Autore Topic: Cinema, uomini, solitudini e rabbia: "Non essere cattivo"(Italia 2015)di Claudio  (Letto 1399 volte)

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Offline Suicide Is Painless

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Cinema, uomini, solitudini e rabbia:
"Non essere cattivo", Drammatico, Claudio Caligari, 2015, [Italia].

L’ultimo film di Claudio Caligari, Non essere cattivo, autore del memorabile Amore tossico (morto dopo una lunga malattia subito dopo il termine delle riprese) è stato scelto per rappresentare l’Italia come Miglior Film italiano alla Cerimonia degli Oscar, nella categoria Miglior Film Straniero.

Questo è stato una sorta di risarcimento postumo, ad un cineasta fra i piu’ dimenticati e a cui poche volte nell’arco di oltre trent’anni è stato reso possibile poter realizzare un film, nel cinema italiano. Sarebbe stato certamente meglio che a Caligari fosse semplicemente stato permesso di lavorare quando egli era in vita, per varie ragioni così non è stato. Comunque, “Non essere cattivo”, racconta la storia di due giovani emarginati, tossicodipendenti e spacciatori di droga nella Ostia degli anni ’80. “Non Essere Cattivo” (Do not Be Bad nel titolo inglese con cui sta avendo una limitatissima distribuzione nelle sale nordamericane per poter concorrere agli Oscar nella categoria suddetta) racconta un lato d’Italia del quale gli americani turisti non vorrebbero mai sapere, ma che dovrebbe, se volessero veramente conoscere l’Italia. I protagonisti sono Luca Marinelli (“Tutti I Santi Giorni”) e Alessandro Borghi (“Suburra”). “Non Essere Cattivo” è soprattutto un film REALE semplice, divertente (in parti uguali), così come tragico, e che ci impone di aprire i nostri cuori nel riferimento a questi “perdenti”. Sì, sarebbe meglio fare come Vittorio (Borghi) cerca di fare, alla ricerca di stabilità e di un contributo da dare alla società, ma come si fa a farlo in assenza di opportunità?

L’ultimo film di Caligari a diciassette anni dall’ultimo L’Odore della notte sempre con Valerio Mastandrea tra i protagonisti, è un attacco ai sensi, dal realismo sconfortante, messo in atto per le strade, le case, e reso attraverso i dialoghi di questi coatti e marginali degli anni ottanta, ovviamente più difficile da ricreare di quello che sembra, in più davvero realizzati bene dagli autori. E senza la brillante mimesi nei loro personaggi di Marinelli e Borghi, niente di tutto questo avrebbe funzionato affatto. Senza ancora neppure un pizzico di recitazione sopra le righe, iperboli, o emozione superflue, questi due giovani attori hanno offerto il meglio, che Hollywood potrebbe oggi certamente trovare tra i film di produzione straniera. La mia unica lamentela; è per la colonna sonora. Non sono sicuro che sarebbe stato meglio sostituirla, ma è eccessivamente sopra l’audio normale del film, un eccesso di volume e di presenza, di musica che sarebbe potuta sembrare un po’ fastidiosa e già datata anche negli anni ’80. Mastandrea, Borghi, e Marinelli E’ importante sottolineare ancora come molti hanno già fatto la determinazione del produttore e protagonista Valerio Mastandrea per terminare al montaggio il lavoro di Caligari e farlo distribuire nei cinema. “Sono un attore, non un produttore”, ha detto Mastandrea al Fare Cinema in Italia, e alla conferenza stampa svoltasi a Los Angeles di presentazione del film alla stampa americana ma è stato, a quanto sembrava, la cosa più importante al mondo per portarci questo film.

Suicide Is Painless
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.