Autore Topic: Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili  (Letto 2827 volte)

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Offline Angelo

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Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« il: Febbraio 01, 2016, 17:46:06 pm »
Leggete questo articolo. Ne vale la pena. Smaschera per l'ennesima volta le "libere iniziative" dei soliti noti che utilizzano (con il loro pieno consenso) tutto quel "mondo" di associazioni femministe, omosessualiste, pro gender, doppiopesiste, radical chic.

Di seguito link e articolo.

http://pauperclass.myblog.it/2016/01/31/attenti-alle-terga-nozze-adozioni-gay-oscurano-la-questione-sociale-eugenio-orso/


Attenti alle terga! Nozze e adozioni gay oscurano la questione sociale di Eugenio Orso
Posted on 31 gennaio 2016
Parlare, oggi, di questione sociale, di scontro di classe, di conflitto, sempre latente nella società spaccata – quella vera, bene inteso, non quella “aperta” e “accogliente” dipinta dalla propaganda neoliberista – non fa audience, non attira consensi, non garantisce un alto share, annoia le masse ridotte a pollastri in batteria. Le annoia quanto o più della geopolitica, spietata e mortifera dal quadrante russo-ucraino a quello medio-orientale, che assieme alla questione sociale determina il nostro destino, individuale e collettivo.

La questione sociale è dimenticata, al punto che pare in sonno letargico sotto i livelli della coscienza e della memoria, completamente oscurata dalle “battaglie” per i diritti civili e delle minoranze, orchestrate dalle élite global-finanziare, dai loro servitori politici locali e dall’intero apparato ideologico, massmediatico e accademico, come lo chiamo io, a completa disposizione del sistema che ci imprigiona.

Le unioni civili, meglio se accompagnate dalla possibilità di adottare bambini, rappresenterebbero perciò una tappa fondamentale, per raggiungere un più alto livello “di civiltà”, irrinunciabile sotto il segno del mercato e della democrazia.

Quanto precede, sembra essere un dato acquisito anche in Italia, messa sotto pressione dai potentati neocapitalisti sopranazionali, perché ancora non c’è, qui da noi, in periferia, una legge che regoli la sponsorizzata e vezzeggiata ”eccezione familiare”, ovviamente a scapito e detrimento della famiglia tradizionale.

Molto presto, però, in accordo con i desiderata della classe dominante global-finanziaria, la legge in parola sarà operativa anche da noi, grazie al governo collaborazionista piddino e al sostegno della piazza Arci, gay e lesbiche. Infatti, il ddl Cirinnà, dal nome di una senatrice ovviamente piddina, incombe e segnerà la differenza con il passato, checché ne dicano la chiesa, i non ancora del tutto idiotizzati, i “tradizionalisti” che hanno manifestato – debolmente, in modo testimoniale, come parte sconfitta – nel recente Family Day.

Fin troppo evidente, ormai, che quello che si “batte” per le unioni civili è un utile idiota terminale (o addirittura in mala fede, per quanto riguarda organizzatori, capi e capetti) a sostegno della società aperta di Soros e Goldman Sachs, ancor più che del vecchio arnese liberale Karl Popper, fondata sul mercato sovrano e sugli evanescenti “diritti civili”.

Anzi, costui, sia o non sia gay o lesbica, abbia o no abbia alle spalle una “famiglia tradizionale” che si vuole superare, è oggettivamente un nemico degli italiani impoveriti, senza lavoro, con poca pensione, sempre di più in difficoltà economica, e un collaborazionista del grande capitale finanziario, quello che negli Usa, non a caso, ha finanziato e supportato allegramente le campagne per i diritti civili e l’”eccezione familiare”.

Secondo i famigerati complottisti, che sempre più spesso vedono giusto e ci prendono, dietro la lobby omosessuale americana (e mondiale), sponsorizzata dal capitale finanziario egemone, ci sono pezzi da novanta, sostenitori e finanziatori per calcolo e interesse di classe, come Soros, JPMorgan, Rockefeller Foundation, al punto che si potrebbe consigliare agli italiani la lettura dell’interessante libro Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità”, di Perucchietti e Marletta, edito da Arianna Editrice, in cui si svelano le vere ragioni, molto concrete, del sostegno assicurato dalla finanza di rapina ai diritti della minoranza omosessuale e alla cosiddetta ideologia Gender, a partire dalla “società pilota” statunitense.

Si legga in rete questo articolo del 26 giugno 2013, non di fonte “complottista”, ma del Corriere.it, dal titolo Usa: JP Morgan e Goldman Sachs brindano alle nozze gay:

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Usa-Morgan-Goldman-Sachs-brindano-nozze-gay/26-06-2013/1-A_007275050.shtml

Addirittura i vertici della Apple si sono uniti al giubilo dei maggiori sciacalli della finanza, quando la corte suprema americana, ha definito incostituzionale il defense of marriage act, che riconosceva come matrimonio solo quello fra un uomo e una donna, e da quel momento in poi l’avanzata dell’”eccezione familiare”, per scardinare le resistenze nella società al progetto neocapitalista di dominio assoluto, è diventata travolgente in molti paesi cosiddetti occidentali, fino a investire l’Italia.

Solo un povero imbecille può credere che gli squali dell’alta finanza,  nonché i vertici dei gruppi produttivi-finanziari, investano tempo e risorse e spendano la loro immagine per liberalità, convinti che ciò migliorerà anche l’aspetto lavorativo, aumenterà l’efficienza e risponderà a una richiesta sentita da clienti e dipendenti. Più realisticamente (e cinicamente) è meglio spendere un po’ di soldi, paragonabili a quelli spesi per la pubblicità, se non per la cancelleria, piuttosto che soccombere davanti a richieste di giustizia sociale e miglioramento dei redditi popolari, che implicherebbero riduzioni delle loro fortune per centinaia, o addirittura migliaia di miliardi di dollari. Meglio puntare sulle adozioni da parte di transessuali, per scongiurare lo spettro dell’assistenza sanitaria pubblica gratuita garantita a tutti …

Accertato chi sono gli sponsor delle campagne occidentali per i diritti omosessuali, la diffusione dell’ideologia Gender e l’”eccezione familiare”, che si vorrebbe diventi addirittura una regola soppiantando la famiglia tradizionale, ci viene il fondato sospetto che la manovra costituisca un passo successivo – non solo di distrazione dalla questione sociale – a quello già compiuto e metabolizzato dell’idiotizzazione di massa, che ha portato alla perdita, per i più, della dimensione politico-sociale e della capacità di lottare per un futuro migliore. Un passo successivo per l’individualizzazione completa, al di fuori di qualsiasi etica, della società che deve “aprirsi” a ogni sorta di nefandezza mercatista.

Si lotta soltanto per i diritti gay e le unioni civili, mentre il panorama di una società socialmente devastata e sempre più ineguale resta in ombra, come se la realtà sociale non ci fosse più e non esistessero le classi, tutt’al più una generica distinzione, neppure culturale e di costume, fra ricchi (sempre più ricchi e sempre di meno) e poveri (sempre più poveri e sempre più numerosi). Aclassismo ipocrita e eccezione familiare come cavallo di troia per vincere le resistenze di natura comunitaria della famiglia tradizionale, costituiscono altrettanti inganni neocapitalistici che procedono appaiati.

I segnali di questo cambiamento, dagli esiti per noi devastanti sono tanti, anche in Italia. A tale proposito riporto l’inizio di un articolo recente del giornale.it (che non è una fonte complottista):  Anna Maria Greco Roma L’estetica no-gender dei brand Miaoran e L72, la donna androgina di Greta Boldini, la famiglia tutta femminile annunciata dalla maison Gattinoni, con mamma Giulia, mamma Anna, baby Julia e il cane Mia. C’è la legge sulle unioni civili a far da sfondo all’apertura della manifestazione di Alta Roma e, nello stesso giorno del Family day contro le nuove norme, ecco la performance fuori calendario, un po’ rock e molto rococò, chiamata «Family Couture Day». Domani, dunque, le damine del 700 trasformate in Figlie dei fiori anni ’70 dal creativo di Gattinoni, Guillermo Mariotto, lanceranno anche un messaggio pro coppie gay. http://www.ilgiornale.it/news/politica/e-moda-gattinoni-pro-coppie-gay-1218118.html

Dai media all’alta moda, dalla sub-politica tributaria dei potentati finanziari alle associazioni lobbiste, tutto spinge verso uno scenario di devastazione etica nella penisola e di perdita dei più elementari riferimenti esistenziali. L’individuo deve naufragare nella più completa confusione sessuale e dei ruoli, non deve avere più alcun appiglio e difesa, per essere facile preda del mercato sovrano. La questione sociale non deve più essere sentita come una priorità, ma, al contrario, deve sparire dai palinsesti televisivi, grazie alla prevalenza dei diritti delle minoranze, o essere banalizzata annegandola nel politicamente corretto ultra liberaldemocratico, grazie alla presenza sullo schermo di sindacalisti “televisivi” alla Landini (o peggio, alla Camusso e alla Annamaria Furlan), e deve essere cancellata dalle coscienze, concedendo ampi spazi, mediatici e sulle piazze, alla potente lobby gay e lesbiche.

Riassumendo, in conclusione del discorso, la spinta esterna e interna all’Italia sui diritti della minoranza omosessuale, che diventano prioritari su tutto, consentirà alle élite globaliste di conseguire i due seguenti obbiettivi principali, anche nel nostro paese:

1)    La disintegrazione progressiva della famiglia tradizionale, unità di base della società, resistenza di natura comunitaria al neocapitalismo e difesa per l’uomo, che deve essere completamente individualizzato e privato di ogni appiglio e difesa su cui poteva contare in passato.

2)   L’oscuramento della questione sociale, non più prioritaria, e la sua sostituzione, fino al raggiungimento degli obbiettivi elitisti – nozze e adozioni – con la questione gay/lesbiche.

Mi si consenta, ora, un’ultimissima considerazione. La lobby gay e lesbiche, almeno a livello di vertice e di “quadri”, non può non essere consapevole dell’affiancamento interessato, in questa battaglia “di civiltà e democrazia”, da parte delle élite neocapitaliste, che finanziano, sostengono e fanno il tifo per l’affermazione oltre ogni limite dei diritti omosessuali. Per tale motivo i lobbisti gay e lesbiche sono così spavaldi, invasivi, provocatori, sicuri di sé. Per questo gli osceni gay pride, manifestazioni non d’orgoglio gay, ma di cattivo gusto, di degrado etico e di costume ottengono protezione, in occidente, e un’ampia risonanza mediatica.

Stiano attenti, però, costoro, a non tirare troppo la corda, a non provocare e sbeffeggiare troppo chi, appartenente alla maggioranza, se la deve vedere ogni giorno con la disoccupazione di lungo periodo, il salario in picchiata, la pensione insufficiente, le esose bollette per le utenze domestiche, le imposte e le tasse, cresciute a dismisura in fondo alla piramide sociale . Infatti, se il vento della storia cambierà improvvisamente, andando nella direzione giusta, sicuramente non ci dimenticheremo di loro, delle loro provocazioni, del supporto furbesco e interessato che hanno dato al nemico principale neocapitalista, che oggi ci tiene agevolmente sotto il tallone. E’ una minaccia, la mia? Certo che lo è!
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Red-

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #1 il: Febbraio 01, 2016, 20:02:15 pm »
Scusa tanto, Angelo, non mi sparare, ma non mi è mai risucito di capire bene per quale motivo la disintegrazione delle famiglie ( e delle coppie etero) favorirebbe il capitalismo. Lo so, sono irritante. Ma per me qui siamo un pò al "piove, governo ladro", nel senso che l'analisi regge poco, è evanescente, quasi non c'è. Perchè il disfacimento delle famiglie tradizionali, con tutto il portato che ne deriva, favorirebbe il capitalismo??
Se scompare la famiglia etero, è vero che ci saranno due single a comprare, quindi due case, due divani, etc., ma poi no ci saranno i figli a proseguire la spesa... Si taglia il ramo su cui si è seduti... Politica molto miope per i capitalisti.
Che poi io non voglio dire che l'analisi sia errata per principio, io dico solo che per me è poco ragionevole, poco convincente, poco spiegata, esposta poco e male, tirata abbastanza per i capelli;Non convince, insomma.

Non dico che la mia, di spiegazione, sia per forza quella giusta, dico che per me è la più convincente, tutto valutato e tutto soppesato.

La questione per me è che anche i ricchi, per quanto possa sembrare strano, probabilmente hanno un'ideologia e la vogliono perseguire, portare avanti. La loro ideologia è semplicemente quella che dice che meno siamo e meglio stiamo. E poichè sono potenti e hanno un senso etico nn proprio elevatissimo, portano avanti questa ideologia, peraltro condivisa, con ogni probabilità, da moltissimi governi e governanti.

Ci vuol coraggio a fare quella parola, nemmeno al familiy day ce l'hanno fatta a pronunciarla; parola terrificante, evidentemente, ma anche con ogni probabilità azzeccata, giusta, centrata.
Malthusianesimo, la parola terrificante, il tabù; mai pronunciarla: si evoca il diavolo in persona, lo dicono gli esperti, gli scienziati della nasa e del MIT.
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Vicus

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #2 il: Febbraio 01, 2016, 23:53:07 pm »
Favorisce il capitalismo perché oggi non più del 20% dell'umanità è necessario alla produzione, il resto è un costo da eliminare.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Salar de Uyuni

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #3 il: Febbraio 02, 2016, 00:06:55 am »
Red ma appunto io mi chiedo i ricchi capitalisti non immaginano che un mondo a crescita demografica negativa è un mondo in perenne crisi economica e che loro hanno solo da perderci?
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline ReYkY

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #4 il: Febbraio 02, 2016, 01:44:52 am »
Il vostro problema è che confondete i capitalisti con gli industriali. Sono due cose diverse....

Comunque è vero, il rebus sta tutto dietro la parola "Malthusianesimo".

Offline Warlordmaniac

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #5 il: Febbraio 02, 2016, 11:31:40 am »
Red, secondo me bisogna tenere conto che i potenti campano bene o male tanto quanto noi. Cioè necessitano che l' economia li favorisca, finché sono loro in vita. Quindi è un bene, per loro, rendere il popolo sessodipendente, schiavo e distratto, è un bene che ci ammazziamo tra di noi per mezzo pelo di fica, è un bene che i matrimoni durino di meno per fare aumentare le spese, ma se la natalità diminuisce, a me miliardario, non vedo come possa riguardarmi a breve o medio termine.

Offline Sardus_Pater

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #6 il: Febbraio 02, 2016, 11:34:08 am »
Red ma appunto io mi chiedo i ricchi capitalisti non immaginano che un mondo a crescita demografica negativa è un mondo in perenne crisi economica e che loro hanno solo da perderci?

Concordo.

@ Reyky: diverse ma affini.

Warlord:

Citazione
ma se la natalità diminuisce, a me miliardario, non vedo come possa riguardarmi a breve o medio termine.

Sconteranno però tutto gli eredi della dinastia.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Angelo

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #7 il: Febbraio 02, 2016, 14:21:56 pm »
Scusa tanto, Angelo, non mi sparare, ma non mi è mai risucito di capire bene per quale motivo la disintegrazione delle famiglie ( e delle coppie etero) favorirebbe il capitalismo. Lo so, sono irritante. Ma per me qui siamo un pò al "piove, governo ladro", nel senso che l'analisi regge poco, è evanescente, quasi non c'è. Perchè il disfacimento delle famiglie tradizionali, con tutto il portato che ne deriva, favorirebbe il capitalismo??
Se scompare la famiglia etero, è vero che ci saranno due single a comprare, quindi due case, due divani, etc., ma poi no ci saranno i figli a proseguire la spesa... Si taglia il ramo su cui si è seduti... Politica molto miope per i capitalisti.
Che poi io non voglio dire che l'analisi sia errata per principio, io dico solo che per me è poco ragionevole, poco convincente, poco spiegata, esposta poco e male, tirata abbastanza per i capelli;Non convince, insomma.

Non dico che la mia, di spiegazione, sia per forza quella giusta, dico che per me è la più convincente, tutto valutato e tutto soppesato.

La questione per me è che anche i ricchi, per quanto possa sembrare strano, probabilmente hanno un'ideologia e la vogliono perseguire, portare avanti. La loro ideologia è semplicemente quella che dice che meno siamo e meglio stiamo. E poichè sono potenti e hanno un senso etico nn proprio elevatissimo, portano avanti questa ideologia, peraltro condivisa, con ogni probabilità, da moltissimi governi e governanti.

Ci vuol coraggio a fare quella parola, nemmeno al familiy day ce l'hanno fatta a pronunciarla; parola terrificante, evidentemente, ma anche con ogni probabilità azzeccata, giusta, centrata.
Malthusianesimo, la parola terrificante, il tabù; mai pronunciarla: si evoca il diavolo in persona, lo dicono gli esperti, gli scienziati della nasa e del MIT.

Non c'è nulla di cui preoccuparsi...  :lol: :lol:

L'analisi proposta dall'articolo la trovo giusta ma concordo con te nel fatto che il malthusianesimo non è citato (quando invece dovrebbe esser indicato come causa principale di molto dello schifo attuale).
Se è vero che tra poco le macchine potranno sostituire gli uomini in molti lavori, che senso ha tenere tutta questa popolazione per quelli che comandano veramente?
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Fazer

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #8 il: Febbraio 02, 2016, 15:24:17 pm »
Favorisce il capitalismo perché oggi non più del 20% dell'umanità è necessario alla produzione, il resto è un costo da eliminare.

Se posso permettermi, a mio parere non più del 10% basta e avanza.
Il resto è "tenuto artificialmente in vita" solo perchè abbia uno stipendio e quindi possa spendere.
Ormai ne sono convinto: in questi ultimi anni, parlando con lavoratori dei settori più disparati, ho capito (e anche loro lo hanno capito) che possiamo essere "fatti fuori" da una macchina in un attimo.
O meglio, potremmo. Perchè le macchine non vogliono ferie, ma nemmeno comprano panem nè circenses  :P
Qualsiasi lavoratore con un minimo di capacità è perfettamente in grado di indicare tutta una serie di automatizzazioni che migliorerebbero di molto l'efficienza produttiva.
Figuriamoci cosa sono in grado di pensare gli ottimizzatori di professione.
Ma evidentemente, qualcuno ne frena gli slanci. Perchè l'altro piatto della bilancia è colmo di cose che l'ottimizzatore non considera.


Offline Salar de Uyuni

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #9 il: Febbraio 02, 2016, 17:11:59 pm »
Citazione
Se posso permettermi, a mio parere non più del 10% basta e avanza.
Il resto è "tenuto artificialmente in vita" solo perchè abbia uno stipendio e quindi possa spendere.
Ormai ne sono convinto: in questi ultimi anni, parlando con lavoratori dei settori più disparati, ho capito (e anche loro lo hanno capito) che possiamo essere "fatti fuori" da una macchina in un attimo.
O meglio, potremmo. Perchè le macchine non vogliono ferie, ma nemmeno comprano panem nè circenses  :P
Qualsiasi lavoratore con un minimo di capacità è perfettamente in grado di indicare tutta una serie di automatizzazioni che migliorerebbero di molto l'efficienza produttiva.
Figuriamoci cosa sono in grado di pensare gli ottimizzatori di professione.
Ma evidentemente, qualcuno ne frena gli slanci. Perchè l'altro piatto della bilancia è colmo di cose che l'ottimizzatore non considera.

Quello che descrivi corrisponde alla ''profezia'' del crollo del capitalismo di Marx,l'ottimizzatore rende tutto più ottimizzato,la fabbrica licenzia,il capitale è remunerato sempre di più il lavoratore sempre di meno,a un certo punto il sistema scoppia schiacciato da una massiccia deflazione da sovracapacità produttiva.
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Offline TheDarkSider

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #10 il: Febbraio 02, 2016, 18:55:18 pm »
Se posso permettermi, a mio parere non più del 10% basta e avanza.
Il resto è "tenuto artificialmente in vita" solo perchè abbia uno stipendio e quindi possa spendere.
Ormai ne sono convinto: in questi ultimi anni, parlando con lavoratori dei settori più disparati, ho capito (e anche loro lo hanno capito) che possiamo essere "fatti fuori" da una macchina in un attimo.
O meglio, potremmo. Perchè le macchine non vogliono ferie, ma nemmeno comprano panem nè circenses  :P
Qualsiasi lavoratore con un minimo di capacità è perfettamente in grado di indicare tutta una serie di automatizzazioni che migliorerebbero di molto l'efficienza produttiva.
Figuriamoci cosa sono in grado di pensare gli ottimizzatori di professione.
Ma evidentemente, qualcuno ne frena gli slanci. Perchè l'altro piatto della bilancia è colmo di cose che l'ottimizzatore non considera.
Quoto anche le virgole.

Molte ottimizzaziozioni e automazioni, gia' possibili oggi, sono congelate dal sistema perche' sarebbero distruttive dal punto di vista economico.
Gia' oggi moltissimi lavori sono sostanzialmente inutili. Basti pensare ai tassisti nell'epoca di uber.

E nell'immediato futuro si prospettano macchine sempre piu' intelligenti, sempre piu' in grado di replicare le funzioni umane ma con piu' efficienza e precisione.
Questo grazie alle piu' moderne tecniche di intelligenza artificiale, come il sistemi di "deep learning", sistemi che imparano da soli a replicare una lavoro umano e in poco tempo superano l'uomo a livello di efficienza e precisione.


Gia' oggi questi sistemi sono decisivi. Baste pensare che e' di ieri la notizia che Google ha superato Apple come societa' col piu' alto valore di borsa al mondo.
E Google non e' altro che un algoritmo di ricerca, algoritmo basato anch'esso su un modello che impara e si migliora da solo.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Vicus

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #11 il: Febbraio 02, 2016, 22:06:17 pm »
Se posso permettermi, a mio parere non più del 10% basta e avanza.
Il resto è "tenuto artificialmente in vita" solo perchè abbia uno stipendio e quindi possa spendere.
Ormai ne sono convinto: in questi ultimi anni, parlando con lavoratori dei settori più disparati, ho capito (e anche loro lo hanno capito) che possiamo essere "fatti fuori" da una macchina in un attimo.
O meglio, potremmo. Perchè le macchine non vogliono ferie, ma nemmeno comprano panem nè circenses  :P
Qualsiasi lavoratore con un minimo di capacità è perfettamente in grado di indicare tutta una serie di automatizzazioni che migliorerebbero di molto l'efficienza produttiva.
Figuriamoci cosa sono in grado di pensare gli ottimizzatori di professione.
Ma evidentemente, qualcuno ne frena gli slanci. Perchè l'altro piatto della bilancia è colmo di cose che l'ottimizzatore non considera.
Questo perché non si vogliono modificare altre variabili. Si potrebbe riassorbire la disoccupazione con programmi di opere pubbliche, crediti emessi dallo Stato ecc.
Bisognerebbe anche ripensare il mondo del lavoro, basato ancora su mansioni e strutture ottocentesche.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Angelo

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #12 il: Febbraio 03, 2016, 23:57:24 pm »


Vale la pena leggere anche questo articolo (chi l'ha scritto vale molto di più di quella massa di senza attributi che ha appoggiato la Cirinnà) :

http://pauperclass.myblog.it/2016/02/03/son-tutte-belle-le-signore-delloccidente-alceste/

Son tutte belle le signore dell’Occidente [Alceste]
Posted on 3 febbraio 2016
La propaganda occidentale e filo-Nato è potente e pervasiva, ma alquanto riconoscibile (ognuno la appelli come vuole: massonica, illuminata, postmoderna).
Quando trovate una bella signora o una ragazza carina (piacenti, empatiche) che rivendicano i diritti civili; o che denunciano l’impossibilità del godimento dei diritti civili (poiché non ancora in essere); o a cui è momentaneamente o in parte impedito il libero, liberissimo, fruire dei diritti civili (a causa di paesi canaglia o gruppi ideologici retrogradi), allora lì vi è propaganda.
Aritmetico.
Fotogenia + diritto civile impedito o negato vs stato canaglia o gruppo retrogrado = propaganda Nato (occidentale, massonica, illuminata et cetera).
La bellezza e la fotogenia sono condizioni necessarie.
Facciamola breve, a costo di sacrificare qualche dettaglio teorico.
Se c’è una bella signora a cui negano o impediscono: il divorzio, il libero concubinato, il libero amore, il libero aborto, la libera sessualità, la libertà di studio, la libertà di stampa e associazione, la libertà di emigrare dove le piace, la libertà di mettersi le calze a rete e la minigonna in chiesa, la libertà dalla famiglia tradizionale, dalla pena di morte, dalla religione, allora, siatene certi, li rivendicherà, nell’ordine, contro:
1. paesi canaglia (Iran, Russia Corea, Sudamerica …)
2. la malvagia e criminogena società patriarcale premoderna
3. società strutturate secondo un’etica forte, positiva, tradizionale (residui di cattolicesimo, Islam non connivente et cetera).


Facebook, twitter, instagram e tutta la paccottiglia social, le congreghe internazionali (Onu, Unicef, Save the Children, Save the World, Greenpeace) nonché i vari giornaloni stercorari (NYT, Guardian, Le Monde e i loro squallidi ricaschi italioti: Repubblica, Corriere, e via così) orchestreranno su tale denuncia (più o meno credibile, più o meno inventata) le loro campagne strappalacrime: poiché loro, e con essi le belle sirenette di cui sopra, sono l’epitome della libertà, della democrazia e della fratellanza.
La bellezza della signora o della ragazza-esca dovrà esser però non procace, e nemmeno volgare, bensì sommessa, leggermente sofferta (ella lotta contro l’ingiustizia!); a volte rigogliosa di timida giovinezza, in altri ricca di una delicatezza un po’ sfiorita: si varia, insomma, a seconda del target da raggirare o dell’effetto che si vuole ottenere o della causa che si vuole sostenere; in ogni caso, nulla di troppo: il consumatore di menzogne (maschio o femmina, anziano o maturo) ha da essere irretito, blandito, commosso, ma non disturbato.
Se la vittima non è abbastanza piacente la si imbelletta per la bisogna.
Preclare, da tal punto di vista, il caso di Sakineh, una sedicente vittima del regime illiberale di Teheran (che la voleva lapidare, nientemeno).
Non solo i media mentirono spudoratamente, facendo passare per vittima una assassina e una volgare fedifraga, ma, poiché la Sakineh reale non era efficace dal punto di vista propagandistico, ne smerciarono un’immagine falsa in cui posava con la composta bellezza e serenità di una Madonna di Antonello da Messina. L’icona (è il caso di dirlo) fece il giro del mondo, compresa l’Italia (una sua gigantografia, venerata a camere riunite da destra e sinistra, campeggiò per mesi sul Campidoglio di Roma, sede del Comune). Tutti i giornali e le TV ecumenicamente schierate spararono a palle incatenate contro il “regime” di Teheran, allora uno dei vertici dell’Asse del Male.
Quando si scoprì che il caso era stato montato ad arte (era giuridicamente inconsistente) e che la tizia, colpevole come la morte, fosse, in realtà, una vecchia megera, il messaggio era già stato recapitato urbi et orbi: l’Iran sanguinario, teocratico e totalitario è una minaccia per il mondo libero natoamericano.
Un caso simile fu quello di Neda, vittima anch’essa del feroce regime della rivoluzione islamica. Anche lì il volto da modella diffuso dai media fu un falso, ma fa niente: la scarica di fucileria era partita. Neda fu uccisa (pur indirettamente) su ordine di Ahmadinejad e tanto bastava. Le prefiche del dolore, alzando compatte il santino della vittima della libertà, si stracciarono le vesti, le suffraggette del ‘siamo tanto oppresse’ levarono lamenti strappacuore, i corifei della democrazia tuonarono con tutti i pezzi a disposizione (titolo cubitale di Repubblica: “Neda: la ragazza uccisa a Teheran diventa il simbolo della rivolta”).

Che tale morte fosse altamente sospetta (un false flag per istigare l’ennesima rivoluzione colorata?); che in un video la presunta vittima, morente, occhieggiasse all’obiettivo; che si fosse ricorsi, come sempre, alla falsificazione iconica per la maggiore commerciabilità dell’evento; tutto ciò era secondario.
L’importante era alimentare un frastuono di sottofondo da cui far erompere non la verità dei fatti, che abbisogna di razionalità, freddezza e discernimento, ma solo un’emozionalità generica in grado di riprodurre, inconsciamente, la consueta divisione manichea da western: noi liberi, loro oppressori.
E l’immagine (l’icona) è il modo più efficace per suscitare tale istintiva scelta di campo, specie in un mondo informativo eterodiretto dove tutti spizzicano le notizie, e le danno per buone alimentandole coi loro pregiudizi.
Ragazza carina (Neda) + diritto civile negato (libertà) = Iran stato canaglia.
Ma questi sono casi con un minimo aggancio alla realtà.
Quelli con attrici vere e proprie sono più gustosi. In questo eccellono le Femen, vere e proprie peripatetiche dell’indignazione occidentale. Bionde, snelle, aggraziate: graziose lo sono davvero. Soros e compagni avranno rotto almeno un paio di salvadanai milionari per lo scouting di queste bathing beauties, ma il gioco vale la candela: gli spettacoli allestiti sono d’impareggiabile leggiadria. A loro non si sfugge: Russia, Cina, Iran, Corea, Libia, Egitto, Ucraina, quel che resta del Vaticano: tutto ciò che resiste al Nuovo Ordine ha da essere sbeffeggiato, insolentito, provocato; e costituirsi quale oggetto del loro eroico disdoro: a petto nudo, ovviamente, perché l’occhio, e non solo quello, esige la sua parte.
A latere di tali irresistibili cat women abbiamo inoltre una serie di modelle e bonazze di primissima scelta: attrici hollywoodiane, spogliarelliste, prostitute, cantanti, filosofe, perseguitate di mestiere, immigrate, esiliate, filantrope, femministe con l’occhio umido, lesbiche d’assalto: tutte piacenti, e tutte col cipiglio a senso unico (quando i diritti civili sono conculcati, ahi!, in Occidente le signore accusano, invece, curiose distrazioni, e ancor più curiose défaillance). Ogni loro dichiarazione, protesta, provocazione, spetezzo, flash mob viene, da subito, ingigantita, e sbattuta in faccia ai cattivi del mondo a social unificati (facebook, MTV, twitter, change.org, avaaz …): l’ottusità degli spettatori della società dello spettacolo contribuisce vieppiù all’ingrossarsi di tali palle di neve grazie a fiumane di commenti, notazioni, rilanci, flame; troll professionisti contribuiscono, invece, a riattizzare la polemica ogniqualvolta la vedono languire.
E la propaganda va, col minimo sforzo, peraltro.
Le signore e signorine che si battono per la Libertà contro l’Asse del Male (che varia nel tempo: la Libia, ad esempio non è più quello stato canaglia del puttaniere Gheddafi e, infatti, le proteste si son tacitate), vengono talvolta sostituite nel loro ruolo di vittime e accusatrici da altre categorie affini, proprie alla propaganda lacrimosa e politicamente corretta (occorre variare il target per accalappiare un maggior numero di gonzi):

Bambini. Quando affonda una carretta del mare la prima cosa che vien detta: c’erano 8, 11, 14, 22 bambini: e giù col piagnisteo. Come facciano a stabilire, a poche ore dai disastri, chi sia morto oppure no rimane un mistero. Il messaggio sotteso è: accoglienza, a ogni costo.
Le bambine, invece, vanno bene per le denunce contro l’infibulazione, allo scopo di destabilizzare qualche regime africano birichino (la circoncisione maschile, invece, va tollerata: in caso contrario Israele e compagnia potrebbero infastidirsi).
Le bambine vanno bene anche per le denunce contro i matrimoni precoci. Ciclicamente su facebook: a nove anni sposa un cinquantenne, muore la prima notte di nozze. Oppure: partorisce a dodici anni il figlio d’un sessantenne: muore d’emorragia. Il format è collaudato: si cambia solo l’età e qualche circostanza minore. Ovviamente tali orribili tradizioni sono vantate esclusivamente da paesi non allineati col blocco atlantico (islamici, indiani …).

Trans e omosessuali. Gli omosessuali vengono perseguitati in Russia, in Iran, in Corea (divertenti, quanto falsi, gli aneddoti contro un presunta serie di leggi liberticide varate da Putin): nazioni brutali che, infatti, rifiutano la democrazia.
I trans, invece, sono picchiati in Brasile (famosa un’immagine in tal senso) e perseguitati, ferocemente perseguitati, in tutti quei paesi che, curiosamente, coincidono col blocco non allineato.
Gli omosessuali che adottano bimbi e si amano sono sempre gradevoli e di bell’aspetto, sereni come la pubblicità di una banca (sull’ultimo numero di Internazionale vi segnalo un articolo su una tenera coppia di gay cinesi). Emanano calore, sicurezza. Amore. Chi contrasta tale tendenza è un retrogrado, un paleolitico sociale, un cerebroleso, un ignorante e un mafioso (uso qualche aggettivo mutuato dai progressisti di facebook).
La casistica di trans mostruosi e criminali o di omosessuali urtanti e ambigui non viene mai contemplata nella vetrina pubblicitaria del Nuovo Ordine (fra cui spiccano gli inserti sbarazzini di Corriere e Repubblica, D e Io Donna).

Anziani. Poco allettanti visualmente, gli anziani vengono usati soprattutto per la questione migranti. Il caso della centenaria siriana che fugge dal malvagio Assad ed è costretta a dormire all’addiaccio in un campo profughi è roba di appena ieri. E tutti su facebook: povera nonnina! Maledetti razzisti! Maledetto Assad! Accogliamoli tutti!

L’unico soggetto non contemplato nella propaganda filo-Nato è il maschio (a meno che non diventi un femminiello di regime, o faccia parte dell’élite della menzogna politicamente corretta).
Il maschio sano, relativamente giovane, con un ideale nella capoccia, risulta al potere estremamente pericoloso (non si lascia infinocchiare e sa menar le mani).
Per questo è sempre rappresentato quale carnefice: omofobo, razzista, retrogrado, femminicida, terrorista.

Ma su questo ci siamo già espressi (http://pauperclass.myblog.it/2015/12/18/lotta-vile-maschio-dove-vai-alceste/).
La propaganda come l’abbiamo appena delineata (delle belle signore dell’Occidente) ha un fondo programmatico comune: l’assenza totale di qualsivoglia rivendicazione sociale.
Vi ricordate il motto dei tessili durante lo sciopero di Lawrence: Noi vogliamo il pane, e anche le rose (ovvero: dateci di che vivere con dignità, e solo dopo penseremo al resto)?
Ora ha subito una piccola modifica. Suona pressappoco così: noi vogliamo le rose, e ancora più rose, solo le rose. Per il pane si può discutere in seguito, con calma.
Le belle signore dell’occidente che denunciano i miscredenti e i non allineati al Nuovo Ordine lo fanno esclusivamente sul piano dei diritti civili, ossia delle rose. Del pane non gliene frega niente. Banche, salari, disoccupazione: nessuna Carla Bruni, nessuna Angelina Jolie e nessuna Femen col davanzale in esposizione presterà il suo bel volto (e il proprio davanzale) alla causa del pane.
Per carità. A tutto c’è un limite. E il limite è quello: i diritti veri, fondativi, della persona.
Il pane.
Perché il vero potere, a differenza di noi, possiede un’utopia: quella che auspica l’inverarsi di una società feudale, plutocratica, verticistica, in cui la massa stracciona, depressa e schiantata in monadi non comunicanti, godrà di una libertà fittizia e falsamente ecumenica; e in cui il pane verrà dispensato in briciole, come elemosina (i 320 euro di Poletti).
Le belle signore della propaganda occidentale sono dee Kali avvolte nel velo di Maia, le sirene a doppio taglio di questa progressiva ridiscesa negli scantinati della storia.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Fazer

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #13 il: Febbraio 04, 2016, 11:59:17 am »
Bella, Angelo...
Hai scovato un ottimo pezzo...
Nulla di nuovo per noi, ma ugualmente un buon riassunto...

Offline Fazer

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Re:Dedicato alle femministe, alle pro gender e pro unioni civili
« Risposta #14 il: Febbraio 04, 2016, 12:51:29 pm »
Stesso autore, pezzo linkato nell'articolo riportato da Angelo:


Lotta, vile maschio, dove vai?

Come cambiare le cose?
Leggi d’iniziativa popolare? Se ne strafottono (parlo del potere).
Referendum? Idem come sopra (qui a strafottersene sono pure gli italioti, ormai, stremati da decenni di prese in giro e scemenze pannelliane).
Elezioni? Lo ammetto, le elezioni potrebbero cambiar qualcosa. Se non fossero truccate, aggiungo. Truccate a rigorosa norma di legge.
Basti l’esempio delle elezioni francesi. Col maggioritario non si passa (tralascio qui, per semplicità, altri due fattori potentemente inquinanti: brogli e informazione manipolata).
E non passerà mai nessuno. Col proporzionale corretto (in senso maggioritario, ovviamente) non si passa lo stesso. Strade bloccate. Destra e sinistra, avvinghiate nel nome della NATO, escogiteranno sempre una conventio ad escludendum delle forze realmente alternative.
Il maggioritario è il simbolo dello strapotere ideologico angloamericano, e infatti …
Infatti, una volta crollata l’Unione Sovietica, il vero katechon che si opponeva allo scatenamento neocapitalista, cosa si è andati subito a escogitare? Il maggioritario, ça va sans dire, ovvero il maggioritario scaturito dal referendum che aboliva, per 3/4, il proporzionale della Guerra Fredda, quello che aveva garantito, pur fra alti e bassi, la rappresentanza di Don Camillo, Peppone, fascisti, populisti, monarchici e gauche caviar.
Il paladino del maggioritario (che ci avrebbe riguadagnato la libertà) fu un oscuro democristiano, Mariotto Segni, figlio di Antonio, già Presidente della Repubblica; la legge che scaturì da quel referendum fatale (attivato in contemporanea cogli accadimenti di Berlino: si aveva fretta di liquidare l’Italia) fu denominata Mattarellum, dal nome del suo rabberciatore massimo, Sergio Mattarella, colui che a sua volta (pensate la coincidenza) ricopre oggi il ruolo ottimo del cursus honorum: Presidente della Repubblica (riconosciamoglielo: Sergio la sua stozza se l’è guadagnata).
Chiusa la via elettorale, insomma, non ci resta che il suicidio rituale o la rivoluzione.
Scartata, per il momento, la prima scelta, soffermiamoci sulla seconda: la rivoluzione.
Mi chiedo spesso, a puro titolo ipotetico, chi dovrebbe poi farla questa benedetta rivoluzione. Chi?
E la risposta è una: la rivoluzione, spiace dirlo, la fanno i maschi.

[A scanso di idioti: per maschio, e per femmina, intendo i sessi nella loro accezione, per così dire, da Ancien Régime, anteriore al turbocapitalismo degli ultimi decenni. Vi è da dire che la femmina ha subito una perversione ideologica parallela, maturata, come al solito, sotto le spoglie del progressismo più fasullo]

I maschi, con una congenita e millenaria cultura patriarcale, tradizionale e ideologica (non necessariamente in quest’ordine).
Oggi li vedete i maschi?
Io non ne vedo.
Vedo dei tizi, di sesso maschile, ma di maschi ne girano pochini.
Forse si nascondono.
Poveracci, li capisco. Sono sotto attacco, in tutti i sensi.
Guardate qualche telefilm angloamericano (è solo un esempio fra i tanti): qual è la figura più derisa, dileggiata, disprezzata? Il maschio, non ci sono santi.
Il potere lo ha in uggia, il maschio; il maschio, infatti, stona colla sua alta idea di individuo: androgino, edonista, senza peccato, senza passato, consumatore.
Il maschio normale, patriarcale, capofamiglia è, perciò, nell’ordine: sessista, machista, stupratore, pedofilo, corrotto, retrogrado, losco, alcolizzato, reazionario, accentratore, pesante, antiabortista, illiberale, gaglioffo, profondamente stupido.
Se poteste annusarlo, inoltre, scoprireste che gli puzzano le ascelle.
Provare per credere.
Guardatevi una puntata di Law & Order, Alias, 24, Sex & The City, NCIS e minchiate affini.
Gli antagonisti del maschio sommenzionato sono, invece, la luce della purezza e della libertà: donne (sempre vittime, a meno che siano vendicatrici dei terribili torti), gay (tanti gay), bambinetti idioti, fenomeni da baraccone, minoranze razziali varie (solo quelle utili), ciccioni, handicappati, propugnatori del politicamente corretto, progressisti dei diritti fuffa oppure uomini eterosessuali che, però, si comportano come donne, gay et cetera (sono, infatti, maschi eterosessuali buoni, tanto buoni).
Il maschio stupido, sessista et cetera è quasi sempre, nell’immaginario televisivo natoamericano, un bianco; sia esso un WASP alla John Wayne, o d’origine italiana, irlandese, polacca (a meno che tali WASP italiani irlandesi e polacchi non rinneghino le loro origini tradizionali: in tal caso diventano buoni).
Questo in via generale.
In via particolare il maschio può appartenere a paesi le cui credenze tradizionali cozzano, nella contingenza, con l’ecumenismo natoamericano politically correct.
In tal caso il maschio cattivo di cui sopra potrà essere un russo (mafioso, sessista, crudele); altre volte un iraniano (sessista, patriarcale, crudele); o un palestinese (terrorista, sessista, crudele); o un cinese (mercante di carne umana femminile, hacker, crudele, perfido; i giapponesi no, sono buoni, come gli arabi; intendo gli arabi dell’Arabia Saudita); o un africano antioccidentale (avete visto ER?); o un indiano (sposano le bambine, questi pedofili); o un nazista (il nazista bianco e cattivo entra, di riffa o di raffa, in tutti telefilm natoamericani; per Spielberg e compagnia di regime il nazismo è una ispirazione costante, inscalfibile).
In passato il maschio cattivo poteva persino essere libico o iracheno, ma dopo lo scioglimento nell’acido della libertà dei tiranni cattivi Saddam e Gheddafi, libici e iracheni sono diventati buoni.
I maschi nordcoreani sono, invece, cattivi. I maschi sudcoreani buoni (avete visto Lost?).
Insomma, se siete maschi, bianchi, cattolici, marxisti, calmucchi, tradizionalisti, antiprogressisti e non portate la sciarpetta coi sei colori dell’iride o, peggio, appartenete a nazioni maschiliste, oscurantiste, fredde, perfide e vigliacche come Russia, Cina, Iran e Siria sarete inevitabilmente esposti al pubblico ludibrio.
E questo perché? Perché le rivoluzioni (o le semplici interferenze del potere natoamericano occidentale) le fanno i maschi, anzi quei maschi con un retroterra ideologico (qualunque esso sia) millenario, duro, che non si lascia fuorviare dall’edonismo technicolor e dalla manfrina della bontà.
Le rivoluzioni non le fanno gli stronzetti con la pashmina e la barbetta hipster curata come un orticello o quelli che declinano tutte le nuance del politically correct di Repubblica, Corriere et similia, fanno la dieta vegana e pregano un impalpabile spiritello new age.
Capito?
Vi sembra secondario tutto questo? Terra terra?
No, purtroppo. Per diventare dei sassi che bloccano gli ingranaggi del potere occorre essere duri. Non si può deflettere, mai, per nessun motivo. Occorre saper fare. Occorre resistere. Occorre saper dire addio. E questo è possibile farlo solo credendo in qualcosa di più grande. Occorre credere, sino alla fine, a qualsiasi costo: anche a costo di credere nella menzogna, in una bella menzogna. Occorre essere uomini del passato.
E pochi sanno esserlo, oramai.
E, infatti, il potere martella proprio lì.
Il potere (che chiamo natoamericano perché ha lì la propria scaturigine, ma è in realtà universale) desidera tale novello Adamo: senza sesso, senza passioni, senza passato, senza odio, rivendicazioni, religioni e doppi fondi. Una pasta informe, senza capo né coda, priva di un prima e un dopo, eternamente esposta alla luce del controllo, eternamente spensierata, col muso nel trogolo delle scemenze più crasse, devitalizzata, e felice, di quella felicità insulsa e falsa che vediamo dipinta sulla faccia dei coglioni allo smartphone.
Avete visto il bignami dell’ecumenismo natoamericano, Guerre Stellari? Il potere è donna (vale a dire: non è maschio), e la principessa Leyla si batte per la libertà, a capo di un’armata Brancaleone, simpatica, calda, meticcia e politicamente correttissima, contro gli oscuri illiberali dell’Impero, freddi, ottusi, crudeli, verticistici, retrogradi …. peccato che Darth Vader, nero come un nazista, cattivo come un sovietico cattivo, non possa cicalare in russo … sarebbe un bel colpaccio … Han Solo e Luke Skywalker, invece, parlano americano … o inglese, il latino del potere … peccato che non li si possa far sposare tra loro  … sarebbe forse troppo … un po’ di cautela, ci vuole … magari in Guerre stellari 20 si farà.
Al potere non manca certo il tempo.