Autore Topic: Cinema, uomini, e rabbia: "1981: Indagine a New York"(A Most Violent Year)(Usa 2  (Letto 1620 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Suicide Is Painless

  • Moderatore
  • Veterano
  • *****
  • Post: 2061
  • Sesso: Maschio
  • Le donne non voglion mai passare per puttane,prima
Cinema, uomini, e rabbia:
"1981: Indagine a New York"
[A Most Violent Year], J.C. Chandor, 2014, [Usa], Noir

https://www.google.it/search?q=1981:+Indagine+a+New+York+immagini&client=ubuntu&hs=zpw&channel=fs&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwj85_-EkPfKAhXLVhQKHXNCAW0QsAQIHw&biw=683&bih=650



"Il risultato non è mai in discussione, solo il percorso che si prende per arrivarci."

Frase di lancio originale del film

Come il suo omonimo biblico, Abel Morales (Oscar Isaac,"A proposito di Davis") è un uomo che si sforza di fare la cosa giusta. E' l'ambizioso proprietario di un business nel petrolio da riscaldamento, ma a differenza di molti altri nel suo settore, vuole giocare secondo le regole. Abel è un convinto sostenitore del sogno americano: lavora duro, rimane concentrato sul suo obiettivo granitico nella fede che alla fine avra' successo. Ha appena negoziato un accordo per l'acquisto di un terminale per il petrolio , che gli permetterà di ampliare in modo significativo la sua attività. L'unico problema: si deve chiudere l'acquisto della proprieta' effettuando un pagamento completo entro trenta giorni. Abel non prevede che questo sarà un problema, ma si sbaglia. Come il suo omonimo biblico, egli dovrà affrontare delle conseguenze per le decisioni che ha compiuto.

Il titolo del film si riferisce al 1981, quando vi furono oltre 120.000 rapine e più di 2100 omicidi a New York. e anche l'attività di Abel verrà direttamente influenzata dalla crescita delle attività criminali cittadine, infatti molti dei suoi camion vengono dirottati e il carico di petrolio rubato, i suoi impiegati e autisti sono picchiati e come detto oltre 100.000 galloni di carburante sono stati fatti sparire. Egli sospetta i suoi concorrenti di essere i responsabili e mandanti dietro tutto questo, ma nessuno confessa mai il crimine. Nel frattempo,l'assistente procuratore distrettuale della città (David Oyelowo, "Selma") gli annuncia che sta progettando di avviare un'indagine sui suoi affari,e il capo dei Teamsters, il sindacato degli autisti dei camion (Peter Gerety, "La Guerra dei mondi") inizia ad avanzare gravi richieste ed esigenze di fare armare gli autisti per fare fronte agli assalti e alle aggressioni, mentre i finanziatori di Abel iniziano a lasciarlo solo. Come se questi problemi non fossero sufficienti, la moglie di Abel Anna (Jessica Chastain, "Zero Dark Thirty") comincia a sentire che la loro famiglia è in pericolo, e accusa Abel di non riuscire a proteggerli adeguatamente.
"A Most Violent Year" non è il primo film ad offrire il ritratto di un uomo buono che sta cercando di mantenere la sua dignità in un mondo corrotto, ma quel che ci viene introdotto dallo sceneggiatore / regista J.C. Chandor su questo concetto è molto più scabroso e meno semplicistico del solito. Molti scrittori, sceneggiatori, registi hanno suggerito che il sogno americano non è altro che una perfetta menzogna. Il film di Chandor insiste che esso sia davvero molto reale e concreto - ma solo che la sua realizzazione abbia un prezzo elevato. Costruendo intorno a ciò la storia di un film nel quale ci viene fatto capire che gli uomini diventano criminali non in un momento, nel quale la cattiveria li fa attorcigliare i baffi, ma a piccoli passi e mezze misure. attraverso aggiustamenti temporanei che diventano permanenti, compromessi minori che diventano via via sempre più importanti, e per buone intenzioni che aprono un percorso a cielo aperto diretto verso le lande più profonde dell'inferno.

Dopo tre film che sembrano ma soltanto superficialmente avere poco in comune, il tono e lo stile di Chandor sta lentamente ma inesorabilmente cominciando a rivelarsi. Sia questo film che il suo già notevole debutto "Margin Call" esprimono un senso di disagio verso l'identità degli Stati Uniti, e anche il dramma di sopravvivenza dei protagonisti nel quale tutto è perduto svolge la funzione come di un metaforico esame, vertente su questo argomento (soprattutto nel magistrale "one man show" di Robert Redford nel secondo film di Chandor "All Is Lost"). Chandor riesce sempre a dipingere dei caratteri e delle situazioni a tinte forti, dal pesante significato , e vi sono in "1981: Indagine a New York"(A Most Violent Year) dei momenti in cui Chandor sembra quasi troppo desideroso di fornire le sue idee di un simbolismo palese.
Pur se Chandor vi pone sopra sempre un certo spessore, a volte, con una fiducia che pare già quella di un vecchio maestro. Questo sforzo narrativo si pone tra un disagio lunatico e quello di una drammaticità urbana, del tipo da cui Lumet o Coppola o Polanski avrebbero potuto essere attratti trenta o quarant'anni fa (non importa infatti che il film sia ambientato nei primi anni '80).

Oscar Isaac dà una enorme prova nel ruolo di protagonista, e non impersonandolo nel modo che ci si potrebbe aspettare. Il suo personaggio è quello di un uomo che sta attraversando le prove di Giobbe, ma con un sangue freddo dinnanzi alle avversità quasi allarmante. Mantenendo sempre la sua compostezza, alzando raramente la voce e rimanendo sempre profondamente analitico. Durante i suoi momenti più bassi, ha sempre un modo di fare per cui anche le più disperate suppliche appaiono come argomenti razionali. Isaac offre un livello di forza sottotono che suscita il ricordo degli echi dei primi lavori di Al Pacino - c'è ben più di un poco di Michael Corleone nel personaggio e nell'interpretazione-. Tra questo film e quello del protagonista dalla personalità frastagliata, talvolta ferita, di "A proposito di Davis", Isaac si è affermato come uno dei più interessanti giovani attori della sua generazione.

A tal proposito, la sempre radiosa Jessica Chastain offre un valido supporto come la moglie di Abel, colei che si occupa di tutta la sua contabilità, e che almeno casualmente assomiglia ad una Lady Macbeth del 20° secolo. Affrontando senza mezzi termini il marito con le realtà che egli sceglie di ignorare, e che pur amandolo, pare molto più interessata ai risultati positivi, rispetto alle intenzioni positive. Nella fase iniziale, Anne sembra cambiare piuttosto rapidamente dall'essere una professionale socia per il frastornato compagno ad una arrabbiata antagonista, e mi chiedo se l'interpretazione della Chastain sia stata atipicamente incoerente. No. Anne sarà sempre e solo colei che ha bisogno di essere. Una che si adatta. E che vorrebbe poter convincere il marito di fare lo stesso. Il cast di supporto è pieno di attori caratteristi di talento (tra cui un geniale ma un pò sinistro Albert Brooks come l'avvocato e braccio destro di Abel, e un toccante e drammaticamente serio Elyes Gabel nella parte di un ragazzo latinoamericano divenuto paranoico autista di camion), ma è il contrasto e la spinta insiti nel rapporto tra Isaac e la Chastain, che fa da vero attracco per la pellicola.

C'è una scena immediatamente iconica nella quale Abel tiene una lezione a dei neo assunti venditori sulla forza della vendita, e su come realizzarla nel nel modo più efficace, nel loro lavoro. In questa scena, Isaac offre la battuta più essenziale del film: "Non potrai mai fare nulla di più che guardare qualcuno negli occhi e dirgli la verità" Questa battuta ispira il ricordo di una famosa linea di dialogo da "Scarface" di Brian De Palma ( "Gli occhi, Chico. Essi non mentono mai. "), e la colonna sonora al solito splendida di Alex Ebert evoca pure sottilmente ricordi di quel film. La musica si sente infatti di tanto in tanto come una variazione su un tentativo di tema alla Moroder; un tema che non è abbastanza disposto ad ammettere pienamente quello che è. Allo stesso modo, Abel non sembra disposto ad ammettere a se stesso che potrebbe trasformarsi in una sorta di Tony Montana - che potrebbe, infatti, essere il tipo di bad guy che afferma di disprezzare. Questa potrebbe essere la storia della caduta di un eroe e dell'ascesa di un cattivo (una lettura che è certamente oggetto di interpretazione), pur mantenendo sempre un'empatia per il personaggio di Abel, perché Chandor mette in chiaro che il problema è molto più grande delle scelte di un uomo. Il film è una tragedia, ma potrebbe facilmente essere preso a paradigma di un racconto di ispirazione per alcuni dei più potenti uomini d'affari americani. Dopo tutto, è la storia di un ragazzo che si riprende dalle sue cadute e fa quello che serve per avere successo. Cosa c'è di più americano di questo? Jessica Chastain pensava che il suo personaggio di "nouveau riche" avrebbe dovuto indossare solo abiti di Armani dell'epoca e ha dunque scritto a Giorgio Armani chiedendo che venissero prestati i loro abiti vintage del periodo per il film. Pertanto, ogni abito che il suo personaggio, Anna, indossa, è un vintage Armani dal 1981

Suicide Is Painless
« Ultima modifica: Settembre 05, 2016, 12:19:04 pm da Suicide Is Painless »
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Vicus

  • Moderatore Globale
  • Pietra miliare della QM
  • ******
  • Post: 21246
  • Sesso: Maschio
Citazione
Molti scrittori, sceneggiatori, registi hanno suggerito che il sogno americano non è altro che una perfetta menzogna.
E purtroppo hanno pagato, come Cimino per aver girato il capolavoro I Cancelli del Cielo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.