Autore Topic: "Donne Vittoriose"  (Letto 187419 volte)

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Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #60 il: Settembre 29, 2016, 00:10:11 am »
E' un lamento continuo, quotidiano, senza sosta.


http://www.lastampa.it/2016/09/28/societa/donne-al-top-il-difficile-restarci-y88sxpz3Yxb2gy4wuTF8IJ/pagina.html
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Donne al top, il difficile è restarci
Si apre oggi a Roma la Win Conference, tre giorni di incontri internazionali sulla leadership femminile. Tra gli ospiti, la sindaca di Roma Virginia Raggi
28/09/2016
kristin engvig*

La leadership femminile parte dal non avere paura di rivendicare il proprio ruolo

Quest’anno come ogni anno le leader del mondo si incontrano alla WINConference. Per loro è importante condividere le esperienze: quali sono gli ostacoli, le sfide e le opportunità. Arrivare al top è solo parte del cammino. Una volta arrivate bisogna rimanerci, e per le donne può essere più difficile: guardiamo alle critiche a Laura Boldrini in Italia, Hillary Clinton negli Stati Uniti, fino a Maria Teresa di Calcutta. Nessuna è immune dagli attacchi a volte infondati e gratuiti comunque sempre brutali. 

Incontrandosi, celebrando insieme i risultati ottenuti ciascuna nel proprio ambito, trovano nuove soluzioni che vanno da come organizzare meglio la propria famiglia, a che tipo di vestito indossare in una particolare occasione, fino a come risolvere il problema della mobilità in una grande metropoli. Due anni fa abbiamo ospitato alla WINConference la governatrice di Tokyo Yuriko Koike che ha parlato della sua visione della politica, l’anno scorso la presidente della Camera Laura Boldrini ha raccontato della sua famiglia, quest’anno la sindaca di Roma Virginia Raggi ci descriverà la sua visione di Roma e del mondo. A WIN non ci interessano le appartenenze politiche e privilegiamo il mix di culture perché crediamo che solo cosi possano nascere nuove idee e soluzioni. Il tema che abbiamo scelto è “Leading the way”, come creare nuove opportunità per le donne e per il pianeta. 

Oltre a Raggi, avremo la politica indiana Shazia Ilmi, un personaggio controverso in patria, l’artista Sonam Kalra che mixa con la sua musica, i gospel, i testi sacri indiani e il corano. E poi, ci saranno rappresentanti del mondo delle imprese come il capo delle risorse umane di una delle più grandi multinazionali del settore alimentare, rappresentanti del Conscious capitalism, imprenditrici che riescono ad unire profitto e rispetto dell’ambiente. Come Ditta Sandico, fashion designer filippina che utilizza la banaca, una fibra naturale per le sue sciarpe e giacche, intessute a mano dai pescatori dell’isola Catanduanes, nel sud est del paese. Avremo donne che hanno combattuto il cancro, e hanno superato la sfida più grande, quella per la vita. 

Riuniamo le donne leader per aiutare le giovani a fare carriera e ad essere riconosciute per il loro merito e coloro che sono già in corsa a restare sé stesse e a usare intuizioni e creatività per sopravvivere in ambienti maschili che conoscono solo la competizione e l’efficienza come parametri di misura del successo. Per noi leadership vuol dire andare avanti insieme aiutandoci a vicenda, cooperando invece di gareggiare. Un consiglio per coloro che vogliono essere leader è integrare la vita professionale a quella famigliare: trovare un lavoro in cui si crede profondamente, una mission – anche piccola agli occhi degli altri – da perseguire, aiuterà a prendere più facilmente le decisioni e in modo non autoritario, creando così maggior consenso. Trovare il proprio posto nel mondo o ritrovarlo se lo si ha perduto è fondamentale, in modo autentico, con uno sguardo globale e preservando la propria femminilità.

Oggi ci sono tante donne in politica, nell’economia, rispetto al passato eppure il mondo manca ancora di riconoscerne i meriti. Portiamo il nostro sguardo femminile sul mondo e facciamo la differenza. Per le aziende questo comporta un cambiamento. Come ha espresso magnificamente Avivah Wittenberg Cox, coautrice del libro ’Rivelazione Womenomics’, e tra le nostre speaker quest’anno, non sono le donne a dover cambiare ma le aziende a diventare più inclusive, abbracciando le differenze di genere e non negandole. Incominciamo da prima noi a non negare la nostra differenza e il mondo ci ringrazierà.

*fondatrice di WIN, Women’s International Networking, e WINConference 


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Per noi leadership vuol dire andare avanti insieme aiutandoci a vicenda, cooperando invece di gareggiare.

Capito? Loro "si aiutano a vicenda" e "cooperano" anziché gareggiare...  :rofl2:


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Riuniamo le donne leader per aiutare le giovani a fare carriera


La "carriera", ossia l'ossessione delle femmine moderne.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #61 il: Settembre 29, 2016, 00:40:28 am »
La "carriera", ossia l'ossessione delle femmine moderne.
Il mito della carriera (leggi: precaria in un call center) è la cartina al tornasole di quanto le donne moderne abbiano perso femminilità (e infatti si lamentano in continuazione che nessuno si "innamora" di loro).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #62 il: Ottobre 13, 2016, 21:00:37 pm »
Lo posto qui per non aprire un'altra discussione.

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11992965/sardegna-prima-regione-obbligo-parola-sindaca.html

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Boldrini docet
Sardegna, la prima legge dove si dovrà dire "sindaca" (per legge)
13 ottobre 2016


"Sindaca", "consigliera", "prefetta", "assessora", "commissaria": da ora la comunicazione istituzionale della Regione Sardegna dovrà declinare ruoli e professioni al femminile. Lo prevede, in un articolo dedicato allo sviluppo delle politiche di genere e alla revisione del linguaggio amministrativo, la legge sulla semplificazione appena approvata.

Il presidente della Camera Laura Boldrini sarà soddisfatta. E se qualcuno avrà da storcere il naso perché "suona male", dovrà vedersela con la professoressa Cecilia Robustelli dell'Accademia della Crusca che, per complimentarsi, ha chiamato la consigliera e autrice dell'emendamento passato in Consiglio regionale, Annamaria Busia del Centro democratico, affermata avvocata penalista.

Del resto, spiega lei stessa, "perché avvocata è brutto e invece maestra e impiegata no? La verità è che il nome del mestiere declinato al femminile diventa cacofonico nella misura in cui si avanza di livello nella scala professionale".

Offline Duca

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #63 il: Ottobre 14, 2016, 20:34:10 pm »
Allora Clapton è un chitarristo, il mio amico Roberto un guardio, mio zio Aurelio un autisto e Aronne Piperno (scherzato da Onofrio del Grillo) un ebanisto. :lol:

Offline ilmarmocchio

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #64 il: Ottobre 14, 2016, 21:45:17 pm »
Allora Clapton è un chitarristo, il mio amico Roberto un guardio, mio zio Aurelio un autisto e Aronne Piperno (scherzato da Onofrio del Grillo) un ebanisto. :lol:

 :clapping:

Offline Sardus_Pater

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #65 il: Ottobre 14, 2016, 22:36:54 pm »
Lo posto qui per non aprire un'altra discussione.

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11992965/sardegna-prima-regione-obbligo-parola-sindaca.html

Povera terra mia, spero che nel linguaggio comune rimanga la locuzione "sindachessa".
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #66 il: Ottobre 15, 2016, 01:22:39 am »
Secondo me la Sardegna sarà tra le prime regioni ad aprire gli occhi (ed anche ora è messa molto meglio di altre).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Jason

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #67 il: Ottobre 15, 2016, 09:21:28 am »
Per me sarà più in generale buona parte del sud italia e il Veneto .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #68 il: Novembre 29, 2016, 21:33:51 pm »
Altro articolo scritto da un maschietto.

http://rugby1823.blogosfere.it/post/551781/8-marzo-il-rugby-e-sempre-piu-donna

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8 marzo: il rugby è sempre più donna
Di DuccioFumero martedì 8 marzo 2016

Il 25% di chi gioca a rugby nel mondo è donna. Numeri inimmaginabili fino a pochi anni fa, con la soglia dei 2 milioni di rugbiste superata lo scorso anno, con un incremento dal 2014 al 2015 del 17% delle ragazze che giocano a rugby. 310mila nuove rugbiste in un solo anno in tutto il mondo, numeri che mostrano come lo stereotipo del rugby sport "maschio" sia sempre più uno stereotipo.

L'interesse e la passione per la palla ovale tra le donne va dalla semplice tribuna (il 53% delle britanniche ha dichiarato di aver seguito l'ultima Rugby World Cup) al campo di gioco, fin dalla più giovane età. Il 36% dei bambini e ragazzi che nel 2015 si sono avvicinati al rugby giocato grazie al programma "World Rugby's Get Into Rugby" sono ragazze. E con l'arrivo del rugby alle Olimpiadi di Rio 2016 il boom del rugby in rosa promette un nuovo balzo in avanti.


Citazione
Il 25% di chi gioca a rugby nel mondo è donna.

Quindi il 75% è uomo, giusto?
...

Sul Corriere dello sport di oggi è stato pubblicato un articoletto, nel quale il solito giornalista mentalmente evirato, paragonava i risultati delle rugbiste italiane con quelli dei "maschietti" (testuale) italiani.
Da prenderli a calci in culo dalla mattina alla sera, questi minorati mentali leccaculo.

Offline Sebastiano

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #69 il: Dicembre 10, 2016, 10:35:20 am »
http://www.figc.it/it/204/2531662/2016/03/News.shtml

La Fondazione ‘Candido Cannavò’ scende in campo per lo sviluppo del calcio femminile. E lo fa lanciando una campagna pubblicitaria di grande impatto, sostenuta dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio e ricca di spunti per sconfiggere finalmente lo scetticismo e i pregiudizi che fino ad ora in Italia hanno condizionato la pratica de ‘l’altra metà del calcio’.
 
Per la presentazione della campagna è stato scelto il palcoscenico dello stadio ‘Meazza-San Siro’ all’interno di una giornata di festa, di riflessione e di approfondimento denominata ‘Candido Day’, in ricordo del compianto direttore della Gazzetta dello Sport, i cui valori e la cui professionalità animano ancora oggi l’attività della Fondazione. A far gli onori di casa, oltre al direttore della ‘rosea’ Andrea Monti, ci ha pensato proprio il presidente della Fondazione Cannavò Elio Trifari assieme all’animatore di questa nuova progettualità, il giornalista Franco Arturi. ‘Dammi quel pallone!’, ‘Falla uscire coi tacchetti’, ‘Maradonna’, ‘Il calcio mi fa bella’ e ‘Il calcio femminile. Senza pregiudizi sarebbe ancora più bello’ sono gli slogan prescelti, accompagnati da immagini di bambine e giovani ragazze, accomunate dalla passione per il calcio.
 
"La FIGC è onorata di sostenere la campagna della Fondazione Cannavò - ha dichiarato il Direttore Generale Michele Uva - perché lo sviluppo del calcio femminile in Italia è uno dei nostri principali obiettivi. Una Federazione che guarda al futuro e studia i suoi margini di crescita ha l'obbligo di investire in questo settore, e noi lo stiamo facendo da circa un anno con programmi mirati". Gli ha fatto eco l’azzurra Sara Gama, difensore della Nazionale e del Brescia, che guarda al futuro del calcio femminile con maggiore fiducia: “La possibilità concessa ai club maschili di apparentarsi con quelli femminili, come succede in altri Paesi tra cui la Francia dove ho giocato, e l’obbligo del tesseramento delle Under 12 da parte della FIGC sono un veramente un buon inizio”. "Il calcio femminile è spettacolare, è un esempio di sport positivo dove c'è meno violenza e maggior fair play - ha concluso Uva - basta vederlo di più dal vivo e in TV e poi sono sicuro che tanta gente se ne innamorerà anche in Italia. Come Federcalcio abbiamo raccolto la grande sfida di organizzare per la prima volta la finale della UEFA Women's Champions League (26 maggio a Reggio Emilia): è una grande occasione che dobbiamo sfruttare al meglio".
 
L’obiettivo comune è portare l’Italia al livello delle prime nazioni europee e raggiungere il prima possibile il numero di 100 mila tesserate (oggi sono poco più di 20 mila). Per farlo, oltre alle nuove regole e agli investimenti nell’ambito sportivo, la Federcalcio è convinta che bisogna lavorare anche e soprattutto sull’aspetto culturale del nostro Paese per vincere quella, che il presidente Carlo Tavecchio ha definito più volte, ‘un’anti-cultura maschilista’. Lo scopo è che non ci sia più in Italia una bambina ‘privata dello sport che ama e delle proprie passioni’ perché si ritiene, per luogo comune, che una disciplina sia più ‘maschile’ di un’altra.

Offline Volpe argentata

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #70 il: Dicembre 10, 2016, 11:00:49 am »
Niente, non ce la fanno proprio ad accettare una cosa talmente ovvia, e cioe' che del calcio femminile non interessa un cacchio a nessuno, in primis alle stesse donne, hanno una capacita' di occuparsi di inezie al posto dei reali problemi della vita di oggi che definirei diabolica.

Offline Sardus_Pater

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #71 il: Dicembre 10, 2016, 12:46:46 pm »
Niente, non ce la fanno proprio ad accettare una cosa talmente ovvia, e cioè che del calcio femminile non interessa un cacchio a nessuno, in primis alle stesse donne, hanno una capacita' di occuparsi di inezie al posto dei reali problemi della vita di oggi che definirei diabolica.

Il calcio femminile lo ho usato a volte come grimaldello per smontare certi pregiudizi contro il pallone di certe femminucce, anche solo dicendo: "e cosa mi dici del calcio femminile? Visto che ci sono molte donne a cui interessa il calcio?", alché non sapevano più cosa rispondere.
A Sassari avevamo (ora non c'è più, perché fallita) una squadra di calcio femminile, la Torres F, pluriscudettata ed io sono andato a vedermi qualche partita. Beh, al di là della passione per i colori del cuore, si vedeva la differenza a vantaggio degli uomini tra la squadra plurititolata e la Torres maschile che contemporaneamente giocava in campionati minori.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #72 il: Dicembre 10, 2016, 13:10:24 pm »
A Sassari avevamo (ora non c'è più, perché fallita) una squadra di calcio femminile, la Torres F, pluriscudettata ed io sono andato a vedermi qualche partita. Beh, al di là della passione per i colori del cuore, si vedeva la differenza a vantaggio degli uomini tra la squadra plurititolata e la Torres maschile che contemporaneamente giocava in campionati minori.

E' normale che sia così, perché tra i due sessi esistono delle differenze fisiche e muscolari insormontabili.*
Basta dire che degli under 16 di buon livello possono battere anche le campionesse del mondo di calcio femminile.
E' già accaduto e in più di una occasione.

@

* Ovviamente mi riferisco a degli atleti e non a uomini comuni, magari della mia età (ed oltre), che non hanno mai praticato alcun sport.
Il paragone va sempre fatto tra atleta maschio e atleta femmina; oppure tra uomo medio e donna media.
Di certo non può essere fatto tra un impiegato di banca e una tipa del genere,
http://fightstate.com/wp-content/uploads/2015/05/gabigarcia.jpg
alta 1,87, pesante 111 kg, praticamente di MMA, nonché nove volte campionessa del mondo di BJJ.
Ma può essere fatto con Tito Ortiz, campione di MMA, proveniente dalla lotta, alto 1,88 x 93 kg di muscoli,
http://fcfighter.com/wp-content/uploads/2014/11/Tito-Ortiz.png
che in allenamento la suona spesso e volentieri...

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #73 il: Dicembre 10, 2016, 13:27:22 pm »
Edit...
Citazione
alta 1,87, pesante 111 kg, praticante di MMA, nonché nove volte campionessa del mondo di BJJ.

Offline ilmarmocchio

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #74 il: Dicembre 10, 2016, 17:07:37 pm »
le donne che si interessano di calcio vanno a vedere gli uomini.
E' ovvio.