Autore Topic: "Human"(Francia 2015) di Yann Arthus- Bertrand. Documentario  (Letto 2359 volte)

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"Human"(Francia 2015) di Yann Arthus- Bertrand. Documentario
« il: Febbraio 29, 2016, 12:23:16 pm »
"Human"
Yann Arthus- Bertrand, Francia, [2015], Documentario.

https://www.google.it/search?
q=Human+2015+immagini&client=ubuntu&hs=h3K&channel=fs&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwi6or-
F8pfLAhXLiRoKHVlHCHsQsAQIHA&biw=757&bih=650



Questa sarà una recensione come raramente ormai accade, davvero ispirata. Mi
sono infatti imbattuto nell'ultimo lungometraggio del documentarista francese
Yann Arthus- Bertrand, dal titolo “Human”, ed è stato per me un regalo enorme.
Ciò che ci viene presentato in questo suo ultimo lavoro è una finestra che ci
mostra una visione in trasparenza nelle anime di coloro con cui viviamo, ,ma
che normalmente non vediamo mai.
>
>L'angolo di scelta delle persone che ci viene mostrato crea una sensazione
personale la quale fa sembrare che le persone stesse parlino attraverso lo
schermo proprio a  noi attraverso lo schermo Argomenti sono ecletticamente
riprodotti da più voci, articolate in modi che cambiano per sempre la
prospettiva sulla vastità delle espressioni umane,  e sempre mantenendo gli
occhi ben aperti su quelli che sono gli obiettivi veramente importanti
dell'esperienza umana.
>Abilmente girato, intervallando bene gli scenari contemplativi della natura
con quelli della civilizzazione dell'uomo, consente di stimolare la riflessione
e un interscambio mirabile con l'atmosfera creata dalla colonna sonora,
aiutando la contemplazione e armonizzando le storie raccontate con il
paesaggio.  E' anche una lezione sull'apprendimento, sulla comprensione di
quelle cose che per me, non esulano mai dai meccanismi dell'ambiente che ci
circonda. Apprendimento che comprende lo sviluppo di abitudini, come
l'introspezione, il pensiero critico, e l'empatia. Nel momento in cui siamo
venuti urlando in questo mondo, il nostro cervello ha iniziato a conferire un
senso alle cose. Che cos'è l'amore? Che cosa è la fiducia? Quali e soprattutto
come sono, le altre persone?
>
>Alcune di queste cose non si imparano solo a parole o per imitazione, ma
attraverso i sistemi sinaptici nel nostro cervello, che si sono evoluti per
rispondere alle particolari esperienze: volti osservati, sperimentazioni del
tatto, avere udito il battito del cuore delle nostre madri.
>
>Ma, come in qualsiasi altra categoria, possiamo imparare le cose sbagliate.
Gli abusi distruggono la fiducia. La negligenza fa si che l'amore rimanga
trattenuto. La separazione soffoca l'empatia. E nel corso del tempo, dobbiamo
rafforzare la nostra conoscenza della mancanza d'amore, di fiducia, e
soprattutto dell'empatia - come qualsiasi altra cosa bella e positiva che
avevamo imparato in precedenza a queste.
>
>Yann Arthus-Bertrand con "Human" compie un vero e proprio un tour de force
per stimolare ancora l'esercizio dell'empatia nello spettatore. Girato in 60
paesi, è il risultato di interviste a più di 2.000 persone. Mettendo così in
mostra non solo la diversità dell'umanità, ma anche la bellezza del nostro
pianeta attraverso la splendida fotografia aerea.
>
>Si tratta di un intenso lavoro. Che richiede di mettere da parte il tempo
(133' minuti nell'edizione per lo streaming, 181' in quella per l'uscita nelle
sale cinematografiche) e l'energia mentale per ammirarne le storie, che sono
spesso strazianti. Sentirete le storie di persone che vivono in estrema
povertà, persone che hanno perso tutta la loro famiglia in una guerra, di donne
stuprate, assassini che sono stati perdonati, e di esseri umani di tutte le età
che hanno subito vergognosi pregiudizi.
>
>Storie di resistenza eroica e di un'incessante ma mai zuccherosa e buonistica
ricerca della felicità, dell'istruzione, della giustizia – in quelli sono i
momenti più esaltanti del film. Un film come questo potrebbe rischiare di
cadere in una sorta di relativismo morale, una mera celebrazione della
diversità. Ma "Human" restituisce a tutto una sincera richiesta di giustizia.
>
>Un uomo indiano racconta la storia di come le vittime della scarsità d'acqua
stiano aiutando a costruire un grattacielo che è una sorta di torre gemella
con 76 piscine, per essere goduto dai ricchi. Dicendoci quanto ciò lo renda
furioso per la connessione con la disuguaglianza dei suoi conoscenti ed amici,
e sia a tutti gli  effetti così evidente. Una vecchia donna indigente grida
all'occhio della cinepresa, chiedendo di rendere conto di tutte le  sofferenze
che hanno sempre patito e sempre devono patire, i poveri
>
>In un'altra scena tra le interviste, vediamo una vasta gamma di grattacieli
illuminati di notte. Da lontano, si vedono bellissimi, uno spettacolo
incredibile di luci e architetture. Poi la macchina da presa zooma in uno degli
edifici, e come nella trilogia “Qatsi” di Godfrey Reggio vediamo gli uffici, i
lavoratori solitari, un ambiente sterile, senza anima.
>
>"Human" non ci fornisce una risposta all'ingiustizia, alla disuguaglianza,
alla povertà, ai rifiuti e alla distruzione dell'ambiente, alla guerra. Esso ci
ricorda però con forza che c'è una domanda da porsi: se ci si sta a cuore l'un
l'altro come esseri umani, cosa abbiamo mai fatto in concreto per questo nella
nostra vita, esperienza appunto, “umana”? .
>
>Il formato d'immagine in alta definizione si aggiunge alla sensazione di
immersione a questa discesa, o ascesa che si voglia vedere, nell'”umanità”,
spostandosi senza soluzione da una storia all'altra. Obbligatoriamente torna
alla mente il più recente documentario di Ron Fricke ( già operatore di Godfrey
Reggio per “Koyaanisqatsi” nel 1982) ''Samsara'' che utilizza un approccio
simile.
>
>Questo, tuttavia, dà voce poetica alla narrazione di varie e molteplici
esperienze di vita che aggiungono un'altra dimensione a questa
rappresentazione, ovvero l'elemento umano da cui il titolo.
>
>“Human” è un viaggio di formazione che lo spettatore riceve attraverso le
immagini, le parole e la musica, del quale essere grati e che ci riporta nel
sentiero di un viaggio che tutti noi abbiamo intrapreso, quello di “esseri
umani”.
>
>
>Enrico Bulleri
>
>
>Festival Internazionale del Cinema Documentario di Amsterdam 2015
>2 ° posto
>Premio del pubblico
>Premio del Pubblico IDFA
>Yann Arthus- Bertrand
>2 ° posto
« Ultima modifica: Febbraio 29, 2016, 12:33:08 pm da Vicus »
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Vicus

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Re:"Human"(Francia 2015) di Yann Arthus- Bertrand. Documentario
« Risposta #1 il: Febbraio 29, 2016, 14:01:38 pm »
Ispirata davvero, seguono alcune perle di questa recensione:
Citazione
Ciò che ci viene presentato in questo suo ultimo lavoro è una finestra che ci
mostra una visione in trasparenza nelle anime di coloro con cui viviamo, ,ma
che normalmente non vediamo mai.
Dante e Pound cercarono di fare lo stesso descrivendo i corpi a immagine delle virtù e difetti di ciascuno.
Citazione
Nel momento in cui siamo venuti urlando in questo mondo, il nostro cervello ha iniziato a conferire un
senso alle cose.
Che cos'è l'amore? Che cosa è la fiducia? Quali e soprattutto
come sono, le altre persone?

Gli abusi distruggono la fiducia. La negligenza fa si che l'amore rimanga trattenuto.

Un film come questo potrebbe rischiare di cadere in una sorta di relativismo morale, una mera celebrazione della
diversità. Ma "Human" restituisce a tutto una sincera richiesta di giustizia.


Poi la macchina da presa zooma in uno degli edifici, e come nella trilogia “Qatsi” di Godfrey Reggio vediamo gli uffici, i
lavoratori solitari, un ambiente sterile, senza anima.

se ci si sta a cuore l'un l'altro come esseri umani, cosa abbiamo mai fatto in concreto per questo nella
nostra vita, esperienza appunto, “umana”?
« Ultima modifica: Marzo 14, 2017, 19:30:15 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.