Autore Topic: "Donne Vittoriose"  (Letto 187583 volte)

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Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #420 il: Giugno 21, 2019, 09:39:28 am »
Ne parlano ogni minuto, a reti unificate!
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #421 il: Giugno 22, 2019, 10:40:28 am »
Non so voi, ma 'sta minchiata del mondiale femminile mi ha rotto i maroni in modo totale... 'ste mezze seghe sono ogni momento su media e reti sociali, non se ne può più! :sick:

Ovvio, perché come già sai non si tratta di un evento sportivo, bensì di una guerra mediatica femminista, alla quale le calciatrici (italiane e non) si prestano più che volentieri, spalleggiate come sono dalle loro commissariesse (Bertolini docet), ed ovviamente dai media, senza i quali tale propaganda non potrebbe esistere.
Nel caso delle statunitensi poi, va detto che le suddette son proprio parte attiva di questa guerra. *
C'è poco da fare: le donne son totalmente incapaci di portare reali innovazioni e miglioramenti.
C'è solo una cosa in cui son veramente delle "fuoriclasse": nel rompere i coglioni.


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Tanto per evidenziare ulteriormente l'inferiorità del calcio e dello sport femminile in genere, rispetto a quello maschile, di recente Evelina Christillin ha chiesto campi più corti, porte più piccole e tempi inferiori.
Trattasi di un’idea nata dal paragone con altri sport professionistici che si sono declinati al femminile per ovviare alle differenze fisiche: la statura, la lunghezza degli arti, la massa grassa* in proporzione a quella magra (* maggiore nelle donne), la frequenza cardiaca, la capacità polmonare sono elementi che determinano un vantaggio netto negli uomini.
Nel tennis, le finali delle donne si giocano al meglio dei tre set e non dei cinque, nel basket la palla è più piccola così come nella pallavolo la rete è più bassa, etc etc.

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https://www.corriere.it/sport/19_giugno_17/03-sport-f2dcorriere-web-sezioni-5d63f6fe-90c8-11e9-800d-4c08a8e6b4ca.shtml

Citazione
Mondiali femminili: ora le calciatrici vogliono più soldi e più rispetto
E a chi vuole ridurre il campo e le dimensioni delle porte rispondono: non se ne parla
di Gaia Piccardi, inviata a Valenciennes
Mondiali femminili: ora le calciatrici vogliono più soldi e più rispetto

Nessuna delle 552 calciatrici impegnate al Mondiale è venuta in Francia solo per giocare a calcio. Ogni traversone è una raccomandata con ricevuta di ritorno: vogliamo essere trattate come i calciatori, chiediamo più soldi, esigiamo rispetto. Gli Usa di Alex Morgan 95 giorni prima del torneo hanno fatto causa per discriminazione di genere alla Federazione statunitense, le argentine combattono per vedersi riconosciuta una diaria decente (8,50 dollari attualmente), la stella norvegese Ada Hegerberg è rimasta a casa per protesta e la compagnia delle celestine, nel suo piccolo, lotta per il premio più grande: uscire dal ghetto del dilettantismo e approdare allo status di professioniste dello sport.

Ogni conquista ha un prezzo, però. E quello che le ragazze del Mondiale devono pagare è l’eterno dibattito su un calcio non all’altezza (all’altezza di chi?), rilanciato sulle pagine del Times da una donna, Emma Hayes, manager della squadra femminile del Chelsea: «Le cestiste usano una palla di dimensioni inferiori, proporzionata alle loro mani, le ostacoliste saltano ostacoli più bassi, le pallavoliste utilizzano una rete meno alta di quella degli uomini, le tenniste giocano due set su tre anziché tre su cinque. Perché mai dovrebbe essere sessista chiedere per le calciatrici un campo più piccolo e porte ridotte?». Potrebbe forse essere d’accordo il portiere della Thailandia, Sukanya Chor Charoenying, 31 anni e 165 cm d’altezza sprofondati nell’immensità di due pali lontani tra loro 7,32 m, un pulcino sotto una traversa alta 2,24 da terra. Diciotto gol incassati in 180 minuti (13 dagli Usa e 5 ieri dalla Svezia) depongono a favore di un’urgente revisione delle regole, ma anche di una più equa distribuzione dei fondi ai Paesi emergenti se la Fifa vuole mantenere un Mondiale a 24 squadre (eccome, se lo vuole). Però Laura Giuliani, numero uno dell’Italia e titolare del ruolo più esposto a critiche nel calcio femminile, è assolutamente contraria a campi e porte mignon («Abbiamo imparato a giocare così, sarebbe sbagliatissimo cambiare: il calcio, uomini o donne, è uguale per tutti») e 552 giocatrici al Mondiale meno una (Sukanya Chor Charoenying) sono pronte a schierarsi al suo fianco.

Offline Warlordmaniac

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #422 il: Giugno 23, 2019, 14:26:08 pm »
Perché non un campo più piccolo? Madonna che cervello!
Per fare gli stadi ci vogliono soldi e anche tanti. I campi più piccoli sono quelli delle categorie minori che quindi non hanno gli spalti adeguati ad una partita di serie A o serie B maschile. Quindi già solo il chiedere di giocare in quei campi significa ammettere che non ci potranno essere gli spettatori dei calciatori pari categoria, a cui le calciatrici mirano nelle paghe.

Aggiungo un'altra cosa per rinforzare quello che ho detto: è vero che nella pallacanestro femminile il pallone è diverso ma i canestri sono come quelli maschili. Motivazione? Semplicemente che i canestri sono quelli e sarebbe comodo metterne altri ogni volta che si cambia categoria. Bisogna tenere conto che non tutte le società sono di serie A e navigano nell'oro.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #423 il: Giugno 23, 2019, 15:42:08 pm »
Aggiungo un'altra cosa per rinforzare quello che ho detto: è vero che nella pallacanestro femminile il pallone è diverso ma i canestri sono come quelli maschili. Motivazione? Semplicemente che i canestri sono quelli e sarebbe comodo metterne altri ogni volta che si cambia categoria. Bisogna tenere conto che non tutte le società sono di serie A e navigano nell'oro.

Appunto.
Ed è per questo che sarebbe bello e interessante vedere finalmente delle donne col grano che finanziano* lo sport femminile e... maschile.


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* Campa cavallo ché l'erba cresce.
Ma vabbe'...

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #424 il: Giugno 24, 2019, 01:11:53 am »
https://sportthinking.it/2018/07/04/calcio-femminile-e-sport-management-4-0/?fbclid=IwAR0RIP710q4oHmncz9bM0-aAMlgZuy7WQLwMmqEd9zT9Nr-6xiSMjQ_tb3w

Citazione
SPORT MARKETING  4 Luglio 2018
Calcio Femminile: le nuove sfumature rosa dello Sport Marketing 4.0
di Fabio Lalli
Dai una palla a una ragazza e avrai un giocatore di calcio, diceva un tweet pubblicato lo scorso marzo sul profilo ufficiale del Manchester City. E, in effetti, la sostanza è tutta qui: dietro i numeri in crescita, dietro un fenomeno che è ancora in divenire, dietro a tanta retorica – di cui pure non possiamo fare a meno – , c’è prima di tutto questo: una ragazza, undici ragazze, e un pallone da calcio.

La popolarità del calcio femminile continua a crescere – coinvolgendo sempre più donne di varie età -, soprattutto dopo che l’anno scorso si è svolto, in Olanda, il più grande Campionato Europeo femminile della storia: l’evento ha registrato un doppio record di pubblico, in stadio e a casa, segnando una tappa importantissima nella storia di questo sport. Il 2017 è stato anche l’anno in cui la UEFA ha dichiarato una crescita – relativamente alle ragazze e alle donne iscritte nelle 55 federazioni affiliate – del 7,5% con cifre e proiezioni in aumento per quest’anno e i successivi.

Dopo il successo nei Paesi Bassi sarà l’Inghilterra ad ospitare, nel 2021, i prossimi Europei femminili. E non è difficile comprendere perché: è in Inghilterra, più che in ogni altra nazione europea, che questo sport sta incontrando il consenso e l’interesse del grande pubblico sia sui social media che sui canali TV dedicati. Interesse su cui la Football Association ha dirottato cifre milionarie, allo scopo di finanziare una serie di nuove iniziative che avranno un impatto significativo su tutto il calcio inglese.

Nel frattempo, nel nostro Paese, si è da poco spenta l’eco dello scudetto vinto dalla Juventus Women che, guidata da Rita Guarino – riconfermata sulla panchina per il prossimo anno – è stata protagonista di una lotta serrata e appassionante, proprio come quella sostenuta da Dybala e dai suoi compagni. Anche se il campionato è appena finito, si parla già di nuovi obiettivi: la Juventus in rosa avrà la possibilità di giocarsi la Champions League il prossimo anno, proprio in virtù del risultato ottenuto: una possibilità che apre a nuove entusiasmanti prospettive. E, se alla Juventus non dormono sugli allori, la stessa cosa si può dire del Milan: è di pochi giorni fa la notizia che Carolina Morace – allenatrice ed ex calciatrice – sarà seduta sulla panchina della squadra femminile.

“L’Italia, rispetto agli altri paesi, è dietro di circa 20 anni. Ma siamo famosi per la cultura del dettaglio. Il Milan può dare moltissimo sotto questo punto di vista, perché sa cosa va fatto per vincere“ ha dichiarato la Morace, proponendo un modello nuovo – in cui il femminile ha un contatto diretto con l’amministratore delegato – che renderà il Milan un punto di riferimento per altre società. Sostenendo un movimento che, già oggi, a differenza di quello maschile, porterà il tricolore al prossimo Mondiale, che si giocherà nel 2019 in Francia.

Calcio femminile: un nuovo target
Il calcio, dunque, è donna, e c’è un enorme pubblico pronto a recepire questo messaggio, lesto a spostare gli equilibri dell’attenzione sul calcio femminile: un capitale fatto di interesse che è arrivato il momento di far fruttare. Viviamo in un’era in cui l’esposizione mediatica ha raggiunto i suoi livelli più alti aprendo allo sport una possibilità di espressione – e di produzione di contenuti – mai viste: il calcio femminile si colloca nell’universo dello Sport 4.0 come voce necessaria, complementare e vitale di un apparato che ha bisogno di sempre nuove risorse vitali.

E di contenuti.

Interessante è notare come siano stati spazzati via, in poco tempo, anni di diffidenza, per non dire di silenzio, nei confronti di questo sport. Non che il calcio femminile sia un’invenzione moderna: le sue radici sono antiche e profondamente radicate, tuttavia i percorsi e le sorti sono diverse, rispetto al calcio maschile. Paradossalmente l’atteggiamento più equo nei confronti di questo sport viene proprio dagli Stati Uniti e, cioè, da dove il calcio non è considerato uno sport nazionalpopolare: in America le squadre femminili non sono in ‘soggezione’ rispetto alle squadre maschili, quando si parla di popolarità o investimenti. Al contrario, nei paesi in cui il calcio è più seguito, si è fatta sempre sentire la mancanza di una cultura economica specifica, mancanza che si è tradotta in una patologica anemia di investimenti che ha recato danno tanto allo sport quanto al business.

Tuttavia – e per fortuna – gli scenari cambiano. In nome dell’etica, del progresso e, perché no, anche di un potenziale commerciale da sfruttare che questo sport possiede. Come espressione di modernità, il calcio femminile si inserisce bene nello stile di vita contemporaneo: proprio perché rappresenta i valori della modernità e usa – deve usare – un tono di voce diverso quando si tratta di marketing e comunicazione, che può rappresentare la chiave per il coinvolgimento di nuove fasce di consumatori.

calcio femminile e sport management 4.0
Calcio femminile: valori e valore
La crescita di questo sport, le potenzialità in esso insite, lo qualificano come un valore su cui puntare e da cui la Sport Industry 4.0 non può più prescindere se non ne vuole pagare il dazio in un futuro prossimo. Prima di tutto perché la ricerca e la promozione della parità di genere sono tra le esigenze più importanti e sentite della nostra epoca: i marchi che preferiranno adottare un atteggiamento più impegnato in questo senso saranno, giocoforza, anche quelli ricompensati dalla conquista di uno dei target più ambiti della società, dal punto di vista economico.

Le donne.

L‘economia femminile è in rapido sviluppo: sempre più donne svolgono un lavoro e gestiscono entrate indipendenti, anche in seno alle famiglie, senza contare che sono in aumento i nuclei familiari gestiti da donne single o che rivestono il ruolo del tradizionale capofamiglia. Hanno aumentato prepotentemente la loro stabilità finanziaria – e ridotto il divario rispetto all’uomo – ottenendo un enorme potere d’acquisto e questo vale anche per quanto riguarda lo sport. Ignorarlo potrebbe rivelarsi, in futuro, una pessima mossa per i brand. Molti grandi marchi sportivi – tra cui Nike e Adidas – hanno imparato la lezione molto in fretta e hanno puntato sul calcio femminile. Per i prossimi Europei, per esempio, la Nike ha realizzato le maglie per la squadra olandese: su di esse era impressa la sagoma di una leonessa, a simboleggiare il coraggio delle donne, e, un altro gesto importante, è stato quello di mettere in vendita, negli Stati Uniti, le magliette delle giocatrici anche in taglie da uomo.

Il calcio femminile rappresenta un ventaglio di opportunità che si aprono agli sponsor, anche a quelli non per forza legati al mondo dello sport o del calcio: ispirare le donne a far parte di un cambiamento, ad abbattere le barriere sociali e a sfidare gli stereotipi facendo ciò che amano, soprattutto, è il messaggio che ha inteso veicolare Avon come main sponsor del Liverpool Ladies Football Club, diventando, di fatto, il primo grande brand tutto al femminile a sponsorizzare una squadra di calcio di un certo livello. Anche in questo caso, quindi, la campagna si è adornata di ideologia: Avon, infatti, a sostegno della stessa, ha commissionato un rapporto da cui è risultato che le donne hanno quattro volte più probabilità degli uomini di dire di aver subito degli impedimenti nella loro carriera, a causa del loro genere.

Nuove aree di crescita in un mercato già saturo o vicino alla saturazione: questo il calcio femminile sta cominciando a rappresentare per sponsor e partner commerciali, sempre più attratti dagli alti livelli di sviluppo che ha raggiunto.

Calcio femminile: l’identità e i social media
Per le squadre è fondamentale promuovere il calcio femminile annullando il divario che lo separa da quello maschile. Per farlo, è necessario porre l’accento non più sulle differenze, ma sulle uguaglianze: passione, abilità, emozione, sono concetti che trovano la loro espressione ovunque venga calciata una palla, al di là del genere. È fondamentale che il pubblico percepisca questo messaggio, è determinante soprattutto per uno sport che, una volta conquistato il suo posto al sole, sta lottando per tenerselo e per rendere più solidi la propria posizione e il proprio futuro.


Il ruolo chiave nel portare al pubblico questo messaggio è ovviamente affidato ai social media, che rappresentano un ponte diretto e disintermediato tra club e fan. Esemplare, in tal senso, è la campagna lanciata lo scorso gennaio dai Citizens, “Same City, Same Passion”, che ha segnato l’unione dei canali social media maschili e femminili del club.

“Same City, Same Passion è stata creata per sottolineare che le similitudini tra calcio maschile e femminile sono molto più grandi delle differenze e, indipendentemente da chi gioca, è solo calcio. La fusione dei canali social come parte di questa campagna ci offre un’opportunità unica per aumentare la visibilità del nostro team femminile e per offrire ai nostri sostenitori la possibilità di godere dell’emozione e della passione che caratterizza ogni squadra del Manchester City” ha dichiarato Omar Berrada, Chief Operating Officer del Club inglese allenato da Guardiola.

Il successo della prima campagna è stato bissato a marzo con l’iniziativa #SameGoals: l’aver raggiunto la posizione più alta di sempre – per la precisione anche la posizione più alta mai raggiunta da una squadra inglese – nella classifica mondiale della FIFA, ha visto il calcio femminile aumentare di molto il suo appeal sul pubblico. Talenti internazionali, squadra affiatata e in grado di combattere ai vertici un’entusiasmante battaglia con il Chelsea, conclusasi solo a fine stagione: non c’è da meravigliarsi se la società stia sta spingendo forte per cavalcare l’onda più alta e unire, in un destino mediatico condiviso, calcio femminile e calcio maschile.

Con #SameGoals si è cercato di riprodurre sui social quell’atmosfera che molti di noi hanno ancora bene in mente dall’infanzia: un parco dove giocare, una palla e tutti che provano a divertirsi. Il senso del messaggio è che chiunque può divertirsi dove vuole. Con un video, le ragazze sono state invitate a diventare parte attiva di tutto questo: riprendendosi mentre giocano a calcio, segnano un gol e poi esultano. Nessun limite alla fantasia nell’uso dei palloni o in quale porta tirare, proprio come da bambini: per ogni video ricevuto il Manchester ha inviato un pallone ufficiale della squadra. In questo modo, i social si sono fatti veicolo di un messaggio profondo: ispirare una futura generazione di giocatrici e fan, e, il Manchester, ha compiuto un passo molto importante, come club, ponendosi come punto di riferimento.

Tanto divario da colmare, tante similitudini da sottolineare, dicevamo. Eppure, se da un lato il riscatto del calcio femminile passa attraverso la rivendicazione di una parità con quello maschile, non cadiamo nelle sabbie mobili delle facili assimilazioni: il calcio femminile ha il diritto e la possibilità di affermare una propria identità – come succede per altri sport – con il suo linguaggio e le sue figure. A tal proposito vale la pena ricordare che la UEFA ha separato i diritti di sponsorizzazione femminili da quelli maschili proprio allo scopo di attirare un pubblico diversificato, a cui parlare in termini diversi e pronto – a sua volta – a percepire il calcio in maniera differente.


Calcio femminile: girl influencer, comunicazione e opportunità di business
Aumentare la partecipazione di ragazze al calcio facendo leva sulla spinta esercitata dalle giocatrici nella veste di sport influencer: è questa la strategia messa in atto dalla UEFA attraverso la sua ultima serie di vlog che hanno mostrato alle supporter adolescenti il calcio come stile di vita.

La campagna Press Play fa parte dell’iniziativa UEFA ‘Together #WePlayStrong’ – incentrata sui benefici fisici, emotivi e psicologici del calcio femminile – e si concentra sulla figura e sullo stile di vita di quattro calciatrici: l’attaccante scozzese dell’Arsenal Lisa Evans, l’attaccante tedesca dell’FC Basel Eunice Beckmann, e le austriache Sarah Zadrazil e Laura Feiersinger, attualmente reclutate nei club tedeschi FFC Turbine Potsdam e SC Sand.

L’utilizzo della tecnologia è un tramite fondamentale tra il calcio femminile e le adolescenti, soprattutto quando lo scopo concreto è quello di aumentare il numero delle donne impegnate. “I social media stanno prendendo il sopravvento ed è la cosa più importante per attrarre le persone a qualsiasi cosa – notizie, sport o divertimento. Instagram, Snapchat, YouTube, sono i mercati in crescita per adolescenti. Quindi usarli è un modo per raggiungere la fascia di età che stiamo prendendo di mira e, si spera, li incoraggi a giocare a calcio ” ha sottolineato Linda Evans.

E la giocatrice, fuori dal campo, interpreta il ruolo di vlogger per il canale YouTube UEFA per mostrare alle persone quello che serve per essere una professionista: dall’addestramento ai giorni della partita, dalla dieta al fitness, per poi passare a momenti di vita quotidiana. Far comprendere ad altre ragazze com’è la vita da atlete di professione e ispirarle, se possibile, a intraprendere lo stesso percorso. La promozione dei valori e degli atteggiamenti positivi sta maturando, come conseguenza, una più solida fanbase che, a sua volta, diventerà terreno fertile per sponsor e finanziamenti, in funzione di alcune valutazioni che gli sport manager 4.0 sono chiamati a fare:

Il successo del calcio femminile deve essere sfruttato in maniera intelligente dalle leghe e dalle federazioni. È necessario che le opportunità commerciali vengano esplorate in maniera sempre più approfondita e, soprattutto, separatamente rispetto al gioco maschile. Sicuramente, un ruolo importante, sarà giocato dagli eventi dal vivo: più frequenti e più vicini alle città – addirittura ai loro centri – lì dove c’è la gente e non lontano da essa.

 È fondamentale che i brand si rendano conto appieno del potenziale economico del segmento femminile anche nello sport, e che adeguino funzionalmente le loro strategie. È altresì necessario fare scelte impegnate – ad esempio riconoscere che il calcio femminile ha abbastanza forza per stare in piedi nel mercato sulle sue gambe – e investire di conseguenza. Ignorare verità come questa potrebbe significare un’enorme perdita futura.

 Come in ogni sport, l’eccellenza tecnica è la chiave per aggiungere o accrescere il valore commerciale: anche in questo caso il futuro del calcio femminile è chiaro ed è segnato da un percorso di sviluppo con standard sempre più alti che non possono prescindere da risorse investite da parte dei club, per migliorare il livello individuale e collettivo, aumentando il livello di attrazione dello spettacolo.

Ecco perché, non è più solo una previsione, lo sport management 4.0 avrà sfumature rosa da declinare.

E da monetizzare.

 Fabio Lalli
AUTORE / FABIO LALLI

CEO di IQUII, digital company specializzata in progetti Mobile, Wearable, Internet of Things e strategie digitali, e di IQUII Sport, unit orientata sullo sport con focus su Sport Marketing, Sport Technology, Fan Engagement, Insight e Report. Docente all’Università di Perugia in human computer interaction, ha insegnato ed insegna presso IED e ilSole24ore. Da sempre appassionato di innovazione digitale, attualmente immerso nell'esplorazione e nello studio di nuove esperienze ed opportunità legate a Internet of Everything, Sport Tech e Data Monetization.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #425 il: Giugno 24, 2019, 01:18:08 am »
Vedi, il punto non è tanto chi lo seguirà, bensì tutta la propaganda mediatica femminil femminista che tale evento si porta dietro.
Perché il punto è proprio questo: il calcio, come lo sport in genere, altro non è che l'ultima frontiera delle eterne complessate e del femminismo, perennemente supportato dagli evirati mentali di sesso maschile che infestano i media.
Ossia, questi mondiali femminili non sono (e non saranno) un semplice evento sportivo, bensì una "guerra femminista non ufficialmente dichiarata" verso gli uomini e tutto ciò che è maschile.
Vicus, siamo in guerra (anche se si tratta di una guerra immateriale, quindi invisibile alla massa), c'è poco da fare.

@@

PS: naturalmente puoi pure star certo che nessuna calciatrice o allenatrice (Bertolini docet...) chiederà mai di poter sfidare le nazionali maschili, magari in un torneo mondiale del tipo:
"Le migliori dieci squadre maschili contro le migliori dieci squadre femminili"...

(Campa cavallo ché l'erba cresce...)

Del resto la vigliaccheria femminile, mista a slealtà, è semplicemente...
leggendaria.


Tanto per cambiare, ascoltate questo deficiente, ossia l'ennesimo omuncolo - cavallo di troia delle femmine -, nonché l'ennesima dimostrazione del fatto che gli uomini sono il problema principale degli uomini.

https://video.corriere.it/italia-brasile-telecronache-femminile-molto-piu-interessanti-quelle-maschile/f3e988a8-92a0-11e9-8993-6f11b6da1695

Citazione
Italia-Brasile: telecronache al femminile molto più interessanti di quelle al maschile
19 GIUGNO 2019LINK
https://video.corriere.it/italia-brasile-telecronache-femminile-molto-piu-interessanti-quelle-maschile/f3e988a8-92a0-11e9-8993-6f11b6da1695
EMBED
Il fenomeno del calcio femminile che ha riscosso successo in tv - Aldo Grasso /CorriereTv
Italia-Brasile: telecronache al femminile molto più interessanti di quelle al maschile. Il fenomeno del calcio femminile che ha riscosso successo in tv



Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #426 il: Giugno 24, 2019, 01:50:44 am »
Più interessanti? Con quali ascolti? :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #427 il: Giugno 24, 2019, 18:31:05 pm »
Più interessanti? Con quali ascolti? :lol:

Io, di norma, non seguo il calcio.
Di questi tempi me ne interesso solo perché la propaganda mediatica femminista, le varie Bertolini che infestano i summenzionati media, le calciatrici pretenziose e complessate, nonché i cagnolini maschi scodinzolanti al loro seguito, mi danno modo di interessarmene...
E a causa di ciò, qualche sera fa, mi son messo ad ascoltare una telecronaca femminile. *
Beh, roba da far venire il latte alle ginocchia.

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* Calcola che io le trovo ancor più insopportabili quando commentano i combattimenti di judo...
Ormai sono ovunque.
Son peggio dei parassiti.

Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #428 il: Giugno 24, 2019, 20:54:09 pm »
Io, di norma, non seguo il calcio.
Neanch'io. Solo AAMM (specialmentye pugilato*), vela e sci. ;)
Ormai sono ovunque.
Ci sono le quote rosa, anche se non ufficialmente.

* Ogni tanto gli incontri son truccati; ma vabbe'.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #429 il: Giugno 26, 2019, 01:37:22 am »
Dunque, leggevo altrove che la solita nazionale femminile, che ormai infesta i media, ha raggiunto i quarti di finale dopo ben 28 anni.
Stando a quello che leggo, sembra che abbia vinto un non meglio specificato... "campionato universale", tali e tante  sono le iperboli.
Ma sempre significativi sono i commenti di un numero impressionante di maschietti (ed in misura minore di femminucce), i quali non perdono occasione per comparare l'accesso ai quarti della nazionale femminile, alla mancata qualificazione alle semifinali dell'under 21 maschile.

Insomma, per l'ennesima volta i nostri simili danno il peggio di sé, dimostrando ancora una volta quanto ritardati siano e quanto dipendano dal femminile.
Ovviamente, il discorso riguarda anche tante femminucce, che però in questo caso non raggiungono i livelli di idiozia, mista a masochismo, della (irrecuperabile) controparte maschile.

Del resto, come ho già avuto modo di scrivere, se l'Italia femminile dovesse arrivare in finale e per ipotesi vincere il campionato del mondo (di serie C, ovvio), ci fracasserebbero i maroni da qui al prossimo mondiale.
E in prima fila ci sarebbero gli stessi uomini; anzi, omuncoli.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #430 il: Luglio 14, 2019, 18:02:59 pm »
Non sono un appassionato di calcio, ma mi sembra giusto rivedere i gol e i trionfi dell'ultima nazionale maschile che riportò in Italia il (quarto) mondiale; quello vero, quello di serie A...


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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #431 il: Luglio 14, 2019, 18:34:02 pm »
Riporto anche il video relativo ai rigori.



Ora, anche i non appassionati come me, non possono non notare che all'epoca nessuno fece dichiarazioni anti-femminili, anti-calciatrici, etc... Tantomeno i giornalisti - tipo Gramellini - ironizzarono nei confronti delle eterne complessate.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #432 il: Luglio 21, 2019, 00:22:28 am »
"Scheggino Donna"... con la d maiuscola...


http://www.ansa.it/umbria/notizie/2019/07/19/torna-scheggino-donna-fino-a-domenica_9750af2b-8156-421c-8bad-eccbfce3d830.html

Citazione
Torna "Scheggino Donna" fino a domenica
Il borgo rievoca evento del 1522, con tante iniziative

(ANSA) - SCHEGGINO (PERUGIA), 19 LUG - Torna a Scheggino dal 19 al 21 luglio "Scheggino Donna", la rassegna voluta dall'amministrazione comunale per ricordare un evento storico realmente avvenuto nel 1522. Era il 23 luglio di quell'anno, infatti, quando, mentre gli uomini erano in montagna intenti nei lavori dei boschi e nella mietitura, Scheggino - fedele al Regno Pontificio - fu assediata da una spedizione punitiva organizzata dai comuni limitrofi. La difesa fu sostenuta unicamente dalle donne, che si scagliarono contro gli aggressori con qualsiasi mezzo e lanciando oltre alle pietre anche le pentole, riuscendo così a respingere gli attacchi degli assedianti e salvando il paese. Anche quest'anno, dunque, quell'episodio verrà rivissuto con una rievocazione storica, in programma sabato 20 luglio. Ma in cartellone ci sono anche tantissime altre iniziative.

Si inizierà venerdì 19 luglio con l'inaugurazione della mostra fotografica (ore 18, presso la chiesa di San Nicola) "Le Donne di Scheggino sempre Protagoniste" ed a seguire il taglio del nastro della mostra collettiva che sarà ospitata allo Spazio arte Valcasana con: MaU Maura Coltorti "...colori, forme, emozioni...", Silvia Piconi "A Quantum experience #2", Stefania Rosichetti "the sound of body". Sabato 20 luglio, invece, alle ore 8, partirà la passeggiata attraverso la "greenway" del Nera e la ex ferrovia Spoleto - Norcia "Pink is good" a sostegno della Fondazione Veronesi. Tra le altre iniziative in programma, dalle 10 apertura delle esposizioni, della mostra mercato "La Quarta di Scheggino", al parco di Valcasana, e del mercato medievale con i mercanti del centro Italia in piazzetta del Borgo. Nel pomeriggio, alle ore 18, ci sarà la consegna della seconda edizione del "Premio Scheggino Donna".
L'appuntamento clou è previsto alle 22: "A spasso nella storia dell'antico Borgo di Scheggino", rievocazione storica e rappresentazione scenica per le vie del Borgo a cura del "Giardino di Matisse" e "Scheggino Attiva". Alle ore 23 invece spettacolo delle Fontane danzanti. Domenica 21 luglio, alle ore 10 "Torneo dei giochi popolari dei paesi della Valnerina", in piazza Carlo Urbani. Alle ore 17, gourmet experience: il gelato e il croissant al tartufo, a cura dello chef Fabio Ferretti, con degustazione gratuita.
Saranno 9 le donne distintesi per vari meriti che riceveranno sabato 20 luglio la seconda edizione del premio "Scheggino Donna": Beatrice Coletti, consigliere Rai; Carolina Botti, direttore centrale di Ales, società in house del ministero dei Beni culturali; Irma Conti, avvocato; Silvia Vaccarezza, giornalista; Cesara Buonamici, giornalista; Elena Petrini, sportiva e campionessa di Triathlon; Antonella Rizzato, imprenditrice; Alessandra Cappiello, stilista; Elisa Del Genio, giovanissima attrice della serie televisiva "L'Amica Geniale". La consegna del riconoscimento avverrà a partire dalle ore 18, nel giardino nelle adiacenze del museo del tartufo "Urbani".


Davanti a me ho un volantino dove c'è scritto:
"Le donne sempre protagoniste come ieri, si ritroveranno a parlare di coraggio attraverso una tavola rotonda con esponenti della società ed imprenditoriale. Riceveranno un premio per riconoscerne pubblicamente il valore di donne simbolo della nostra società.
A scaldare il cuore, infine, ci sarà l'intervento di donne che racconteranno le loro storie.
Un nuovo viaggio dei sensi, una nuova avventura dove l'unico protagonista sarà il coraggio dalle tinte rosa".



... e niente, siamo al leccaculismo e al delirio più totale.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #433 il: Luglio 21, 2019, 00:30:43 am »
Sul succitato volantino c'è anche scritto:
"Scheggino è donna e lo sa fin dal 28 luglio del 1522 quando i ribelli della valle armati decisero di attaccarla sapendo gli uomini impegnati in montagna per la mietitura. I ribelli non potevano immaginare tanto coraggio e tanta determinazione, una pioggia di sassi, di frecce, di spingarde, li costrinse ad una ritirata. Una corona di donne sulle mura e sulla torre mise in salvo un comune arroccato che oggi risplende in tutta la sua bellezza guidato da un sindaco donna".
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #434 il: Luglio 21, 2019, 01:03:47 am »
Coraggio Frank, di questo passo l'Italia diventerà presto un sultanato e, almeno, questi articoli del Menga cesseranno.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.