Autore Topic: A cena col nemico  (Letto 11270 volte)

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Online Frank

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Re:A cena col nemico
« Risposta #15 il: Dicembre 13, 2015, 17:31:50 pm »
Guarda, al peggio non c'e' mai fine, ed ho gia' sentito rivolgere questa domanda (non mi ricordo in quale contesto...) la risposta preferita delle interpellate e' stata che "l'uomo sposato tradisce quasi sempre con una donna single..." ed opla' il giochetto e' fatto...

Sì, lo so bene...  :cool2:
Troppo divertenti queste femminucce moderne.

Offline Vicus

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Re:A cena col nemico
« Risposta #16 il: Dicembre 13, 2015, 19:25:36 pm »
Abbiamo parlato anche d'altro e anche lì ha detto cose contro ogni logica come se fossero le più ovvie ed evidenti del mondo. Poco rassicurante in un giudice.
E' tipico di tutte le caste vivere fuori della realtà, dagli eurocrati a Bruxelles per cui non esiste la povertà ai giudici che negano l'esistenza di qualsivoglia malcontento maschile, anche quando le manifestazioni arrivano fin sotto il tribunale. Come Maria Antonietta. :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline COSMOS1

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Re:A cena col nemico
« Risposta #17 il: Dicembre 14, 2015, 09:00:14 am »
la storia di un rumeno:
fa il camionista in Italia
passato di alcolismo  e gioco d'azzardo, va bene
conosce una sua connazionale, lei resta incinta senza averne discusso con lui che si trova un figlio che non desiderava
ma ... va bene, la fa venire in Italia e si prendono un appartamento
lei cerca di lavorare, ma ovunque la cacciano
lui decide di lavorare di più, come camionista non è impossibile, per mantenere entrambi decorosamente e mantenere il figlio
lei decide di divorziare, lui dorme in camion, non sa perchè ...
il giudice ritiene che lei abbia rinunciato a lavorare per occuparsi della famiglia, quindi le assegna un mantenimento di 1,200 euro al mese
commento suo di lui:
è distrutto dal dolore, vorrebbe che qualcuno mediasse per vedere se è possibile ricucire, vorrebbe vedere il figlio ma si ribella agli incontri protetti nel consultorio
potrebbe lasciare il lavoro in Italia, tornare in Romania, avrebbe uno stipenio di 300-400 euro al mese, anche se riuscissero a pignorarlo tutto per lei sarebbe triste
in ogni caso, dice, adesso prendo 2,000 euro al mese, 1,200 a lei, me ne restano 800. Prima era peggio, perchè davo tutto a le, e lei mi dava 50 euro la settimana ...
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline Vicus

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Re:A cena col nemico
« Risposta #18 il: Dicembre 14, 2015, 09:11:12 am »
Un altro rumeno ha perso casa e macchina per evitare un'accusa di violenza - dopo che aveva portato la signora in crociera e l'aveva assistita durante una degenza.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline TheDarkSider

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Re:A cena col nemico
« Risposta #19 il: Dicembre 14, 2015, 12:46:03 pm »
Afferma che nella maggioranza dei casi è la donna a percepire dei benefici economici a seguito del divorzio, poiché normalmente guadagna meno di un uomo e ha diritto allo stesso tenore di vita che aveva in costanza di matrimonio, in quanto ha rinunciato alla sua carriera o si è dedicata alla famiglia e quindi deve essere in qualche modo indennizzata. Precisa che tale assegno di mantenimento è del tutto indipendente (eccetto gli interessi) da qualsiasi valutazione di responsabilità dell'uomo o della donna.
Eloquente e da mettere in evidenza.

La barbarie giuridica nazifemminista spiegata per bocca di chi la pratica e infligge personalmente agli uomini.

Se qualche uomo decide ancora di sposarsi in Occidente dopo aver letto questo, allora e' un caso irrecuperabile.

"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Vicus

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Re:A cena col nemico
« Risposta #20 il: Dicembre 14, 2015, 13:45:30 pm »
Sì, potrebbe essere utile anche se non riguarda l'Italia. Da notare che in Francia (e non solo) la convivenza non è mai equiparata al matrimonio, l'ordinamento tutela la scelta della coppia di non sposarsi civilmente, anche se ci sono figli.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:A cena col nemico
« Risposta #21 il: Dicembre 14, 2015, 20:55:54 pm »
Troppo divertenti queste mentecatte.

http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2010/02/02/news/ragazze-non-sposatevi-1.18294
Citazione

Società
Ragazze non sposatevi
Sono libere, autonome, guadagnano bene. Fino alle nozze. Da quel momento si sobbarcano il doppio del lavoro. Fanno meno carriera. Si ammalano di più. Ecco perché oggi per le donne il matrimonio non è un affare

di Sabina Minardi
Ragazze non sposatevi
Piangono le donne ai matrimoni: le madri sanno perché; le spose lo scopriranno presto. Le altre, ex mogli che ripetono "mai più" e fan dell'amore libero che predicano "io mai", hanno ora la conferma: sposarsi non conviene.


Era il lieto fine obbligatorio. L'aspirazione più romantica, da Jane Austen a Sex and the City. Oggi il più scontato dei riti esistenziali arriva alla prova del nove. Non solo perché, dati alla mano, ci si sposa sempre meno, ma anche per colpa di nuovi avversari. Un fronte del No che ha perfino generato un filone letterario: partito dagli Stati Uniti, suscita ansia in Gran Bretagna e promette di estendersi al resto d'Europa. Con la forza di un dubbio al femminile: siamo proprio certe che sia ancora il caso di sposarci?

Ha cominciato Julie Powell, la scrittrice che per recuperare un matrimonio noiosetto si era messa in testa di cucinare l'intero ricettario della superchef Julia Child. Il film con Meryl Streep non aveva finito di sbancare ai botteghini che già lei scriveva 'Cleaving: a story of marriage, meat and obsession', ovvero che tristezza scotennare animali per tenersi un marito. Nel frattempo la scrittrice Elizabeth Weil pubblicava sul 'New York Times' un'inchiesta sull'unione perfetta: impresa così surreale, così titanica, da far preferire la singletudine eterna. Il 'New Yorker' fiuta l'aria e sentenzia: "Il matrimonio è un anacronismo. Il retaggio di una società nella quale era necessaria un'istituzione per regolare proprietà, tutelare la riproduzione, garantire la sicurezza". E a dare il colpo finale arriva ora Elisabeth Gilbert, scrittrice da 6 milioni di copie per 'Eat, Pray, Love', storia di un cuore irrimediabilmente spezzato, con 'Committed: a skeptic makes peace with marriage'. Un altro memoir ma, a dispetto del titolo, tutto fuorché un armistizio col matrimonio.

Il libro ruota intorno alla Gilbert e al suo nuovo compagno brasiliano, costretti a regolarizzare l'unione con le nozze. "Condannati a risposarsi", dicono. In attesa che la burocrazia glielo consenta, la Gilbert viaggia. E domanda: "Conviene sposarsi?". Lo chiede tra le montagne del Vietnam, a italiane tradizionalissime, alla nonna Maude (prima del matrimonio, ricca e viaggiatrice; dopo, sette volte madre e dedita al sacrificio: persino di un meraviglioso cappotto, tagliato per ricavarne vestitini. "Ecco cosa fanno le donne che si sposano: smembrano quello che sono e lo rimodellano per gli altri", commenta la nipote). Conclusione: sposarsi conviene più agli uomini che alle donne. Gli sposati vivono più a lungo degli scapoli; accumulano più ricchezza; sono più soddisfatti di quanto lo siano i single; resistono all'alcol e alle droghe; soffrono meno la depressione. Vista dalla prospettiva femminile, i vantaggi sono pressoché inesistenti: le donne si sposano per amore, pensando che saranno più felici. In realtà, sprofondano nell'angoscia, di più e prima di quanto capiti alle single. Hanno meno successo sul lavoro. Hanno livelli di stress neppure paragonabili a quelli delle non sposate. Corrono persino il rischio di morire di morte violenta, non di rado per mano dei loro uomini. Gilbert lo chiama 'the marriage benefit imbalance', lo squilibro dei vantaggi matrimoniali: le donne perdono opportunità, gli uomini vincono al lotto. Una logica inaccettabile per ragazze istruite, autonome, abituate a regolarsi da sole, ad avere il dominio della loro sessualità. "Un tempo, le donne si sposavano per andare via dal padre, per raggiungere prestigio, per migliorare economicamente", spiega la psicoterapeuta Consuelo Casula ('Le scarpe della principessa', Franco Angeli): "Tutti e tre questi presupposti sono oggi venuti a mancare. Sposarsi non conviene più. Non ci sono né donne-Cenerentola in attesa del principe, né donne-Giunone che ambiscono a essere 'mogli di'. Le ragazze sono in una posizione di forza: perciò, se trovano un uomo che anziché frenarle nelle aspirazioni sia in grado di valorizzarle, si sposino pure, ma da chi pensa ancora in termini gerarchici stiano alla larga. Anche perché non c'è scampo: prima o poi si scappa".

Scoppiano i matrimoni, anche in Italia. E l'Eurispes certifica: non solo il numero delle separazioni e dei divorzi è ogni anno più alto, ma sono sempre più numerose le coppie che si separano dopo un periodo di vita coniugale molto breve. Su 1000 matrimoni 272 finiscono in separazione; in 151 casi arriva il divorzio. Ci si separa a tutte le età: e visto che ci si sposa sempre più tardi, i divorziati sono sempre più vecchi. Negli Usa, la situazione è ancora più drammatica: l'85 per cento delle coppie sotto i 25 anni divorzia ("La cosa che mi sorprende di più è quel 15 per cento che resta insieme", provoca la Gilbert). "Chi trae vantaggio dal matrimonio? I maschi, non c'è dubbio", concorda Ketty Vaccaro, responsabile Welfare del Censis, con le prove in mano: "Finora non c'è stata alcuna rinegoziazione dei ruoli di genere. Col matrimonio c'è un'automatica attribuzione dei compiti domestici alle donne. Se si confronta l'uso del tempo, in una coppia dove entrambi i soggetti lavorano, le italiane si dedicano alle cure familiari per 5 ore e 20 minuti al giorno, il tempo più alto in tutta l'Unione europea. Gli uomini spendono nella cura della casa e dei figli un'ora e 35 minuti: meno di tutti. Altrove la situazione, per quanto sulle spalle delle donne, non è così squilibrata. Secondo dati Ocse, la suddivisione dei tempi di lavoro familiare in Francia è di 4 ore per le donne e 2 ore e 22 minuti per gli uomini; in Germania di 4 ore e 11 minuti contro 2 ore e 21 minuti. In Svezia, il Paese col maggior equilibrio tra i sessi, le donne si occupano della famiglia per 3 ore e 43 minuti al giorno, gli uomini per 2 ore e 23 minuti". Insomma, la parità è lontana, e per le donne sposate lo è ancora di più. "Partiamo dal presupposto che le donne, a parità di carriera con gli uomini, hanno retribuzioni più basse, percorsi più lenti, contrattualmente, in genere, una parte flessibile meno incentivata; un modello di lavoro principalmente maschile e una valutazione della produttività che dipende da parametri, come il tempo di permanenza in ufficio, per loro penalizzanti", continua Vaccaro: "In un quadro simile, solo chi ha possibilità economiche per delegare ad altre donne i compiti domestici, può trarre vantaggi dal matrimonio. Altrimenti, sposarsi non conviene".

"La disparità che vive una donna è evidentissima", concorda la sessuologa Roberta Giommi: "Ma credo che la vera discriminante siano i figli. Gli svantaggi nascono nel momento in cui arriva un bambino, perché c'è ancora troppa enfasi sui compiti materni. E mentre i maschi continuano la loro vita come prima, per le donne l'esistenza cambia inesorabilmente". La maternità è la chiave di volta? 'Production versus reproduction' (produzione contro riproduzione), riassume 'The Economist' in un numero dedicato all'ascesa delle donne nel lavoro (dove l'Italia spicca per il suo ultimo posto in classifica): in America, le donne senza figli guadagnano già esattamente quanto gli uomini, le altre significativamente meno. "Il matrimonio va riletto: senza nulla togliere al desiderio di fare coppia, che è naturale, è arrivato il momento di svuotarlo dei suoi significati più desueti", prosegue Giommi: "E di rileggerlo alla luce della nuova identità femminile". In Gran Bretagna ci sta provando una signora che della Gilbert è, senza averne affatto intenzione, una formidabile alleata: Katherine Rake, neodirettrice del Family and Parenting Institute. I giornali la descrivono come la nemica più pericolosa del matrimonio: "Cerco solo di dimostrare che la famiglia si è evoluta, che la legge deve prendere in considerazione tutti i modi di stare insieme", si è difesa lei su 'The Guardian': "Deve tutelare i figli, le disabilità, le persone anziane, incentivare le nascite. E non privilegiare il matrimonio. Anche perché, che cos'è più questo matrimonio?". Che cos'è più: forse il punto è lì. Resta ancora un mistero, visto che, a scorrere le indagini, anche per le più affermate è difficile prescindere dall'aspettativa delle nozze. Per il Censis, il 78 per cento delle donne ritiene importante avere un uomo accanto. Certo, alla domanda: "Sognate il matrimonio?", solo il 55,2 per cento dice sì. Tra le più realizzate, il campione scende ancora: sì il 47,6 per cento, no il 46,8, non sa il 5,6. "Spaventano gli italiani così poco partecipi alla vita familiare", nota Romana Petri, autrice di storie di grande passione e presto in libreria con 'Ti spiego' (Cavallo di Ferro), su due ex coniugi che, a distanza di anni, decidono di parlarsi, scoprendo il malinteso che li ha allontanati: "Mi sono sposata due volte e credo che il matrimonio non sia per definizione un colpo mortale all'amore: ci sono matrimoni dolorosi e felici, orrendi e meravigliosi. Certo, riconosco che il peso del lavoro delle donne sia il doppio di quello degli uomini, specie quando ci sono dei figli. Finché dura, sposarsi conviene più agli uomini. Ma quando finisce, a rimetterci sono più loro". Qualcosa cambia anche su questo fronte: secondo il Pew Research Center, il fenomeno delle donne che guadagnano più degli uomini è sempre più visibile: riguarderebbe già il 22 per cento delle americane. "Giusto, in quei casi, che sia la donna a versare il mantenimento", interviene la divorzista Annamaria Bernardini De Pace: "Oggi, alla luce della legislazione esistente, alle donne sposarsi non conviene. Significa fare automaticamente un doppio lavoro: in casa l'amministratore delegato, la maestra, l'infermiera, la cuoca; fuori un altro mestiere. C'è una sola possibilità per realizzare la parità: sottoscrivere patti prematrimoniali nel momento di massima disponibilità e serenità. Oggi in Italia sono nulli, bisogna introdurli. Le uniche persone cui il matrimonio conviene sono quelle ragazze che si sposano con uomini più ricchi e più vecchi senza pensare all'amore, ma con l'intenzione di entrare in una situazione 'già organizzata': donne incapaci di fare da sole. Le altre, se un matrimonio finisce, difficilmente ripeteranno l'errore". Alle donne basta la separazione. Ad avviare i procedimenti di divorzio sono invece i maschi, per l'Eurispes nel 54,9 per cento dei casi. "Per risposarsi", conferma l'avvocato: "Non possono fare a meno della governante, dell'amante, della madre, della badante". E di uno status che li rende più affidabili: incontrò sostenitori, anni fa, l'uscita dell'ex allenatore del Real Madrid Bernd Schuster, che disse di preferire un futbolista sposato a uno scapolo, perché più responsabile.

"Oggi, proprio perché se ne può fare a meno, sposarsi è una scelta più romantica che in passato", nota però Federica Bosco, autrice di 'S.O.S. Amore' (Newton Compton): "Per una volta ci si può sposare: in fondo abbiamo un'aspettativa di vita più alta dei maschi, siamo più autonome. Può persino essere conveniente: separi i beni e dividi le spese".
02 febbraio 2010
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Non so a voi, ma a me, ogni giorno che passa, queste donnette moderne fanno sempre più schifo.

Online Massimo

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Re:A cena col nemico
« Risposta #22 il: Dicembre 14, 2015, 22:07:31 pm »
Non so a voi, ma a me, ogni giorno che passa, queste donnette moderne fanno sempre più schifo.

Basti pensare alla domanda che si fanno: "Conviene sposarsi?". Quindi le mentecatte si sposano perchè "conviene"? Alla larga.

Offline Volpe argentata

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Re:A cena col nemico
« Risposta #23 il: Dicembre 15, 2015, 12:25:27 pm »
Questo occidente, cosi' come e' diventato, DEVE MORIRE, mi consola che paradossalmente siamo sulla strada giusta...

Online Massimo

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Re:A cena col nemico
« Risposta #24 il: Dicembre 15, 2015, 12:48:56 pm »
Questo occidente, cosi' come e' diventato, DEVE MORIRE, mi consola che paradossalmente siamo sulla strada giusta...

Sarebbe un gran cosa e bella se morisse dopo la nostra morte ma temo fortemente che ci toccherà assistere all'estinzione della
civiltà occidentale e non sarà un bel vedere. Con l'unica consolazione (per chi avrà voglia di consolarsi) che sparirà il femminismo

Offline Vicus

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Re:A cena col nemico
« Risposta #25 il: Dicembre 15, 2015, 14:39:16 pm »
Troppo divertenti queste mentecatte.

http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2010/02/02/news/ragazze-non-sposatevi-1.18294
Non so a voi, ma a me, ogni giorno che passa, queste donnette moderne fanno sempre più schifo.
L'avevo detto in vari post che le donne vivono il matrimonio come un torto che il malcapitato deve pagare: dico, devono sacrificare (?) carriera e caxxeggio con le amiche. :lol: Istanze ampiamente accolte dalla giurisprudenza, come abbiamo visto.
Secondo i pubblicitari (che sono lo specchio dei nostri pensieri) già nel 1946 col matrimonio le donne sviluppavano una vera e propria avversione per il marito (v. foto allegata) che le obbligherebbe ai lavori di casa.
Dalla "Sposa Meccanica":

Questo inserto pubblicitario attira l'attenzione sulla tendenza della casalinga di oggi, dopo un periodo prematrimoniale trascorso nel mondo del lavoro, di accettare il matrimonio e i figli, ma non i lavori di casa. Emotivamente ripudia il lavoro fisico con la stessa convinzione con cui è fautrice dell'igiene. E così questo annuncio pubblicitario le promette un mezzo per eseguire un lavoro manuale senza odiare il marito che l'ha intrappolata nella monotonia del lavoro domestico.   
« Ultima modifica: Dicembre 15, 2015, 15:57:53 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:A cena col nemico
« Risposta #26 il: Dicembre 18, 2015, 10:22:57 am »
Ecco l'esito del colloquio. In Francia l'affido condiviso è concesso solo su richiesta congiunta degli ex coniugi.
Il giudice ha affermato che "in Francia oggi il diritto dei padri è pienamente tutelato, in quanto ottengono l'affido nel 50% dei casi". Tuttavia l'affido viene concesso nella maggioranza dei casi alla madre in quanto secondo lei i padri lo chiederebbero molto più raramente (lasciando intendere che non gli importa nulla dei figli).
Ha detto che le recenti numerose manifestazioni di padri separati non provano l'esistenza di discriminazioni, perché anche con questa matematica imparzialità ci sono sempre soggetti scontenti.
Secondo lei un giudice monocratico donna è pienamente in grado di tutelare i diritti degli uomini, "perché ha un cervello" (chissà perché le donne lo ribadiscono sempre).
Ha detto che l'ammontare dell'assegno di mantenimento (figli) e divorzi le (moglie) viene stabilito sulla base di tabelle predeterminate, che i padri che finiscono a dormire in macchina sono rari, e che questo avviene unicamente perché non vogliono trasferirsi nelle case popolari in periferia.
Afferma che nella maggioranza dei casi è la donna a percepire dei benefici economici a seguito del divorzio, poiché normalmente guadagna meno di un uomo e ha diritto allo stesso tenore di vita che aveva in costanza di matrimonio, in quanto ha rinunciato alla sua carriera o si è dedicata alla famiglia e quindi deve essere in qualche modo indennizzata. Precisa che tale assegno di mantenimento è del tutto indipendente (eccetto gli interessi) da qualsiasi valutazione di responsabilità dell'uomo o della donna. All'obiezione che col divorzio dovrebbero cessare gli obblighi reciproci tra coniugi, e che l'uomo dovrebbe potersi rifare una vita senza essere costretto ad andare in una casa popolare, risponde che "il divorzio comporta sempre un impoverimento" [per l'uomo, si capisce].
All'osservazione che la maggior parte dei divorzi avviene per futili motivi, e che in Francia la separazione è chiesta dalla donna nell'85% dei casi, risponde (riprendendo quanto afferma certa stampa femminile francese) che il divorzio è chiesto sempre per gravi motivi come l'adulterio, che gli uomini praticherebbero con disinvoltura e considererebbero una cosa da nulla, ragion per cui raramente chiedono il divorzio.
Le ho fatto notare che il matrimonio dispiega i suoi effetti giuridici dopo il divorzio, e non prima (ad es. con la mediazione familiare o del giudice a scopo preventivo), ed ha risposto "a che serve prima se i coniugi stanno ancora insieme"? :lol:
Lascio a voi i commenti. Mi limito a dire che neanche un istante ho sentito parole come umanità, buonsenso, clemenza, flessibilità, limiti della giustizia umana. Come in Italia, la giustizia è sempre più robotica (tabelle), standardizzata e inesorabile come il codice binario di un software, senza la minima propensione a mettersi in discussione.
Per una mia distrazione non avevo letto il tuo resoconto della cena col nemico, me ne scuso.
Non che mi aspettassi nulla di molto diverso, ma evidentemente anche le giudichesse vengono scelte in base a tabelle predeterminate in modo che non si discostino mai dal way of life stabilito oltreoceano.
La cosa che salta agli occhi è che comunque il diritto di famiglia andrebbe profondamente rivisto, su questo credo non ci siano dubbi.
Se molte donne hanno questa visione così mercantile del matrimonio, come se fosse semplicemente un contratto come un altro, mi chiedo perchè allora non ne traggano semplicemente le conseguenze logiche in un'ottica “laica”. Mi spiego: se due persone diventano soci creando una pasticceria, e dopo un certo numero di anni decidono di comune accordo di chiudere l'attività (senza bancarotte o simili, semplicemente perchè si sono stancati o per un qualsiasi motivo non vogliono portarla avanti), forse uno dei due soci potrà chiedere all'altro un risarcimento per aver rinunciato, che so, ad una carriera come artista?  Le scelte e le responsabilità personali non esistono?
Ma è  ovvio che il matrimonio è qualcosa di diverso da un contratto commerciale. Se è qualcosa di diverso, allora va trattato globalmente in modo diverso e, se un giudice arriva a “pesare” qualcosa di ipotetico come una “mancata carriera”, dovrebbe, a maggior ragione considerare un dato di fatto come quello di un padre che, se costretto dalle difficoltà economiche ad andare a (soprav)vivere nella casa popolare in periferia, viene messo nella condizione di non poter esercitare il suo normale diritto di vedere i propri figli.   
Umanità, clemenza, buonsenso, limiti della giustizia umana? Queste sono tutte parole vuote di significato per le donne che, quando si tratta del portafogli, sono di una razionalità “vulcaniana”.  E, come disse un tale che non ricordo,  è molto meglio una persona ragionevole che una razionale.
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline Vicus

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Re:A cena col nemico
« Risposta #27 il: Dicembre 18, 2015, 11:33:23 am »
Non che mi aspettassi nulla di molto diverso, ma evidentemente anche le giudichesse vengono scelte in base a tabelle predeterminate in modo che non si discostino mai dal way of life stabilito oltreoceano.
Viene da chiedersi: come mai nessun giudice prende decisioni più equilibrate, anzi va contro la legge (affido condiviso)? "Direttive"? Come la mettiamo con la tanto decantata libertà del magistrato, "soggetto solo alla legge"?
Se molte donne hanno questa visione così mercantile del matrimonio, come se fosse semplicemente un contratto come un altro
Il matrimonio è in realtà un contratto di divorzio, sottoposto a condizione potestativa (la separazione) e con obbligazioni a carico di una sola parte (l'uomo).
Purtroppo non è solo il giudice a pensarla così: diverse donne - persino qui - hanno detto che è un sacrifico per la donna (vuoi della carriera, vuoi perché "la donna fatica in casa più dell'uomo") che l'uomo deve scontare compensandola con un vitalizio. Più che razionalità, è opportunismo adamantino.
« Ultima modifica: Dicembre 18, 2015, 19:39:47 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:A cena col nemico
« Risposta #28 il: Dicembre 18, 2015, 17:47:26 pm »
Il post di Vicus è una spietata fotografia che conferma tutte le nostre tesi.
Che dire ?
Intanto, una che sragiona così non dovrebbe esercitare una funzione come quella di giudice.
Ovvio che è il sistema ad essere malato e non è solo in Italia.
Il che conferma quello che da sempre diciamo e ci suggerisce degli ulteriori passi in avanti.
Per es :
basta con le pippe su destra e sinistra, oppure sulle colpe del vaticano e della Chiesa in generale.
la Francia è molto più agnostica di altre nazioni e ha una gauche importante , purtuttavia è in grado di elaborare le schifezze testè lette.
Il femminismo è una patologia occidentale, le donne occidentali ne sono portatrici malate e c'è da regolarsi di conseguenza.
L' uomo che oggi si sposa cerca volontariamente il proprio annientamento

Offline TheDarkSider

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Re:A cena col nemico
« Risposta #29 il: Dicembre 18, 2015, 18:36:05 pm »
Il femminismo è una patologia occidentale, le donne occidentali ne sono portatrici malate e c'è da regolarsi di conseguenza.
L' uomo che oggi si sposa cerca volontariamente il proprio annientamento

Parole da scolpire nella pietra.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina