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Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.

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TheDarkSider:
Ida Magli, importante antropologa italiana, era femminista perche' cosi' si e' sempre dichiarata e perche' ha sempre sostenuto che la nostra cultura e' una cultura patriarcale e fallocentrica, in cui le donne hanno posto solo in quanto strumenti degli uomini.

Ma era una femminista intelligente, capace di questi pensieri:


http://www.ilgiornale.it/news/politica/troppe-donne-male-oscuro-scuola-1099547.html

--- Citazione ---Uno degli aspetti peggiori dell'assolutezza dittatoriale di Matteo Renzi è la sua indifferenza ai significati che ogni comportamento assume per gli esseri umani. La cosiddetta «riforma della scuola» ne rappresenta forse la prova più evidente. «Via i precari» è la parola d'ordine; «tutti saranno assunti per concorso»; «deve essere garantita la qualità culturale della scuola». Benissimo. Ma Renzi sa che l'85% per cento del personale di ruolo nelle scuole è di sesso femminile? Sa cosa comporta questo dato di fatto? I maschi non possiedono più nessun sapere da trasmettere ai figli? Non hanno più nessun interesse al futuro della Nazione? Una (...)

(...) riflessione sull'allontanamento quasi totale dei maschi dall'educazione e dal sapere dei figli permetterebbe di capire che fa parte di quello stesso allontanamento testimoniato dall'omosessualità maschile, dal coito sterile, della quasi assoluta incapacità creativa della società italiana di oggi. In un certo senso testimonia la ribellione dei maschi al predominio e all'obbedienza verso le donne imposto loro dalla nascita fino alla fine della scuola secondaria superiore.

Dall'età neonatale a tutta la prima infanzia i bambini vengono lasciati nei nidi e negli asili per la maggior parte del giorno dove il personale che li assiste è tutto femminile ed esercita un'assoluta autorità. Per tutto il ciclo scolastico poi il predominio del personale insegnante femminile impedisce ai maschi il contatto con una personalità maschile con la quale identificarsi, nella quale credere; ma soprattutto impedisce lo sviluppo del tipo di pensiero maschile, rivolto alla profondità e all'analisi in modo molto diverso da quello femminile. Infine c'è l'aspetto più grave di una scuola affidata quasi del tutto alle donne: gli allievi, maschi o femmine che siano, non possono apprezzare, stimare, credere nel «sapere». Tutto quello che le donne insegnano non è stato né creato né scoperto da loro. Socrate era maschio, Omero era maschio, Virgilio era maschio, Galileo era maschio, Leonardo era maschio, Mozart era maschio, Einstein era maschio... Non si può insegnare bene nulla di ciò che non si è in grado di «pensare», di «creare». (Spero che le donne capiscano lo spirito con il quale faccio questa affermazione e non se ne offendano). Si afferma di solito - e le statistiche lo provano - che le studentesse sono più brave degli studenti. Non ci potrebbe essere una dimostrazione migliore che viene fornito un insegnamento più adatto alle menti femminili che a quelle maschili in quanto è diverso il modo con il quale i maschi guardano ai problemi, li «penetrano» (termine significativo con il quale abbiamo sempre qualificato l'intelligenza).

Ma poi, che cos'è questa tanto vantata riforma della scuola? L'idea più vecchia e più stantia di scuola che si possa avere nel 2000. La novità sarebbe invece quella di proiettare cicli di lezioni televisive preparate da una società ad hoc con i maggiori specialisti del mondo nelle singole discipline. Non ci sarebbero più le logore ripetizioni di insegnanti che per trenta o quarant'anni parlano sempre delle stesse cose, ma i più grandi storici, i più grandi matematici, i più grandi architetti, i più grandi musicisti d'Italia e del mondo esporrebbero con la semplicità e la chiarezza che contraddistinguono coloro che sono assolutamente padroni di ciò che dicono, i diversi cicli di lezioni, di cui la Società di edizione curerebbe la traduzione nella lingua italiana per quanto riguarda gli specialisti stranieri. Questo permetterebbe di accompagnare con le immagini adatte ogni argomento e non ci sarebbe studente che non ricordi, anche senza studiarlo, ciò che ha visto: che si tratti di un castello sulla Loira o di un carme di Catullo.

Il ruolo degli insegnanti potrebbe essere quindi quello di assistere insieme agli studenti alle lezioni televisive e poi discuterle e, se necessario, spiegarle nelle ore a ciò predisposte. La scuola sarebbe così, finalmente, ricca di figure maschili, non soltanto nelle lezioni televisive, ma anche nelle aule perché dove il sapere è «sapere», vivo e profondo, i maschi non mancano mai.
--- Termina citazione ---

https://rassegnaflp.wordpress.com/2012/09/13/ida-magli-con-le-donne-al-potere-crolla-la-civilta/

--- Citazione ---Ida Magli, l’autrice del libro "La fine dell’uomo" (Hanna Rosin ndr) sostiene che le donne si siano avvantaggiate della crisi economica, per sostituire i maschi nei ruoli di comando. Concorda con questa tesi?
«Per nulla. Non credo che la crisi sia stata un fattore destabilizzante del potere maschile. Gli uomini sono ancora ai posti di comando e di questo mi rallegro. Le donne, anziché contrastare l’uomo, avrebbero fattomeglio ad avviare una riflessione su due temi: l’immigrazione e il predominio gay».
Si spieghi.
«Dacché esiste l’Unione europea, non ho mai sentito un politico donna opporsi seriamente all’immigrazione. Eppure l’immigrazione contribuisce alla frantumazione dell’unità dei popoli europei. Nel 2030, quando i musulmani avranno il predominio nel nostro continente, non sarà solo la fine della donna, costretta dall’islam a un ruolo di minorità, ma anche del maschio europeo. Solo in questo senso riesco a parlare di “fine dell’uomo”… europeo».
I gay, invece?
«Sono l’altra dimostrazione che la donna non ha vinto. L’élite omosessuale, sempre più presente nei luoghi di potere, è l’immagine del maschio che fa a meno della donna. L’uomo gay indica la morte della società, condannandola a essere sterile. È l’altro segnale preoccupante della fine della nostra civiltà».
Eppure, sostiene la Rosin, le donne oggi sono predominanti nelle professioni socialmente più accreditate, laddove i mestieri più muscolari e più maschili subiscono un crollo. Come commenta?
«Credo che le cose perdano valore quando se ne impadroniscono le donne. Penso alla psicoanalisi. Era una scienza nobile, fin quando era nelle mani degli uomini, dai padri fondatori in poi. Non appena si è creata la figura dell’analista donna, la psicoanalisi ha perso influenza, per lo meno nel nostro continente. Lo stesso vale per la scuola e per la comunicazione. Gli uffici stampa sono pieni di donne, ma questo dimostra soltanto che la donna è uno strumento di comunicazione tra maschi».
C’è almeno un aspetto positivo nell’emancipazione della donna?
«Il femminismo ha provato a intercettare il potere dei maschi e ha creduto di raggiungere il successo facilmente, senza una riflessione su quello che ciò avrebbe comportato. L’unica conseguenza è che, con l’emancipazione femminile, si è distrutta la famiglia e si è abbassata la natalità».
In questo panorama fosco, esiste qualche donna di potere che stima particolarmente?
«Non mene viene in mente nessuna. Si dice che Michelle Obama sia la donna più potente del mondo: ma non è potente lei, è potente suo marito. È un po’come Carla Bruni per Sarkozy. D’altronde, anche quando le donne hanno il potere, non riescono a sfruttarlo. La regina d’Inghilterra è sul trono da sessant’anni, ma in tutto questo tempo non ha mai speso la sua voce su temi decisivi per la nazione. Potrebbe essere importante, ma fa finta di non esserlo».
Forse però alcune donne sono limitate nella loro ascesa dall’impossibilità di conciliare il ruolo di donna con quello di madre. Esiste, secondo lei, un aut aut di questo tipo nel nostro Paese?
«Fare figli è un impegno serissimo e decisivo per la sopravvivenza della civiltà. Purtroppo però in Italia non si fa nulla per incentivare questo servizio alla società. Anzi, il governo di Monti ha impedito alle dipendenti statali di usufruire, grazie alla maternità, di un periodo più lungo ai fini pensionistici. E la dimostrazione di come siamo ben lontani dall’affermazione di una donna capace, allo stesso tempo, di lavorare e fare la mamma».
In sostanza, non sente di condividere in nulla la tesi della Rosin?
«Il problema è che la scrittrice guarda la situazione femminile da una prospettiva esclusivamente americana. Gli statunitensi sono ancora convinti di rispecchiare il mondo, ma sbagliano. E soprattutto faticano a teorizzare, visto che sono un po’ stupidi».
--- Termina citazione ---

Vicus:
Bellissime riflessioni, ma non posso fare a meno di notare che sono in aperta contraddizione con una asserita "cultura patriarcale e fallocentrica".

ilmarmocchio:

--- Citazione da: Vicus - Febbraio 23, 2016, 23:18:02 pm ---Bellissime riflessioni, ma non posso fare a meno di notare che sono in aperta contraddizione con una asserita "cultura patriarcale e fallocentrica".

--- Termina citazione ---

già. Finchè le donne avranno quella fissa in testa, non ci saranno progressi.
Comunque una perdita, a me la Magli piaceva non poco.
A proposito, è morto un altro esponente della cultura , altro che il sopravvalutato rimbalzo acustico,

Piero Buscaroli , del quale è notevolissimo questo titolo :

http://www.ibs.it/code/9788873814948/buscaroli-piero/una-nazione-coma.html

TheDarkSider:

--- Citazione da: Vicus - Febbraio 23, 2016, 23:18:02 pm ---Bellissime riflessioni, ma non posso fare a meno di notare che sono in aperta contraddizione con una asserita "cultura patriarcale e fallocentrica".

--- Termina citazione ---
Non sono esperto di antropologia, ma a quanto ne so Ida Magli non si riferiva certo alla situazione della scuola di oggi quando parlava di cultura fallocentrica.

In realta', lei da antropologa ha studiato il modo approfondito  il sistema simbolico "tradizionale' dell'Occidente, sistema in cui la religione cattolica ha una forte importanza.
Ad esempio per lei la figura della Madonna, lungi da rendere la cultura cattolica "femminista" come sostengono Animus & Co., la rende piu' patriarcale nel senso che rappresenta la versione idealizzata della madre, per cui una donna ha valore solo se e in quanto si conforma alla sua funzione strumentale di generatrice di figli e di uomini. Anche in quanto Madre di Dio, la sua funzione rimane strumentale rispetto al Dio Padre.

Ovviamente il suo pensiero non si riduce a queste quattro battute, Ida ha scritto decine di libri e solo un appassionato/esperto del settore ne puo' parlare con cognizione di causa.
Ad ogni modo, la sua analisi della figura della Madonna mi sembra meno campata per aria rispetto a quanto dicono Aninus e co.


Vicus:
Tutte le culture sono "fallocentriche": il matriarcato non è mai esistito se non come distopia nelle storie a fumetti, né è mai esistita una civiltà creata da donne.

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