Autore Topic: Donne e mode  (Letto 2310 volte)

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Online freethinker

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Donne e mode
« il: Dicembre 31, 2015, 12:09:22 pm »
Premesso che il mio discorso non ha nulla di politico, vorrei richiamare un momento la vostra attenzione sulla situazione nella quale si sono trovate le donne in Cina da un particolare punto di vista.

Come sappiamo, il femminismo (che era nato un bel po' prima) si è sviluppato in epoca sessantottina, almeno in occidente, fino a raggiungere oggi il momento del suo massimo splendore (se lo sterco splendesse).
Nella stessa epoca storica (il sessantotto) in Cina era al potere Mao Tse Tung, me lo ricordo bene perchè in Italia circolavano addirittura dei distintivi metallici, rosso su sfondo oro, con la sua effigie.
Il dittatore in questione, fra le altre innovazioni della sua “rivoluzione culturale”, aveva imposto a tutti, uomini e donne, un'unica divisa, casacca e pantaloni blu, la stessa che portava anche lui e molto simile a quella che portava Stalin.

Sicuramente non è difficile spiegarsi il perchè un dittatore imponga a tutti la stessa divisa (omologazione delle idee, soppressione della individualità, identificazione assoluta con il capo e così via), ma quello che è curioso è che, da un punto di vista femminista, questa rivoluzione culturale avrebbe dovuto rappresentare un riferimento basilare. Infatti, se si spazzavano via le polverose convenzioni estetiche, modaiole, conformiste delle culture borghesi e si rendevano le donne identiche anche esternamente, agli uomini, non si realizzava forse il sogno femminista?  :D

Ovviamente, il lavoro in fabbrica era già una realtà anche per le donne, quindi, che altro chiedere di più? Nessuna mercificazione del corpo femminile, perchè non c'era la pubblicità, nessun pericolo di non essere valutate per il proprio cervello, anziché per le proprie gambe, nessun pericolo di eccitare i più bassi istinti maschili, cioè proprio quello che, almeno a parole, tutte le femministe chiedono.
Oggi se è facile capire che per le donne cinesi la fine della dittatura maoista sia stata una liberazione, non è altrettanto chiaro come certi usi e costumi, così positivi per la donna, non abbiano mai avuto seguito in occidente, se non altro come esemplificazione di un mondo perfetto. ;)
Che cosa ne pensate?
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline Vicus

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Re:Donne e mode
« Risposta #1 il: Dicembre 31, 2015, 13:09:28 pm »
Che cosa ne pensate?
Che in Cina non hanno avuto Fromm e Marcuse, che teorizzavano una fusione tra capitalismo e comunismo, ovvero un socialismo in salsa consumista ed edonista.
L'omologazione del pensiero unico non è forse il conformismo della moda? In cosa differisce il materialismo occidentale da quello comunista, a parte l'abbondanza di merci? La distruzione del tessuto sociale in occidente non è forse lo specchio della pianificazione della vita collettiva?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online freethinker

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Re:Donne e mode
« Risposta #2 il: Dicembre 31, 2015, 16:38:12 pm »
Che in Cina non hanno avuto Fromm e Marcuse, che teorizzavano una fusione tra capitalismo e comunismo, ovvero un socialismo in salsa consumista ed edonista.
L'omologazione del pensiero unico non è forse il conformismo della moda? In cosa differisce il materialismo occidentale da quello comunista, a parte l'abbondanza di merci? La distruzione del tessuto sociale in occidente non è forse lo specchio della pianificazione della vita collettiva?

Vicus, è vero che gli estremi spesso si toccano e che le differenze tra socialismo reale e consumismo forzato occidentale non sono poi molto grandi, anzi!
Ricordo che nell'azienda dove lavoravo negli anni 70 c'era un sindacato mooolto di sinistra, che organizzava i viaggi turistici nel paradiso sovietico per i compagni lavoratori ( =gite in Russia in stile fantozziano); la cosa più divertente è che i sindacalisti che accompagnavano le comitive partivano con valige piene di jeans nuovi, che poi vendevano al mercato nero, facendosi pagare in dollari,  :lol: e la domanda era molto alta.   
Ma la mia era una domanda un tantino provocatoria, nel senso che mi aspetterei (oggi) che per lo meno qualcuna fra le femministe più accese (che spesso brillano per la loro racchiezza), venisse a sbandierarci quei simboli passati di uguaglianza se non altro per dire come dovrebbe essere, oggi la giusta condizione della donna :D
Anche se poi nessuna, o quasi, le prenderebbe sul serio, ma questa non è una novità...
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Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline giacca

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Re:Donne e mode
« Risposta #3 il: Gennaio 01, 2016, 10:01:13 am »
Che in Cina non hanno avuto Fromm e Marcuse, che teorizzavano una fusione tra capitalismo e comunismo, ovvero un socialismo in salsa consumista ed edonista.
L'omologazione del pensiero unico non è forse il conformismo della moda? In cosa differisce il materialismo occidentale da quello comunista, a parte l'abbondanza di merci? La distruzione del tessuto sociale in occidente non è forse lo specchio della pianificazione della vita collettiva?
Marcuse come anche Reich erano per il sesso libero (per il primo l'unico "falso bisogno" che aveva una dignità) ma Fromm, coerentemente con quelle che dovevano essere (e purtroppo non sono sempre state) le teorie del 68, riteneva che così si privilegiava l'avere (molte esperienze) rispetto all'essere di cui lui era assertore.

Offline Vicus

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Re:Donne e mode
« Risposta #4 il: Gennaio 01, 2016, 10:38:19 am »
"Avere o essere" è un bel titolo, ma l'"essere" di Fromm è un'alleanza tra consumismo delle multinazionali e comunismo di cui si possono immaginare gli esiti.
Galbraith fu tra gli economisti teorici di questo sistema: le multinazionali, entità informi e impersonali, sarebbero il grimaldello per l'instaurazione di un governo globale, che dovrebbe assumerne il controllo.
I Beatles ne sono stati i portavoce in campo musicale, con canzoni per rendere la classe operaia contenta della propria condizione (fonte: C. Gillett, The Sound of the City: The Rise of Rock and Roll).
Vediamo questo realizzarsi sotto i nostri occhi, a tappe forzate: il Trattato Transatlantico in via di ratifica sostituisce i tribunali con commissioni arbitrali non elette né sottoposte ad alcun controllo, costituite da uomini delle multinazionali. Queste avranno potere giurisdizionale e potranno imporre multe salate agli Stati che "ostacoleranno" le multinazionali medesime, ad esempio regolamentando gli OGM, il lavoro ecc.
« Ultima modifica: Gennaio 01, 2016, 13:22:17 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:Donne e mode
« Risposta #5 il: Gennaio 01, 2016, 12:19:45 pm »
I Beatles ne sono stati i portavoce in campo musicale, con canzoni per rendere la classe operaia contenta della propria condizione (fonte: C. Gillett, The Sound of the City: The Rise of Rock and Roll).

Con tutto l'amore che posso avere per i Fab Four, questo è vero, pur essendo loro per 3/4 d'origine della classe lavoratrice (Lennon, in futuro quello più "a sinistra" dei 4, era già di famiglia medioborghese); se si fa il confronto col messaggio portato da altre grandi band di pop rock britannico di allora (gli Stones, gli Who, i Kinks, eccetera), che satirizzavano la società e le loro piccole mediocrità (MOTHER'S LITTLE HELPERS, A WELL RESPECTED MAN) ed esprimevano meglio il disagio giovanile (SATISFACTION, MY GENERATION), il confronto che esce è abbastanza stridente (NOWHERE MAN, pur stupenda, è arrivata dopo molti di questi primi singoli e brani proposti dalle altre band).
A HARD DAY'S NIGHT è l'esempio di brano che parla alla classe lavoratrice non in maniera critica della propria condizione, ma in modo consolatorio.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Warlordmaniac

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Re:Donne e mode
« Risposta #6 il: Gennaio 01, 2016, 12:52:17 pm »
Premesso che il mio discorso non ha nulla di politico, vorrei richiamare un momento la vostra attenzione sulla situazione nella quale si sono trovate le donne in Cina da un particolare punto di vista.

Come sappiamo, il femminismo (che era nato un bel po' prima) si è sviluppato in epoca sessantottina, almeno in occidente, fino a raggiungere oggi il momento del suo massimo splendore (se lo sterco splendesse).
Nella stessa epoca storica (il sessantotto) in Cina era al potere Mao Tse Tung, me lo ricordo bene perchè in Italia circolavano addirittura dei distintivi metallici, rosso su sfondo oro, con la sua effigie.
Il dittatore in questione, fra le altre innovazioni della sua “rivoluzione culturale”, aveva imposto a tutti, uomini e donne, un'unica divisa, casacca e pantaloni blu, la stessa che portava anche lui e molto simile a quella che portava Stalin.

Sicuramente non è difficile spiegarsi il perchè un dittatore imponga a tutti la stessa divisa (omologazione delle idee, soppressione della individualità, identificazione assoluta con il capo e così via), ma quello che è curioso è che, da un punto di vista femminista, questa rivoluzione culturale avrebbe dovuto rappresentare un riferimento basilare. Infatti, se si spazzavano via le polverose convenzioni estetiche, modaiole, conformiste delle culture borghesi e si rendevano le donne identiche anche esternamente, agli uomini, non si realizzava forse il sogno femminista?  :D

Ovviamente, il lavoro in fabbrica era già una realtà anche per le donne, quindi, che altro chiedere di più? Nessuna mercificazione del corpo femminile, perchè non c'era la pubblicità, nessun pericolo di non essere valutate per il proprio cervello, anziché per le proprie gambe, nessun pericolo di eccitare i più bassi istinti maschili, cioè proprio quello che, almeno a parole, tutte le femministe chiedono.
Oggi se è facile capire che per le donne cinesi la fine della dittatura maoista sia stata una liberazione, non è altrettanto chiaro come certi usi e costumi, così positivi per la donna, non abbiano mai avuto seguito in occidente, se non altro come esemplificazione di un mondo perfetto. ;)
Che cosa ne pensate?
Io credo che il femminismo istituzionalizzato, cioè quelle delle anziane, o meglio, di coloro che difendono i diritti delle donne dal basso value e danno voce alla loro paura di perdere il patrimonio di ascendente sull'uomo, in fin dei conti è molto fumo e pochissimo arrosto. I loro tentativi di aumentarsi di valore solitamente va a cocciare con le esigenze delle donne con value superiore, le quali hanno ben altro potere contrattuale.
Il comunismo, per come lo vedo, è l'antitesi della visione sessuale femminile che è a favore delle disparità economiche tra gli uomini e della gara a chi si accaparra le risorse del maschio più vantaggioso.

Offline Sardus_Pater

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Re:Donne e mode
« Risposta #7 il: Gennaio 01, 2016, 14:20:04 pm »
Citazione
Il comunismo, per come lo vedo, è l'antitesi della visione sessuale femminile che è a favore delle disparità economiche tra gli uomini e della gara a chi si accaparra le risorse del maschio più vantaggioso.

Così anche per me.
Il femminismo è l'oppio delle donne.