non rispondo agli insulti e alle provocazioni gratuite. evidentemente ho troppi pochi neuroni per farlo.
ah e non sarò mai così stupida da mandare all'aria un matrimonio, su questo puoi contarci.
Saluto anche te, Salar
Non rispondi,d'altronde chi pensava che avresti risposto?
Quando mai una femminista ha mai risposto alle nostre domande?
Sia mai...
Sono solo insulti e provocazioni gratuite...
E ci manca solo che dobbiamo pagare pure per quelle
Vattene pure col naso all'insù...E MI RACCOMANDO SENZA RISPONDERE,E' COSI' CHE UNA VERA SIGNORA FA VEDERE CHE E' OFFESA...
Che cattivi,che siamo stati,a spiattellarle di fronte la realtà,I NOSTRI DRAMMI,LE DISCRIMINAZIONI CHE SUBIAMO QUOTIDIANAMENTE...
Vattene pure via,col naso all'insù e la coscienza pulita...
Oh sì è proprio pulita...
C'è il femminicidio già,quanti uomini si sono suicidati per false accuse?
Leggi un pò qui:
''EDUARDO DEL CAMPO
E’ un tipo bonaccione, però stamattina sembra molto arrabbiato. E’ un’irritazione che non nasconde e che dura da cinque anni: il tempo da cui è in vigore la Legge Organica di Protezione Integrale contro la Violenza di Genere. Senza timore di ciò che dirà la gente, incolpa della “stigmatizzazione” di migliaia di uomini detenuti in virtù della legge per la “dittatura”del “femminismo radicale”. O del “nazifemminismo”.
Lo dice che dall’altro lato della sua scrivania, dove spiccano le foto di sua moglie e delle due figlie ed alcuni disegni di bambini sulla parete. Glieli hanno regalati i bambini, spesso ostaggi di separazioni conflittuali: ciò di cui si occupa qui.
Chi parla con tanta veemenza contro l’”ingiustizia” di questa legge – Francisco Serrano Castro, nato 44 anni fa a Madrid e cresciuto dagli 11 anni a Siviglia – non è un marito maschilista, pieno di risentimento ed ignorante, che passava di lì, ma il responsabile della Corte della Famiglia 7 della capitale andalusa. Un giudice che in 11 anni ha emanato circa 20.000 fra ordinanze e sentenze, ed è stato insignito dall’Associazione di Assistenza Donne Stuprate o dalla Pro-diritti del fanciullo (PRODENI) per la sua difesa di maltrattati e minori.
Ma Serrano – che presiede anche l’associazione multidisciplinare per la ricerca sull’alienazione genitoriale (Asemip), incentrata sulla manipolazione esercitata dal genitore (maschio o femmina, sottolinea) nel mettere i bambini contro l’altroa” – dice che questo curriculum non ha impedito che lo si trattasse come “il giudice pazzo”, dal momento che ha deciso di “metterci la faccia” e di denunciare una realtà sottaciuta: che il governo ha omesso di divulgare, a partire dal 2007, il numero di uomini morti per aggressione della loro moglie. Inoltre, Serrano sostiene che una parte dei 3.716 uomini suicidi nel 2006 – rispetto alle 2.753 donne – lo sono stati per effetto della Legge “discriminazione” della Legge contro la Violenza di Genere” (approvata all’unanimità il 28 dicembre 2004 e che ora il governo intende riformare). Altre fonti danno la cifra esatta: 630 uomini si sono uccisi quando erano in crisi con le loro partner.
Sostiene il giudice che questa legge, che ha portato al “totalitarismo”, mescola nello stesso calderone i machisti maltrattanti con gli uomini – compresi i “buoni genitori, buoni mariti, brave persone” – che hanno commesso un crimine o una singola’infrazione nel corso di una controversia con la partner, ma non hanno un rapporto di dominio su di essa. Questa situazione ha causato un “olocausto sociale” perché, dice – citando il giovane accusato per errore, a Tenerife, di aver violentato e ucciso la figlia della sua fidanzata – si arresta e si connota come abusante ogni accusato.
“Migliaia di uomini sono stati arrestati per il solo fatto di essere uomini, dopo una denuncia di abuso. Quante donne sono state arrestate per falsa denuncia? Nessuna”, dice Serrano. “Le donne con l’occhio gonfio della foto esistono, ma sono l’1% . Ciò di cui ci si dovrebbe preoccupare è quella dall’occhio gonfio che non si espone, quella che soffre di vero sfruttamento, violenza e paura, ma non si
azzarda a denunciare”. E sfida il Governo e il Ministro della Parità a discuterne con lui. “In privato, i membri del PSOE e del PP mi dicono che ho ragione, ma che non lo possono dire “.
Dice il giudice che vengono usati dati “parziali” e che, mentre si registrato e pubblicizzano le statistiche delle donne vittime di violenza maschile, si “nascondono”, non si registrano o non si dà pubblicità ai dati sugli uomini morti per mano dalle loro partner o ex partner. Che la legge sta causando danno non indagando sulle migliaia di uomini accusati ‘ingiustamente’. La sua critica si spinge oltre: “Quest’anno
hanno già ucciso 51 donne (fino al 3 dicembre) e 30 uomini, però non si registra ufficialmente. Coloro che vogliono sapere, dice, devono ricorrere, come lui, ad internet ed alla stampa.
DONNE, sì; uomini, NO
Perché i decessi di donne, sì, e gli uomini, no? Su cosa si basa il giudice per sostenere una affermazione così grave? Serrano ha detto che il Ministero dell’Interno precisava fino al 2006 nel suo Annuario statistico il numero delle assassinate… ed anche degli assassinati. Nel 2002 morirono 55 donne per mano del coniuge; 65 nel 2003; 61 nel 2004, 53 nel 2005, 54 nel 2006. In quegli anni, gli uomini uccisi dalle loro partner o ex partner sono stati 16, 13, 9, 15 e 12. Circa uno per ogni cinque assassinate. Rispetto a questi dati ufficiali rilasciati nel 2006, i 30 uomini uccisi quest’anno sembrano un’esagerazione.
Se s’includono le donne e gli uomini che sono stati uccisi da altri parenti , i dati relativi alla violenza domestica aumentano proporzionalmente di più per gli uomini:
77 morte e 49 morti nel 2002, 84 e 49 nel 2003, 79 e 31 nel 2004, 71 e 56 nel 2005, 78 e 37 nel 2006.
A partire dal 2007, l’Interno non pubblica più questi dati nel suo sito web sulla violenza domestica suddivisi per sessi. Però, mentre il Governo non riesce a pubblicare, almeno in luoghi facilmente accessibili, i dati sugli uomini, si continua a divulgare – dice Serrano – la violenza contro le donne. Il registro degli omicidi si può consultare nel sito web del Ministero della Parità. Assicura il giudice che ci
sono molti uomini che patiscono gravi conseguenze dall’essere “falsamente” accusati di abuso, anche il suicidio; ma non si conosce il reale impatto della – dice – ingiusta “generalizzazione” della pena perché non ci sono agenzie che la analizzano . Torna a citare l’Annuario 2006 dell’Interno persottolineare (p. 292) che quell’anno si suicidarono 3.716 uomini, rispetto a 2.753 le donne. Egli è convinto che una parte dei suicidi è dovuta al trauma per il trattamento “discriminatorio” subìto nel processo di separazione: uomini che hanno perso la casa e la custodia dei figli per un’accusa, insiste, ingiusta.
Ancora una volta, ribadisce, mancano studi per comprovare la sua teoria. Anche se i numeri svelano la realtà. Nel 2005 si suicidarono 3.867 uomini e 2802 donne, secondo l’annuario di quell’anno dell’Interno. Questo ministero non ha pubblicato i dati sui suicidi nel 2003 e nel 2004, ma per quelli del 2002, prima della Legge contro la Violenza di Genere. Quell’anno si tolsero la vita 3.563 uomini e 1.867 donne. (Da allora, quelli che si sono Viagra Without Prescription differenziati sono stati i suicidi femminili; il tasso di quelli maschili non è cambiato in modo significativo prima e dopo la legge).
Il giudice afferma che la maggior parte dei casi classificati come violenza di genere sono in realtà conflitti fra uguali nel conflitto di una separazione, e che la maggior parte degli uomini trattati come abusanti non lo sono. Prende i processi di violenza di Genere di Siviglia come un esempio per denunciare che si trasmette una visione “distorta” dell’abuso. Nel 2008, secondo la Procura Superiore dell’Andalusia, sono stati avviati 9.814 procedimenti. Su queste 10.000 denunce circa, sono state emesse 1.010 sentenze, 395 condanne, 412 assoluzioni e 203 condanne a norma. Un 90% delle denunce sono stati archiviate o si sono concluse con l’assoluzione.
Critica, tuttavia, che un rapporto pubblicato questo ottobre dal gruppo di esperti ed esperte del CGPJ sull’attuazione della Legge contro la Violenza di Genere, sull’incidenza delle accuse false (lo studio ha detto che se ne trova solo 1 su 530 sentenze analizzate), sia stato utilizzato in modo “settario”, volto a far credere che le condanne siano la maggioranza ra gli imputati. Secondo lo studio, il 84,91% delle sentenze sono state condanne: il 59,33% di maltrattamento Occasionale, il 21,78% per minacce lievi, 10,22% per violazione dell’ammonimento cautelare ed il 6,28% per maltrattamento abituale. In 388 casi è stata inflitta la reclusione.
MINORANZA DI CONDANNATI
Serrano sostiene che, se si prendessero in considerazione le denunce archiviate o rigettate, si percepirebbe come i condannati sono la minoranza e che i casi in cui vi è quello che si considera come inconfondibile e sistematica dominio maschile rappresentano “meno dell’1% di tutte le denunce”.
Egli sostiene che dire quel che dice è da “progressista”, e riassume la sua proposta, sviluppata nel suo libro “Divorzio senza traumi”: passare dalla “criminalizzazione” in àmbito penale del conflitto coniugale ad un maggiore impegno nella mediazione e conciliazione. O modificare la formulazione dell’articolo 1 della legge: invece di dire che la violenza di genere è quella che la donna patisce “COME” espressione delle relazioni di potere degli uomini (il che “presuppone che ogni relazione tra un uomo e una donna è impari e che questa è inferiore per il fatto stesso di esserlo” ), la definisca come la violenza che subisce “QUANDO” è espressione, ecc., precisando così che è violenza sessista solo quella che si verifica nei casi concreti in cui esiste una posizione dominante e prevaricazione nella coppia.
Spiega: “Una legge che impone la pena contro l’uomo solo per il fatto di essere tale è altrettanto discriminatoria di una legge sulla prevenzione dei rischi professionali che non proteggesse le donne perché rappresentano solo il 5% dei 1.100 lavoratori morti nell’arco dello scorso anno”.
Non è la sola voce autorevole. La protesta del giudice Serrano converge con la giudice di Barcellona Maria Sanahuja e con il Giudice della Violenza contro la Donna, di Jaén, Miguel Sanchez Gasca, fra gli altri. Già nel 2005, Sanahuja assicurò che molte donne utilizzavano la denuncia per ottenere vantaggi nel divorzio. Venerdì scorso, il giudice Gasca negava ad un padre l’affido condiviso dei suoi figli. Ma la donna aveva denunciato suo marito per violenza solo perché sapeva che egli aspirava all’affido condiviso; ha pensato: “Forse sarebbe stato più appropriato concedere l’affidamento al padre”.
La legge per il giudice Serrano, è cieca. Basta togliere la potestà genitoriale ad un giovane che abbia ucciso la sua ragazza. Dice che questo “sì” che è un chiaro esempio di maltrattamento, discriminazione e potere dominante.''