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"Donne Vittoriose"

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Frank:
http://27esimaora.corriere.it/16_dicembre_01/normale-pisa-donne-storia-scalata-paradossale-4ed86b86-b7e2-11e6-9c18-e31de3b82aca.shtml


--- Citazione ---La Normale di Pisa e le donne
Storia di una scalata paradossale
di Maria Grazia Colombari

La Scuola Normale di Pisa, superando finalmente l’odiosa discriminazione sessista, ha deciso di aumentare il numero delle insegnanti donne, che attualmente sono solo 4 a fronte di 35 docenti maschi. Un grande passo avanti per l’università che, fin dalla fondazione nei primissimi anni dell’Ottocento, è sempre stata una roccaforte maschile, forse più per consuetudine che per decreto. Un dato su tutti: nell’anno accademico 1887-’88, su 606 studenti iscritti solo 3 erano ragazze. Certo è che, nel corso del tempo, le donne che hanno varcato la soglia della Scuola in Piazza dei Cavalieri si possono contare sulle dita di una mano.

Le prime donne laureate alla Normale sono state Paolina Tacchi nel 1895 e Cornelia Fabri nel 1891. Quest’ultima discusse una tesi in Idrodinamica, sconvolgendo il pensiero comune che voleva la donna inadatta ed incapace di studi matematici.  Lì si sono formate le menti di molti illustri personaggi: da Enrico Fermi a Carlo Rubbia e a Carlo Azeglio Ciampi. È un’eccellenza italiana, ed è paradossale che l’apertura mentale che si respira nelle aule non abbia fatto decidere prima d’ora l’apertura ai docenti di genere femminile.


Il sapere è un sostantivo di genere maschile; ma va tranquillamente sotto braccio alla cultura, che è un sostantivo di genere femminile. Ora, un altro pezzettino del tetto di cristallo è caduto.
2 dicembre 2016 (modifica il 2 dicembre 2016 | 07:27)
--- Termina citazione ---



--- Citazione ---La Scuola Normale di Pisa, superando finalmente l’odiosa discriminazione sessista, ha deciso di aumentare il numero delle insegnanti donne, che attualmente sono solo 4 a fronte di 35 docenti maschi.
--- Termina citazione ---

Sono o non sono fantastiche queste complessatissime femminucce ?
"Odiosa discriminazione sessista"...?

Da spedirle immediatamente in fabbrica o in qualche cantiere, a far compagnia a muratori, carpentieri e manovali.
Così comincerebbero a capire che roba è la c.d. parità.

@@

Questo è un post scritto altrove, da uno dei vecchi della QM, e risalente a quasi due lustri fa.


--- Citazione ---Nella scuola, ad esempio, in tutti i paesi dell'OCDE, gli insegnanti della scuola
dell'infanzia e della scuola elementare sono in maggioranza femmine, con una media del 94%. Nel ciclo della scuola secondaria inferiore OCDE la media delle
insegnanti femmine è del 62,7%; in Italia siamo al 73,3%, contro il 62,8% della Francia e il 56,7% della Germania. Alle superiori, di fronte a una percentuale
femminile media OCDE del 48,9%, in Italia siamo al 58,8% (Francia 50,6%, Germania 39%). Quello che è più "interessante", in proiezione futura, è la percentuale femminile secondo i gruppi di età. Nella scuola superiore, le insegnanti femmine sono già il 60% tra i 30 e i 60 anni. La tendenza alla femminilizzazione del corpo docente è irreversebile, in tutti i paesi esaminati.
(Solo all'Università il numero degli insegnanti uomini è maggiore; per ora.)

--- Termina citazione ---

ilmarmocchio:

--- Citazione --- Lì si sono formate le menti di molti illustri personaggi: da Enrico Fermi a Carlo Rubbia e a Carlo Azeglio Ciampi. È un’eccellenza italiana, ed è paradossale che l’apertura mentale che si respira nelle aule non abbia fatto decidere prima d’ora l’apertura ai docenti di genere femminile.
--- Termina citazione ---

infatti ora assisteremo al  rapido declino  della Normale.
Come per tutte le istituzione che si femminilizzano, l' esito certo è il declino.
è solo questione di tempo

Frank:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/chiamatemi-sottosegretaria-circolare-boschi-1342833.html?mobile_detect=false


La Boschi, ovvero il nulla assoluto.


--- Citazione ---"Chiamatemi sottosegretaria". La prima circolare della Boschi

Come già la Boldrini e la Raggi, anche la Boschi in fissa con il femminismo lessicale. Fa scrivere una cricolare per ordinare di essere chiamata "sottosegretaria"
Sergio Rame - Gio, 15/12/2016 - 10:34
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Il primo atto di Maria Elena Boschi nel nuovo governo è una "boldrinata".

Ieri mattina, come racconta la Verità, i vertici della presidenza del Consiglio hanno ricevuto una circolare firmata da Paolo Aquilanti, segretario generale di Palazzo Chigi in predicato di traslocare al Consiglio di Stato. Il pezzo di carta dispone che "tutti gli atti alla firma o in visione al sottosegretario di Stato dovranno essere scritti con la sotto indicata dicitura: 'la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Onorevole Maria Elena Boschi'".

"Non è che la politica finisca, domani, nessuno chiede di andare a casa, ma ci sono dei riti che in politica, secondo me, vanno rispettati. Se la Boschi non avesse fatto parte del governo, si sarebbe dato un segnalo chiaro al Paese". Le parole del deputato dem Davide Zoggia, che, ospite del programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, sintetizzano molto bene il malcontento che serpeggia nel Paese. Anche tra le file del Partito democratico sono molti quelli che hanno mal digerito la promozione di Paolo Gentiloni da ministro per le Riforme a sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il tutto dopo la tranvata al referendum e in barba alla promessa di dimissioni e di un addio alla politica nel caso in cui avesse vinto il No (guarda il video).

Quando la Boschi diceva: "Se vince il No lascio la politica"
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La Boschi non solo resta, ma lo fa alzando subito la testa. La sua prima circolare è un ordine perentorio. Ha, infatti, messo per iscritto di essere chiamata "Onorevole Sottosegretaria". Una battaglia degna del presidente della Camera Laura Boldrini e del sindaco di Roma Virginia Raggi. Tutte in fissa con il femminismo lessicale, sembrano più preoccupate a dettare legge su come parlare e scrivere che amministrare e governare.
--- Termina citazione ---


Questa privilegiata, che non ha mai fatto un beneamato cazzo, al pari delle sue colleghe di cacca e dei leccapiedi al suo seguito, non ha la più pallida idea di cosa sia la vita dei comuni mortali e dei problemi che i suddetti devono affrontare ogni giorno.
Ed è anche e soprattutto per questo, che ha tempo di masturbarsi quel limitato cervello, con puttanate del genere.

Sardus_Pater:
Da brava impunita, non sente la necessità di mettersi da parte. Crede che tutto le sia dovuto.
Fatela scendere da quel piedistallo, per favore!

Frank:
http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/12257750/valeria-fedeli-filippo-facci-pari-opportunita-si-dimetta.html


--- Citazione ---Filippo Facci: "Valeria Fedeli si dimetta. Oltre alla laurea le manca il buonsenso"
21 Dicembre 2016

Anche il governo Gentiloni ha il suo ministro punching-ball, inteso come una testa di casta che funga da parafulmine mentre altri lavorano al coperto: e ovviamente il punching-ball è lei, Valeria Fedeli, neo ministra dell’Istruzione senza istruzione. Le puntate precedenti già le conoscete: nel curriculum ha scritto «diploma di laurea» ma poi è risultato che non aveva nessuna laurea (solo la maturità) ma poi è risultato che non aveva neanche la maturità (solo un diploma triennale) e che insomma all’università non avrebbe neppure potuto iscriversi: si confida che sia vero almeno il certificato di battesimo.

Tra uno sputtanamento e l’altro la ministra ha però mostrato una buona capacità di lavoro nel rilasciare interviste: era difficile peggiorare la situazione, ma c’è riuscita grazie alle formidabili dichiarazioni rilasciate a Repubblica («Ho lavorato una vita nel sindacato, posso fare la ministra anche senza laurea») laddove ha lasciato intendere di non avere la minima contezza di come siano considerati i sindacati in questo Paese. Era difficile peggiorare la situazione, ma c’è riuscita dopo che le avevano chiesto, pure, come si sarebbe sentita nell’incontrare dei precari con due lauree o una scienziata come Elena Cattaneo; ha risposto che «il mio metodo è l’ascolto, e ascolterò con attenzione». La comprensione è un optional.

Era difficile peggiorare la situazione, ma c’è riuscita, ancora, quando le hanno chiesto che coerenza c’era tra l’aver detto «se vince il no non puoi andare avanti, io non penso alla mia sedia» ed essersi subito precipitata sulla sedia da ministra; lei ha risposto che «l’aver detto che bisogna prendere atto della sconfitta è coerente con la nascita di un governo che deve affrontare le urgenze del Paese». È coerente: basta dirlo. Era possibile peggiorare ancora la situazione? Ebbene sì, Valeria Fedeli c’è riuscita con una lettera-capolavoro spedita ieri a l'Avvenire e in cui spiega bene «da dove intende partire», ossia da quale emergenza verrà sviluppato il programma d’emergenza di questo governo d’emergenza. Da dove, quindi? Vuole smontare la legge sulla “Buona scuola”? Vuole modificarla? Si occuperà delle assunzioni per le maestre d’asilo? La riforma della scuola d’infanzia proseguirà? E i bonus di merito? I “super presidi”? I supplenti rimasti fuori dai concorsi? Siete fuori strada.

Eccola l'emergenza: «L’attuazione dei principi di pari opportunità... l’educazione alla parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dalla legge 119/2013 sul femminicidio». Prego? «Vorrei che tornassimo a parlare di uguaglianza tra donne e uomini, in linea con le normative nazionali e internazionali... in particolare la Convenzione di Istanbul del 2013».

Avete letto bene. Il ministro dell’Istruzione ha scambiato il suo dicastero per quello alle Pari Opportunità - che a questo punto potrebbe occuparsi d’Istruzione - oppure, peggio, crede davvero che gli studenti e i genitori e i docenti italiani abbiano come massima urgenza quella di essere sensibilizzati sulla parità dei sessi o sulla legge sul femminicidio: che peraltro, opinione nostra, è una legge orribile. A scanso di equivoci, ripetiamo, l’ha scritto lei: «È proprio da qui che intendo partire».

E il resto della lettera? Dopo essersi soffermata sugli «stereotipi che escludono le donne dalla politica e dal mondo del lavoro» si passa alla teoria dei gender: una parte del mondo cattolico infatti aveva accusato la ministra di esserne seguace. Ma lei rassicura: «Vorrei che la parola gender uscisse dal nostro vocabolario in questa accezione minacciosa». Noi, invece, vorremmo che la parola Fedeli uscisse dal nostro ministero. In questa accezione inutile.

di Filippo Facci
--- Termina citazione ---

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