Inquinano e distruggono tutto quello che infettano.
E' un articolo di un anno fa e al riguardo già scrissi dei post lo scorso agosto; ma è sempre bene rammentare ed evidenziare la povertà mentale di queste mentecatte moderne.
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Irma Testa vola a Rio: «Perché la boxe è (anche) femmina»
20 Apr, 2016 di Nicola Bambini
Irma Testa vola a Rio: «Perché la boxe è (anche) femmina» Sfoglia gallery
Diciotto anni e idee chiare, è la prima pugile italiana della storia a qualificarsi per un'Olimpiade, schivando pugni e pregiudizi. E marinando la scuola per andare in palestra...
«Boxe: sostantivo femminile». Il dizionario parla chiaro, Irma Testa pure. Diciotto anni compiuti a dicembre, una mensola già stracolma di trofei e l’animo leggero di chi scrive la storia: la «farfalla» è la prima pugile donna dello sport italiano a qualificarsi per un’Olimpiade. Lo ha fatto a Samsun, un cittadina turca affacciata sul Mar Nero, dove si è andata a prendere il pass per Rio 2016 battendo in semifinale la bulgara Staneva, nella categoria pesi leggeri.
Alta, bella, atleta delle Fiamme Oro, il fisico più da indossatrice che da boxeuse, nata e cresciuta a Torre Annunziata ma «rapita» giovanissima dal pugilato. Il primo titolo mondiale juniores nel 2013, quando qualcuno già strabuzzava gli occhi. L’anno successivo l’argento olimpico ai Giochi giovanili, poi il bis iridato nella categoria youth. Volteggia sul ring, poi scarica la sua rabbia agonistica: «Come un treno che va, va, va… ora però ho preso la botta».
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Oltre a scrivere una pagina di storia dello sport italiano, possiamo dire che ha sfatato il tabù donne e boxe.
«Per me la boxe è uno sport femminile. Noi donne abbiamo una marcia in più, maggiore determinazione e sopportiamo meglio il dolore. L’ho già detto più volte e sono stata sommersa di critiche».
In effetti è un po’ strana come affermazione.
«Io non sto sminuendo i miei colleghi uomini, ci mancherebbe. Dico solo che se una donna vuole emergere in uno sport come questo deve per forza avere più fame. Per i maschi è più normale».
Questione di pregiudizi?
«Come un uomo che fa danza. Molti pensano che noi pugili ci diamo le carezze. Ma non è così, noi donne siamo capaci di fare questo sport».
E la passione dov’è nata?
«Da mia sorella, l’ho sempre seguita in tutto. Anche quando ha iniziato a fare pugilato».
Poi lei ha smesso e tu hai continuato.
«Dopo pochi mesi di allenamento iniziai a smettere di uscire con gli amici per andare a correre. Marinavo la scuola per la palestra: lì mi accorsi che la boxe mi aveva ‘rapita’».
Una dipendenza.
«Esatto, la boxe per me è dipendenza. Se un giorno non vado in palestra mi manca l’aria, ho bisogno di allenarmi. Non dico che è tutto nella mia vita, perché c’è anche la famiglia, però sicuramente conta tantissimo».
Appunto, la Irma Testa extra-boxe?
«Tempo libero ne ho poco. Da tre anni vivo nel centro nazionale ad Assisi e torno a Torre Annunziata tre giorni al mese. Mi manca casa, ma non è un peso. Sono all’ultimo anno di ragioneria e adoro leggere biografie».
Quindi quest’estate maturità e poi Olimpiade. Come vedi il tuo futuro?
«Un domani mi piacerebbe continuare la carriera da poliziotta».
Intanto c’è da pensare a Rio. Sensazioni?
«Ottime, sto lavorano bene e sono seguita dai tecnici fantastici come Emanuele Renzini. L’esperienza al preolimpico di Samsun mi ha dato consapevolezza: ora so che ai Giochi posso e devo puntare alla medaglia d’oro. Medaglia: sostantivo femminile».
Noi donne abbiamo una marcia in più, maggiore determinazione e sopportiamo meglio il dolore.
No, dico, ma come si fa a fare dichiarazioni del genere ?
Irma Testa "più resistente" al dolore di un Mike Tyson o di un Rocky Marciano ?
Ma che puttanata è ?
Queste poveracce, oltre ad essere complessate all' ennesima potenza, non hanno proprio il senso del limite.
Sono stupide, banali, fastidiose, irritanti, irrispettose e spocchiose.