E tu, massimo, sei padronissimo di continuare a scrivere cose palesemente non veritiere:
1)La Siria di Assad è considerata da Israele, Stati Uniti d'America, Turchia, Isis, Occidente e dai regimi arabi sunniti del golfo persico (Arabia Saudita, Qatar, etc.) come uno stato NEMICO;
2)Viceversa, la Siria di Assad è appoggiata politicamente e militarmente (non a chiacchiere) dalla Russia di Putin, dagli Hezbollah libanesi e dall'Iran;
3)Israele e Stati Uniti d'America appoggiano i terroristi maomettani dell' “Esercito Libero di Siria” (ELS) e quelli di Al-Nusra (ovvero Al Qaeda) i quali, a loro volta, sono alleati dei tagliagole dell'ISIS, i membri dell'ELS e di Al-Nusra, vengono assistiti e riforniti in Israele e lo stesso Netanyahu si è recato a visitarne i feriti ricoverati presso ospedali israeliani dove vengono ricoverati e curati dopo essere stati prelevati con gli elicotteri dalle zone dei combattimenti. Israele ha sempre manifestato il suo appoggio ai gruppi che combattono in Siria per rovesciare il governo di Bashar al-Assad, Dall’inizio della guerra si calcola che oltre 1300 miliziani dei gruppi dell’ESL e di Al-Nusra-Al Qaeda sono stati ricoverati negli ospedali israeliani, il resto sono, appunto, chiacchiere da bar sport...
4)La Siria di Assad e la Russia di Putin unitamente alle Guardie della Rivoluzione iraniane, stanno combattendo ed annientando con successo i beduini dell'Isis e quelli dell'ESL, di Al-Nusra-Al Qaeda appoggiati, sostenuti e riforniti da Israele, Stati Uniti d'America, Turchia ed Arabia Saudita ed è per questo motivo che USA e Turchia si stanno innervosendo, perché appunto stanno perdendo la guerra...;
5)Quelli tra Russia ed USA e tra Russia ed Israele sono contatti puramente formali, in realtà sono avvenuti affinché , utilizzando il gergo militare, vengano delimitati “tatticamente” (dato che il campo strategico è chiaro) i rispettivi campi d'azione di tutte le forze armate operanti in territorio siriano con scambio di informazioni reciproche allo scopo praticamente di evitare incocciarsi , di scontrarsi e di dare così avvio alla Terza Guerra Mondiale;
6)Putin, con l'appoggio di tutta la Duma, ha deciso che qualsiasi stato estero Turchia, Israele, Arabia Saudita etc, invada via terra la Siria, dovrà vedersela con le forze armate russe di terra, di mare e dell'aria;
7)Per questo motivo, Israele non attaccherà mai via terra la Siria di Assad limitandosi a fornire supporto ai terroristi islamici di al-qaeda e dell'esl perché sa bene che questa volta le “gloriose” e “coraggiosissime” forze armate israeliane si beccherebbero le scoppole da parte della Russia che non è esattamente l'Egitto o il Libano...;
Fonte :
http://aquariusreportages.blogspot.it/2015/10/damasco-5-ottobre-s-ei-aerei-da-caccia.htmlDAMASCO, 5 ottobre 2015 - Sei aerei da caccia russi tipo Multirole Sukhoi SU - 30 SM hanno intercettato 4 cacciabombardieri israeliani McDonnell Douglas F-15 che cercavano di infiltrarsi nella costa siriana. Gli F 15 aerei militari hanno sorvolato lo spazio aereo siriano per mesi e in particolare la costa di Latakia, che ora è la testa di ponte delle forze russe in Siria. Gliisraeliani seguivano in genere un piano di volo piuttosto complesso e si avvicinavano a Latakia dal mare La notte del 2 ottobre, sei Sukhoi Su-30 russi sono decollati dalla base aerea siriana Hmimim in direzione di Cipro, prima di cambiare rotta e intercettare i quattro F-15 al largo delle coste della Siria, che volavano in formazione di attacco. Sorpresi da una situazione tanto inaspettata e probabilmente non preparati per un duello con uno dei migliori aereicombattenti polivalenti russi, i piloti israeliani hanno rapidamente invertito la rotta ad alta velocità sul Libano. L'esercito libanese ha annunciato ufficialmente alle 23. 13 (ora locale), che quattro "aerei nemici" (israeliani) avevano attraversato lo spazio aereo del Libano. Questo 'incidente' tra aerei da combattimento russo e israeliani ha colpito il comando della forza aerea israeliana, che ha stimato che un possibile scontro avrebbe portato alla distruzione dei loro quattro aerei. Israele ha fortemente protestato a Mosca dell'incidente, ma i russi hanno chiesto spiegazioni circa la presenza di aerei militari israeliani in pieno spazio aereo siriano. Questo incidente indica che la protezione dello spazio aereo siriano è ora sotto l'arma aerea russa.
8)Supponendo che non ci fossero Israele e gli Stati Uniti d'America non esisterebbe neanche l'Isis dato in Medio Oriente tutti sanno che l'Isis come anche tutte le altre organizzazioni terroristiche islamiche più sanguinarie, ovvero quelle sunnite, sono creazioni plutocratiche occidentali (compresa israele) così di conseguenza non sarebbe stato versato tutto quel sangue cristiano come è, purtroppo, avvenuto;
9)Al contrario, nella Siria di Assad come anche nell'Iraq di Saddam (prima dell'arrivo dei terroristi islamici, ripeto ancora una volta, appoggiati da USA, Israele, Arabia Saudita, Turchia etc.) le comunità cristiane vivevano tranquillamente con le altre comunità religiose di fedi differenti;
10)Sarò profetico: se le forze turco-saudite daranno avvio ad un' invasione di terra della Siria, sarà guerra con la Russia e la NATO starà a guardare a meno di non voler scatenare la terza guerra mondiale.
http://www.lastampa.it/2016/02/09/esteri/la-diplomazia-del-soccorso-cos-gli-israeliani-curano-i-ribelli-che-combattono-assad-KRzgil5fyXSZH3gFPejwUN/pagina.htmlhttp://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=116950ARRESTANO AGENTI USA ED ISRAELIANI CHE AIUTANO L'ISIS? TUTTI ZITTI!
Un episodio emerso durante lo scorso settimana, riferito a consiglieri militari americani e israeliani che sono stati arrestati in Iraq mentre assistevano l'ISIS non è stato raccontato dai media dell'establishment.
Secondo l'agenzia irachena Sarma News e l'agenzia iraniana Tasnim News, i quattro consiglieri militari stranieri sono stati catturati durante un'operazione militare nel deserto Tal Abta, vicino alla città di Mosul, nella provincia settentrionale irachena di Ninive.
Tre degli arrestati avevano doppia cittadinanza USA-Israeliana e una quarta di un paese del Golfo Persico.
Giovedì Qasim al-Araji, il capo dell'Organizzazione Badr in Iraq, ha riferito al Parlamento di avere prove che gli Stati Uniti stiano armando l'Esercito Islamico, secondo un rapporto diffuso dal sito di lingua araba Almasalah.
«Quel che è importante è che gli USA inviano queste armi solo a quelli che collaborano con il Pentagono, e questo indica che gli Stati Uniti giocano un ruolo nella armare l'ISIS», hanno sostenuto i servizi segreti iracheni a dicembre.
Altri rifornimenti aerei in favore dell'ISIS da parte degli Stati Uniti sono stati totalmente omessi dai grandi mass media commerciali.
«In ultima analisi, se un pallet sia scivolato nella mani ISIS per puro caso in un recente rifornimento paracadutato è una questione controversa», scrive Tony Cartalucci. «Miliardi in contanti, armi, attrezzature e veicoli sono stati già forniti deliberatamente ai numerosi gruppi che ISIS rappresenta, come pianificato già nel 2007. L'ISIS è una creazione intenzionale da parte degli Stati Uniti nell'ambito del loro intento di esercitare un'egemonia regionale in Medio Oriente, e le atrocità dell'ISIS sono state previste molto tempo prima che i colpi iniziali fossero sparati nel 2011 nel conflitto siriano, assai anteriormente rispetto a quando il termine 'Stato Islamico' sarebbe diventato espressione corrente».
Fonte:
http://www.infowars.com/corporate-media-ignores-report-of-u-s-and-israeli-operatives-arrested-aiding-isis/ Traduzione per Megachip a cura di Ariel Pisanu.
Fonte:
http://nena-news.it/israele-aiutiamo-i-ribelli-siriani
Ad ufficializzare la notizia è stato il ministro della difesa israeliano Ya’alon che ha parlato di due condizioni per l’aiuto “umanitario”: “che i ribelli non si avvicinino troppo al nostro confine e che non si colpiscano i drusi siriani”
Il ministro della difesa israeliano, Moshe Ya’alon
di Roberto Prinzi
Roma, 30 giugno 2015, Nena News – Ora è ufficiale: Israele fornisce aiuto ai ribelli siriani. Lo scopo? Allontanare dall’immediato pericolo la popolazione drusa siriana la cui presenza nel sud della Siria potrebbe essere minacciata da gruppi jihadisti. A rivelare questa notizia non è stata ieri la stampa del regime siriano, né la propaganda iraniana, ma il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon. Nel corso di un incontro con i rappresentanti diplomatici dello stato ebraico all’estero, Ya’alon ha affermato che l’assistenza umanitaria fornita da Israele ai ribelli siriani tutela la minoranza drusa in Siria. “Noi – ha dichiarato il ministro – li assistiamo a due condizioni: che loro [i ribelli, ndr] non si avvicinino troppo al [nostro] confine e che non colpiscano i drusi”.
Su chi siano questi ribelli (e se tra essi vi siano anche gruppi estremisti jihadisti) il falco Ya’alon non ha fornito dettagli ed è rimasto piuttosto nel vago. Netto e chiaro, però, è stato quando ha condannato l’attacco “irresponsabile” compiuto la scorsa settimana da alcuni drusi d’Israele che avevano attaccato una autombulanza israeliana che trasportava due ribelli siriani feriti. Nell’assalto uno dei due combattenti era stato ucciso. Il premier Netanyahu definì quell’assalto un “linciaggio”.
Il ministro della difesa ha sottolineato ieri che i due siriani a cui Tel Aviv voleva prestare assistenza non erano affiliati ai qa’edisti del Fronte an-Nusra e che la morte di uno di loro avrebbe potuto provocare attacchi di ritorsione dei ribelli sulla popolazione drusa siriana. “Israele continuerà ad agire con sensibilità riguardo a ciò che concerne i drusi – ha promesso Ya’alon – i ribelli sentono che ci stiamo comportando così”. Secondo la stampa israeliana, da quando è iniziata la guerra civile siriana nel 2011, lo stato ebraico ha curato nei suoi ospedali più di 1.000 siriani.
Fino a ieri Israele non aveva mai annunciato ufficialmente di aver curato anche oppositori al regime del presidente Bashar al-Asad. Aveva preferito mantenere il riservo sulle identità dei suoi pazienti stranieri. Quanto ha però dichiarato ieri il ministro contraddisce di nuovo con la versione ufficiale ripetuta da 4 anni a questa parte dagli israeliani: ovvero la loro non intromissione negli affari siriani. “La nostra politica è quella di non essere coinvolti nella guerra in Siria” ha sottolineato Ya’alon. A patto, ovviamente, che non vengano superate alcune linee rosse. “Non tollereremo alcuna violazione della nostra sovranità, nemmeno il fuoco accidentale sparato dalla Siria verso il nostro territorio. Agiremo immediatamente per attaccare coloro che mettono gli esplosivi vicino al confine o che ci aggrediscono” ha tuonato. Senza dimenticare che un’altra red line è il trasferimento di armi ad Hezbollah o a gruppi nemici. E’ stato proprio questo pretesto (presunto) ad aver portato in varie occasioni Tel Aviv a bombardare il territorio siriano.
Sul rapporto tra ribelli e Israele è intervenuto anche un altro ufficiale. Raggiunto dal quotidiano israeliano “The Jerusalem Post”, il funzionario ha dichiarato che Tel Aviv non ha chiuso le porte in faccia a nessuno dei siriani che si avvicinavano al suo confine. “In seguito, quando diventava chiaro che erano ribelli, ci assicuravamo che avrebbero rispettato le nostre condizioni. L’ufficiale ha aggiunto che l’aiuto fornito da Israele non è mai stato prestato ai qaedisti di an-Nusra, ma a solo elementi non jihadisti rappresentati nell’Esercito libero siriano.
Ma distinguere i jihadisti, ha poi aggiunto, “può essere difficile”. Ma se stanno così le cose, bisognerebbe capire come questo ufficiale riesca ad affermare che tra i “pazienti” provenienti dalla Siria non vi siano stati anche miliziani di an-Nusra. In fondo, i qa’edisti siriani finora non hanno neanche minimamente pensato di disturbare “l’entità sionista”, combattono Hezbollah (acerrimo nemico di Tel Aviv) e, tranne in un caso avvenuto qualche settimana nella provincia di Idlib dove una ventina di drusi sono stati massacrati dagli uomini di al-Julani, an-Nusra ha preferito evitare di attaccare la minoranza drusa. In pratica si è attenuta perfettamente alle direttive israeliane. Dunque, seguendo il ragionamento di Ya’alon, può essere meritevole di aiuto umanitario.
Le dichiarazioni ieri di Ya’alon sono importanti perché, per la prima volta forse, rendono ufficiale ciò che già da molto tempo è evidente e noto: Israele intrattiene rapporti con l’opposizione ad Asad. Un segreto di pulcinella che, però, ancora molti in occidente continuano a negare con una notevole dose di ottusità. Certo, finora, quel che si può affermare è che il sostegno in questione è “umanitario”. Ma qualcuno ci spieghi perché un Paese come Israele che, secondo le Nazioni Unite, ha commesso a Gaza crimini di guerra e che prova in ogni modo a cacciare verso stati terzi gli “infiltrati” (immigrati irregolari) sia all’improvviso percorso da spirito crocerossino verso i siriani (e non drusi solo)? E con quale basi Tel Aviv può ancora affermare che è “neutrale” nel conflitto se ha compiuto raid aerei contro Hezbollah e aiuta (anche se dovesse essere dimostrato solo umanitariamente) l’opposizione?
Che nelle alte sfere della politica israeliana si guardi sempre di più con attenzione e preoccupazione al futuro della Siria è ormai un dato innegabile. Ieri il direttore dell’Ufficio degli affari militari e politici del ministero della difesa, Amos Gilad, ha detto che ormai al-Asad controlla solo un quinto del Paese. “La Siria se n’è andata, sta morendo. Il funerale sarà dichiarato a tempo debito. Questo Bashar al-Asad sarà ricordato nei testi di storia come colui che ha perso la Siria” ha dichiarato ostentando sicurezza Gilad ad una conferenza dell’Intelligence. “Finora ha perso il 75% del Paese..praticamente governa solo un 20% e il suo futuro, se posso prevederlo, si sta restrigendo con il passare del tempo. Forse lo vedremo come il presidente dell’Alawistan [alauita è il gruppo religioso a cui appartiene al-Asad, ndr]. Più cauto, ma sulla stessa lunghezza d’onda, è stato Ya’alon secondo il quale la Siria è ormai frammentata in una serie di “cantoni”.
Oggi, intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha condannato i combattimenti e l’uso di armi pesanti da parte delle forze armate siriane e degli oppositori nell’aree che separano le forze israeliane e siriane dal 1974.
Una risoluzione presentata da Russia e Usa e adottata unanimamente dal Consiglio ieri ha esortato le parti in lotta del conflitto siriano ad interrompere le ostilità nell’area di separazione tra i due stati (Israele e Siria). La risoluzione ha esteso fino al 3 dicembre il mandato dei 750 uomini di peacekeeping dell’Onu presenti sulle Alture del Golan. Nena News
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