): "Tutti e tre questi presupposti sono oggi venuti a mancare. Sposarsi non conviene più. Non ci sono né donne-Cenerentola in attesa del principe, né donne-Giunone che ambiscono a essere 'mogli di'. Le ragazze sono in una posizione di forza: perciò, se trovano un uomo che anziché frenarle nelle aspirazioni sia in grado di valorizzarle, si sposino pure, ma da chi pensa ancora in termini gerarchici stiano alla larga. Anche perché non c'è scampo: prima o poi si scappa".
Scoppiano i matrimoni, anche in Italia. E l'Eurispes certifica: non solo il numero delle separazioni e dei divorzi è ogni anno più alto, ma sono sempre più numerose le coppie che si separano dopo un periodo di vita coniugale molto breve. Su 1000 matrimoni 272 finiscono in separazione; in 151 casi arriva il divorzio. Ci si separa a tutte le età: e visto che ci si sposa sempre più tardi, i divorziati sono sempre più vecchi. Negli Usa, la situazione è ancora più drammatica: l'85 per cento delle coppie sotto i 25 anni divorzia ("La cosa che mi sorprende di più è quel 15 per cento che resta insieme", provoca la Gilbert). "Chi trae vantaggio dal matrimonio? I maschi, non c'è dubbio", concorda Ketty Vaccaro, responsabile Welfare del Censis, con le prove in mano: "Finora non c'è stata alcuna rinegoziazione dei ruoli di genere. Col matrimonio c'è un'automatica attribuzione dei compiti domestici alle donne. Se si confronta l'uso del tempo, in una coppia dove entrambi i soggetti lavorano, le italiane si dedicano alle cure familiari per 5 ore e 20 minuti al giorno, il tempo più alto in tutta l'Unione europea. Gli uomini spendono nella cura della casa e dei figli un'ora e 35 minuti: meno di tutti. Altrove la situazione, per quanto sulle spalle delle donne, non è così squilibrata. Secondo dati Ocse, la suddivisione dei tempi di lavoro familiare in Francia è di 4 ore per le donne e 2 ore e 22 minuti per gli uomini; in Germania di 4 ore e 11 minuti contro 2 ore e 21 minuti. In Svezia, il Paese col maggior equilibrio tra i sessi, le donne si occupano della famiglia per 3 ore e 43 minuti al giorno, gli uomini per 2 ore e 23 minuti". Insomma, la parità è lontana, e per le donne sposate lo è ancora di più. "Partiamo dal presupposto che le donne, a parità di carriera con gli uomini, hanno retribuzioni più basse, percorsi più lenti, contrattualmente, in genere, una parte flessibile meno incentivata; un modello di lavoro principalmente maschile e una valutazione della produttività che dipende da parametri, come il tempo di permanenza in ufficio, per loro penalizzanti", continua Vaccaro: "In un quadro simile, solo chi ha possibilità economiche per delegare ad altre donne i compiti domestici, può trarre vantaggi dal matrimonio. Altrimenti, sposarsi non conviene".
"La disparità che vive una donna è evidentissima", concorda la sessuologa Roberta Giommi: "Ma credo che la vera discriminante siano i figli. Gli svantaggi nascono nel momento in cui arriva un bambino, perché c'è ancora troppa enfasi sui compiti materni. E mentre i maschi continuano la loro vita come prima, per le donne l'esistenza cambia inesorabilmente". La maternità è la chiave di volta? 'Production versus reproduction' (produzione contro riproduzione), riassume 'The Economist' in un numero dedicato all'ascesa delle donne nel lavoro (dove l'Italia spicca per il suo ultimo posto in classifica): in America, le donne senza figli guadagnano già esattamente quanto gli uomini, le altre significativamente meno. "Il matrimonio va riletto: senza nulla togliere al desiderio di fare coppia, che è naturale, è arrivato il momento di svuotarlo dei suoi significati più desueti", prosegue Giommi: "E di rileggerlo alla luce della nuova identità femminile". In Gran Bretagna ci sta provando una signora che della Gilbert è, senza averne affatto intenzione, una formidabile alleata: Katherine Rake, neodirettrice del Family and Parenting Institute. I giornali la descrivono come la nemica più pericolosa del matrimonio: "Cerco solo di dimostrare che la famiglia si è evoluta, che la legge deve prendere in considerazione tutti i modi di stare insieme", si è difesa lei su 'The Guardian': "Deve tutelare i figli, le disabilità, le persone anziane, incentivare le nascite. E non privilegiare il matrimonio. Anche perché, che cos'è più questo matrimonio?". Che cos'è più: forse il punto è lì. Resta ancora un mistero, visto che, a scorrere le indagini, anche per le più affermate è difficile prescindere dall'aspettativa delle nozze. Per il Censis, il 78 per cento delle donne ritiene importante avere un uomo accanto. Certo, alla domanda: "Sognate il matrimonio?", solo il 55,2 per cento dice sì. Tra le più realizzate, il campione scende ancora: sì il 47,6 per cento, no il 46,8, non sa il 5,6. "Spaventano gli italiani così poco partecipi alla vita familiare", nota Romana Petri, autrice di storie di grande passione e presto in libreria con 'Ti spiego' (Cavallo di Ferro), su due ex coniugi che, a distanza di anni, decidono di parlarsi, scoprendo il malinteso che li ha allontanati: "Mi sono sposata due volte e credo che il matrimonio non sia per definizione un colpo mortale all'amore: ci sono matrimoni dolorosi e felici, orrendi e meravigliosi. Certo, riconosco che il peso del lavoro delle donne sia il doppio di quello degli uomini, specie quando ci sono dei figli. Finché dura, sposarsi conviene più agli uomini. Ma quando finisce, a rimetterci sono più loro". Qualcosa cambia anche su questo fronte: secondo il Pew Research Center, il fenomeno delle donne che guadagnano più degli uomini è sempre più visibile: riguarderebbe già il 22 per cento delle americane. "Giusto, in quei casi, che sia la donna a versare il mantenimento", interviene la divorzista Annamaria Bernardini De Pace: "Oggi, alla luce della legislazione esistente, alle donne sposarsi non conviene. Significa fare automaticamente un doppio lavoro: in casa l'amministratore delegato, la maestra, l'infermiera, la cuoca; fuori un altro mestiere. C'è una sola possibilità per realizzare la parità: sottoscrivere patti prematrimoniali nel momento di massima disponibilità e serenità. Oggi in Italia sono nulli, bisogna introdurli. Le uniche persone cui il matrimonio conviene sono quelle ragazze che si sposano con uomini più ricchi e più vecchi senza pensare all'amore, ma con l'intenzione di entrare in una situazione 'già organizzata': donne incapaci di fare da sole. Le altre, se un matrimonio finisce, difficilmente ripeteranno l'errore". Alle donne basta la separazione. Ad avviare i procedimenti di divorzio sono invece i maschi, per l'Eurispes nel 54,9 per cento dei casi. "Per risposarsi", conferma l'avvocato: "Non possono fare a meno della governante, dell'amante, della madre, della badante". E di uno status che li rende più affidabili: incontrò sostenitori, anni fa, l'uscita dell'ex allenatore del Real Madrid Bernd Schuster, che disse di preferire un futbolista sposato a uno scapolo, perché più responsabile.
"Oggi, proprio perché se ne può fare a meno, sposarsi è una scelta più romantica che in passato", nota però Federica Bosco, autrice di 'S.O.S. Amore' (Newton Compton): "Per una volta ci si può sposare: in fondo abbiamo un'aspettativa di vita più alta dei maschi, siamo più autonome. Può persino essere conveniente: separi i beni e dividi le spese".
02 febbraio 2010
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--- Termina citazione ---
Non so a voi, ma a me, ogni giorno che passa, queste donnette moderne fanno sempre più schifo.
Massimo:
--- Citazione da: Frank - Dicembre 14, 2015, 20:55:54 pm ---Non so a voi, ma a me, ogni giorno che passa, queste donnette moderne fanno sempre più schifo.
--- Termina citazione ---
Basti pensare alla domanda che si fanno: "Conviene sposarsi?". Quindi le mentecatte si sposano perchè "conviene"? Alla larga.
Volpe argentata:
Questo occidente, cosi' come e' diventato, DEVE MORIRE, mi consola che paradossalmente siamo sulla strada giusta...
Massimo:
--- Citazione da: Volpe argentata - Dicembre 15, 2015, 12:25:27 pm ---Questo occidente, cosi' come e' diventato, DEVE MORIRE, mi consola che paradossalmente siamo sulla strada giusta...
--- Termina citazione ---
Sarebbe un gran cosa e bella se morisse dopo la nostra morte ma temo fortemente che ci toccherà assistere all'estinzione della
civiltà occidentale e non sarà un bel vedere. Con l'unica consolazione (per chi avrà voglia di consolarsi) che sparirà il femminismo
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