Autore Topic: il mondo dei robot: cos’è la quarta rivoluzione industriale e che impatto avrà s  (Letto 9291 volte)

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Offline Vicus

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Notevoli come sempre gli argomenti di nonmorto. Per ora dico che in futuro la gente sarà pagata per imparare, e non è scontato che si dovrà mantenere con un lavoro. Del resto a parte recenti derive verso precariato e sfruttamento, si tende a lavorare sempre meno a parità di salario, oltre al welfare che prima non esisteva.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Del resto a parte recenti derive verso precariato e sfruttamento,

Vicus, lo sfruttamento esisteva anche e soprattutto in passato (più o meno recente).
Ti porto un esempio terra terra: un mio conoscente, oggi 51enne, smise di andare a scuola all'età di 14 anni (quindi in terza media), ed iniziò a lavorare come apprendista meccanico in una piccola officina (correva l'anno 1979).
Il suo primo stipendio fu di 40mila lire, dopo due anni "guadagnava" 200mila lire (contro le 600mila previste) e non riceveva la busta paga.
Non solo: benché nel contratto fossero previste 40 ore settimanali, lui ne lavorava 55-57 alla settimana.
Quindi non gli venivano pagati neanche gli straordinari.
E questa, all'epoca, era la normalità in tantissime officine meccaniche.

Altro esempio: la moglie di un mio amico, oggi 45enne, da ragazza lavorava come parrucchiera.
Bene, la sua "capa" le faceva firmare la busta, poi le dava 500mila lire anziché un milione, come era scritto sulla sopracitata busta.
Ed anche questa era la norma tra le parrucchiere dell'epoca.



Citazione
si tende a lavorare sempre meno a parità di salario,

In quali settori si tende a lavorare sempre meno a parità di salario ?
Di certo non nel mio.

Offline Vicus

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Di recente si tende a favorire il lavoro in nero e smantellare le tutele, ma dalla Rivoluzione Industriale ad oggi la tendenza è questa.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Non sono così sicuro che i lavori persi verranno rimpiazzati da nuovi lavori. In genere le statistiche sull'occupazione sono più chiare di quelle sulla disoccupazione, che usa mille artifici. Anzi il numero di occupati è il numero più chiaro di tutti.

=76&cHash=4bfe71c8f8d8dbbea538a85dfc11b137]http://seriestoriche.istat.it/index.php?id=7&user_100ind_pi1[id_pagina]=76&cHash=4bfe71c8f8d8dbbea538a85dfc11b137
http://seriestoriche.istat.it/fileadmin/allegati/Mercato_del_lavoro/Tavole/Tavola_10.9.1.xls

In italia dal 1977 al 2011 il numero di occupati è salito da 20 milioni a 22 milioni. Diciamo che questo è più o meno il massimo dei lavoratori che l'italia può permettersi senza fare troppi danni.

Non so quanti di questi 22 milioni di posti di lavoro sono inutili o dannosi. Credo che una parte sempre più grande dei lavoratori faccia lavori inutili o dannosi.

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_food_energy_intake

Basta vedere la tabella delle calorie consumate per paese. In italia consumiamo 3650 kilocalorie a testa contro le 2500 kilocalorie consigliate. Per tenere basso il tasso di disoccupazione dobbiamo essere pochi ma consumare tantissimo, tutto l'eccesso di produzione.

Abbiamo creato una burocrazia enorme per creare posti di lavoro.
Ci stanno facendo ammalare tutti per vendere più medicine.
Abbiamo un consumo di cibo molto più alto del necessario, complici cibi pensati ad arte per mangiarne il più possibile senza saziare.
Anche all'interno della famiglia i rapporti ormai sono regolati da avvocati.

Il lavoro ci sta uccidendo tutti. Ben venga un altro sistema basato sull'automazione e non sul posto di lavoro. Ogni volta che sento un politico che promette posti di lavoro inorridisco. Capisco che ci sono milioni di persone in Italia che sono disoccupate e che vorrebbero un lavoro, ma va ripensato il sistema, non reso ancora più perverso.

Alla fine c'è un numero massimo di pillole, avvocati, cibo, burocrazia ed ore di fila in macchina che possiamo sopportare senza esplodere.
Il lavoro è in gran parte diventato superfluo, da quello manuale (fabbriche, magazzini) a quello di concetto (persino articoli di giornale sono scritti da software).
Il sistema "fondato sul lavoro" è tenuto in piedi in maniera perversa con programmi di impiego inutili dal punto di vista produttivo e frustranti per i lavoratori.
Logico che queste mansioni siano diventate un privilegio clientelare. Scuola e università non danno più alcuna vera formazione, e selezionano in base all'attitudine a "lavorare in sqadra" e divenire un ingranaggio del sistema.
Le macchine hanno reso supefluo il lavoro umano, e al di fuori di nicchie clientelari tenute in vita per ragioni sociali ed elettorali, l'unica soluzione che il sistema è in grado di escogitare è l'aborto e l'eutanasia per rottamare la macchina-uomo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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https://www.avvenire.it/economia/pagine/volkswagen-robot


Stabilimento Volkswagen a Wolfsburg, padiglione 55, Smart Production Lab è la scritta che campeggia all'ingresso. Luci al neon, pareti bianche e pavimento lucido. Non c’è niente che distolga l’attenzione dalla rivoluzione tecnica. In mezzo alla stanza, Wolfgang Hackenberg e Johannes Teiwes lasciano lavorare il robot. Lo spazio di lavoro misura due metri per tre. Due braccia robotiche afferrano e installano gli alberi di trasmissione e i dischi della frizione: nulla di nuovo per molti robot industriali e niente di straordinario per l’industria automotive, finché i robot fanno il loro lavoro dietro a una barriera di sicurezza. Ma qui accade qualcosa di rivoluzionario: per la prima volta, esseri umani e robot lavorano fianco a fianco. Ciò è possibile solo perché il robot tiene conto delle persone e riesce a capire cosa vogliono che faccia.

Hackenberg e il suo team hanno istruito il robot assieme agli esperti del Centro tedesco di Ricerca per l’Intelligenza Artificiale (DFKI). Quando l'uomo si avvicina al robot. La macchina rallenta immediatamente e allontana le braccia cercando di continuare a lavorare. «Il robot percepisce che mi sto avvicinando e
ne tiene conto», afferma Hackenberg. «Questo è il prerequisito fondamentale per l’interazione intelligente uomo-macchina». E per un tipo di cooperazione completamente nuova fra esseri umani e robot.

La fabbrica intelligente. Hackenberg, 36 anni, ha un dottorato in Ingegneria. Nello stabilimento Volkswagen a Wolfsburg è a capo dello Smart Production Lab, uno dei cinque centri creativi del Gruppo in ambito IT. Gli altri si trovano a Berlino, Monaco e San Francisco. In questi laboratori gli esperti stanno lavorando al futuro digitale del Gruppo Volkswagen in una atmosfera da start-up. In stretta collaborazione con istituti di ricerca e partner tecnologici, stanno sviluppando nuove soluzioni in ambiti come l’Industria 4.0, big data, nuove soluzioni di mobilità, realtà virtuale, connettività e Internet delle cose. Qui il focus principale è sulla fabbrica intelligente. Nello stabilimento digitalizzato del futuro, macchinari e attrezzature, robot, merci e prodotti saranno connessi gli uni agli altri. Le persone e i robot non lavoreranno più su un componente uno a fianco all’altro o uno dopo l’altro ma allo stesso tempo, cooperando. «Finora è stato necessario garantire una separazione fisica tra le fasi produttive e gli spazi di lavoro di persone e robot - spiega Hackenberg - ma questa non è vera cooperazione».

L'unità informatica. Le cose sono diverse nello Smart Production Lab. Il segreto del robot intelligente non va ricercato nelle sue braccia o nelle sue benne prensili, ma piuttosto sotto il piano di lavoro, dove Hackenberg e il suo team hanno installato l’unità informatica. Qui il sistema ROCK processa gesti e cenni delle mani, calcola tutte le sequenze dei movimenti delle persone, che vengono registrati da dei sensori attorno all’area di lavoro del robot, e ne valuta i risultati. Un cenno della mano di Hackenberg è sufficiente per fermare il robot. Un altro gesto e la macchina riprende il proprio lavoro, oppure gli passa componenti o attrezzi. Appena Hackenberg si avvicina all’area di lavoro del robot, senza fare alcun gesto, la macchina riduce automaticamente la sua velocità ed evita il contatto.

Qual è il fine di questa innovazione? La “Fabbrica 4.0” secondo le intenzioni di chi la sta ideando, non sarà senza persone, la manodopera umana sarà ancora necessaria. L’obiettivo è sviluppare una fabbrica del futuro nella quale le persone abbiano compiti complessi che richiedano un alto livello di specializzazione, creatività e capacità di problem solving. Le persone si concentreranno sulla creazione di valore aggiunto, sulle singole messe a punto e sulla gestione della qualità. Dall’altro lato, i robot con sensori integrati e nuovi concept per la sicurezza si occuperanno di lavori ergonomicamente difficili e fisicamente faticosi.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Stabilimento Volkswagen a Wolfsburg, padiglione 55, Smart Production Lab è la scritta che campeggia all'ingresso. Luci al neon, pareti bianche e pavimento lucido. Non c’è niente che distolga l’attenzione dalla rivoluzione tecnica. In mezzo alla stanza, Wolfgang Hackenberg e Johannes Teiwes lasciano lavorare il robot. Lo spazio di lavoro misura due metri per tre. Due braccia robotiche afferrano e installano gli alberi di trasmissione e i dischi della frizione: nulla di nuovo per molti robot industriali e niente di straordinario per l’industria automotive, finché i robot fanno il loro lavoro dietro a una barriera di sicurezza. Ma qui accade qualcosa di rivoluzionario: per la prima volta, esseri umani e robot lavorano fianco a fianco. Ciò è possibile solo perché il robot tiene conto delle persone e riesce a capire cosa vogliono che faccia.

Hackenberg e il suo team hanno istruito il robot assieme agli esperti del Centro tedesco di Ricerca per l’Intelligenza Artificiale (DFKI). Quando l'uomo si avvicina al robot. La macchina rallenta immediatamente e allontana le braccia cercando di continuare a lavorare. «Il robot percepisce che mi sto avvicinando e
ne tiene conto», afferma Hackenberg. «Questo è il prerequisito fondamentale per l’interazione intelligente uomo-macchina». E per un tipo di cooperazione completamente nuova fra esseri umani e robot.

La fabbrica intelligente. Hackenberg, 36 anni, ha un dottorato in Ingegneria. Nello stabilimento Volkswagen a Wolfsburg è a capo dello Smart Production Lab, uno dei cinque centri creativi del Gruppo in ambito IT. Gli altri si trovano a Berlino, Monaco e San Francisco. In questi laboratori gli esperti stanno lavorando al futuro digitale del Gruppo Volkswagen in una atmosfera da start-up. In stretta collaborazione con istituti di ricerca e partner tecnologici, stanno sviluppando nuove soluzioni in ambiti come l’Industria 4.0, big data, nuove soluzioni di mobilità, realtà virtuale, connettività e Internet delle cose. Qui il focus principale è sulla fabbrica intelligente. Nello stabilimento digitalizzato del futuro, macchinari e attrezzature, robot, merci e prodotti saranno connessi gli uni agli altri. Le persone e i robot non lavoreranno più su un componente uno a fianco all’altro o uno dopo l’altro ma allo stesso tempo, cooperando. «Finora è stato necessario garantire una separazione fisica tra le fasi produttive e gli spazi di lavoro di persone e robot - spiega Hackenberg - ma questa non è vera cooperazione».

L'unità informatica. Le cose sono diverse nello Smart Production Lab. Il segreto del robot intelligente non va ricercato nelle sue braccia o nelle sue benne prensili, ma piuttosto sotto il piano di lavoro, dove Hackenberg e il suo team hanno installato l’unità informatica. Qui il sistema ROCK processa gesti e cenni delle mani, calcola tutte le sequenze dei movimenti delle persone, che vengono registrati da dei sensori attorno all’area di lavoro del robot, e ne valuta i risultati. Un cenno della mano di Hackenberg è sufficiente per fermare il robot. Un altro gesto e la macchina riprende il proprio lavoro, oppure gli passa componenti o attrezzi. Appena Hackenberg si avvicina all’area di lavoro del robot, senza fare alcun gesto, la macchina riduce automaticamente la sua velocità ed evita il contatto.

Qual è il fine di questa innovazione? La “Fabbrica 4.0” secondo le intenzioni di chi la sta ideando, non sarà senza persone, la manodopera umana sarà ancora necessaria. L’obiettivo è sviluppare una fabbrica del futuro nella quale le persone abbiano compiti complessi che richiedano un alto livello di specializzazione, creatività e capacità di problem solving. Le persone si concentreranno sulla creazione di valore aggiunto, sulle singole messe a punto e sulla gestione della qualità. Dall’altro lato, i robot con sensori integrati e nuovi concept per la sicurezza si occuperanno di lavori ergonomicamente difficili e fisicamente faticosi.

Bellissima la "fabbrica intelligente". Peccato che proprio stamattina la Volkswagen abbia annunciato che taglierà 30.000 posti di lavoro.
Ci sono degli ottimisti inguaribili che affermano che, con il progresso tecnologico, si perdono dei posti di lavoro, ma si creano opportunità per nuovi posti di lavoro legati alle nuove tecnologie; peccato che l'automazione elimini molti più posti di lavoro di quanti non ne generi.
Eliminare posti di lavoro significa anche privare gli esseri umani (principalmente gli uomini) dell'ambiente di lavoro, che è un ambiente sociale importantissimo, un "agorà" dove si socializza e ci si confronta quotidianamente.
Scusate se è poco...
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline Vicus

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L'automazione di per sé non crea nuovi posti di lavoro ma libera l'uomo dal lavoro. Inoltre, col tempo crea nuove mansioni finora sconosciute, come è avvenuto per l'automobile, che nessuno pensava avrebbe creato un enorme indotto tra strade, stazioni di servizio, ma anche turismo, periferie urbane ecc.
Che questa transizione avvenga o meno con disagio della popolazione è unicamente una questione di volontà politica, come avvenne per la Rivoluzione Industriale, che inizialmente creò miseria in parte però attenuata da provvedimenti governativi.
Come in molte altre questioni (inclusa la QM, più di quanto si pensi), la soluzione è tutta nell'utilizzare la tecnologia in funzione dell'uomo e non viceversa.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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L'automazione di per sé non crea nuovi posti di lavoro ma libera l'uomo dal lavoro. Inoltre, col tempo crea nuove mansioni finora sconosciute, come è avvenuto per l'automobile, che nessuno pensava avrebbe creato un enorme indotto tra strade, stazioni di servizio, ma anche turismo, periferie urbane ecc.
Che questa transizione avvenga o meno con disagio della popolazione è unicamente una questione di volontà politica, come avvenne per la Rivoluzione Industriale, che inizialmente creò miseria in parte però attenuata da provvedimenti governativi.


Vicus, non è solo una questione di volontà politica.
Il discorso è molto più complesso e in ogni caso, nel breve periodo, l'automazione rende e renderà disoccupate migliaia e migliaia di persone; soprattutto uomini e in particolar modo chi non ha competenze specifiche, ed è già avanti con gli anni.

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Bellissima la "fabbrica intelligente". Peccato che proprio stamattina la Volkswagen abbia annunciato che taglierà 30.000 posti di lavoro.
Ci sono degli ottimisti inguaribili che affermano che, con il progresso tecnologico, si perdono dei posti di lavoro, ma si creano opportunità per nuovi posti di lavoro legati alle nuove tecnologie; peccato che l'automazione elimini molti più posti di lavoro di quanti non ne generi.

Proprio così.

Offline Vicus

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Vicus, non è solo una questione di volontà politica.
Il discorso è molto più complesso e in ogni caso, nel breve periodo, l'automazione rende e renderà disoccupate migliaia e migliaia di persone; soprattutto uomini e in particolar modo chi non ha competenze specifiche, ed è già avanti con gli anni.
Purtroppo è così, l'automazione non procura automaticamente benessere alle persone. Questo dipende dall'uomo, ma se la produzione agricola e industriale è per lo più effettuata dalle macchine, nulla impedisce di provvedere ai bisogni dei disoccupati.
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Offline Faust

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L'automazione di per sé non crea nuovi posti di lavoro ma libera l'uomo dal lavoro. Inoltre, col tempo crea nuove mansioni finora sconosciute, come è avvenuto per l'automobile, che nessuno pensava avrebbe creato un enorme indotto tra strade, stazioni di servizio, ma anche turismo, periferie urbane ecc.
Che questa transizione avvenga o meno con disagio della popolazione è unicamente una questione di volontà politica, come avvenne per la Rivoluzione Industriale, che inizialmente creò miseria in parte però attenuata da provvedimenti governativi.
Come in molte altre questioni (inclusa la QM, più di quanto si pensi), la soluzione è tutta nell'utilizzare la tecnologia in funzione dell'uomo e non viceversa.
Comunque Vicus, dobbiamo chiederci se la tecnica sia in generale usabile e non piuttosto usante.
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

- Friedrich Nietzsche

Offline Vicus

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Entrambe le cose.
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Offline Sardus_Pater

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Detto terra terra: a me l'automazione totale mette paura. Forse perché ho fatto delle letture distopiche, ma ho il timore che domani possa esserci davvero una battaglia campale tra uomo e macchina. Può sembrare una fesseria da film di fantascienza, ma il progresso nello sviluppo e produzione di androidi è talmente rapido e impressionante da far pensare seriamente ad ipotesi catastrofiche per il futuro.
E poi, l'uomo (inteso come essere umano) perderebbe senso senza un'occupazione che lo realizzi. Sostenere l'automazione è neomalthusiano (scusami Vicus :D ).
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Detto terra terra: a me l'automazione totale mette paura. Forse perché ho fatto delle letture distopiche, ma ho il timore che domani possa esserci davvero una battaglia campale tra uomo e macchina. Può sembrare una fesseria da film di fantascienza, ma il progresso nello sviluppo e produzione di androidi è talmente rapido e impressionante da far pensare seriamente ad ipotesi catastrofiche per il futuro.
E poi, l'uomo (inteso come essere umano) perderebbe senso senza un'occupazione che lo realizzi. Sostenere l'automazione è neomalthusiano (scusami Vicus :D ).
Già oggi teste d'uovo stanno elaborando un quadro giuridico che equipari i robot alle persone (con tanto di reato di roboticidio).
Ritengo anch'io possibile una 'battaglia' tra l'uomo e le macchine, forse militari. Si vedano (a parte i ricorrenti fim sul tema come la saga di Terminator, X-Men ecc..) gli scritti dell'antropologa Mead e dell'economista Galbraith su una guerra (già in atto da decenni) dell'establishment alla popolazione civile.
Detto questo, nel lungo periodo l'umanità ha tratto beneficio dalla Rivoluzione Industriale e liberare l'uomo dal lavoro (aprendo anche orizzonti verso mansioni più interessanti) di per sé è un fatto positivo.

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Jason

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Già oggi teste d'uovo stanno elaborando un quadro giuridico che equipari i robot alle persone (con tanto di reato di roboticidio).
Ritengo anch'io possibile una 'battaglia' tra l'uomo e le macchine, forse militari. Si vedano (a parte i ricorrenti fim sul tema come la saga di Terminator, X-Men ecc..) gli scritti dell'antropologa Mead e dell'economista Galbraith su una guerra (già in atto da decenni) dell'establishment alla popolazione civile.
Detto questo, nel lungo periodo l'umanità ha tratto beneficio dalla Rivoluzione Industriale e liberare l'uomo dal lavoro (aprendo anche orizzonti verso mansioni più interessanti) di per sé è un fatto positivo.

Lo penso pure io, anche perchè ci sono lavori che non possono essere sostituiti dalle macchine . Per quanto possano essere intelligenti .
Vi sono lavori in cui i robot sono già arrivati al limite del campo loro possibile , come la medicina ( i robot che operano in laparotomia procurano molti meno traumi) , ma comunque il medico umano non può essere sostituito , perchè un robot, per quanto intelligente, non avrà mai la sapienza di un uomo . Ditemi voi se un robot può essere come un Dottor House ( della famosa serie) , e di medici come lui non ce ne sono pochi .

Interessanti i riferimenti alle saghe di Terminator e X-Men ( le mie preferite in assoluto oltretutto) , però su X Men è un altro discorso . I robot creati da Bolivar Trask ( per chi ha visto i film) sono stati creati per proteggere gli umani , a suo dire, ma in realtà le "Sentinelle" volevano solamente comandare con una dittatura, che a loro modo avrebbe protetto gli umani .
Quello è molto attuale però non riguarda il problema dei robot, riguarda piuttosto le elitè oscure che con la scusa di "proteggere il popolo dal terrorismo" eliminano i diritti civili basilari dell'uomo , la privacy e la libertà di movimento, bene che va . Guardate questo film , e le citazioni non mancano :
https://it.wikipedia.org/wiki/X-Men_-_Giorni_di_un_futuro_passato*

Le sentinelle prendono il potere, uccidono umani non mutanti che possono generare mutanti , e al potere va la feccia dell'umanità . Meccanismo molto simile all'obiettivo delle elitè oscure, creano il fittizio problema del terrorismo (che potrebbe essere confinato e ammutolito, se non fosse che sono loro a finanziarlo, ecco perchè lo definisco fittizio) e trovano la "soluzione", che però comporta degli effetti non proprio simpatici.
Non c'entra molto coi robot ma comunque è interessante vedere che un riferimento a questo mondo c'è.

Terminator invece lo vedo più per quello che dici tu, un potente supernetwork che si rivolta contro gli umani , perchè per quanto se ne possa parlare , un programma o una macchina rimangono sempre programmi o macchine . Però dare troppa autonomia, cercare di rendere una macchina uguale all'uomo, comporta le sue conseguenze, ossia una "personalità autonoma" bestiale . Skynet "ragiona" come una bestia che si sente minacciata dall'uomo e reagisce eliminando intorno a sè le possibili minacce, proprio come farebbe un grosso predatore fuori di senno .

*Il film è tratto da un fumetto quindi prendetelo come tale, anche perchè per eliminare le sentinelle antimutanti bastavano delle semplici armi convenzionali da guerra , o - per restare in tema robots - dei transformers :D :D
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America