Autore Topic: "Donne Vittoriose"  (Letto 187869 volte)

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Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #180 il: Novembre 28, 2017, 19:57:56 pm »
Citazione
Certo, le femministe (me compresa!) più agguerrite possono giustamente ribattere che le grandi donne possono essere grandi anche da sole, senza dover vivere all’ombra del proprio compagno, ma la frase in sé é positiva .

Sono o non sono fenomenali queste complessate ?
Dunque, una donna può essere "grande" anche "da sola"; un uomo no.  :D
Da prenderle a calci nel deretano.

Ma poi, come giustamente scrissero altri prima di me, se dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna :muro: (puttanata colossale; ma vabbè), consequenzialmente dietro ogni piccolo uomo dovrebbe esserci una mentecatta, quindi una piccola donna.
Inoltre, se dietro ogni grande donna può anche non esserci nessuno,  :D questo sta a significare che anche dietro ogni femmina deficiente non c'è nessuno.  :blink: 

... :doh:

Offline freethinker

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #181 il: Gennaio 06, 2018, 08:02:35 am »
Non so se sto postando nella sezione giusta, eventualmente spostate dove credete...

Recentemente ho dovuto forzatamente trascorrere qualche giorno rintanato in casa a causa di un malanno di stagione; mentre saltellavo tra un canale tv e l'altro, mi sono imbattuto in una telecronaca della maratona di New York, che devo dire è stata molto istruttiva e mi ha indotto ad alcune riflessioni.

Ormai la maratona di New York è divenuta una manifestazione oceanica: gli aspiranti partecipanti ormai sono in numero talmente elevato rispetto ai posti disponibili,  che si organizzano persino lotterie per estrarre a sorte il diritto ad iscriversi.
Il fatto che ci siano tanti partecipanti (parliamo di oltre 50000 persone) rende necessaria (così dicono gli esperti), una partenza a scaglioni (o, per dirla all'americana, “waves”). Ci sono “onde” che raggruppano dilettanti, onde che raggruppano professionisti, onde che raggruppano anziani o gente che corre in carrozzina da disabile, e via dicendo; naturalmente ci sono anche i gruppi corridori professionisti UU/DD, e qui viene il bello...
Logica vorrebbe che in una maratona, a partire per primi fossero i più veloci: cioè quelli che, in analoghe competizioni, hanno fatto registrare i tempi migliori, e poi via via tutti gli altri partecipanti. Anche da un punto di vista pratico, chi corre più veloce dovrebbe stare in pole-position (o quel che è).

E invece no!   
Il gruppo donne viene fatto partire 20 minuti prima del gruppo degli uomini: ora, se teniamo conto che il primo tra gli atleti uomini ha fatto quest'anno un tempo di 2:10: 53, mentre la prima donna classificata ha corso in 2:26:53, cioè  ha subito dal vincitore un distacco di 16 minuti, tutto diventa più chiaro.

In questo modo, dei validissimi atleti vengono tenuti fermi in attesa che le donne facciano abbastanza strada, poi, quando le donne sono abbastanza avanti da non poter essere raggiunte, parte  lo spettacolo ad uso mediatico: fra due ali di folla in visibilio, le concorrenti si avvicinano al traguardo e lo tagliano tra gli applausi. Alcuni chilometri più indietro, ci sono gli uomini che stanno  realizzando tempi  da primato,  ma sono irrimediabilmente esclusi dalla sceneggiata; per loro, le signore, ciò che conta l'immagine, l'apparire, il trionfo: mica possono occuparsi di banalità come il cronometro!

Così i media possono dare la notizia in questo modo:
http://www.lastampa.it/2017/11/05/sport/atletica/maratona-di-new-york-dopo-anni-vince-unamericana-BrxZSffei5iNFIlpmJm2gI/pagina.html
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline bluerosso

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #182 il: Gennaio 06, 2018, 10:32:26 am »
Hai postato nel posto giusto, un’analisi più che giusta.
Perfetta.
La cosa ridicola è che il risultato di tutto questo è la rappresentazione del femminile come una sorta di handicap, bisognoso di corsie di sorpasso. Esclusive e sgombre.
Pateticamente somiglianti a quelle rappresentazioni dei bambini prima delle gare agonistiche: “guarda come sono bravi!...clap…clap...clap!”

Ma siccome il culturame femministico è uso al doppio standard, eccoli sperticarsi, in parallelo, a decantare la parità (quando non la superiorità) femminea.

Vagina über alles!

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #183 il: Gennaio 21, 2018, 23:57:12 pm »
http://video.gazzetta.it/arianna-fontana-portabandiera-orgogliosa-segnale-tutte-donne/d5483ac2-b8b1-11e7-8129-5858f2326282

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Arianna Fontana portabandiera: "Orgogliosa, un segnale per tutte le donne"

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Ufficializzata al Coni la scelta della pattinatrice per PyeongChang 2018. "Credo che sia importante che io arrivi dopo Federica Pellegrini: noi donne siamo forti, senza di noi gli uomini sarebbero persi"

Son fatte con lo stampino: non ce n'è una che non ripeta come un mantra le solite vaginate.
Gli uomini son realmente l'ossessione di queste povere complessate, per le quali ogni occasione è buona per sputare veleno.
Non per niente mi è assolutamente impossibile tifare per le nostre connazionali.
Anche alle prossime Olimpiadi invernali tiferò solo ed esclusivamente per gli atleti italiani di sesso maschile.


Offline Cad.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #184 il: Gennaio 22, 2018, 00:41:37 am »
Mi chiedo cosa le divori lo stomaco, inconsciamente devono avere una effettiva percezione di inferiorità che la raccontano per poterci credere anche loro. E poi nessuno si azzarda a dirle che stanno raccontando scemenze (forse anche per tenerezza e non vederle piangere, o quasi).

Offline CLUBBER

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #185 il: Gennaio 22, 2018, 01:31:42 am »
http://video.gazzetta.it/arianna-fontana-portabandiera-orgogliosa-segnale-tutte-donne/d5483ac2-b8b1-11e7-8129-5858f2326282

Son fatte con lo stampino: non ce n'è una che non ripeta come un mantra le solite vaginate.
Gli uomini son realmente l'ossessione di queste povere complessate, per le quali ogni occasione è buona per sputare veleno.
Non per niente mi è assolutamente impossibile tifare per le nostre connazionali.
Anche alle prossime Olimpiadi invernali tiferò solo ed esclusivamente per gli atleti italiani di sesso maschile.
dello sport femminile non mi è mai importato niente già da ragazzino, con alcune eccezioni:in passato mi è capitato di seguire con piacere la ginnastica artistica femminile e la ginnastica ritmica...adesso,grazie a tutto il veleno che le atlete hanno sparso,ho perso anche quel poco interesse che avevo per quelle tipologie di sport(che ho sempre considerato,per loro natura,molto femminili).
come te,dei risultati sportivi delle atlete italiane,non me ne può fregar di meno.


Vivo da solo
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Alberto1986

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #186 il: Gennaio 22, 2018, 23:29:16 pm »
... inconsciamente devono avere una effettiva percezione di inferiorità che la raccontano per poterci credere anche loro....

La spiegazione è tutta qui: un incessante ed irrefrenabile senso di inferiorità nei confronti del sesso maschile, oltre ad una psiche profondamente labile. Le moderne femminucce occidentali devono auto-pomparsi continuamente e vivere in un mondo immaginario, per tirare a campare.... Il loro senso di inadeguatezza nell'essere nate femmine e nel confrontarsi con il sesso maschile, le divora dall'interno...

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #187 il: Febbraio 04, 2018, 19:13:39 pm »
Tanto per evidenziare una volta di più quanto le femminucce moderne - tipo la statunitense Vonn - siano ossessionate dagli uomini.

https://www.agi.it/sport/olimpiadi-invernali-2018/lindsay_vonn-3444592/news/2018-02-03/

Citazione
E’ la più vincente della storia a stelle a strisce. Ma è anche molto di più dei numeri e dei record. Intanto, è una bellissima donna col sorriso da attrice e le cicatrici del guerriero. Che, ostinato, dopo ogni sgambetto della fortuna, si rialza sempre e comunque, per abitudine, per orgoglio, per un sogno, e riparte, affamato di riscatto: “Il mio obiettivo non si chiama oro o Olimpiade, si chiama Stenmark, il suo record di 86 successi di Coppa, è quello il limite che ho in testa, la leggenda, il campione più forte di sempre, qualcosa di insuperabile e di indimenticabile”.

Ovviamente, la statunitense dimentica di evidenziare che se Stenmark avesse gareggiato contro le donne, anziché tra gli uomini, avrebbe vinto centinaia di gare e non "solo" 86.
Mentre lei, contro gli uomini, non non solo non ne avrebbe mai vinta una di gara, ma non sarebbe mai salita neppure sul podio.
Ragion per cui la suddetta potrà pure vincere 90 o 100 gare tra le donne; ma nei fatti non batterà mai il record dello svedese.
Trattasi di un "piccolo particolare" che nessun giornalista, tantomeno alcun sciatore (Stenmark compreso), fa notare alla complessata statunitense.


Citazione
Soprattutto con una motivazione extra, gareggiare con gli uomini, un vecchio pallino femminista che la statunitense rilancia da anni. “Mi sono sempre allenata con gli uomini, mi diverto tantissimo, sono super stimolata e riesco a dare il cento per cento. Perché non posso anche gareggiare contro di loro?”. La biondona ruba ancora ai miti del tennis: “A parte la mia soddisfazione personale, se vediamo la questione da una prospettiva più ampia, quello che Billie Jean King ha fatto ha avuto un impatto enorme e duraturo. Dobbiamo continuare a spingere avanti le donne nello sport”.

Perfetto.
E allora perché un campione di sesso maschile non potrebbe e non dovrebbe gareggiare contro le donne?

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #188 il: Febbraio 04, 2018, 21:19:44 pm »
Ma in soldoni qual è l'utilità (e la necessità) sociale dello sport professionistico femminile (a parte specialità come ginnastica e pattinaggio)?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #189 il: Febbraio 04, 2018, 22:36:46 pm »
Ma in soldoni qual è l'utilità (e la necessità) sociale dello sport professionistico femminile (a parte specialità come ginnastica e pattinaggio)?
Ridurre il periodo di fertilità e mascolinizzare la donna... oggi per esempio la rai invece di far vedere il Sei Nazioni di rugby, uno degli sport virili per eccellenza, ha proposto calcio femminile... già quello maschile fa pena, figurarsi quando giocano le donne.
Ma più le donne fanno sport, studiano e pensano alla carriera, meno fanno figli.
« Ultima modifica: Febbraio 04, 2018, 22:49:05 pm da Duca »

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #190 il: Febbraio 05, 2018, 01:21:50 am »
Ma in soldoni qual è l'utilità (e la necessità) sociale dello sport professionistico femminile (a parte specialità come ginnastica e pattinaggio)?

Ti ha già risposto Duca.  :cool:
Personalmente non mi interesserebbe nulla del fatto che le donne vogliano fare questo o quell'altro sport, se non fosse che ogni 2x3 c'è chi se ne esce fuori con assurdi paragoni tra lo sport maschile e quello femminile, considerando che il primo è... la serie A, il secondo la serie B.  :alien:
Anche il continuo sbraitare della Vonn è insopportabile, considerando che secondo gli esperti in materia di sci, su una pista facile come Lake Louis (dove la statunitense ha vinto in numerose occasioni) la suddetta beccherebbe almeno 4,5 secondi dai migliori sciatori di sesso maschile.
Figuriamoci su una pista prettamente maschile...
Tra l'altro c'è pure chi in un recente passato ha fatto giustamente notare* che i paragoni tra atleti di epoche diverse, lasciano il tempo che trovano (per tutta una serie di ragioni), figuriamoci quelli tra i due sessi (aggiungo io).

@@

*
https://www.gqitalia.it/sport/altri-sport/2015/01/20/sci-il-record-di-lindsey-vonn-annemarie-proell/

Citazione
20.1.15

di Paolo Viberti


La bionda del Minnesota lunedì scorso a Cortina ha spodestato un’icona austriaca dal trono delle pluri-vincitrici in prove di Coppa del Mondo di sci: Lindsey Kildow Vonn ha toccato quota 63 successi, lasciando Annemarie Moser Proell a 62. Ma chi è la più forte? Come sempre, l’accostamento di atleti appartenenti a epoche diverse finisce per essere un esercizio più emotivo, che logico.

Citazione
Sto con la Proell perché quest’ultima non aveva a disposizione i superG, che allora non esistevano. Più completa, Annemarie, perché capace di spalmare le sue vittorie in modo poliedrico, con 36 discese, 16 giganti, 3 slalom e 7 combinate. Di giganti invece Lindsey ne ha conquistati soltanto 3, più 2 slalom e 5 combinate. Ma a fare la differenza, guarda caso, sono stati proprio i 20 superG vinti dall’americana. E poi, dai tempi della Proell a quelli della Vonn, lo sci è cambiato moltissimo: una volta contava assai di più l’estro dell’atleta, mentre oggi i materiali possono fare la differenza. E sotto questo profilo, la Vonn è sorretta dalla “corazzata” Red Bull, che convince a suon di euro/dollari i migliori atleti in circolazione ad avvalersi di strutture e di centri di preparazione di primissima qualità.


Citazione
Concludo con un’equazione. Moser Proell sta alla Vonn come Miller sta a Raich. Che si legge così: l’americana Vonn è un mostro di preparazione e di dedizione allo sci, esattamente come l’austriaco Benni Raich. Ma se anche l’americano Bode Miller e l’austriaca Annemarie Moser Proell avessero fatto altrettanto, invece di concedersi spesso e volentieri umanissime… digressioni sul tema, be’, oggi la Proell avrebbe almeno 85 vittorie in Coppa e crazy-Bode sarebbe diventato il più importante sciatore di tutti i tempi.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #191 il: Febbraio 05, 2018, 01:44:47 am »
Ovviamente, la statunitense dimentica di evidenziare che se Stenmark avesse gareggiato contro le donne, anziché tra gli uomini, avrebbe vinto centinaia di gare e non "solo" 86.
Mentre lei, contro gli uomini, non solo non ne avrebbe mai vinta una di gara, ma non sarebbe mai salita neppure sul podio.
Ragion per cui la suddetta potrà pure vincere 90 o 100 gare tra le donne; ma nei fatti non batterà mai il record dello svedese.
Trattasi di un "piccolo particolare" che nessun giornalista, tantomeno alcun sciatore (Stenmark compreso), fa notare alla complessata statunitense.

Citazione
Tra l'altro c'è pure chi in un recente passato ha fatto giustamente notare* che i paragoni tra atleti di epoche diverse, lasciano il tempo che trovano (per tutta una serie di ragioni), figuriamoci quelli tra i due sessi (aggiungo io).

http://www.lastampa.it/2017/02/14/multimedia/sport/sci/scambio-di-battute-tra-i-due-assi-dello-sci-lindsey-vonn-e-ingemar-stenmark-p7ZA102K6qAMjFZttAS98L/pagina.html

Citazione
14/02/2017
ALBERTO DOLFIN
SANKT MORITZ

Metti due leggende dello sci nella stessa stanza. Lindsey Vonn e Ingemar Stenmark si sono incontrati ieri nell’ambito dell’evento organizzato dall’azienda di abbigliamento statunitense Under Armour all’Hotel Waldhaus am See, che si trova lungo il lago ghiacciato di Sankt Moritz. Un fitto scambio di battute tra i due assi di epoche diverse con l’americana che detiene il record di vittorie in Coppa del Mondo tra le donne (77) e lo svedese che, invece, domina nella graduatoria maschile all-time (86). Grande gioia per la Vonn nell’incontrare per la seconda volta (i due si erano incrociati un anno fa a Stoccolma) colui al quale vuole strappare il primato quale più vincente di sempre senza distinzioni di sesso.

«All’inizio volevo provare a vincere la Coppa del Mondo assoluta, ma dopo che hanno cambiato le regole, non potevo più conquistarla e così ho cercato di concentrarmi sul vincere più gare possibili e sul farlo con margini sempre più ampi– racconta Stenmark -. E certo non mi sarei mai aspettato che una donna avrebbe potuto avvicinare il mio primato, ma lei è troppo brava».

«No… – ribatte umilmente la Vonn, che poi risponde alla provocazione dell’asso lappone che le chiede se le sarebbe piaciuto sciare ai suoi tempi -. Non scherziamo. Voi avevate quegli attacchi degli sci così pericolosi che sembravano delle trappole per orsi. Magari avrei potuto vincere qualche slalom, ma la discesa era una sfida da folli, in cui si rischiava di morire. Niente reti di protezioni e per me sarebbe stato disastroso, dato che mi schianto sempre».

Stenmark, invece, è di altro avviso: «Mi sarebbe piaciuto gareggiare in quest’epoca. Mi trovo bene con gli sci moderni ed è più facile condurli. Sì, sono convinto che sia più semplice sciare, ma più difficile vincere perché anche i materiali fanno la differenza».

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #192 il: Febbraio 05, 2018, 02:00:34 am »
Ma in soldoni qual è l'utilità (e la necessità) sociale dello sport professionistico femminile (a parte specialità come ginnastica e pattinaggio)?

Pattinaggio e soprattutto ginnastica artistica* sono alcuni degli sport praticati da donne che mi piace guardare.
Mentre mi vien da vomitare  :sick: (si fa per dire) quando le vedo gonfiarsi di botte su un ring o in un ottagono.

@@

* Nadia Comaneci mi piace tuttora guardarla.


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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #193 il: Febbraio 16, 2018, 07:23:14 am »
Ennesima dimostrazione di stupidità femminile e del perché non mi è possibile tifare per nostre complessatissime connazionali.

http://www.corriere.it/sport/olimpiadi-invernali-2018/notizie/olimpiadi-michela-moioli-snowboard-cross-7e5d107a-12d4-11e8-bbf7-75f50a916419.shtml

Citazione
Olimpiadi 2018, Michela Moioli oro nello snowboard cross
La 22enne bergamasca ha vinto l’oro, il secondo per l’Italia. Quattro anni fa a Sochi era caduta
di Gaia Piccardi, inviata a Pyeongchang


PYEONGCHANG Treccia d’oro, quattro anni dopo, mantiene ciò che aveva promesso. Michela Moioli, bergamasca, 22 anni, regala all’Italia il secondo oro della spedizione in Corea del Sud (dopo quello bellissimo di Arianna Fontana nei 500 m di short track), il primo della storia nostrana nello snowboard, dominando le avversarie nella specialità del cross, che consiste nel buttarsi giù a rotta di collo per un dislivello di 228 metri sopravvivendo a una raffica di salti.

«Un sogno»

«Un sogno che mi ripaga di tutto» dice Michela tra le lacrime al traguardo, ha battuto la 16enne francese Pereira de Sousa e la ceca Samkova, ha sbranato la gara sin dalla prima run e adesso può finalmente alzare la braccia al cielo. E poi spiega: «Le donne sono le donne, abbiamo una marcia in più. Aver visto vincere Arianna (Fontana ndr) mi ha dato la carica e mi sono detta: non voglio argento o bronzo, io sono qui per l’oro». La giovane sorride e si commuove insieme parlando dello storico oro nello snowboardcross conquistato al Phoenix snow park ai Giochi di PyeongChang. Ripete di non «aver vinto per caso, l’obiettivo ora è ripetersi e vincere la coppa del mondo». Ma la vigilia l’aveva vissuta con paura: «Avevo visto la gara degli uomini e avevo avuto paura: ieri sera ho pianto, poi sotto la doccia mi sono fatta un discorso automotivante, sono stata a cena con la mia famiglia e ho dormito serena. E oggi è stato tutto perfetto». Tra i primi pensieri c’è proprio la famiglia. come spiega con le lacrime agli occhi: «La dedica di questa medaglia va a loro, perché da loro è partito tutto. Li volevo tutti qui, a festeggiare o piangere, ma ho preteso che fossero qui: mia mamma e mia sorella che si è appena sposata e mi aveva detto che il viaggio era impegnativo, costava troppo. Ve lo pago io, ma dovete stare con me le ho detto. Ed è stata una delle scelte più belle della mia vita».
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La pista

L’Olimpiade di Pyeongchang per un giorno è ai piedi di questa ragazza italiana atletica e preparata, niente a che vedere con la cultura popolare (americana) del surfer sballato e dalla vita sregolata, come ci tiene a sottolineare il d.s. azzurro Cesare Pisoni: «I nostri snowboarder sono atleti veri, seri e professionali, che non hanno niente a che vedere con gli acrobati sballoni che ci ha tramandato l’America». La pista del cross, che ieri nella gara maschile aveva mandato all’ospedale 11 atleti su 40, è stata modificata. Pisoni ci va giù pesante: «L’avevano disegnata gli americani, che vogliono il sangue. E l’hanno avuto. Vergognoso, inaccettabile: abbiamo preteso che venissero modificati i salti. Per noi la priorità degli atleti è la precedenza»- Sana e salva in fondo alla vertigine bianca, Michela è il ritratto della felicità. Quattro anni fa, in finale (18enne) ai Giochi di Sochi, era caduta per colpa di un’avversaria rompendosi i legamenti del ginocchio. Un’Olimpiade finita all’ospedale. Questa di Pyeongchang invece finirà a Casa Italia per la festa di rito. E a quel punto un sorso di spumante sarà, finalmente, ammesso.
16 febbraio 2018 (modifica il 16 febbraio 2018 | 06:49)
© RIPRODUZIONE RISERVATA


Michela Moioli

Citazione
«Le donne sono le donne, abbiamo una marcia in più.

Cosa cazzo c'entra affermare che "le donne hanno una marcia in più", in una gara tra femmine e su una pista più facile di quella maschile, lo sa solo lei (e le complessate come lei).

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Citazione
La pista del cross, che ieri nella gara maschile aveva mandato all’ospedale 11 atleti su 40, è stata modificata

Per inciso: tra gli uomini è anche più difficile vincere, perché il livello medio è più elevato.
La stessa complessata Moioli lo aveva sottolineato un paio di giorni fa.
All'idiozia femminile non c'è limite né cura.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #194 il: Febbraio 16, 2018, 19:48:35 pm »
Tra l'altro, il lato comico di questa ridicola storia, è che nel momento in cui una femmina di una tot nazione vince una medaglia d'oro, per forza di cose un'altra femmina di un'altra nazione la perde.
Idem per i maschi che gareggiano contro altri maschi.

Un altro particolare che va sottolineato e di cui ho già parlato in passato, è che una medaglia d'oro femminile, non ha lo stesso peso specifico di una medaglia d'oro maschile.
Il motivo è ovvio: se le gare fossero miste,* anziché divise in base al sesso, Moioli e tutta la compagnia cantante femminile non vincerebbe(ro) neppure una medaglia di legno.
Mentre atleti di sesso maschile, che tra gli uomini vengono soventemente bastonati, farebbero incetta di medaglie tra le donne.
Trattasi di ovvietà di cui in altre epoche non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di discutere.
Ma siccome oggigiorno bisogna spiegare anche l'ovvio, allora è giusto rimarcarlo.


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PS: questo è un tre volte campione olimpico,
https://it.wikipedia.org/wiki/Shaun_White
che secondo le tesi di Michela Moioli, avrebbe... "una marcia in meno ".
Mentre in realtà è l'esatto contrario.
Nello sport sono gli uomini ad avere una marcia in più.

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*
Ad esempio: un mio conoscente, ex lottatore ormai ultra settantenne, anni fa (quando aveva ancora 60 anni) lottò in palestra con una campionessa italiana di lotta libera, che all'epoca aveva intorno ai 25 anni.
Beh, sapete come finì?
Che lei ne prese tante.
Da un 60enne.