Cinema, uomini, e rabbia:
"Good Kill"
Drammatico, Andrew Niccol, 2014, [Usa]
https://www.google.it/search?q=Good+Kill+immagini&client=ubuntu&hs=nOY&channel=fs&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwjWvtPBmYnLAhWMPZoKHZtxD5AQsAQIHA&biw=750&bih=650"Se non hai mai da affrontare il tuo nemico guardandolo in faccia, come si può affrontare sè stessi da soli."
Frase di lancio originale del film
Ecco una verità molto semplice quando si tratta di droni e tecnologia, ovvero che non sono invenzioni dell'uomo le quali possano risolvere così tanto presto e bene le insite contraddizioni e indefinitezze delle azioni umane, e in un teatro di guerra, tanto meno. O come la questione viene posta nel film senza mezzi termini dal comandante dell'aeronautica impersonato da Bruce Greenwood in questo ultimo lavoro di Andrew Niccol "Good Kill", "I droni non stanno andando da nessuna parte. In realtà, essi ci portano il mondo qui da noi".
L'altra verità è che tutti gli argomenti che sono stati utilizzati contro l'utilizzo dei droni fino adesso, ovvero in primis la disumanizzazione degli obiettivi che creano, così come la disconnessione dalla
violenza di cui illudono, sono stati già compiuti per decenni con il progresso della
tecnologia. Era pensabile che non venissero dette le stesse cose con l'avvento dei jet da combattimento?
Che gli argomenti siano familiari non diminuisce però la portata del dilemma morale per
coloro che sono chiamati a svolgere questi ordini di uccidere da lunga distanza, nè la lotta interiore del protagonista che viene posto al centro dell'intelligente e gravoso dramma messo in scena da Niccol. Vogliamo conoscere un'altra verità sulla tecnologia dei droni? Hanno non solo completamente cambiato la natura stessa della guerra in tutto il mondo; hanno fatto sì che essa diventasse sempre più simile alle guerre messe in scena dai film di Hollywood, e combattute con missili a guida laser.
Mentre ci saranno sempre film di soldati con le tenute mimetiche che grugnendo dalla fatica e dalla tensione prenderanno in conquista colline e quant'altro, essi potranno alternativamente sempre più essere considerati pezzi d'epoca.
I moderni film di guerra avranno un aspetto molto più simile a quello di "Good Kill",
con ex-soldati seduti attorno alle tastiere, ai pulsanti, e ai joy-stick di plance riempite di computer e schermi, come George Jetson e "Il Macellaio", combattenti nemici da migliaia di
miglia di distanza. Ethan Hawke, che sembra fare con questo film il suo miglior lavoro tra quelli che già ha svolto nella sua carriera al fainco del regista e sceneggiatore neozelandese Niccol, interpreta l'ex
pilota dell'Air force Tommy Egan, che anela a tornare nella cabina di guida di un caccia da combattimento,
ma è invece stato assegnato ad un container sotto il sole in una base militare nel deserto del Nevada per "pilotare" da distanza le missioni dei droni. E' certamente un lavoro molto più sicuro, e sua moglie (January Jones) è felice di non doversi preoccupare più del suo ritornare a casa, ma a Tommy manca il brivido della lotta; la posta in gioco personale investita ogni volta che entrava in combattimento.
Non c'è niente di investito in quello che sta facendo ora, e le cose si
complicano quando la CIA (rappresentata dalla voce senza corpo di Peter
Coyote) inizia ad emettere ordini per uccidere dei talebani sul territorio dell'Afghanistan senza nemmeno l'abbozzo di una discussione sulla moralità di tutto questo. Tommy e l'altruista co-pilota Suarez (Zoe Kravitz, forse nella sua migliore interpretazione) sono chiamati persino a bombardare i primi soccorritori dopo i loro iniziali attacchi; ad esempio ignorando i lutti celebrati in un funerale; e ignorarando le morti dei bambini che vagavano nella zona dell'esplosione. Nel frattempo, sono costretti a sedersi e a guardare come avvengono in tempo reale i loro crimini, proprio proprio sotto il vigile sguardo dell'occhio dei satelliti.
Hawke ha sempre impersonato eroi stanchi del mondo, qui è molto bello vedere come la sua interpretazione si dipani da Tommy che si rivolge all'alcool per superare i dolorosi ricordi delle sue azioni, al suo matrimonio a pezzi e alla mancanza di modi per potersi nuovamente sedere su un vero sedile da pilota di caccia, Tommy è un uomo che per più non sa nemmeno per cosa stia combattendo. Chi gli ordina di uccidere e perchè? I suoi bersagli meritano davvero la morte dal cielo che gli deve quotidianamente portare?
In lui proprio si vede la enorme pressione a cui è sottoposto ancora più che sentirla, e la
sceneggiatura di Andrew Niccol compie un buon lavoro nel mantenere i toni predicatori al
minimo per la maggior parte del film.
Il punto di vista di Tommy è succintamente espresso, e invece minuziosamente delineato da
Suarez, che è categoricamente contro le azioni la quale è costretta ad
intraprendere.
Meno sfumati sono i personaggi che rappresentano il lato e gli argomenti pro-droni, che ammontano sostanzialmente a livelli di idiozia del tipo "bomba dopo bomba sarà la volta dell'Iran".
Niccol esplora con tatto la zona grigia tra la sicurezza nazionale e i comminati omicidi di Stato, mostrando i lati positivi e negativi della
tecnologia dei droni, quindi questo non è solo un film di propaganda faziosa che voglia unicamente far passare il "MESSAGGIO" "I DRONI SONO TERRIBILI!!!", e basta.
Non ci sono enunciazioni da compiere se non che il travaglio interno di Tommy rimane convincente in tutto, e il film ottiene di non trovarsi impantanato da sotto trame che siano meno rilevanti per la sua
storia o che vengano risolte a casaccio.
Una frastagliata storia d'amore viene suggerita, ma si sente che è appiccicata
dal nulla, come se qualcuno avesse pensato che vi erano troppe scene di persone
sedute intorno ad una plancia di comando a parlare in acronimi militari.
Un'altra coinvolge l'uso criminale di Tommy della potenza di fuoco di un drone per
risolvere una questione personale a terra, quello che gli era stato
proibito per tutto il film. La risoluzione, chiaramente progettata per essere un catartico momento di follia in un film che ne ha pochi, è del tutto contraria
al tono ben più scuro, e più autentico, che si era cercato di impostare. Niccol è meglio di ogni consolatoria soluzione da "lieto fine" con cui il film si conclude, ciònonostante "Good Kill" resta ancora un film abbastanza intelligente per far riflettere le persone sull'utilizzo dei droni in azioni di guerra da parte del Governo americano e del Pentagono, e far decidere la loro posizione sulla questione.
Enrico Bulleri
Festival di Venezia 2014NominatoAl Leone d'Oro Andrew Niccol
A circa un'ora nel film, la squadra si vede impegnata i in un'operazione nello Yemen.
Vera Suarez dice: "Non sono mai stata in Yemen, signore" e il montaggio taglia alla telecamera del drone che riprende quella che sembra essere una sorta di
fortificazione. Questo è in realtà un set cinematografico, costruito a Ouarzazate, in Marocco, per la sequenza di Gerusalemme nel film di Ridley Scott "Le Crociate- Kingdom of Heaven"(2005).
Previo accordo con il governo della città, è un luogo popolare per le produzioni che coinvolgano una simile architettura medievale. E' stato recentemente ri- presentato durante la stagione 4 del serial tv "Il Trono di Spade" (2011).
Pur essendo per lo più completo, è possibile identificarlo come un set
cinematografico dal girato presente nel film, notando l'impalcatura sulla parte
inferiore della struttura che rivela una parete incompleta. Un' ariete preparato appunto per "Le Crociate- Kingdom of Heaven" (2005) può essere visto accanto a questo ponteggio.
Questa è la terza volta che Ethan Hawke e il regista Andrew Niccol hanno lavorato insieme, la prima volta fu in "Gattaca - La Porta dell'Universo"(1997).
Il film ha debuttato al Festival di Venezia 2014 dove ha ricevuto grande accoglienza. Dopo "solo" due anni e mezzo, e dopo essere uscito ovunque già in dvd/BR ed essere oramai disponibile in download e streaming in qualsivoglia formato di compressione e sottotitolazione, esce dunque nelle sale cinematografiche italiane come fosse un qualsivoglia fondo di magazzino rimasto della distribuzione, da stagione estiva.
Il tag(la targhetta) del nome A1C Saurez dà al maggiore Egan il suo rango inciso. L' Air Force non ha la denominazione di rango incisa sulle blue tag. La targhetta aveva anche un attacco di tipo pins sul retro. Le targhette dell'Air Force hanno due perni con spinta sui fermi, comunemente indicate come "rane".
Durante il film il personaggio di Zoe Kravitz dice: "Io sono prima classe." La Kravitz ha recitato in "X-Men - L'Inizio" (2011) così come January Jones.