Autore Topic: Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.  (Letto 7047 volte)

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Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« il: Febbraio 23, 2016, 22:39:30 pm »
Ida Magli, importante antropologa italiana, era femminista perche' cosi' si e' sempre dichiarata e perche' ha sempre sostenuto che la nostra cultura e' una cultura patriarcale e fallocentrica, in cui le donne hanno posto solo in quanto strumenti degli uomini.

Ma era una femminista intelligente, capace di questi pensieri:


http://www.ilgiornale.it/news/politica/troppe-donne-male-oscuro-scuola-1099547.html
Citazione
Uno degli aspetti peggiori dell'assolutezza dittatoriale di Matteo Renzi è la sua indifferenza ai significati che ogni comportamento assume per gli esseri umani. La cosiddetta «riforma della scuola» ne rappresenta forse la prova più evidente. «Via i precari» è la parola d'ordine; «tutti saranno assunti per concorso»; «deve essere garantita la qualità culturale della scuola». Benissimo. Ma Renzi sa che l'85% per cento del personale di ruolo nelle scuole è di sesso femminile? Sa cosa comporta questo dato di fatto? I maschi non possiedono più nessun sapere da trasmettere ai figli? Non hanno più nessun interesse al futuro della Nazione? Una (...)

(...) riflessione sull'allontanamento quasi totale dei maschi dall'educazione e dal sapere dei figli permetterebbe di capire che fa parte di quello stesso allontanamento testimoniato dall'omosessualità maschile, dal coito sterile, della quasi assoluta incapacità creativa della società italiana di oggi. In un certo senso testimonia la ribellione dei maschi al predominio e all'obbedienza verso le donne imposto loro dalla nascita fino alla fine della scuola secondaria superiore.

Dall'età neonatale a tutta la prima infanzia i bambini vengono lasciati nei nidi e negli asili per la maggior parte del giorno dove il personale che li assiste è tutto femminile ed esercita un'assoluta autorità. Per tutto il ciclo scolastico poi il predominio del personale insegnante femminile impedisce ai maschi il contatto con una personalità maschile con la quale identificarsi, nella quale credere; ma soprattutto impedisce lo sviluppo del tipo di pensiero maschile, rivolto alla profondità e all'analisi in modo molto diverso da quello femminile. Infine c'è l'aspetto più grave di una scuola affidata quasi del tutto alle donne: gli allievi, maschi o femmine che siano, non possono apprezzare, stimare, credere nel «sapere». Tutto quello che le donne insegnano non è stato né creato né scoperto da loro. Socrate era maschio, Omero era maschio, Virgilio era maschio, Galileo era maschio, Leonardo era maschio, Mozart era maschio, Einstein era maschio... Non si può insegnare bene nulla di ciò che non si è in grado di «pensare», di «creare». (Spero che le donne capiscano lo spirito con il quale faccio questa affermazione e non se ne offendano). Si afferma di solito - e le statistiche lo provano - che le studentesse sono più brave degli studenti. Non ci potrebbe essere una dimostrazione migliore che viene fornito un insegnamento più adatto alle menti femminili che a quelle maschili in quanto è diverso il modo con il quale i maschi guardano ai problemi, li «penetrano» (termine significativo con il quale abbiamo sempre qualificato l'intelligenza).

Ma poi, che cos'è questa tanto vantata riforma della scuola? L'idea più vecchia e più stantia di scuola che si possa avere nel 2000. La novità sarebbe invece quella di proiettare cicli di lezioni televisive preparate da una società ad hoc con i maggiori specialisti del mondo nelle singole discipline. Non ci sarebbero più le logore ripetizioni di insegnanti che per trenta o quarant'anni parlano sempre delle stesse cose, ma i più grandi storici, i più grandi matematici, i più grandi architetti, i più grandi musicisti d'Italia e del mondo esporrebbero con la semplicità e la chiarezza che contraddistinguono coloro che sono assolutamente padroni di ciò che dicono, i diversi cicli di lezioni, di cui la Società di edizione curerebbe la traduzione nella lingua italiana per quanto riguarda gli specialisti stranieri. Questo permetterebbe di accompagnare con le immagini adatte ogni argomento e non ci sarebbe studente che non ricordi, anche senza studiarlo, ciò che ha visto: che si tratti di un castello sulla Loira o di un carme di Catullo.

Il ruolo degli insegnanti potrebbe essere quindi quello di assistere insieme agli studenti alle lezioni televisive e poi discuterle e, se necessario, spiegarle nelle ore a ciò predisposte. La scuola sarebbe così, finalmente, ricca di figure maschili, non soltanto nelle lezioni televisive, ma anche nelle aule perché dove il sapere è «sapere», vivo e profondo, i maschi non mancano mai.

https://rassegnaflp.wordpress.com/2012/09/13/ida-magli-con-le-donne-al-potere-crolla-la-civilta/
Citazione
Ida Magli, l’autrice del libro "La fine dell’uomo" (Hanna Rosin ndr) sostiene che le donne si siano avvantaggiate della crisi economica, per sostituire i maschi nei ruoli di comando. Concorda con questa tesi?
«Per nulla. Non credo che la crisi sia stata un fattore destabilizzante del potere maschile. Gli uomini sono ancora ai posti di comando e di questo mi rallegro. Le donne, anziché contrastare l’uomo, avrebbero fattomeglio ad avviare una riflessione su due temi: l’immigrazione e il predominio gay».
Si spieghi.
«Dacché esiste l’Unione europea, non ho mai sentito un politico donna opporsi seriamente all’immigrazione. Eppure l’immigrazione contribuisce alla frantumazione dell’unità dei popoli europei. Nel 2030, quando i musulmani avranno il predominio nel nostro continente, non sarà solo la fine della donna, costretta dall’islam a un ruolo di minorità, ma anche del maschio europeo. Solo in questo senso riesco a parlare di “fine dell’uomo”… europeo».
I gay, invece?
«Sono l’altra dimostrazione che la donna non ha vinto. L’élite omosessuale, sempre più presente nei luoghi di potere, è l’immagine del maschio che fa a meno della donna. L’uomo gay indica la morte della società, condannandola a essere sterile. È l’altro segnale preoccupante della fine della nostra civiltà».
Eppure, sostiene la Rosin, le donne oggi sono predominanti nelle professioni socialmente più accreditate, laddove i mestieri più muscolari e più maschili subiscono un crollo. Come commenta?
«Credo che le cose perdano valore quando se ne impadroniscono le donne. Penso alla psicoanalisi. Era una scienza nobile, fin quando era nelle mani degli uomini, dai padri fondatori in poi. Non appena si è creata la figura dell’analista donna, la psicoanalisi ha perso influenza, per lo meno nel nostro continente. Lo stesso vale per la scuola e per la comunicazione. Gli uffici stampa sono pieni di donne, ma questo dimostra soltanto che la donna è uno strumento di comunicazione tra maschi».
C’è almeno un aspetto positivo nell’emancipazione della donna?
«Il femminismo ha provato a intercettare il potere dei maschi e ha creduto di raggiungere il successo facilmente, senza una riflessione su quello che ciò avrebbe comportato. L’unica conseguenza è che, con l’emancipazione femminile, si è distrutta la famiglia e si è abbassata la natalità».
In questo panorama fosco, esiste qualche donna di potere che stima particolarmente?
«Non mene viene in mente nessuna. Si dice che Michelle Obama sia la donna più potente del mondo: ma non è potente lei, è potente suo marito. È un po’come Carla Bruni per Sarkozy. D’altronde, anche quando le donne hanno il potere, non riescono a sfruttarlo. La regina d’Inghilterra è sul trono da sessant’anni, ma in tutto questo tempo non ha mai speso la sua voce su temi decisivi per la nazione. Potrebbe essere importante, ma fa finta di non esserlo».
Forse però alcune donne sono limitate nella loro ascesa dall’impossibilità di conciliare il ruolo di donna con quello di madre. Esiste, secondo lei, un aut aut di questo tipo nel nostro Paese?
«Fare figli è un impegno serissimo e decisivo per la sopravvivenza della civiltà. Purtroppo però in Italia non si fa nulla per incentivare questo servizio alla società. Anzi, il governo di Monti ha impedito alle dipendenti statali di usufruire, grazie alla maternità, di un periodo più lungo ai fini pensionistici. E la dimostrazione di come siamo ben lontani dall’affermazione di una donna capace, allo stesso tempo, di lavorare e fare la mamma».
In sostanza, non sente di condividere in nulla la tesi della Rosin?
«Il problema è che la scrittrice guarda la situazione femminile da una prospettiva esclusivamente americana. Gli statunitensi sono ancora convinti di rispecchiare il mondo, ma sbagliano. E soprattutto faticano a teorizzare, visto che sono un po’ stupidi».
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Offline Vicus

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #1 il: Febbraio 23, 2016, 23:18:02 pm »
Bellissime riflessioni, ma non posso fare a meno di notare che sono in aperta contraddizione con una asserita "cultura patriarcale e fallocentrica".
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #2 il: Febbraio 24, 2016, 12:55:34 pm »
Bellissime riflessioni, ma non posso fare a meno di notare che sono in aperta contraddizione con una asserita "cultura patriarcale e fallocentrica".

già. Finchè le donne avranno quella fissa in testa, non ci saranno progressi.
Comunque una perdita, a me la Magli piaceva non poco.
A proposito, è morto un altro esponente della cultura , altro che il sopravvalutato rimbalzo acustico,

Piero Buscaroli , del quale è notevolissimo questo titolo :

http://www.ibs.it/code/9788873814948/buscaroli-piero/una-nazione-coma.html

Offline TheDarkSider

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #3 il: Febbraio 24, 2016, 16:00:02 pm »
Bellissime riflessioni, ma non posso fare a meno di notare che sono in aperta contraddizione con una asserita "cultura patriarcale e fallocentrica".
Non sono esperto di antropologia, ma a quanto ne so Ida Magli non si riferiva certo alla situazione della scuola di oggi quando parlava di cultura fallocentrica.

In realta', lei da antropologa ha studiato il modo approfondito  il sistema simbolico "tradizionale' dell'Occidente, sistema in cui la religione cattolica ha una forte importanza.
Ad esempio per lei la figura della Madonna, lungi da rendere la cultura cattolica "femminista" come sostengono Animus & Co., la rende piu' patriarcale nel senso che rappresenta la versione idealizzata della madre, per cui una donna ha valore solo se e in quanto si conforma alla sua funzione strumentale di generatrice di figli e di uomini. Anche in quanto Madre di Dio, la sua funzione rimane strumentale rispetto al Dio Padre.

Ovviamente il suo pensiero non si riduce a queste quattro battute, Ida ha scritto decine di libri e solo un appassionato/esperto del settore ne puo' parlare con cognizione di causa.
Ad ogni modo, la sua analisi della figura della Madonna mi sembra meno campata per aria rispetto a quanto dicono Aninus e co.


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Offline Vicus

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #4 il: Febbraio 24, 2016, 16:22:28 pm »
Tutte le culture sono "fallocentriche": il matriarcato non è mai esistito se non come distopia nelle storie a fumetti, né è mai esistita una civiltà creata da donne.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #5 il: Febbraio 24, 2016, 17:16:01 pm »
Quei 2 articoli sono assolutamente condivisibili. Ma più che femminista "intelligente" direi che era una femminista molto contraddittoria.

Online Massimo

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #6 il: Febbraio 24, 2016, 18:48:47 pm »
A me sinceramente non PARE proprio femminista.O per meglio dire, quella è femminista tanto quanto Ilona Staller.

Offline Vicus

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #7 il: Febbraio 24, 2016, 19:47:37 pm »
Quei 2 articoli sono assolutamente condivisibili. Ma più che femminista "intelligente" direi che era una femminista molto contraddittoria.
:drinks:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline TheDarkSider

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #8 il: Marzo 20, 2016, 00:54:29 am »
Un blog mostra l'ultima intervista di Ida , pubblicata in orgine su Libero poco tempo fa.

Ebbene, non ho remore a dire che l'intervista e' magistrale, nel senso che cio' che dice Ida e' pura saggezza.
Ora capisco perche' questa signora non veniva mai invitata nei salotti televisivi e non teneva blog nei giornali importanti: le cose che dice sono troppo intelligenti!


Divido l'intervista in due parti

Prima Parte: SUICIDIO DELL'EUROPA ATTRAVERSO L'IMMIGRAZIONE :

Roma, 22 feb – In seguito alla scomparsa dell’antropologa Ida Magli, pubblichiamo qui quella che con buona probabilità è stata la sua ultima intervista, rilasciata a Francesco Borgonovo di Libero poco tempo fa.

Che forza ha questa donnina. Che nerbo in quelle braccia esili, e che coraggio innerva la sua voce sottile, capace d’infiammare pur senza infiammarsi. A novant’anni compiuti quest’anno, il pensiero di Ida Magli arde ancora potente. Antopologa nota a livello internazionale, è stata la prima, negli anni Novanta, a denunciare le storture e le follie dell’Unione europea. Si è opposta alla corrente impetuosa del politicamente corretto e ha denunciato l’immigrazione senza regole, il tentativo di distruggere i popoli dell’Europa, la cancellazione della cultura in Italia e nel Vecchio Continente. Prosegue a farlo anche oggi: fra pochi giorni uscirà il suo nuovo saggio Figli dell’uomo (Rizzoli) e tornerà in libreria, con una nuova edizione, il fiammeggiante pamphlet La dittatura europea. Insieme conDopo l’Occidente e Difendere l’Italia, quel volume racchiude la sua visione del mondo, lucidissima e affilata. Anche quando dipinge un futuro nero. «Hanno fatto di tutto per uccidere gli europei», dice Ida, e quasi sussurra, accomodata sul divano della sua casa luminosa in un bell’angolo verde di Roma. «Ma nessuno può sostituirli. Una volta morti… C’è stata una volontà precisa: questa immigrazione sregolata è stata utilizzata per uccidere gli europei. Ma, dico, perché ci dobbiamo lasciare uccidere senza un tentativo di reazione? Ripristiniamo i confini! Altri mettono le reti? Facciamo anche noi una rete col filo spinato! Se non avessimo dei governanti che odiano gli italiani… Questa è la verità: non so perché, ma i nostri governanti ci odiano».

Però a quanto sembra vogliono molto bene agli immigrati.

«Questo è buonismo da quattro soldi. Le dico una cosa: nessuno ha il diritto di uccidere il proprio popolo. Un tempo si costruivano le torri per vedere se arrivavano i barbari o i turchi. Noi oggi abbiamo aerei ed elicotteri, non abbiamo nessuna difficoltà a vedere da lontano chi sta arrivando attraverso il Mediterraneo. Che bisogno abbiamo di aspettare che arrivino? Li andiamo persino a prendere… Dico fino in fondo quello che penso: gli africani non hanno saputo fare nulla a casa loro e non faranno nulla pure qui. Hanno un territorio sconfinato, foreste, fiumi, metalli preziosi e non ne hanno fatto nulla. Una volta uccisi gli europei, non ci sarà più niente. Questo è certo».

Resteranno i musulmani…

«Un tempo c’erano musulmani che producevano e pensavano, venivano per lo più dall’Egitto. Ma le civiltà muoiono. Quello che sapevano fare allora, non lo sanno più fare. I musulmani che vengono qui sono prima di tutto incapaci di pensare. L’islamismo organizza tutta la loro giornata e dunque anche la loro struttura psicologica. Anche per i cristiani del medioevo funzionava così, in gran parte. I musulmani non avrebbero alcun problema a farci fuori subito. Ma non hanno bisogno di farlo. Noi ci ammazziamo già da soli».

Potremmo anche reagire, in qualche modo.

«I musulmani sono tanti, talmente tanti… Di che cosa vuole che abbiano paura? Sono in tanti e hanno un fortissimo senso di obbedienza al Corano. Credono che Allah li guardi e li protegga. Noi abbiamo perso tutto, invece. Persino il Papa…».
Qual è la sua opinione su Bergoglio?

«È la prima volta che un gesuita diventa papa. L’ordine dei gesuiti è stato creato da Sant’Ignazio di Loyola per difendere il papato in un momento di crisi. Fare papa un gesuita è un po’come mettere un pretoriano al posto dell’imperatore. Hanno scelto un papa gesuita perché la Chiesa è in grave pericolo, e hanno sperato così che riprendesse forza. Ma è stato un errore».

E perché?

«Perché Bergoglio non è un europeo, non sa niente di tutte le trame tipiche dell’Europa. Per giunta è molto accomodante. I gesuiti ce l’hanno come atteggiamento, quello di venire incontro agli altri. Era la tecnica di Ignazio: venire incontro alle persone che la pensano diversamente per non creare troppo attrito. Solo che la Chiesa di oggi o la salvi con forza, con severità oppure con la misericordina non la salvi. Che ci fanno gli europei con la misericordina? La tattica di Bergoglio è fallita in partenza».

Nelle ultime settimane il Vaticano è stato sferzato da un bel po’di scandali. Prima Charamsa, il monsignore gay con tanto di compagno. Poi “Vatileaks” e l’attico di Bertone. C’è un attacco alla Chiesa? Un complotto, come sostiene qualcuno?

«Macché complotto. Non c’è nessun complotto. Bergoglio è papa da quasi tre anni. L’attico di Bertone l’avrà visto tutti i giorni. Lo abbiamo visto noi, figuriamoci lui. Quanto all’omosessualità dei preti, ormai è un fatto noto, dato per scontato da tutti. La crisi della Chiesa non è tanto una crisi dell’istituzione. Nasce dalla difficoltà di reggere il mondo di oggi. Un mondo in cui o il cristianesimo diventa la parola di Gesù senza Chiesa – cosa impossibile – oppure è costretto a venire a miti pensieri, ad accomodare, cosa che sta facendo Bergoglio».

La sensazione è che la Chiesa sia molto accomodante anche sui temi dell’immigrazione, della “accoglienza”.

«La civiltà europea sarà fatta fuori prestissimo dai musulmani, attraverso questa immigrazione che è praticamente tutta islamica. Certo, probabilmente i cattolici qualche resistenza all’islamizzazione la farebbero volentieri. Però dovrebbero essere i preti a indirizzarli, e non lo fanno. Oppure dovrebbero essere i politici, ma pure loro… Rimangono la Chiesa e il potere d’Oriente. La Russia sarà uno scoglio. Qui nessuno vuol sentirne parlare, ma se qualcuno salverà l’Europa – non intendo salvarla oggi, ma per il futuro – questo qualcuno sarà la Russia. Se qualcosa rimarrà della civiltà europea, sarà la Russia a tenerlo in piedi. Avessimo dei politici più intelligenti, ci affideremmo alla Russia. Ma ormai è troppo tardi, abbiamo fatto entrare troppi immigrati…».


http://altrarealta.blogspot.it/2016/02/ida-magli-una-volta-uccisi-gli-europei.html
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Offline TheDarkSider

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #9 il: Marzo 20, 2016, 01:01:42 am »
Seconda Parte: IL RUOLO NEFASTO DELLE DONNE

Non crede che la responsabilità sia anche nostra, se la civiltà europea va scomparendo? Non difendiamo la cultura umanistica, per esempio.

«Cultura è un termine ambiguo. È stato inflazionato. Tutti lo adoperano. Nel senso tecnico dell’antropologia, la cultura è l’insieme dei costumi, delle tradizioni e delle leggi. Questo insieme – che è il termine più importante – è stato svuotato. Se si toglie il concetto di insieme alla cultura, si toglie la sua maggiore forza. I politici di oggi sono molto ignoranti anche perché sono i figli della nostra scuola. Faccio un esempio: i grillini. Io avevo molta simpatia per loro, in un primo momento. Mi dicevo: finalmente viene gente giovane che non è assetata di potere… Mi sono sbagliata! Come mi sono sbagliata! I grillini sono i figli della nostra scuola: non sanno niente! Poverini… Non sanno niente! Sono i figli di ciò che gli hanno insegnato le donne, non sanno pensare. Mi hanno fatta arrabbiare da morire, i grillini. Pochi giorni fa hanno passato la legge dello Ius Soli. Non hanno idea di che cosa sia, lo Ius Soli. Si usava tremila anni fa quando un emigrante arrivava per caso su un terreno che non era il suo. Allora non si trattava di spostamenti di milioni di persone. Come si fa a prendere una usanza di tremila anni fa e applicarla oggi? È come se mi volessi curare con le terapie dello sciamano».

Visto che ha citato la scuola, che cosa pensa della “Buona scuola”?

«È stata un’idea di Renzi, quella di infilare un aggettivo qualificativo nel nome di una legge. Nessuno lo aveva mai fatto prima. In virtù di questo siamo costretti a parlare di “buona scuola” anche se pensiamo che la scuola sia cattivissima. Questa “buona scuola” è un fallimento, perché è fatta per l’85% da personale di sesso femminile. Ormai la scuola, dall’asilo nido alle superiori, è fatta quasi esclusivamente da donne. Questo è gravissimo: gli allievi maschi non hanno nessuna persona di riferimento di sesso maschile. Durante l’età infantile, ma anche durante l’età puberale, avrebbero bisogno non soltanto delle qualità del pensiero maschile, ma anche di persone di riferimento. Io credo che molti giovani si rifugino nell’omosessualità per via dell’eccesso di presenze femminili nella loro vita. Non è detto che per loro l’omosessualità sia un desiderio, però permette di sentire di più l’unione fra maschi. Se dovessi fare io una riforma nella scuola metterei obbligatoria la quota di maschi».

A parte la “Buona scuola”, che cosa pensa di Matteo Renzi?

«Prima di tutto devo dire che una democrazia dove non si sono fatte le elezioni è una democrazia malata. E perché non si sono fatte? Per colpa dei partiti, che lo trovano comodo. Non è solo Renzi il dittatore: ognuno ha fatto il dittatore nel suo piccolo. Inoltre, Renzi sarà pure un dittatore, ma gliel’hanno lasciato fare. Questo premier è molto bravo. Bisognerebbe copiare da lui. Ha creato un governo di belle donne, di cui naturalmente si infischia, perché tanto fa quello che gli pare. Un governo di belle donne incapaci, inesperte, brave soltanto a camminare sui tacchi di undici centimetri. Come vuole che governino, costoro? Le pare possibile mettere come ministro della Difesa una tizia che non si sa che capacità abbia? Sono andata a vedere il suo profilo. Mi sono detta: magari avrà studiato, avrà fatto… Macché. Stava nella commissione del partito che si occupava di difesa. E la Mogherini? Sarà pure molto carina, molto madonnina, ma che competenze ha? E la Lorenzin? Perché fa il ministro della Sanità? Il risultato è che gli italiani sentono di non essere governati».

È molto dura con, le donne.

«Ho combattuto tanto, per le donne… Ma mi hanno deluso. Oggi guardo la tv e vedo donne che sanno tutto, che parlano di tutto… La nostra è una società che ha allontanato i maschi e ha preso il lato peggiore delle donne. Che sono aggressive, anche nell’eroticità. Devono sempre farti vedere il cul-o, le cosce. Per un maschio, oggi, forse è più attraente una donna musulmana col velo che queste qui. Il maschio la donna la deve anche un po’ conquistare, deve esserci anche un po’ di mistero, nell’erotismo. Di una donna che è subito pronta a dare tutto, il maschio non sa che farsene. Io sono una donna e posso dire cose che sono in apparenza contro le donne e cioè che la scienza, l’arte, tutta l’attività intellettuale fino ad oggi è stata fatta dei maschi. Poiché oggi i maschi si sono allontanati, la nostra società è povera intellettualmente, culturalmente. Non è una società “femminilizzata”, come dice qualcuno, ma malata, patologica. Dobbiamo immediatamente riprendere il controllo. E tocca ai maschi riprenderlo».


a cura di Francesco Borgonovo
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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #10 il: Marzo 20, 2016, 03:10:28 am »
Seconda Parte: IL RUOLO NEFASTO DELLE DONNE

Non crede che la responsabilità sia anche nostra, se la civiltà europea va scomparendo? Non difendiamo la cultura umanistica, per esempio.

«Cultura è un termine ambiguo. È stato inflazionato. Tutti lo adoperano. Nel senso tecnico dell’antropologia, la cultura è l’insieme dei costumi, delle tradizioni e delle leggi. Questo insieme – che è il termine più importante – è stato svuotato. Se si toglie il concetto di insieme alla cultura, si toglie la sua maggiore forza. I politici di oggi sono molto ignoranti anche perché sono i figli della nostra scuola. Faccio un esempio: i grillini. Io avevo molta simpatia per loro, in un primo momento. Mi dicevo: finalmente viene gente giovane che non è assetata di potere… Mi sono sbagliata! Come mi sono sbagliata! I grillini sono i figli della nostra scuola: non sanno niente! Poverini… Non sanno niente! Sono i figli di ciò che gli hanno insegnato le donne, non sanno pensare. Mi hanno fatta arrabbiare da morire, i grillini. Pochi giorni fa hanno passato la legge dello Ius Soli. Non hanno idea di che cosa sia, lo Ius Soli. Si usava tremila anni fa quando un emigrante arrivava per caso su un terreno che non era il suo. Allora non si trattava di spostamenti di milioni di persone. Come si fa a prendere una usanza di tremila anni fa e applicarla oggi? È come se mi volessi curare con le terapie dello sciamano».

Visto che ha citato la scuola, che cosa pensa della “Buona scuola”?

«È stata un’idea di Renzi, quella di infilare un aggettivo qualificativo nel nome di una legge. Nessuno lo aveva mai fatto prima. In virtù di questo siamo costretti a parlare di “buona scuola” anche se pensiamo che la scuola sia cattivissima. Questa “buona scuola” è un fallimento, perché è fatta per l’85% da personale di sesso femminile. Ormai la scuola, dall’asilo nido alle superiori, è fatta quasi esclusivamente da donne. Questo è gravissimo: gli allievi maschi non hanno nessuna persona di riferimento di sesso maschile. Durante l’età infantile, ma anche durante l’età puberale, avrebbero bisogno non soltanto delle qualità del pensiero maschile, ma anche di persone di riferimento. Io credo che molti giovani si rifugino nell’omosessualità per via dell’eccesso di presenze femminili nella loro vita. Non è detto che per loro l’omosessualità sia un desiderio, però permette di sentire di più l’unione fra maschi. Se dovessi fare io una riforma nella scuola metterei obbligatoria la quota di maschi».

A parte la “Buona scuola”, che cosa pensa di Matteo Renzi?

«Prima di tutto devo dire che una democrazia dove non si sono fatte le elezioni è una democrazia malata. E perché non si sono fatte? Per colpa dei partiti, che lo trovano comodo. Non è solo Renzi il dittatore: ognuno ha fatto il dittatore nel suo piccolo. Inoltre, Renzi sarà pure un dittatore, ma gliel’hanno lasciato fare. Questo premier è molto bravo. Bisognerebbe copiare da lui. Ha creato un governo di belle donne, di cui naturalmente si infischia, perché tanto fa quello che gli pare. Un governo di belle donne incapaci, inesperte, brave soltanto a camminare sui tacchi di undici centimetri. Come vuole che governino, costoro? Le pare possibile mettere come ministro della Difesa una tizia che non si sa che capacità abbia? Sono andata a vedere il suo profilo. Mi sono detta: magari avrà studiato, avrà fatto… Macché. Stava nella commissione del partito che si occupava di difesa. E la Mogherini? Sarà pure molto carina, molto madonnina, ma che competenze ha? E la Lorenzin? Perché fa il ministro della Sanità? Il risultato è che gli italiani sentono di non essere governati».

È molto dura con, le donne.

«Ho combattuto tanto, per le donne… Ma mi hanno deluso. Oggi guardo la tv e vedo donne che sanno tutto, che parlano di tutto… La nostra è una società che ha allontanato i maschi e ha preso il lato peggiore delle donne. Che sono aggressive, anche nell’eroticità. Devono sempre farti vedere il cul-o, le cosce. Per un maschio, oggi, forse è più attraente una donna musulmana col velo che queste qui. Il maschio la donna la deve anche un po’ conquistare, deve esserci anche un po’ di mistero, nell’erotismo. Di una donna che è subito pronta a dare tutto, il maschio non sa che farsene. Io sono una donna e posso dire cose che sono in apparenza contro le donne e cioè che la scienza, l’arte, tutta l’attività intellettuale fino ad oggi è stata fatta dei maschi. Poiché oggi i maschi si sono allontanati, la nostra società è povera intellettualmente, culturalmente. Non è una società “femminilizzata”, come dice qualcuno, ma malata, patologica. Dobbiamo immediatamente riprendere il controllo. E tocca ai maschi riprenderlo».


a cura di Francesco Borgonovo
Magistrale, tanto di cappello. C'è poco o nulla di femminista in quanto ha detto. Non avendo più legami di interesse col femminismo, ha avuto una voglia irresistibile di dire la verità. Grazie Ida.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #11 il: Marzo 20, 2016, 06:47:26 am »
.....

È molto dura con, le donne.

«Ho combattuto tanto, per le donne… Ma mi hanno deluso. Oggi guardo la tv e vedo donne che sanno tutto, che parlano di tutto… La nostra è una società che ha allontanato i maschi e ha preso il lato peggiore delle donne. Che sono aggressive, anche nell’eroticità. Devono sempre farti vedere il cul-o, le cosce. Per un maschio, oggi, forse è più attraente una donna musulmana col velo che queste qui. Il maschio la donna la deve anche un po’ conquistare, deve esserci anche un po’ di mistero, nell’erotismo. Di una donna che è subito pronta a dare tutto, il maschio non sa che farsene. Io sono una donna e posso dire cose che sono in apparenza contro le donne e cioè che la scienza, l’arte, tutta l’attività intellettuale fino ad oggi è stata fatta dei maschi. Poiché oggi i maschi si sono allontanati, la nostra società è povera intellettualmente, culturalmente. Non è una società “femminilizzata”, come dice qualcuno, ma malata, patologica. Dobbiamo immediatamente riprendere il controllo. E tocca ai maschi riprenderlo».




Ottimo, davvero ottimo. A quanto pare la Magli era una femminista enormemente delusa , una che forse, come tante, era partita con il solito preconcetto/odio anti-maschile per poi comprendere come vanno veramente le cose sbattendoci direttamente il muso. La sua lucidità di vedute è stata frutto di esperienza diretta, per cui le sue parole hanno un valore aggiunto per la causa antifemminista.
Vorrei farci un topic da mettere in evidenza. C'è qualche altra intervista mancante o posso procedere?

Offline Vicus

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #12 il: Marzo 20, 2016, 06:57:54 am »
Mi pare di no, va da sé che sono favorevole.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #13 il: Marzo 20, 2016, 09:02:31 am »
Segnalo un altro articolo di Ida Magli, risalente ad una ventina di anni fa, e rubato dal sottoscritto su U3000.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616&st=120
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616&st=135
Citazione
"MA PUO' ESSERE UN SEGNO DI CRISI"
"Il maschio è in crisi? Si cade in un macroscopico equivoco se non si traduce questa affermazione nel suo significato reale: l'Occidente è in crisi. Maschi e creatività culturale sono la stessa cosa. Istituzioni, valori, idee, politica, religione, scienza, arte, ossia tutto l'assetto di una società umana - quella occidentale - mostrano ogni giorno di più di essere logori, esauriti. Se ne deduce perciò il contrario di quello che le inchieste vorrebbero far intendere: le donne vanno bene perché il mondo va male. Si può anzi andare oltre, e riconoscere (sempre che io non venga linciata prima) che il mondo va male anche perché la presenza massiccia delle donne nelle istituzioni le conserva in una pseudo-vita che impedisce di cambiarle, di imboccare decisamente la via per uscire dalla crisi. Naturalmente il termine "crisi" va inteso in un'accezione dinamica, non soltanto negativa. Lo stato di crisi sarebbe anzi il più adatto per abbandonare il vecchio modo di essere e crearne uno nuovo, se appunto non ci fosse il contrappeso apparentemente positivo della presenza fattiva delle donne. Una brevissima riflessione su questi temi è indispensabile per capire quello che sta avvenendo. Un lungo e ricchissimo ciclo culturale - quello iniziato con l'Illuminismo e l'affermazione del Soggetto - si è concluso realizzandosi nel suo contrario, nell'annientamento del Soggetto. Si tratta della conseguenza negativa di un percorso concettuale che ha le sue basi nel cristianesimo e che accompagna, con la sua falsità logica, tutti gli errori della nostra storia: far coincidere il simbolico con il concreto. Il socialismo, partendo dall'uguaglianza degli individui-soggetti, ha perseguito (e persegue) un'uguaglianza concreta, "fisica", che, non soltanto è allucinatoria, ma non può realizzarsi se non con la privazione di qualsiasi libertà, in quanto nessun essere vivente è uguale all'altro. Anche le donne, quindi, giunte all'uguaglianza proprio con il socialismo, si sono ritrovate, come tutti, deprivate della possibilità di esprimere intelligenza, creatività, invenzione di nuovi saperi e di nuove istituzioni. Ma, visto che hanno raggiunto (e stanno raggiungendo) alcuni beni a lungo desiderati e mai posseduti in precedenza, non riescono a criticarli, e non si accorgono dello stato involutivo di quasi tutto quello di cui vengono in possesso. Non esercitano perciò nessuna spinta verso la trasformazione della realtà e hanno rinunciato perfino ai princìpi libertari sbandierati durante il femminismo. E' come se avessero, invece, infiltrato iniezioni di cemento negli edifici istituzionali traballanti, diventando così la base della "conservazione" in tutti i campi. Le ragazze sono più brave dei maschi a scuola, rivelano le inchieste. Visto, però, che la scuola è un cadavere, del tutto inutile sia per il sapere che per la vita, i più bravi sono maschi che ne percepiscono il vuoto e la respingono. Tuttavia è difficile anche per loro cambiarla proprio perché c'è la massa femminile a impedirne il tracollo. Se passiamo dagli studenti agli insegnanti, la situazione è la stessa. Esiste ormai uno strumento quasi infallibile per misurare lo stato di salute, e prevedere il futuro di una professione o di una istituzione: se il numero delle donne è crescente, si tratta di un istituto sulla via del tramonto. Le forze armate sono in crisi? Arrivano le donne, apprestandosi anche lì, grate dell'onore, a diventare le più brave della classe. I maschi abbandonano la teologia e l'insegnamento della religione, luoghi sterili di pensiero e di potere? Ecco le donne occupare le aule delle Università Pontificie, vuote di maschi, pronte a imparare quel nulla che servirà a insegnare il nulla. La Chiesa, però, sul sacerdozio non molla. Sa che, con le donne, il sacerdozio perderebbe il suo potere. Perfino il Parlamento si lamenta che "la sua centralità è a rischio". Ma i prodromi della sua inevitabile fine erano visibili da tempo al nostro strumento di misura: due donne presidenti della Camera, senza un motivo al mondo salvo il fatto che erano donne. Non sarà che anche il governo, il primo con tre ministri donne...?".

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Re:Morta Ida Magli, raro esempio di femminista intelligente.
« Risposta #14 il: Marzo 20, 2016, 09:24:14 am »
Ne segnalo un altro.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=1165081&st=45
Citazione

Ida Magli, 15 gennaio 1995.
IL GUAIO E' QUEL COSO CHE SI ECCITA

Il dibattito sulle molestie sessuali di cui sarebbero vittime i maschi nasce soltanto
oggi e, naturalmente, nasce in Occidente, perché soltanto oggi e soltanto in Occidente
sta cambiando il rapporto di potere fra femmine e maschi. Non è più in assoluto e in
tutti i casi il maschio, il soggetto del potere. Di questo rapporto non si è mai parlato,
malgrado gli interminabili discorsi sulla sessualità che accompagnano la nostra storia,
semplicemente perché era ovvio che il possesso del pene e il possesso del potere
fossero la stessa cosa. E su questa base, implicita e inamovibile, era costruita tutta
l'organizzazione della società. Per questo i maschi non soltanto non si sono mai
lamentati di essere oggetto di molestie sessuali, ma anzi consideravano giusto, piacevole,
necessario che le donne cercassero di attirarli, di sedurli, di tentarli: semplicemente
perché, comunque, sedotti oppure no, eccitati oppure no, erano loro a detenere il
potere. Anzi, era un dovere delle donne fare in modo di sollecitare il loro desiderio, di
metterli nell'unica condizione prevista, l'unica utile, nel rapporto maschio-femmina:
l'eccitazione del "coso", del membro, dell'organo per eccellenza, non nominabile per
la sua "numinosità" se non attraverso una lunga serie di nomignoli allusivi, ma che era
il vero interlocutore dato che (lo afferma Lévi-Strauss, e non io) "il dialogo fra uomo e donna non c'è mai stato".
Dunque, fra maschi e femmine era l'eccitazione del pene a stabilire la comunicazione, ma
sul binario dell'assoluta autorità maschile. Oggi, viceversa, non è più così: le donne giungono
a detenere il potere e, di conseguenza, a stabilire il rapporto attraverso la sessualità.
Ma è qui che scatta la difficoltà insuperabile, in cui si trovano incastrati sia i maschi che
le femmine: fra loro c'è ancora quel "coso" che detta le sue condizioni, condizioni naturali.
Si eccita o non si eccita, desidera o non desidera. E tanto più nega le sue prestazioni
quanto più la situazione di potere non corrisponde al metro di misura sul quale il potere
si è sempre retto: l'erezione, appunto. Il maschio, allora, e con lui tutta la società, scopre
che la costruzione simbolica su cui si sono fondati fino ad oggi i rapporti di potere, quella
dell'erezione, è entrata in crisi perché un modello culturale è sempre globale, e nessun
simbolismo si regge a lungo quando è privo della sua base concreta.
Se si afferma che il potere è di tutti, visto che esaltiamo la democrazia, adesso sappiamo
che questa affermazione non è più un gioco, una finzione (come continuano a pensare i
nostri politici), perché è scattato il limite di guardia, quello simbolico-concreto: l'erezione.
E si capisce, anche, perché potere ed erezione fossero funzionali e interscambiabili:
all'erezione non si comanda, e la merce più preziosa, checché ne dicano gli antropologi,
sono i maschi.
Una donna può sempre essere costretta alla penetrazione, ma senza erezione
non esiste rapporto. E' in atto, perciò, in Occidente una trasformazione culturale senza
precedenti che, coinvolgendo il rapporto fra i sessi, coinvolge simultaneamente il mattone
di fondazione del potere.