E da tempo che ci penso e finalmente ho una decodifica parziale di quello che è il Sapiens
La Legge dell’uomo sapiens
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Io sono quello che sa che muore, da cui deriva:
1 – Il Doveroso rispetto per i morti reso pubblico attraverso il riconoscimento attraverso rito * del dispiacere dei vivi per la morte che l’ha preso.
* raduno sociale, nella fattispecie ad argomento Morte, in cui vengono compiuti movimenti, pronunciate parole, posti oggetti in luoghi appositi allo scopo che l’intera collettività si appropri dell’evento. Lo scopo del rito è sempre guarire un trauma che appartiene a un singolo, facendolo diventare collettivo.
2 – La conoscenza merita rispetto fino a quando non procura nuovo problema irrisolvibile * come la precedente conoscenza, la mortalità.
* nel caso qualcuno si permetta di proporre una nuova conoscenza che è a nostro calcolo è problema irrisolvibile deve essere eliminato, se non si può eliminare il soggetto parlante si eliminerà la sua voce. Nel caso che non si riesca a eliminare la sua voce neppure decideremo per una sottomissione e arresa al modo in cui siamo arresi alla morte. Nel caso tuttavia che la voce non fosse abbastanza nitida, o anche se lo è, a seconda della potenza del pensiero del sapiens, si può altrimenti descrivere la verità in modo che rientri nella capacità del calcolo del sapiens o al gradimento del Sapiens. Nel caso che non si riesca a trovare una descrizione tranquillizzante diventerà un tabù.
Il sono quello che ha esperienza del fatto che la morte dell’altro è occasione di vita per me, da cui deriva:
1 – La battaglia, simbolica o reale, è un evento sacro e/o divino.
2 – i prossimi con cui un singolo si raduna sono continuamente soggetti alla verifica, da parte del gruppo intero o di un singolo, di essere adatti alla vittoria in guerra o no.
*nel caso sia calcolato che il soggetto non è capace di vincere la guerra contro un avversario, a seconda che sia più o meno incapace verrà espropriato dei diritti** di appartenenza alla comunità.
**per diritto si intende uno stato del soggetto singolo o collettivo deciso al calcolo del Sapiens, che è la convenienza.
3 – conoscenza, ancora in via di descrizione, poiché traumatica, della necessità non solo naturale ma anche ormai calcolata della vita in comunità, che per il Sapiens è organizzata in parentado. Si intende che i membri della mia comunità sono quelli con cui condivido il sangue.
Il sono quello che conosce la forza del calcolo superiore alla forza fisica, da cui deriva:
1 – necessità, per la sopravvivenza di distinguere fra due sfere della stessa mortale vita, quella animale –sessuale e quella del calcolo.
2 – conoscenza che il calcolo è l’unico che consente la prevaricazione sulle bestie forti di corpo presenti in natura. E conoscenza della possibilità di prevaricare un altro Sapiens senza l’uso del calcolo.
3 – conoscenza che la sfera animale, prevaricata dal calcolo, quindi calcolata come minore, individuata nella regione sessuale, è antagonista al calcolo individuato nella regione testuale. E conoscenza che per opera della parte sessuale al Sapiens accade:
- una perdita del calcolo
coscienza di appartenenza al mondo sottomesso e quindi minore degli animali
conoscenza del piacere sessuale
conoscenza che il piacere sessuale obbliga il ricongiungimento al se reale e autentico
conoscenza, in caso particolare, che con il ricongiungimento al me autentico * e reale non perdo calcolo in realtà
*nel caso avvenga l’accettazione del mio autentico e reale il Sapiens è adatto a comprendere i “diritti umani”.
4 – volontà di annichilire la sfera sessuale in quanto appartenente al mondo minore delle bestie sconfitte con le armi, costruite col calcolo a cui si attribuisce il valore di bene e/o divino.
5 – attribuzione alla sfera sessuale del valore “male” come metodo di annichilimento di essa, in quanto rammenta l’appartenenza del Sapiens al mondo dei minori, gli animali, degli sconfitti.
Io sono quello che conosce che attraverso il figlio, che viene dall’atto sessuale, posso prolungare il mio sangue oltre la mia singola morte.
Io sono quello che mira a sconfiggere la mia parte animale per raggiungere un livello di forza più elevato ancora attraverso l’arte del calcolo.
Io sono quello che ritiene il calcolo divino tanto che un calcolo molto più grande del mio cioè Dio dopo la morte del mio corpo, minore della testa, prenda la mia anima – calcolo e la porti in paradiso, dove si intende luogo in cui il l’umiliante sesso non c’è e con lui tutta la sua guerra!