Non so se sto postando nella sezione giusta, eventualmente spostate dove credete...
Recentemente ho dovuto forzatamente trascorrere qualche giorno rintanato in casa a causa di un malanno di stagione; mentre saltellavo tra un canale tv e l'altro, mi sono imbattuto in una telecronaca della maratona di New York, che devo dire è stata molto istruttiva e mi ha indotto ad alcune riflessioni.
Ormai la maratona di New York è divenuta una manifestazione oceanica: gli aspiranti partecipanti ormai sono in numero talmente elevato rispetto ai posti disponibili, che si organizzano persino lotterie per estrarre a sorte il diritto ad iscriversi.
Il fatto che ci siano tanti partecipanti (parliamo di oltre 50000 persone) rende necessaria (così dicono gli esperti), una partenza a scaglioni (o, per dirla all'americana, “waves”). Ci sono “onde” che raggruppano dilettanti, onde che raggruppano professionisti, onde che raggruppano anziani o gente che corre in carrozzina da disabile, e via dicendo; naturalmente ci sono anche i gruppi corridori professionisti UU/DD, e qui viene il bello...
Logica vorrebbe che in una maratona, a partire per primi fossero i più veloci: cioè quelli che, in analoghe competizioni, hanno fatto registrare i tempi migliori, e poi via via tutti gli altri partecipanti. Anche da un punto di vista pratico, chi corre più veloce dovrebbe stare in pole-position (o quel che è).
E invece no!
Il gruppo donne viene fatto partire 20 minuti prima del gruppo degli uomini: ora, se teniamo conto che il primo tra gli atleti uomini ha fatto quest'anno un tempo di 2:10: 53, mentre la prima donna classificata ha corso in 2:26:53, cioè ha subito dal vincitore un distacco di 16 minuti, tutto diventa più chiaro.
In questo modo, dei validissimi atleti vengono tenuti fermi in attesa che le donne facciano abbastanza strada, poi, quando le donne sono abbastanza avanti da non poter essere raggiunte, parte lo spettacolo ad uso mediatico: fra due ali di folla in visibilio, le concorrenti si avvicinano al traguardo e lo tagliano tra gli applausi. Alcuni chilometri più indietro, ci sono gli uomini che stanno realizzando tempi da primato, ma sono irrimediabilmente esclusi dalla sceneggiata; per loro, le signore, ciò che conta l'immagine, l'apparire, il trionfo: mica possono occuparsi di banalità come il cronometro!
Così i media possono dare la notizia in questo modo:
http://www.lastampa.it/2017/11/05/sport/atletica/maratona-di-new-york-dopo-anni-vince-unamericana-BrxZSffei5iNFIlpmJm2gI/pagina.html