Autore Topic: Utero in affitto  (Letto 12540 volte)

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Online Frank

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Re:Utero in affitto
« Risposta #45 il: Marzo 03, 2016, 17:55:12 pm »
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http://www.internazionale.it/opinione/marino-sinibaldi/2016/03/03/maternita-surrogata-omofobia
Citazione


opinioni
La polemica sulla maternità surrogata è frutto dell’omofobia
Marino Sinibaldi, direttore di Radio3

Cominciamo da una piccola ma fondamentale verità: se davvero il turbamento che il cosiddetto utero in affitto suscita “non ha nulla a che fare con l’omosessualità o l’eterosessualità” (come ha scritto, tra gli altri, Beppe Grillo), come mai è emerso solo ora, di fronte a singoli casi di maternità surrogata cui sono ricorse coppie omosessuali, e non davanti alla massa di casi che ha riguardato e ancora riguarda un numero ben più ampio di coppie eterosessuali?

Perché tante straziate riflessioni sullo scarso valore attribuito a creature viventi non ci hanno travolto altre volte, per esempio di fronte alle stragi di bambini lungo i nostri confini, allo sfruttamento del lavoro minorile che arricchisce i nostri outlet, agli orfani in vendita nel cuore delle nostre città o almeno di fronte al ricorso a tutte le tecniche di fecondazioni assistite cui ricorrono da decenni – e, va detto, comprensibilmente – coppie di tutti i tipi, le appartenenze sociali, le patologie? Perché questo improvviso tormento? La risposta possibile è una sola: l’omofobia.

Affermarlo non mira a infierire sull’ipocrisia di singoli pensatori e di intere istituzioni che si ergono a difesa di bambini su cui hanno tollerato abusi di ogni tipo, ma a compiere un’operazione di verità e di progresso che riguarda tutti. La rivoluzione femminista ha cominciato davvero a vincere (per quanto parzialmente e chissà quanto provvisoriamente) quando ha smascherato il maschilismo non solo esibito e rivendicato ma anche quello, molto più diffuso, che si annidava dietro modi di dire, motti di spirito, forme di pensiero che si presumevano innocenti. Allo stesso modo ci aiuterebbe riconoscere l’omofobia dove tenta di nascondersi: dietro certi discorsi apparentemente neutrali, dietro tante fervide elucubrazioni umanitarie.

In questi anni, quando la pratica non si è manifestata così vistosamente legata alle coppie omosessuali, tutto questo tormento non si è provato

A questo punto potrei anche io confessare che la maternità surrogata suscita dubbi, che le sue modalità provocano resistenze, che le relazioni che mette in campo non appaiono abbastanza trasparenti – e che d’altro canto quello che ho letto e ascoltato mi sembra persuasivo.

Ma è più importante ricordare come in tutti questi anni, quando la pratica non si è manifestata così vistosamente legata alle coppie omosessuali, tutto questo tormento non si è provato, tutto questo tempo dedicato a discutere la questione non si è trovato. E allora, a meno di non riconoscere pubblicamente agli omosessuali lo straordinario merito di aver palesato all’intera opinione pubblica questa difficile realtà, di averla strappata al suo silenzioso automatismo ginecologico, di aver generato una discussione così appassionata e partecipata, una spiegazione dobbiamo darcela. Siccome di tutta questa gratitudine non c’è la minima traccia, la ragione è una sola: l’omofobia.

Se dopo i fatti di Colonia abbiamo visto convertirsi al valore dell’inviolabilità del corpo femminile perfino sottoculture finora chiassosamente poco sensibili al tema, di fronte alle transazioni finanziarie connesse alla maternità surrogata anche i liberisti più integri sono apparsi come accalorati anticapitalisti, scoprendo di colpo che il denaro non può comprare ogni cosa. Tutti a occupare Wall street, allora? Ma quando mai!

Si tratta di posizioni e affermazioni compiute in nome dell’eccezionalità della questione che provoca turbamento e, va ripetuto, non di fronte a immensi fenomeni consolidati ma a una nascente, problematica possibilità. Ma questa sensazione di eccezionalità non è semplice doppiopesismo, ignoranza o ipocrisia: è appunto omofobia. Solo riconoscendola ovunque si manifesti, possiamo guarirne – ammesso che voglia farlo una società che si rifiuta perfino di renderla sanzionabile con una legge specifica. Eppure, paradossalmente, la discussione in corso e perfino certe sue becere tonalità possono aiutarci.

La superiorità della famiglia naturale e della sua esclusiva capacità di procreare sono esibiti come un’arma impropria

È un lavoro lungo, come in passato ogni volta che è stato chiesto non di cambiare un’idea o un regime ma nientemeno che la mentalità. Occorre molta pazienza (la pazienza dei laici, che hanno atteso secoli, pagando anche qualche prezzo non irrilevante, perché si affermassero piccole e grandi verità) ma può servire anche una certa asprezza. È necessaria la misura e va apprezzato ogni progresso possibile (come quello della nuova legge sulle unioni civili, per essere chiari) ma non bisogna ritrarsi di fronte ad argomenti che possono apparire provocatori o politicamente scorretti.

Un esempio? Vogliamo, di fronte a tante banalizzazioni sulle famiglie naturali, affrontare il fatto che – secondo le poche ipotesi statistiche disponibili – il 10 per cento dei bambini non è effettivamente (o, come si dice in modo tassativo, biologicamente) figlio di quello che si ritiene suo padre? Sono note queste cifre? Cambiano qualcosa? Forse non molto, se riteniamo che effettivamente vale meno di affettivamente (un terribile caso di cronaca italiana ha recentemente materializzato questo sentimento). La possibilità che da qui nasca la tentazione di screening di massa del dna fa spavento: l’effetto non sarebbe tanto stabilire la sicurezza della paternità quanto demolire la libertà delle donne.

È tutta una sfera che andrebbe trattata con tale attenzione da meritare, piuttosto, il silenzio. Perché qui si tocca il cuore più faticoso e meraviglioso delle relazioni umane, una bolla di intimità e soggettività che nessuna polemica giornalistica o articolazione biopolitica dovrebbe violare. Però certo, visto che la certezza, l’affidabilità, la superiorità della famiglia naturale e della sua esclusiva e imprescindibile capacità di procreare (a proposito, cosa accadrà? verrà proibito il matrimonio tra allegri sessantenni?) sono esibiti come un’arma impropria, qualche risposta realistica anche se lacerante può essere utile. Non per vendicarsi di un continuo ricatto sociale e sentimentale ma per aprire una riflessione vera, per indicare un cammino. Che del resto è appena cominciato.

Offline Vicus

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Re:Utero in affitto
« Risposta #46 il: Marzo 03, 2016, 18:55:45 pm »
E ti pareva. Segnali di adeguarsi per le veterofemministe - ora il dibattito è chiuso.
« Ultima modifica: Marzo 03, 2016, 20:13:07 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Offline ilmarmocchio

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Re:Utero in affitto
« Risposta #48 il: Marzo 03, 2016, 20:17:45 pm »
https://it.wikipedia.org/wiki/Marino_Sinibaldi

questa feccia esce sempre dalle stesse cloache.

comunque, a parte il povero bambino, questa vicenda è divertente :

finocchi   1 - 0  femministe   

Offline Vicus

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Re:Utero in affitto
« Risposta #49 il: Marzo 03, 2016, 20:43:51 pm »
Una cosa non si è detta: tutte le procedure di fecondazione assistita aumentano il rischio di gravi malformazioni del bambino, o di malattie a partire dall'adolescenza. Non si può scherzare con la natura.
Da notare anche il tentativo del turbocapitalismo di mercificare i processi naturali, che sono gratuiti: dal brevetto di varietà vegetali, all'obbligo di acquistare sementi OGM sterili (quindi non riproducibili gratuitamente), fino alla commercializzazione della riproduzione umana, quando una coppia giovane potrebbe mettere al mondo un bambino sano senza chiedere prestiti, invece di pensare a carriera e altre sciocchezze fino ai cinquant'anni:

usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane amante
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra giovani sposi
CONTRO NATURA

Oggi andrebbe aggiunto un verso per le pseudocoppie gay, neppure il poeta aveva immaginato tanto.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Utero in affitto
« Risposta #50 il: Marzo 03, 2016, 21:23:37 pm »
infatti, tutto il sostegno alla lobby LGTB e al femminismo viene dal mondo della finanza che vuole una società di persone confuse, senza radici, spaventate da continui allarmi terroristici, pseusoecologici, medici, ecc.
Sugli omosex si sa che hanno più depressioni e suicidi, perchèla veroita non detta è che molti di loro inrealtà hanno bassa autostima.
Quando sono davanti allo specchio non possono evitare di sentire l'anormalità della loro situazione.
Tu pensa solo che l'omosessuale, sia donna sia uomo, per procreare deve negare se stesso :
un rapporto tra 2 omosessuali è per definizione , sterile.
Anche se il gay feconda la lesbica : in quel momento , il gay è colui che fornisce lo spermatozzo, cioè il MASCHIO , e la lesbica è colei che ci mette l' ovocita, cioè la FEMMINA .
Quindi l'ìomosessualità DEVE negare se stessa.
Da qui le turpitudini alla Niki € C

Offline ilmarmocchio

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Re:Utero in affitto
« Risposta #51 il: Marzo 03, 2016, 21:52:08 pm »
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/28/vendola-padre-con-maternita-surrogata-lega-e-fi-disgustoso-turpe-lui-volgarita-da-squadristi-della-politica/2503387/

Leggete cosa scrive questo essere repellente

 igor74 gedeone • un'ora fa

Il fatto che la madre surrogata sia diversa dalla donatrice è molto comunque nelle eterologhe. Serve a svincolare moralmente e psicologicamente la madre surrogata dal pensiero che quello possa essere anche figlio suo.
Il fatto che pensi che sia frutto di razzismo dimostra solo che giudichi cose che non conosci.

Offline Fazer

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Re:Utero in affitto
« Risposta #52 il: Marzo 04, 2016, 08:16:07 am »
http://www.corriere.it/politica/16_marzo_04/san-diego-agenzia-extraordinary-conceptions-vendola-maternita-surrogata-gay-98c862a0-e182-11e5-86bb-b40835b4a5ca.shtml

Come funziona l’agenzia americana per avere madri surrogate
Extraordinary Conceptions, l’agenzia di San Diego cui si sarebbero rivolti Nichi Vendola e il compagno, ha molti clienti internazionali. E nel 2015 ha fatto nascere 152 bambini

«Aiutiamo a costruire e crescere le famiglie». Così accoglie i visitatori il sitoExtraordinary Conceptions, l’agenzia di San Diego cui si sarebbero rivolti Nichi Vendola e il compagno Ed Testa per avere Tobia. In evidenza quattro bottoni: «Scegli una donatrice di ovuli», «scegli una surrogata», «diventa una donatrice», «diventa una surrogata». L’agenzia ha molti clienti internazionali e basta cliccare su «italiano» per avere le informazioni nella nostra lingua, solo che la traduzione lascia a desiderare e per accedere al catalogo delle «madri per altri» bisogna cliccare su «ricerca mondo dei replicanti».
Come accedere all’elenco delle donatrici
Una volta completata la registrazione in cui si forniscono le generalità della coppia, la nazionalità, l’orientamento sessuale e il trattamento desiderato si ha accesso all’elenco delle donatrici, che in tutto sono duemila, e a quello delle portatrici, che invece sono solo cento. È possibile fare una ricerca mirata della persona che cerchiamo indicando razza, orientamento sessuale, studi fatti, età e se richiediamo un aborto in caso di malformazioni o una eventuale riduzione fetale.

A ogni cliente è assegnato un coordinatore
A ogni cliente viene assegnato un coordinatore che sarà a disposizione durante tutto il percorso. Per gli italiani c’è Francesca Sordi, una donna di Forlì che si è trasferita a San Diego con la famiglia tre anni fa. «Abbiamo tantissimi stranieri che si rivolgono a noi — spiega Francesca che ci invita subito a darle del tu e a parlarci via Skype —, io in questo momento sto seguendo ventuno coppie di cui sei sono già avanti nel loro percorso».
Costi simili a quelli di qualsiasi agenzia americana
I costi sono quelli di qualsiasi altra agenzia americana: «Per stare tranquilli — dice — bisogna calcolare 130 mila euro che verranno divisi in quattro rate. Il compenso base per la surrogata è di 35 mila dollari che le vengono pagati in quote mensili da quando c’è la conferma del battito cardiaco, se però la portatrice non è alla prima esperienza avrà un costo più alto perché più affidabile. Per legge tutte le ragazze hanno figli propri e devono essere in una condizione economica buona».
«Non è facile trovare delle buone surrogate»
Extraordinary Conceptions lavora su tutti gli Stati Uniti per consentire una più ampia possibilità di scelta: «Non è facile trovare delle buone surrogate — dice Francesca —. Ogni duecento che ci contattano, ne prendiamo una decina al massimo». I viaggi nello Stato prescelto possono essere limitati a due: il primo per depositare il seme del padre e il secondo al momento del parto. «Ma questa è una scelta personale — spiega — ci sono coppie in cui la portatrice diventa parte della famiglia altre che invece mantengono un rapporto più distaccato».
I colloqui via Skype
Una volta scelta la donatrice e la surrogata, si fanno dei colloqui via Skype. Poi le ragazze vengono sottoposte a una visita clinica e psicologica per essere dichiarate idonee. Solo a quel punto si passa alla fase legale: la stesura del contratto che costa circa 8 mila dollari. È la fase più delicata del processo, qui si stabiliscono le regole della gravidanza: dieta, rapporti con la coppia committente, aborto in caso di malformazioni o problemi, eventuale riduzione fetale. L’anno scorso Extraordinary Conceptions ha fatto nascere 152 bambini da madri surrogate.


 :blink: :(

"...basta cliccare su «italiano» per avere le informazioni nella nostra lingua, solo che la traduzione lascia a desiderare e per accedere al catalogo delle «madri per altri» bisogna cliccare su «ricerca mondo dei replicanti»..."

 :D
Il traduttore automatico ha la vista lunga.
Propongo il suo ingresso in Wiki... ^_^