Ogni tanto una buona notizia: Martina Levato, mandante dell'aggressione ai suoi ex ustionati con l'acido è stata condannata a
ben 16 anni di carcere, mentre al suo complice ennesimo zerbino sono stati comminati solo 9 anni. Una donna colpita da severa
condanna è una notizia da festeggiare ed è giusto dare all'evento il rilievo che merita. Una volta tanto uno zerbino che ha agito
agli ordini di sua Maestà Imperiale La Donna è stato condannato ad una pena inferiore a quella inflitta alla sua padrona e anche
questa è una notizia. Oltre al giubilo doveroso, un'auspicio e una domanda: c'è da aspettarsi un nuovo orientamento da parte
della magistratura in merito a reati commessi da donne? O è ancora presto per sperarlo? La sostanziale impunità di cui gode il
genere femminile e i guanti bianchi con il quale sono trattate le femmine colpevoli di reati sta per finire o è prematuro nutrire
simile speranza? Volendo essere pessimisti, la si potrebbe considerare solo una coda del processo che ha condannato un uomo
che ha commesso un reato simile a 20 anni di carcere. 4 anni di differenza tra i due reati non sono pochi ma possiamo in fondo
accontentarci. Forse non si voleva dare il messaggio dei due pesi e due misure tra i due sessi. Sarebbe stato troppo spudorato.