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Medici evirano chirurgicamente bimbo di 3 anni "per farlo diventare una bambina"
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Stendardo:
Fonte: http://www.ritasberna.it/web/follia-trans-a-tre-anni/
FOLLIA, TRANS A TRE ANNI
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17 dicembre 2015News By Rita Sberna
Daniel_DanniAveva soltanto tre anni, Daniel, quando i genitori lo hanno fatto operare chirurgicamente per trasformarlo in una bambina. L’hanno trovato a giocare con un paio di forbici mentre provava a tagliarsi il pene. Ha detto che lo faceva per diventare una femminuccia. I bambini, si sa, hanno tanta fantasia e scoprono la loro identità anche attraverso l’imitazione, l’emulazione, immaginandosi in ruoli diversi.
Quel gioco è diventato un destino da cui non si potrà più liberare. La madre e il padre lo hanno portato dai medici, in Scozia, il Paese in cui vivono. Gli hanno diagnosticato una “disforia”, che qualche testata, nel riportare la notizia – balzata adesso all’attenzione della cronaca grazie ai Social – ha definito un “disturbo dell’identità di genere”, un contrasto tra sesso biologico e sesso psicologico, ma che invece gli specialisti definiscono un semplice “disturbo dell’umore”. In un’età ancora asessuata, tre anni, quando il processo di costruzione di identità sessuale è appena iniziato, e dura a lungo, almeno fino all’adolescenza.
Daniel adesso si chiama Danni, ha sei anni, e un calvario davanti, per mantenere il sesso che i genitori hanno scelto per lui. Hanno creato un profilo facebook, per “il trans più giovane d’Europa”. Lo hanno fatto, dichiarano, per evitargli da grande di essere mobbizzato dai compagni e adulti. Per questo, hanno deciso per lui una mutilazione, imponendogli torture inaudite, come sottoporsi costantemente a pericolose terapie ormonali per posticipare la pubertà e subire altri interventi chirurgici, nel tempo, cosiddetti di “riallineamento”, per mantenere il sesso che i genitori hanno deciso lui volesse scegliere, diverso da quello biologico.
A scuola, per “non discriminarlo”, è stato creato un bagno apposta per lui, unisex: non è maschio né femmina, adesso. E il pene, non potrà disegnarlo con una matita, se proverà a cercarlo, ritrovandosi maschio, a discapito di un gioco che può essergli costato la vita vera. Bisognerà eventualmente reintervenire chirurgicamente per restituirgli la sua autentica identità. Sull’argomento abbiamo intervistato la neuropsichiatra infantile Angela Magazù, dirigente medico all’Azienda sanitaria locale di Matera. Ciò che dice, da esperta, è uno schiaffo a chi pretende di difendere l’azione dei genitori in nome della libertà.
Dottoressa Magazù, un bambino di tre anni ha già consapevolezza della propria identità di genere?
“I bambini di quest’età non sono assolutamente in grado di fare una scelta di sesso, non hanno ancora sviluppato le competenze cognitive. Possono mostrare una predisposizione verso un gioco piuttosto che un altro. Esplorano i propri genitali, soprattutto i maschietti, li manipolano, si fanno domande, sperimentano. Bisogna lasciarli liberi e accompagnarli nella crescita. La formazione dell’identità sessuale è un processo che dura anni. La scelta dell’identità e dell’orientamento sessuale si fa in età adulta”.
I genitori sostengono di aver fatto operare Daniel con il sostegno dei medici, che avrebbero diagnosticato una “disforia” di genere. Qual è la sua opinione?
“Bisognerebbe indagare se siano stati davvero i medici, e quali, a supportare un’azione di questo tipo, che, se è vera, è atroce. La disforia è un disturbo infantile dell’umore, non ha nulla a che vedere con l’identità di genere. E sorgono fortissimi dubbi sulla reale capacità genitoriale dei due coniugi”.
I genitori di Daniel sostengono di avere fatto questa scelta per supportare il figlio ed evitare che potesse essere discriminato, in futuro…
“Sono loro che hanno voluto imporre al bambino una identità sessuale diversa da quella biologica, prima ancora che avesse la piena capacità di scegliere. C’è una ragione per cui si parla di minore età anche da un punto di vista giuridico. Hanno provocato un danno grave al figlio, intervenendo brutalmente nel processo di formazione della sua identità di genere”.
Quali problemi potrebbe avere Daniel /Danni nella crescita?
“Ha subito un cambiamento importante, innanzitutto in una parte del corpo che conosceva, durante la fase di esplorazione e di scoperta di sé. Avrà certamente disturbi fisici, come la difficoltà ad urinare. E potrebbe avere disturbi psicologici e dell’umore. Bisognerebbe adesso aiutarlo a comprendere in che direzione sessuale voglia andare, indipendentemente dalla mutilazione che ha subito. Potrebbe comunque sviluppare una identità maschile, nonostante l’intervento chirurgico. Il pene è un organo esterno. Si potrebbe ripristinare. Adesso almeno dovrebbe essere lasciato davvero libero di crescere e di scegliere”.
I genitori hanno dichiarato che i medici sarebbero disponibili a utilizzare farmaci che ritardino la pubertà e mantengano la nuova identità femminile, intervenendo con una operazione chirurgica di “riallineamento sessuale” quando avrà raggiunto la maggiore età. Qual è il suo pensiero?
“È semplicemente un orrore”.
Fonte. In Terris
Vicus:
Già, ma se un genitore molla un meritato ceffone al figlio va in galera. Mah... :ohmy:
Sardus_Pater:
Ma come si sono potuti prestare degli specialisti ad un'aberrazione simile, senza porre dei se a dei genitori svalvolati come quelli del piccolo Daniel? Una cosa del genere non dovrebbe nemmno essere contemplata, dovrebbe essere proibita.
freethinker:
--- Citazione da: Sardus_Pater - Dicembre 18, 2015, 13:10:45 pm ---Ma come si sono potuti prestare degli specialisti ad un'aberrazione simile, senza porre dei se a dei genitori svalvolati come quelli del piccolo Daniel? Una cosa del genere non dovrebbe nemmno essere contemplata, dovrebbe essere proibita.
--- Termina citazione ---
Infatti! Per aver permesso cose che assomigliavano a questa i criminali nazisti furono giustamente processati e condannati :doh:
Ma era un'epoca nella quale c'era meno progresso, invece oggi :sick:
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