ROMA, 24 giugno 2005 – I dati definitivi dei referendum contro la legge 40/2004 che regola in Italia la procreazione artificiale hanno accresciuto di altri quattro decimi di punto l’affermazione del non voto, il “doppio no” predicato dal cardinale Camillo Ruini. Stando ai dati definitivi, i referendum del 12-13 giugno sono stati i meno votati in assoluto nella storia della repubblica italiana.
Non hanno votato tre cittadini su quattro: il 74,5 per cento degli aventi diritto al voto che in Italia sono poco più di 50 milioni.
E tra quel 25,5 per cento che sono andati a votare, non tutti hanno risposto quattro sì ai quattro quesiti, come volevano i promotori dei referendum.
Tre dei quattro quesiti miravano a cancellare i divieti posti dalla legge 40/2004 alla selezione, all’utilizzo e all’uccisione di embrioni prodotti in vitro.
Mentre il quarto mirava a rimuovere il divieto della fecondazione “eterologa”, ossia con uovo o seme prelevati da “donatori” esterni alla coppia.
Ai primi tre quesiti ha detto no, difendendo i divieti posti dalla legge, circa il 12 per cento di chi ha votato, mentre al quarto i no sono stati di più: il 22,6 per cento.
È dunque la risposta affermativa al quarto quesito quella che delimita il nocciolo duro del consenso ottenuto dai promotori dei referendum, alla cui campagna per i quattro sì hanno dato pieno sostegno, tra gli altri, i maggiori quotidiani nazionali e il più forte partito della sinistra, i Democratici di Sinistra, eredi del Partito Comunista Italiano.
In cifre assolute, gli italiani che hanno risposto sì al quarto quesito sono stati 9.406.370. Ossia il 20,06 per cento degli aventi diritto al voto, uno su cinque.
In Italia ciò che ha fatto Vendola è REATO, va quindi sanzionato