Autore Topic: "Donne Vittoriose"  (Letto 183822 volte)

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Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #465 il: Agosto 05, 2019, 00:01:38 am »
https://www.quotidiano.net/sport/calcio/supercoppa-europea-2019-abitro-donna-1.4721391

Citazione
Supercoppa Europea 2019, chi è l'arbitro donna di Liverpool-Chelsea
Stephanie Frappart sarà il primo arbitro donna della storia della Supercoppa Europea: a Istanbul dirigerà Liverpool-Chelsea
di SIMONE GAMBERINI
Ultimo aggiornamento il 2 agosto 2019 alle 22:09


Roma, 2 agosto 2019 - Grande novità in vista per la Supercoppa Europea 2019 tra Liverpool e Chelsea: il 14 agosto al Besiktas Park di Istanbul a dirigere la gara sarà Stephanie Frappart che diventerà così il primo arbitro donna a dirigere una finale internazionale europea di calcio maschile.


La Frappart era già diventata famosa in Francia per essere stata la prima donna ad arbitrare una partita di Ligue 1 nel corso di questa stagione, ma già nel 2014 le fu affidata la direzione di una partita di Ligue 2. Sarà femminile proprio tutta la squadra arbitrale in cui sarà presente anche un'italiana: la romana Manuela Nicolosi sarà infatti una delle due assistenti, lei che arbitra in Francia dopo essersi trasferita anni fa varcando il confine alpino. L'altra guardalinee sarà irlandese, Michelle O'Neal mentre il quarto uomo sarà maschio, il locale Cuneyt Cakir che rappresenta la massima istituzione turca per quello che riguarda gli arbitri internazionali. Al VAR, ci sarà il nostro Massimiliano Irrati, considerato ormai il migliore in questa funzione.

A commentare la notizia dell'arbitraggio di Stephanie Frappart è stato anche Ceferin, il presidente della Uefa, molto orgoglioso di questa novità. "Ho detto in molte occasioni che il potenziale per il calcio femminile non ha limiti e sono felice che Stephanie Frappart sia stata scelta per dirigere la Supercoppa insieme a Manuela Nicolosi e Michelle O'Neal. Come organizzazione, diamo la più grande importanza allo sviluppo del calcio femminile in tutte le aree. Spero che le doti e l'impegno che Stephanie ha mostrato nel corso della sua carriera per arrivare fino a questo livello sia di ispirazione per milioni di ragazze e donne in Europa e mostri loro che non ci devono essere barriere per raggiungere un sogno".

Anche l'ex arbitro Rosetti, attuale presidente della Commissione Arbitri della UEFA, ha accolto con buone parole la decisione di affidare alla Frappart l'arbitraggio. "Stephanie ha mostrato che è una delle migliori arbitri donne non solo in Europa ma in tutto il mondo. Ha la capacità per arbitrare ai più alti livelli, come ha dimostrato nella finale dei Mondiali di quest'anno. Spero che il match di Istanbul le dia ancora più esperienza mentre si avvia al picco della sua carriera arbitrale".


Alla stupidità, mista a vigliaccheria, di tanti maschietti moderni, non c'è limite né cura.
Ce ne fosse uno, tra questi imbecilli, in grado di dire alle femminucce:
"Tirate su il portafogli, createvi le vostre federazioni e i vostri campionati, arbitratevi fra di voi"...
Niente di niente, silenzio assoluto.
Tra l'altro è significativo che certi omuncoli abbiano fatto questa scelta in occasione di una partita che dovrà essere giocata ad Istanbul, quindi in Turchia, ovvero un paese dove circa il 98% della popolazione è musulmano.
L'invasione degli spazi maschili, su pressione femminil/femminista, va avanti velocemente, grazie agli stessi uomini che sono il cavallo di troia delle femmine.

Gli uomini odierni sono veramente al punto di non ritorno.
Ormai che li siam giocati.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #466 il: Agosto 05, 2019, 02:05:58 am »
Quando c'è anche di mezzo la pagnotta, è scontato.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #467 il: Agosto 05, 2019, 18:00:09 pm »
Quando c'è anche di mezzo la pagnotta, è scontato.

No, mi spiace, ma non c'è niente di scontato.
Queste cose hanno origine dall'inconsapevolezza e dalla vigliaccheria maschile, poiché è chiaro che se per anni, lustri e decenni, tu "uomo che conta" non hai mai nulla da obiettare, ed anzi ti genufletti di fronte a qualsiasi vaginata femminil-femminista, poi è chiaro che le suddette si espandono a più non posso.
Ed è altrettanto chiaro che tu "uomo che conta" fai in modo che venga creato "il tabù".
Consequenzialmente le femmine diventano (e son diventate) incriticabili e intoccabili.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #468 il: Agosto 05, 2019, 20:20:06 pm »
Scontato non significa giusto o inevitabile. I giornalisti son peggio delle prostitute, si vendono a chi paga.

Ma in privato esprimono altre opinioni, di sicuro garantiscono alla loro prole privilegi che a parole avversano, tenendola al riparo dalla competizione (=disoccupazione e povertà) globale decantata dale loro testate.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #469 il: Agosto 16, 2019, 01:18:47 am »
Dunque, ai mondiali juniores di ciclismo su pista, l'Italia femminile ha vinto la medaglia d'oro col seguente tempo: 4’26″060.
https://www.oasport.it/2019/08/ciclismo-su-pista-mondiali-juniores-francoforte-2019-litalia-femminile-e-oro-nellinseguimento-a-squadre/
Citazione
Nell’inseguimento a squadre femminile è un epilogo da brividi a consegnare oro e titolo iridato alle azzurrine: Giorgia Catarzi, Camilla Alessio, Eleonora Camilla Gasparrini e Sofia Collinelli chiudono in 4’26″060 e battono per appena 0″007 la Nuova Zelanda, che si deve accontentare dell’argento. Completa il podio la Gran Bretagna, che supera la Russia nella sfida per il bronzo facendo segnare il crono di 4’27″853 contro 4’31″559 degli avversari.

Mentre l'Italia maschile si è classificata quinta.
Citazione
Nell’inseguimento a squadre maschile vince l’oro la Germania con il crono di 3’58″793, nuovo record del mondo di categoria (pr. prec. Russia 4’00″972), battendo il finale la Francia, all’argento in 3’59″543, mentre il bronzo se lo mette al collo la Russia, che supera nella finale per il terzo posto, con il crono di 3’59″955, la Nuova Zelanda, quarta in 4’02″711. Quinto posto assoluto per l’Italia di Lorenzo Balestra, Niccolò Galli, Mattia Pinazzi ed Alessio Bonelli.
Tempo: 4'03"587.

https://www.piacenzasera.it/2019/08/mattia-pinazzi-cadeo-carpaneto-sfiora-il-podio-ai-mondiali-juniores-su-pista/307864/?fbclid=IwAR0aHWmGEihF7mSPLF-e3y8O4E9rohARhGGK5uKRTEbctlzO275s4aJqDm0
Citazione
Il tempo di 4 minuti 3 secondi 587, decisamente lusinghiero e nuovo record italiano di categoria, non è bastato per puntare al podio, chiudendo comunque con un ottimo piazzamento al quinto posto, dove Pinazzi è stato costante protagonista.

Ah, la summenzionata gara maschile è stata vinta dalla Germania in 3’58″793.

Nonostante ciò, come chiunque di noi sa, anche nello sport, il vero sesso forte è quello femminile.
Certo, come no.
Senza alcun dubbio.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #470 il: Agosto 26, 2019, 15:40:43 pm »
Ancora una volta è stato un uomo (ricco sfondato, ovvio) a creare un circuito di gare completamente esterno alla Federazione Internazionale.
Quindi a modificare una realtà consolidata da tempo, che gioverà sia agli atleti di sesso maschile che a quelli di sesso femminile.

https://en.wikipedia.org/wiki/Konstantin_Grigorishin

https://www.oasport.it/2019/08/nuoto-la-isl-international-swimming-league-su-eurosport-tanti-fuoriclasse-al-via/

Citazione
Il mondo del nuoto pensa in grande e non si pensa solo a Europei, Mondiali e Olimpiadi di Tokyo 2020. Il riferimento è alla ISL (International Swim League) del magnate ucraino Konstantin Grigorishin, circuito di gare totalmente esterno alla Federazione Internazionale. Dopo le Championships Series della FINA, è la volta di questa importante rassegna, creata per garantire agli atleti una competizione di alto livello e con premi economici rilevanti.


Domanda: come mai, nel mondo (non in Italia: nel mondo...), non c'è una donna ricca sfondata (ce ne sono, eh...), che sia una, alla quale viene in mente di fare altrettanto ?
Chi glielo impedisce ?
Ovviamente nessuno.
...

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #471 il: Settembre 27, 2019, 19:29:54 pm »
http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-4389760/USA-women-s-team-suffer-5-2-loss-FC-Dallas-U-15-boys.htm
...

@@

Queste sono le campionesse del mondo

http://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2015/07/06/news/mondiale_calcio_femminile_usa_campione_battuto_il_giappone_5-2-118430479/

battute da adolescenti maschi di 15 anni.
E non è la prima volta che accade un fatto del genere.


Da uno a cento quanto sono deficienti i maschietti giornalisti ?

https://www.numericalcio.it/ranking-fifa/ranking-fifa-donne/?intcmp=gazzanet-ranking-donne

Citazione
27 settembre 2019 - 10:16
Ranking FIFA Donne – Le azzurre meglio degli uomini! Continua il dominio USA
La graduatoria mondiale femminile per nazionali aggiornata

Classifica

di Roberto Vinciguerra, @RobWinwar

Ranking FIFA

 Grazie ai buoni risultati ottenuti dalle azzurre alle recenti gare di qualificazione per il campionato Europeo l’Italia è riuscita a confermare il 14° posto nel Ranking FIFA (una posizione in meno rispetto alla recente graduatoria degli azzurri [CLICCA]). Da notare il fatto che il 14° posto sia una posizione che le donne che non occupavano da 3 anni, esattamente dal marzo 2016. Ricordiamo che il record assoluto in fatto di migliori posizioni occupate dalle azzurre nella graduatoria mondiale è rappresentato dal 10° posto, in cui l’Italia ha stazionato ininterrottamente fra il 2003 ed il 2006 e, successivamente, nell’agosto 2012. Per quello che concerne il vertice della graduatoria possiamo sottolineare la conferma al primo posto degli USA, seguiti sempre da Germania e dall’Olanda.
-> CLICCA PER LEGGERE IL RANKING FIFA DONNE AGGIORNATO

Non ce la fanno proprio a non leccare il culo alle femmine, con paragoni talmente ridicoli da far ridere anche le pietre.

L'autore dell'articolo è questo fenomeno qui:
https://twitter.com/robwinwar

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #472 il: Settembre 27, 2019, 19:42:56 pm »
Frank i giornalisti scrivono quello che gli dicono di scrivere
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #473 il: Settembre 27, 2019, 19:44:46 pm »
Frank i giornalisti scrivono quello che gli dicono di scrivere

Non è obbligatorio scrivere simili scemenze... si possono usare altri termini ed altri concetti, specie se un giornalista ha un minimo di attributi.
Ad esempio: sul posto di lavoro io sono un dipendente, ma soprattutto in passato non mi son fatto tanti problemi a litigare di brutto anche con chi mi paga...
Poi, d'accordo, io le mie giornate le passo nei cantieri e non nelle redazioni giornalistiche politicamente corrette, ma credo che ci siam capiti.


Per inciso: i giornalisti scrivono quello che gli dice di scrivere il direttore, cioè... un giornalista.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #474 il: Settembre 27, 2019, 20:35:52 pm »
Non sarebbe obbligatorio ma questo devono scrivere se vogliono tenere il posto.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #475 il: Settembre 27, 2019, 23:55:57 pm »
Non sarebbe obbligatorio ma questo devono scrivere se vogliono tenere il posto.

E allora confermi indirettamente ciò che sostengo da tempo, e cioè che non esiste soluzione alla QM, anche e soprattutto perché gli uomini di oggi, nella gran parte dei casi, son degli autentici vigliacchi (oltre che inconsapevoli).
Credo bisognerebbe pure iniziare a prendere atto del fatto che l'odierno e moderno contesto civilizzato, ha fatto emergere in maniera evidentissima gli enormi limiti maschili nel rapporto con l'inesistente gentil sesso, che a livello psicologico-emotivo-sessuale domina letteralmente i nostri simili.
Altro che "oppressione delle donne da parte degli uomini"...

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #476 il: Settembre 28, 2019, 00:14:33 am »
Frank
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Altro che "oppressione delle donne da parte degli uomini"...


In merito condivido in toto queste parole di Santiago.

https://antisessismo.wordpress.com/2019/04/30/la-grande-menzogna-del-femminismo-seconda-intervista-con-santiago-gasco-altaba/

Citazione
La grande menzogna del femminismo: seconda intervista con Santiago Gascó Altaba
Pubblicato il aprile 30, 2019di werbinik | Lascia un commento
Santiago Gascó Altaba, autore de La grande menzogna del femminismo, ci ha concesso una seconda intervista (qui il link alla prima). Abbiamo colto l’occasione per approfondire insieme a lui alcune questioni chiave: il potere informale, la libertà di movimento delle donne, il legame tra voto e leva, e infine la caccia alle streghe. Cominciamo!


Per comprare il libro di Santiago su Amazon seguite questo link!
Domanda #1: Nel tuo libro parli di come, nell’ambito religioso, “la religione del padre muore con il padre mentre quella della madre si trasmette nei figli e parenti”. Fai anche l’esempio di numerose mogli di re potenti che su questo fronte hanno promosso riforme religiose convincendo i mariti. Ti chiedo dunque: a tuo avviso esiste un potere informale femminile anche nelle decisioni politiche? Come si esplica? Era codificato, e se sì, come? Come funzionava e che tipi di potere femminili esistevano? Ovviamente escludiamo in questo discorso e per il momento le numerose monarche di sesso femminile.

Risposta: La comprensione del potere informale femminile è fondamentale per la comprensione del mondo, delle relazioni tra i sessi e del femminismo. Non soltanto sospettiamo tutti della sua esistenza, ma ne siamo convinti: tutti sappiamo che esiste un potere visibile, perlopiù maschile, e un potere meno visibile, informale, perlopiù femminile. Ci sono molti modi in cui le donne esercitano questo potere, e l’argomento difficilmente si lascia racchiudere nelle poche righe di questo colloquio. Nella mia opera ve ne sono numerosi esempi, anche se questo argomento viene trattato più approfonditamente nel secondo volume. L’arma degli uomini per imporre la propria volontà è principalmente una, esplicitamente dichiarata dalle femministe: la forza fisica. Invece le armi delle donne sono molteplici: la seduzione, la bugia, l’intrigo, l’amore, la bellezza,… ; armi più complesse e più difficili da codificare. L’esistenza di questo potere informale è pienamente ammessa persino dalle femministe, e soprattutto nel secondo volume ho inserito molte loro citazioni a riguardo. Faccio due esempi veloci sulle tipologie di donne che più rappresentano questo potere: la madre e la moglie (o compagna, o amante). Quante sono state le decisioni politiche prese nei saloni, e soprattutto nelle stanze da letto del palazzo reale? Simone de Beauvoir scrive ne Il secondo sesso: “Le grandi favorite attraverso i loro potenti amanti presero parte al governo del mondo”, e ancora “ardite, pronte a dar consigli, intriganti, le donne si assicurano sempre in modo obliquo, indiretto, la parte più efficace [del governo]“.
Oltre ad altre ammissioni del genere, la mia opera include (nel II Volume) una lunga lista di donne che, senza essere né regine né reggenti, hanno esercitato nella Storia un potere di governo incontrastato: erano madri, amanti, spose, sorelle, figlie…
Parlando di madri nello specifico, la loro influenza è immensa: non soltanto per quanto riguarda le religioni (ammessa nelle diverse fonti storiche riportate nelle citazioni del libro), ma anche per le lingue (la lingua materna), per le culture o per qualsiasi trasmissione di valori (anche quelli “patriarcali”). Qualche anno fa l’inno femminista dell’One Billion Rising, “Break The Chain”, recitava: “Noi siamo madri, noi siamo maestre” (“We are mothers, we are teachers”). Anche il proverbio «una mamma che educa un bambino educa un uomo, una mamma che educa una bambina educa un popolo» è stato di recente popolarizzato dalle femministe. In entrambi i casi l’ammissione femminista della decisiva influenza materna è esplicita. Come ulteriore esempio posso citare, poiché abbiamo iniziato parlando di religioni, quello del primo miracolo di Cristo durante le nozze di Cana. La madre ordina al figlio, Dio in terra, di compiere un miracolo che lui non vuole fare, perché non è ancora pronto. Lui obbedisce: comanda dunque gli uomini e diventa il potere visibile, mentre la madre, potere invisibile e unica volontà di questo miracolo, rimane nel retroscena (pag. 368).
Lo stesso femminismo col suo immenso potere immateriale nel mondo, dovuto al suo carattere prettamente femminile, è un perfetto esempio di questo modo di procedere. Il femminismo non possiede eserciti, partiti e sedi politiche; non possiede grandi templi materiali da dove diffonde la propria ideologia. Eppure, possiede un immenso potere immateriale.
Finisco con un ultimo esempio simpatico e con una citazione di un’altra femminista. Vi invito a tutti, poiché siamo in Italia, a riguardare un capolavoro comico del cinema italiano: Johnny Stecchino, di Roberto Benigni. Nel corso del film è una donna a controllare le azioni di tutti i personaggi, in un’ambiente mafioso fatto da uomini, burattini senza fili. Il film fu molto apprezzato dal pubblico, consapevole della sua verosimiglianza con la realtà.
Che conclusione possiamo trarne? Flora Tristan sostiene: «[…] la donna è tutto nella vita dell’operaio: come madre esercita un’influenza su di lui durante l’infanzia; è da lei, e unicamente da lei che lui attinge le prime nozioni di quella scienza così importante da acquisire, la scienza della vita, quella che ci insegna a vivere in modo conveniente per noi e per gli altri, secondo il posto che la sorte ci ha assegnato. Come amante, esercita un’influenza su di lui durante tutta la giovinezza, e che azione potrebbe esercitare una ragazza bella e amata. Come sposa, esercita un’influenza su di lui per tre quarti della vita. Infine come figlia esercita un’influenza su di lui nella vecchiaia» (pag. 400)


Domanda #2: Nel tuo libro parli di come, essenzialmente, uscire fosse sinonimo di avventurarsi in un mondo di pericoli, di violenza e soprusi, motivo per cui per le donne la società preferiva la sfera domestica a quella pubblica, dato che gli uomini erano considerati maggiormente sacrificabili. Al tempo stesso però fornisci numerosi esempi di come questo non significasse una reclusione totale, visto che mansioni come il lavare i panni e comprare da mangiare, nonché eventi pubblici ritenuti sicuri (celebrazioni pubbliche e religiose, mercatini, spettacoli di ogni tipo) richiedevano la presenza delle donne, anche solo per funzionare (se devi lavorare, qualcuno che esca a lavare i panni deve pur esserci). Mi chiedo però, pensando ad esempio a posti come l’Arabia Saudita o l’Afghanistan, dove la donna deve richiedere il permesso del guardiano per uscire, o ancora peggio deve essere da lui accompagnata, era a tuo avviso possibile che costui la recludesse? O sussisteva un meccanismo di qualche tipo che evitasse che i mariti più gelosi (anche a loro danno, visto che molte funzioni pubbliche richiedevano appunto l’uscire fuori di casa) potessero decidere di recludere le loro mogli in casa? L’uomo quindi, oltre che fare da scudo umano della donna quando l’accompagnava, aveva anche l’obbligo a farla uscire o ad accompagnarla? La società mediorientale e quella antica vedevano di cattivo occhio un simile marito geloso? Gli impedivano di recludere la moglie?

Risposta: La storiografia femminista ha effettuato una bipartizione concettuale dello spazio vissuto di uomini e donne, tanto da un punto di vista simbolico quanto fisico: lo spazio pubblico maschile e lo spazio privato femminile. Anche se esistono dei forti vincoli tra di loro, lo spazio simbolico e lo spazio fisico non coincidono pienamente. Questi spazi diversificati in linea di massima sono effettivamente esistiti, così come erano diversificati i ruoli sociali, i doveri, i compiti. Il mio dissenso con la storiografia femminista sorge all’ora di spiegarne il perché. Secondo l’ottica femminista il motivo è chiaramente la discriminazione e il patriarcato. Per rispondere all’oggetto della domanda, lo spazio fisico, dovrei prima fare un paio di precisazioni alla domanda stessa. Primo, “il mondo esterno è parco di donne solo quando è percepito come pericoloso” (pag. 440). Il libro include numerosi esempi, di ogni epoca e luogo, della libera mobilità delle donne. Risulta assurdo concepire i mercatini senza donne, qui o in qualsiasi altra parte del mondo. Se oggi le strade delle nostre città e dei nostri paesi sono piene di donne, anche di notte, il motivo principale è il fatto che esse si sentono sicure.
Dall’altra parte, il mondo una volta era molto più rischioso di ora. Non solo nelle foreste, dove raramente si vedevano donne da sole, ma anche all’interno delle città, soprattutto di notte. Il mondo esterno era un mondo pericoloso, lo spazio dei servi e degli sfortunati, al contrario dello spazio chiuso, che era il privilegio del ceto signorile. Il femminismo ha giudicato con parametri attuali, e capovolto, una percezione storica che era sempre stata quella opposta.

Per quanto riguarda l’ultima parte della domanda, per correttezza bisogna dire che l’analisi di culture specifiche richiederebbe un approfondimento ulteriore. La mia opera è generica, e risponde alle centinaia di opere di storiografia femminista che sono a loro volta generiche. Bisognerebbe approfondire in ogni luogo ed epoca, perché ci possono essere grandi differenze. Tra i tuareg, ad esempio, le donne hanno molte prerogative: libere di muoversi, prima del matrimonio possono avere numerosi amanti, e in caso di separazione rimangono con tutta la proprietà. Se voi andate oggi in un qualunque bazar di un qualunque paese arabo, vedrete che ci sono tantissime donne, anche da sole.

Quello che però è logico pensare è che il controllo della mobilità delle donne si sia applicato (e continui ad applicarsi in alcuni paesi del Medio Oriente) solo per proteggerle da luoghi considerati poco sicuri. Una simile giustificazione non regge quindi quando questi posti vengono considerati sicuri, o quando vi sono le condizioni per attraversarli in sicurezza (ad esempio venendo accompagnate dal marito).
Un uomo che impedisce alla propria moglie di uscire non la sta proteggendo e dunque non ha una giustificazione accettabile per gli standard della società. Qualora recludesse la propria moglie in casa, la sua verrebbe sicuramente vista come un’azione ingiustificabile (letteralmente, perché non sussisterebbero giustificazioni valide come la protezione), come un’anomalia, e pertanto anche come una malefatta, come un sopruso da condannare. Questo ovviamente implica che nessuna società abbia mai permesso la “reclusione delle donne in casa”: anche quelle mediorientali o comunque islamiche spesso spingevano per l’accompagnamento della donna da parte dell’uomo, come suo “scudo umano personale” come giustamente evidenziato, ma che è cosa ben diversa dall’impedire alle donne di uscire di casa. E se vi erano dei casi in cui cuò avveniva, si trattava semplicemente di abusi domestici che si presentano ancora oggi indipendentemente dal tipo di società in cui si vive e dal sesso della persona che li compie, dato che dipendono esclusivamente dalle personalità dei due coniugi.

Prendo ora come esempio il caso più estremo. Non sono mai stato in Afghanistan e non ho mai approfondito nello specifico quella realtà, ma tutti abbiamo visto delle immagini, nei film e documentari, di contadini e pecorai in quegli agresti e spesso impervi paesaggi. E tutti abbiamo esperienze dirette o di studio di realtà simili, ad esempio il mondo contadino siciliano “patriarcale” del XIX secolo – inizio XX secolo. Un mondo in cui gli uomini andavano in campagna, talvolta restandoci per diversi giorni. Nei paesi rimanevano donne, anziani e bambini. Il controllo sociale sulle donne, era fatto dalle altre donne, dai bambini o dagli anziani? Quando nei documentari vediamo quei pecorai molto lontani da casa loro, o quei gruppi di mujaheddin, chi esercita il controllo sociale nei paesi spopolati di uomini?

Domanda #3: Che relazione c’è tra voto esclusivamente maschile e obbligo maschile alla leva? E tra voto maschile e pagamento delle tasse?

Risposta: C’è un legame logico, innegabile, tra voto e obbligo alla leva, sottolineato da numerosi pensatori in ogni epoca, dai greci fino ai nostri giorni, passando per i romani. Il libro contiene parecchi esempi, compreso quello di Olympe de Gouges. Il legame tra le due cose divenne infatti più evidente che mai durante la Rivoluzione francese. La Corte Suprema Americana lo rese esplicito, per gli uomini, nel 1918. Di fatto, fino a poco tempo fa, e ancora oggi in alcuni paesi occidentali, i renitenti alla leva perdevano il diritto di voto. Per le donne, invece, era tutto diverso. Credo che la svolta si possa trovare nella “guerra delle coccarde”, nell’ambito della Rivoluzione francese, dove al contrario di quanto aveva sostenuto Olympe de Gouges, la maggior parte delle rivoluzionarie non volevano partecipare alle operazioni belliche ma pretendevano diritti. Della stessa idea sono Condorcet o Wollstonecraft. Il voto femminile fu un diritto slegato dai doveri.
C’è anche un legame tra voto e pagamento delle tasse (o meglio corvée), ma storicamente non è stato così forte e ha acquisito importanza solo successivamente. Il voto censitario è stato per la maggior parte legato anche a questa logica e le suffragette invocavano proprio questo aspetto, ovvero il fatto che loro pagavano le tasse, e che dunque avrebbero dovuto poter votare.
Per lungo tempo, in un mondo dove la guerra era la preoccupazione assillante di regni e nazioni, il soldato risultava molto più importante del contribuente (basti pensare che danari e corvée potevano arrivare anche tramite la schiavitù). Per cui, nella logica di chiunque, chi voleva partecipare al potere doveva prender parte alle battaglie.

Domanda #4: Secondo te, perché la Caccia alle Streghe colpì maggiormente donne? C’entrano particolari dinamiche sociali o semplicemente, come affermano alcuni, le streghe venivano viste come donne per via del legame che la chiesa vedeva tra stregoneria e rimanenze pagane di culti femminili (ricordiamo che il Canon Episcopi parla di “donne scellerate che credono di andare di notte con Diana, dea dei pagani”)? Secondo te, oltre a questo aspetto meramente religioso/culturale, entrano in gioco altri motivi per questa maggioranza femminile?

Risposta: Prima di tutto credo sia necessario chiarire, contro la percezione della narrativa dominante, che il fenomeno della “caccia alle streghe” (in realtà, “caccia alla stregoneria”) non era rivolto nello specifico contro le donne. Per assurdo si potrebbe affermare il contrario, ovvero che la caccia veniva attuata per proteggere le donne. La Bolla papale di Innocenzo VIII (1484) afferma di voler proteggere le donne tormentate da questi esseri sciagurati, che impediscono loro di concepire e distruggono la loro prole.

In secondo luogo credo sia necessario contestualizzare la cosa. Tra i tanti eventi tragici e cruenti che hanno afflitto l’umanità, la caccia alla stregoneria è molto lontana dal rientrare tra i primi cento per numero di vittime. E tenendo conto solo dei massacri per motivi religiosi, la caccia alla stregoneria occupa solo il 29esimo posto. Del numero complessivo di persone giustiziate per criminalità nello stesso periodo, le vittime della caccia alla stregoneria non rappresentano che una frazione modesta.

Quindi la prima questione su cui bisognerebbe riflettere riguarda l’importanza attribuita a questo triste accadimento storico rispetto a tutti gli altri. Una delle possibili spiegazioni, tra le molte che mi vengono in mente, risiede nel fatto che un cane che morde un uomo non fa notizia, mentre un uomo che morde un cane sì. Effettivamente l’80% delle vittime furono donne, il 20% uomini. In una Storia lastricata di eventi orribili che colpiscono per la stragrande maggioranza uomini, trovarne uno che colpisca di più le donne fa notizia.
Il secondo quesito è: perché proprio questo evento storico colpì maggiormente le donne? Una domanda che è già viziata in partenza, e dice tanto su di noi, che diamo per scontato che siano gli uomini a dover morire o soffrire, sempre e comunque, al posto delle donne.
Infatti la domanda che ci poniamo non è quella più logica. Dovremmo chiederci, in realtà, perché la stragrande maggioranza degli eventi storici tragici colpiscono gli uomini. È curioso che non lo facciamo, sembra quasi che sorga in noi la necessità di proteggere le donne, di preoccuparci solo di loro e di capire i motivi che hanno provocato la loro sofferenza, la loro e quella di nessun altro. Una forma mentis (innata o culturale?) che guida continuamente le nostre azioni. Nel mio libro ho analizzato ad esempio lo sterminio nazista, denominato genocidio perché c’erano donne e bambini. Lo sterminio degli uomini invece è sempre esistito, e da sempre si è chiamato guerra.

Mi rendo conto di non aver risposto all’ultima domanda, ma l’obiettivo primario della mia opera è quello di cambiare il punto di vista con cui analizziamo il mondo, di trasformare un punto di vista perennemente femminile e femminista in un punto di vista anche maschile. Credo che saremo in grado di dire con più precisione perché nel fenomeno della caccia alla stregoneria le donne sono state maggiormente colpite quando ci saremo chiesti (tutti, anche le femministe) perché nella stragrande maggioranza delle altre tragedie umane verificatesi sono stati gli uomini i più colpiti, e perché nessuno se ne cura.

Ringraziamo ancora una volta Santiago per le sue preziose osservazioni e ne approfittiamo per invitarvi all’acquisto del suo interessantissimo libro (qui il link per ordinarlo su Amazon).

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #477 il: Settembre 28, 2019, 07:09:56 am »
E allora confermi indirettamente ciò che sostengo da tempo, e cioè che non esiste soluzione alla QM, anche e soprattutto perché gli uomini di oggi, nella gran parte dei casi, son degli autentici vigliacchi (oltre che inconsapevoli).
Credo bisognerebbe pure iniziare a prendere atto del fatto che l'odierno e moderno contesto civilizzato, ha fatto emergere in maniera evidentissima gli enormi limiti maschili nel rapporto con l'inesistente gentil sesso, che a livello psicologico-emotivo-sessuale domina letteralmente i nostri simili.
Altro che "oppressione delle donne da parte degli uomini"...
Già però non esistono solo i giornali, controllati e prezzolati, c'è anche la rete e là gli uomini hanno talvolta diverse opinioni.
I limiti maschili nei rapporti con le donne sono dovuti al fatto, secondo me, che gli uomini sono rammolliti da 50 anni di femminismo sciorinato in tutte le salse fin dall'asilo (ne so qualcosa).

Chi non si adatta sin dalla scuola (e soprattutto dall'università) a questo modello, è fuori dai giochi ed è anche per questo che solo a maschiopentiti è "concesso" trovare un lavoro decente e metter su famiglia.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #478 il: Settembre 28, 2019, 07:10:52 am »
Frank

In merito condivido in toto queste parole di Santiago.

https://antisessismo.wordpress.com/2019/04/30/la-grande-menzogna-del-femminismo-seconda-intervista-con-santiago-gasco-altaba/
Sono anch'io abbastanza d'accordo ma anche stavolta ho l'impressione che Santiago stiri un po' i concetti: i fondatori di religioni sono uomini, come gli estensori dei libri sacri. Quale che sia l'influenza femminile, non è preponderante.
Lo stesso vale per il miracolo di Cana: non si può prendere un episodio a dimostrazione di una presunta "regia" di Maria su Gesù.
Per fornire un quadro obiettivo, sarebbe il caso di citare anche passi come quello di Luca, in cui Gesù dice a Maria: "Perché mi cercavate? Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?"

Né penso che qualsiasi tendenza "moralizzatrice" sarebbe "solo svantaggiosa" per gli uomini, che praticherebbero più sesso "nella misura" in cui questo fosse "coercitivo". I nostri nonni scopavano tutti i giorni, gli stupratori seriali sicuramente no, quindi è una tesi che mi pare vada un po' contro l'evidenza.

Santiago ha rilasciato un'interessante e compiuta ntervista ad Antisessismo, pagina che si dichiara "LGBT+, anti-tradizionalista e antirazzista". Lo invito "ufficialmente" a rilasciarne una anche qui e su Coscienza Maschile, ne saremmo onorati.
« Ultima modifica: Settembre 28, 2019, 08:01:15 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #479 il: Settembre 28, 2019, 10:30:32 am »
Le parole di Santiago che condivido in toto sono queste:

Citazione
Risposta: La comprensione del potere informale femminile è fondamentale per la comprensione del mondo, delle relazioni tra i sessi e del femminismo. Non soltanto sospettiamo tutti della sua esistenza, ma ne siamo convinti: tutti sappiamo che esiste un potere visibile, perlopiù maschile, e un potere meno visibile, informale, perlopiù femminile. Ci sono molti modi in cui le donne esercitano questo potere, e l’argomento difficilmente si lascia racchiudere nelle poche righe di questo colloquio. Nella mia opera ve ne sono numerosi esempi, anche se questo argomento viene trattato più approfonditamente nel secondo volume. L’arma degli uomini per imporre la propria volontà è principalmente una, esplicitamente dichiarata dalle femministe: la forza fisica. Invece le armi delle donne sono molteplici: la seduzione, la bugia, l’intrigo, l’amore, la bellezza,… ; armi più complesse e più difficili da codificare. L’esistenza di questo potere informale è pienamente ammessa persino dalle femministe, e soprattutto nel secondo volume ho inserito molte loro citazioni a riguardo. Faccio due esempi veloci sulle tipologie di donne che più rappresentano questo potere: la madre e la moglie (o compagna, o amante). Quante sono state le decisioni politiche prese nei saloni, e soprattutto nelle stanze da letto del palazzo reale? Simone de Beauvoir scrive ne Il secondo sesso: “Le grandi favorite attraverso i loro potenti amanti presero parte al governo del mondo”, e ancora “ardite, pronte a dar consigli, intriganti, le donne si assicurano sempre in modo obliquo, indiretto, la parte più efficace [del governo]“.
Oltre ad altre ammissioni del genere, la mia opera include (nel II Volume) una lunga lista di donne che, senza essere né regine né reggenti, hanno esercitato nella Storia un potere di governo incontrastato: erano madri, amanti, spose, sorelle, figlie…
Parlando di madri nello specifico, la loro influenza è immensa: non soltanto per quanto riguarda le religioni (ammessa nelle diverse fonti storiche riportate nelle citazioni del libro), ma anche per le lingue (la lingua materna), per le culture o per qualsiasi trasmissione di valori (anche quelli “patriarcali”). Qualche anno fa l’inno femminista dell’One Billion Rising, “Break The Chain”, recitava: “Noi siamo madri, noi siamo maestre” (“We are mothers, we are teachers”). Anche il proverbio «una mamma che educa un bambino educa un uomo, una mamma che educa una bambina educa un popolo» è stato di recente popolarizzato dalle femministe. In entrambi i casi l’ammissione femminista della decisiva influenza materna è esplicita. Come ulteriore esempio posso citare, poiché abbiamo iniziato parlando di religioni, quello del primo miracolo di Cristo durante le nozze di Cana. La madre ordina al figlio, Dio in terra, di compiere un miracolo che lui non vuole fare, perché non è ancora pronto. Lui obbedisce: comanda dunque gli uomini e diventa il potere visibile, mentre la madre, potere invisibile e unica volontà di questo miracolo, rimane nel retroscena (pag. 368).
Lo stesso femminismo col suo immenso potere immateriale nel mondo, dovuto al suo carattere prettamente femminile, è un perfetto esempio di questo modo di procedere. Il femminismo non possiede eserciti, partiti e sedi politiche; non possiede grandi templi materiali da dove diffonde la propria ideologia. Eppure, possiede un immenso potere immateriale.
Finisco con un ultimo esempio simpatico e con una citazione di un’altra femminista. Vi invito a tutti, poiché siamo in Italia, a riguardare un capolavoro comico del cinema italiano: Johnny Stecchino, di Roberto Benigni. Nel corso del film è una donna a controllare le azioni di tutti i personaggi, in un’ambiente mafioso fatto da uomini, burattini senza fili. Il film fu molto apprezzato dal pubblico, consapevole della sua verosimiglianza con la realtà.
Che conclusione possiamo trarne? Flora Tristan sostiene: «[…] la donna è tutto nella vita dell’operaio: come madre esercita un’influenza su di lui durante l’infanzia; è da lei, e unicamente da lei che lui attinge le prime nozioni di quella scienza così importante da acquisire, la scienza della vita, quella che ci insegna a vivere in modo conveniente per noi e per gli altri, secondo il posto che la sorte ci ha assegnato. Come amante, esercita un’influenza su di lui durante tutta la giovinezza, e che azione potrebbe esercitare una ragazza bella e amata. Come sposa, esercita un’influenza su di lui per tre quarti della vita. Infine come figlia esercita un’influenza su di lui nella vecchiaia» (pag. 400).


Ho sorvolato su questo passaggio

Citazione
Come ulteriore esempio posso citare, poiché abbiamo iniziato parlando di religioni, quello del primo miracolo di Cristo durante le nozze di Cana. La madre ordina al figlio, Dio in terra, di compiere un miracolo che lui non vuole fare, perché non è ancora pronto. Lui obbedisce: comanda dunque gli uomini e diventa il potere visibile, mentre la madre, potere invisibile e unica volontà di questo miracolo, rimane nel retroscena (pag. 368).

perché sai bene che sono ateo...
I "miracoli" possono esistere solo per i credenti, non per i non credenti.