Autore Topic: La femminista Hillary Clinton è finanziata dall'Arabia Saudita con 7,3 milioni $  (Letto 6567 volte)

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Alberto1986

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... altri, la Clinton in primis, avrebbero scatenato la 3° guerra mondiale.

Le occasioni non mancheranno certamente. Soprattutto ora che la Russia è in totale fase di riarmo.


Io sono convinto che riguardo la politica estera, i presidenti eseguono quello che gli dicono gli esperti di fiducia.
...

Certo, ci sono i consiglieri militari nonchè il Congresso. Ma ripeto, un presidente (nonchè capo supremo delle forze armate) inadatto può fare danni inimmaginabili. Se poi ci aggiungi un presidente con l'assorbente, lesbica e dichiaratamente femminista radicale il cerchio si chiude.

Online Frank

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Personalmente vedo Trump come l'ultima speranza che ha l'occidente di rimettersi sulla retta via. L'elezione della Clinton sarebbe davvero la fine di ogni speranza. Che poi sarebbe stato auspicabile un candidato repubblicano più serio e credibile agli occhi dell'opinione pubblica, siamo d'accordo. Il punto però è: gli americani comuni di oggi sono altrettanto seri e credibili?

http://it.ibtimes.com/donald-trump-perche-i-poorly-educated-sono-cosi-attratti-da-lui-1440661
Citazione
È stato in agosto che Donald Trump è esploso, quando il confronto tra i dieci candidati alle primarie del Comitato Nazionale Repubblicano si è trasformato in un Trump show: la moderatrice Megyn Kelly gli ha chiesto conto di alcune sue parole contro le donne, definite “grasse scrofe, animali disgustosi, sciattone e cagnacce” e Trump è letteralmente esploso: “Ho detto ciò che ho detto, se non ti piace Megyn io non so che farci […] Penso che il grosso problema di questo Paese sia quello di essere politicamente corretto. Sono stato sfidato da così tante persone e sinceramente non ho tempo per tutta questa correttezza politica”.

Io già lo voterei per la risposta che ha dato alla tipa.  :cool2:



Offline Vicus

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Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Il piano per contrastarlo si basa su tre punti: dipingerlo come un misogino bigotto, usando le sue stesse dichiarazioni per galvanizzare il voto femminile; ricordare le posizioni razziste prese, per spingere alle urne gli ispanici; sottolineare la sua inaffidabilità, tanto nel fare gli interessi economici della classe media, quanto nel difendere il paese col suo temperamento impulsivo. Hillary si concentrerebbe sul proprio messaggio positivo, che ha già cominciato a lanciare: l’America ha bisogno di più amore e gentilezza, e deve rimuovere gli ostacoli invece di alzarli. I Super Pac che la sostengono, come Priorities Usa, Correct the Record, o Emily’s List, farebbero il lavoro sporco, investendo oltre 200 milioni di dollari in spot negativi e raccolta di informazioni imbarazzanti sulla vita personale e l’attività imprenditoriale di Trump.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Io già lo voterei per la risposta che ha dato alla tipa.  :cool2:

Io pure..  :D  ;)
Comunque gli americani sono davvero ad un bivio decisivo: cambiare rotta, cercando di ritornare a quello che erano una volta o confermare che vogliono procedere con l'autodistruzione. Purtroppo la Clinton avrà, per ovvie ragioni, dalla sua parte la quasi totalità dell'elettorato femminile e quello degli immigrati, per cui non è escluso che possa realmente salire al potere. A quel punto, però, non so quanto converrà rimanere più da queste parti...

Online Frank

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Io pure..  :D  ;)
Comunque gli americani sono davvero ad un bivio decisivo: cambiare rotta, cercando di ritornare a quello che erano una volta o confermare che vogliono procedere con l'autodistruzione. Purtroppo la Clinton avrà, per ovvie ragioni, dalla sua parte la quasi totalità dell'elettorato femminile e quello degli immigrati, per cui non è escluso che possa realmente salire al potere. A quel punto, però, non so quanto converrà rimanere più da queste parti...

Quell'uomo parla e si comporta come parlerebbe e si comportebbe qualsiasi uomo che sia tale.
http://video.huffingtonpost.it/esteri/usa-2016-trump-al-contestatore-gli-darei-un-pugno-in-faccia/7351/7343
Un tempo tipi del genere erano la norma in questa parte di mondo; oggi son più rari dei panda.

@

Per inciso: Trump è un simpatizzante di Putin (e viceversa), altro uomo con i controcoglioni.
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/presidenziali-Usa-Putin-elogia-Trump-Lui-replica-I-complimenti-di-un-uomo-cosi-rispettato-sono-un-grande-onore-95d358cd-b353-458f-a781-b6320724046a.html


http://www.maurizioblondet.it/per-trump-avvisi-di-assassinio/



Alberto1986

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...
Per inciso: Trump è un simpatizzante di Putin (e viceversa), altro uomo con i controcoglioni.
....

Si si, lo sapevo. ;) Ecco perchè dicevo che Trump sarebbe una speranza di "ritorno alla tranquillità" su entrambi i fronti, sia interno che esterno.

Alberto1986

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Da leggere:


Citazione
(di Giampiero Venturi)
03/03/16

L’anno elettorale americano entra nel vivo e la cosa ci riguarda da vicino. Il nostro interesse va oltre l’informazione. Più che come curiosi abitanti dello stesso pianeta, noi italiani, senza nemmeno saperlo, ci interessiamo alle presidenziali USA innanzitutto come cittadini di uno Stato a sovranità limitata. In quanto sorta di 51° pezzo di quell’Unione a cui abbiamo affidato la politica estera (quella economica e quella interna sono già a Bruxelles), veniamo attratti dal prossimo inquilino della Casa Bianca come da un richiamo ancestrale. Per un destino bizzarro non partecipiamo alla scelta, ma ne condividiamo le emozioni.
La sfida più probabile sembra Trump-Clinton, laddove Clinton non è il rubicondo Bill, ma la moglie Hillary, sua avente o dante causa a seconda dei casi.
Chi vincerà non lo sappiamo. Sappiamo però che è partito il conto alla rovescia per l’allineamento dei media sulla “Hillary globale”, fulcro del pensiero unico e del politicamente corretto universalmente dato per buono.
Dopo un Presidente nero, valido in sé al punto da meritare un Premio Nobel preventivo, niente di meglio di un Presidente donna, sintesi sublime di quel marketing
imperiale pronto ad usare la moda del momento pur di lasciare le cose come stanno, senza escludere la possibilità di peggiorarle.
Ma proprio come per il Nobel all’afroamericano Obama, la canonizzazione della Clinton c’è da aspettarsela più in Italia che negli USA, dove qualora vincesse sarebbe comunque a fatica. C’è da scommettere infatti che l’ex first lady otterrà il favore dei suffragi virtuali italiani, ribadendo quell’incredibile 90% di simpatie avute da Obama alle elezioni del 2012. Lo svantaggio di non essere nera sarebbe ampiamente compensato da quello di essere donna, col giusto passato rosa femminista traslato nel frattempo al grigio istituzionale di Washington. La “Hillary de noantri” insomma, potrebbe arrivare anche all’en plein in una sorta di “comunque è meglio lei…” di solito sintomo principale di influenze mediatiche.
Soprattutto se l’avversario fosse davvero Trump, la possibilità di fare il pieno tra i consensi degli italiani sarebbe quanto mai realistica. Più i presidenti repubblicani mostrano il bel sembiante dell’imprenditore miliardario, pistolero e stupido, più la convergenza al “democratico e buono” diventa probabile.
A favorire già in partenza la Clinton è senz’altro la cerchia di appartenenza. Dal secondo dopoguerra in poi, i presidenti democratici riscuotono più simpatie di quelli repubblicani ben oltre i meriti e i demeriti. Basti pensare a Truman, primo lanciatore di bombe atomiche passato indenne al giudizio della Storia o a Kennedy, ricordato più per Marilyn e Dallas che per aver portato l’America in Vietnam.
Più di tutti però vale come esempio il Clinton marito, simpatico a tutti perché suonava il sassofono e intratteneva le stagiste. Fra una ricreazione e l’altra fu tra i protagonisti dell’ascesa dei Talebani a Kabul, della nascita di Al Qaeda, dello sviluppo del fondamentalismo islamico, del ritorno della guerra santa nei Balcani dopo 400 anni (in queste ore se ne torna a parlare), del bombardamento nel ’99 di Belgrado, prima capitale europea ad averne l’onore dal 1945. Fu lui a gestire il mondo per 8 anni come Presidente di una Superpotenza solitaria, orfana della Guerra Fredda e di nuovi nemici. Il meraviglioso mondo di pace in cui viviamo oggi lo dobbiamo anche a lui, ma pare che la Storia ogni tanto dimentichi se stessa…
Se il cognome e la provenienza ideologica sono una garanzia, Hillary Clinton quindi ha davvero grosse possibilità di diventare il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America. Che l’uomo più importante del mondo sia una donna, farebbe pendant coi tempi che corrono in fondo…
Simpatie inspiegabili a parte è bene ricordare però chi sia Hillary Clinton, donna di potere già ai tempi del rurale Arkansas.
Segretario di Stato nel primo mandato Obama (a cui contese la candidatura presidenziale) si è distinta tra il 2009 e il 2013 per una serie di colpi di genio. Fu lei ad insistere per la guerra in Libia e l’eliminazione di Gheddafi nonostante (incredibile a dirsi!) il parere contrario del Pentagono. Fu lei ad insabbiare l’attentato all’ambasciata americana a Tripoli del 2012 per non intaccare la campagna del secondo mandato di Obama. È stata lei ad aizzare la Casa Bianca per ripetere le prodezze libiche in Siria, prima di lasciare il Dipartimento nel 2013. Ha avuto in mano la politica estera americana per almeno un lustro, senza contare gli anni dietro le quinte del secondo Obama e soprattutto quelli del marito Bill.
Dietro la corteccia dei diritti umani (o civili, a seconda...), sempre pronti a balzare fuori quando gli argomenti ristagnano, si nasconde un mix di cinismo e incompetenza reso inattaccabile dal suo essere donna liberal.
La Clinton è la capofila degli esportatori di diritti e democrazia, sempre pronti a professare una superiorità etica inaccessibile a noi comuni mortali. È il veicolo pubblicitario ideale per un modello low profile di imposizione dall’alto. Così come fu per il cornificante marito, rappresenta il volto più pericoloso del potere, perché privo di quelle linee caricaturali in cui i repubblicani brillano da decenni. Al furbo Nixon, al cow boy Reagan, al petrol-vaccaro Bush non si sa perché ma è sempre preferibile quello che i giornali e le tv etico-rock decidono di preferire. I disastri mondiali però sono gli stessi.
Noi cittadini di un Paese che osserva, nel nostro piccolo, ci limitiamo ad abboccare partecipando col cuore.
Col nostro Francia o Spagna, purché se magna… siamo un’importante cartina da tornasole per capire come va il mondo. In quanto colonia a sovranità ridotta, siamo un ottimo esempio di gregge, pronto a incolonnarsi secondo i flussi globali di cui siamo vittime e promotori. Così accecati da una presunta libertà, finiamo per essere artefici delle nostre stesse amputazioni.
Aspettando la Clinton, ricordiamoci che il genio delle dittature più pericolose è proprio qui: far credere agli uomini di essere liberi.

http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/se-il-prossimo-presidente-fosse-hillary-clinton%E2%80%A6