Come si fa a non
ridere?
http://www.corriere.it/scuola/primaria/17_gennaio_27/nate-pari-cresciute-dispari-6-anni-che-si-costruisce-soffitto-cristallo-781748c4-e464-11e6-bab2-81c2e6263bbb.shtmlGià a 6 anni le bambine pensano
di avere meno talento dei maschi
Lo studio: gli stereotipi che associano un più alto livello di prestazioni intellettive agli uomini emergono in tenera età e influenzano interessi e carriera delle ragazze. Come uscirne? Comportarsi in modo univoco da subito e puntare sul valore dell’impegno
di Antonella De Gregorio
Se il soffitto di cristallo è duro da rompere, è perché poggia su basi solidissime a pianoterra. Potrebbe essere l’abstract della ricerca di un team di studiosi delle università di Princeton, New York e Illinois, pubblicata su Science che individua il punto esatto in cui si produce quella crepa nell’autostima di una persona, che la porta a sentirsi «meno». Meno brillante e dotata di talento naturale, per esempio. Nello specifico, le femmine «meno» dei maschi.
I protagonisti
Lo studio, condotto su 400 bambini, colloca quel momento a cavallo tra i cinque e i sei anni. Prima, maschietti e femminucce chiamati a dare valutazioni sul proprio genere, danno risposte identiche; dopo - intorno ai sei anni (e ancor più dai sette) - le risposte cambiano traiettoria. Gli esperimenti fatti dai ricercatori consistevano nel raccontare una serie di storie su qualcuno che era davvero brillante, furbo, geniale, senza svelare chi fosse il protagonista. Chiesto poi ai piccoli di cinque anni di indicare, tra due figure maschili e due femminili, quale fosse, secondo loro, i bambini sceglievano quasi sempre un maschio e le bambine una femmina. Solo un anno più tardi, i maschi davano la stessa risposta e le femmine la modificavano: per lo più indicavano anche loro il maschio.
Il gioco per bambini «intelligenti»
In un altro esperimento ai bambini venivano proposti giochi da tavolo di due categorie: per bambini «molto intelligenti» e per bambini «che si impegnano al massimo». Le femmine di sei, sette anni, dimostravano di apprezzare quanto i maschi il secondo gioco; meno dei maschi il primo. Insomma, secondo uno dei ricercatori, Andrei Cimpian, docente della Nyu, con l’inizio della scuola, l’esposizione ai media, il giudizio dei pari, ai bambini viene somministrata la prima massiccia dose di stereotipi sul «genere» dell'intelligenza, e si dà loro in pasto il messaggio che il genio è una qualità più consona ai maschi. Per i piccoli (anzi, le piccole) che si vedono con gli occhi degli adulti, uno schiaffo all'autostima che si sta formando e si nutre della concezione di sé che credono di suscitare negli altri.
IL GAP DELLA PAGHETTA, di C. Belloni
Strada in salita
«Sconforta vedere quanto precocemente emergono questi condizionamenti. Da lì in poi la strada è tutta in salita», ha dichiarato alla Bbc lo studioso. Che in precedenza aveva già analizzato le possibilità di carriera correlate con la percezione di doti innate predittive di successo. Risultato? Più le persone ritenevano che l’ingrediente chiave della riuscita fosse un sovrappiù di ingegno, più quella carriera diventava appannaggio maschile.
Valanga
«A cinque anni non si ragiona certo in termini di carriera, ma è come una valanga che parte da un grumo di neve grande quanto un pugno», hanno detto ancora i ricercatori. Perché l’autostima può influenzare l’apprendimento, condizionando il bambino a credere di non riuscire bene in una determinata attività, ad esempio di studio, proprio perché ha una bassa considerazione di se stesso e delle sue capacità. Ecco risolto, insomma, il peccato originale che vede ancora troppe poche donne portare avanti carriere in ambito scientifico o matematico. O studi di filosofia, fisica, ingegneria. Un problema circolare, che può condizionare tutta la vita.
L’impegno
Come uscirne? I ricercatori suggeriscono di iniziare fin da subito a comportarsi in modo univoco con i bambini, trattandoli come esseri completi. E di enfatizzare a beneficio di tutti, maschi e femmine, l’importanza dell’impegno: «Si rende di più quando è questo l’elemento cui imputare la riuscita». Una strategia che preserverebbe le ragazze e consentirebbe loro di non partire schiacciate fin dalla prima casella della vita.
28 gennaio 2017 (modifica il 28 gennaio 2017 | 08:48)
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Non so voi, ma io non ho mai conosciuto una ragazza o una donna, che si considerasse intellettivamente inferiore agli uomini.
Anzi, la mia esperienza narra l'esatto contrario, perché già da piccole le femmine son straconvinte di essere più intelligenti, più furbe, più sveglie dei maschi.
E dirò di più: in tante occasioni ho sentito delle donne affermare che
"gli uomini sono stupidi".Ora, come è possibile che in un'epoca in cui pure in Iran la maggioranza degli studenti universitari appartiene al sesso femminile, le suddette
"partano schiacciate fin dalla prima casella della vita?".Ma che puttanata è?
Mah...