Il lupo e l’agnello 2.0
di Enrico Fiorini
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Una volta il lupo mangiava l’agnello è questa era indubbiamente un’ingiustizia.
Poi venne qualcuno, un uomo molto civile e offrì al lupo di poter mangiare tutta la carne di agnello che voleva…
Il lupo era come sempre molto affamato e guardò il recinto dell’uomo…
“Tutti questi sono per te” disse l’uomo, “ma ad una condizione, tu non potrai sbranarteli, sarò io a macellarli e a darteli belli e cotti, perché sono tuoi ma anche miei, per sigillare questo patto dovrai indossare un collare e un guinzaglio, di modo che tu non possa arrivare a mangiarli“
Il lupo era molto affamato e in vita sua non aveva mai visto tutti quei begli agnelli in un solo recinto e quando si ha fame non arriva glucosio al cervello, così perse la testa e accettò le condizioni dell’uomo.
Inutile dire che una volta incatenato, l’uomo gli dava sì da mangiare, ma sempre gli agnelli più sbilenchi e malaticci, le carogne, quelli morti di peste o di vaiolo, agnelli che una volta lui pure affamato, avrebbe lasciato lì a marcire.
Quelli migliori ovviamente se li pappava lui, e il lupo ben presto diventò ancora più affamato di prima.
Gli agnelli quando videro che il lupo era alla catena decisero subito di canzonarlo, poi immediatamente anche loro si misero a fare promesse da marinaio al lupo.
“Se mi regali questo o quello ti farò assaggiare una coscia“
E il lupo tentava pur essendo alla catena di portare l’oggetto desiderato, a volte essendo la sua catena corta non ci riusciva, a volte riusciva a dare ciò che l’agnello desiderava, ma l’agnello preso l’oggetto si allontanava prima che il lupo riuscisse ad addentarlo.
La maggior parte degli agnelli si faceva beffe di lui e diceva: “non sei più un lupo, ma un semplice cane“
Altri si montavano la testa credendo che siccome il lupo era canzonato loro avrebbero potuto trattare il lupo come un cane e così gli si avvicinavano troppo dicendogli arroganti: “dai mangiami che sei solo un cocker” e finivano male sbranati dal lupo.
Quando il padrone vide che alcuni belli agnelloni finivano mangiati dal lupo, gli accorciò la catena, ma gli agnelli arroganti scambiavano la catena corta del lupo per un suo indebolimento e finivano regolarmente sbranati mentre si atteggiavano ad essere ”più lupo del lupo”.
Visto che i provvedimenti non sortivano nessun effetto il padrone che voleva tutti gli agnelli per sé inventò un nuovo reato, l’agnellicidio.
Per questo reato il cane doveva essere bastonato con violenza e punito, era pasqua e non c’erano agnelli da destinare a lui.
A un certo punto il lupo così conciato, ridotto a un cane, e totalmente privo di cibo, pensò:
“Ahimè sono stato pazzo! Con ingegno l’uomo mi ha fatto vedere il suo recinto pieno di agnelli a me che me ne capitava sotto il naso uno ogni morte di papa, facendo leva sulla mia fame. Ma quando mi capitava, era un bell’agnello, grasso e succulento, invece adesso il padrone mi nutre con le carogne e gli agnelli morti di vaiolo“
“Ho ancora più fame di prima e ho perso la mia libertà e la mia dignità“
Tornò dentro la sua cuccia, lasciò il cibo rancido del padrone a marcire, chiuse gli occhi e con ultimo atto di dignità, morì.
A quel punto un branco di lupi giovani e affamati fecero irruzione nel recinto, gli agnelli arroganti e sicuri di sé pensarono di poterli affrontare solo perché avevano fatto esperienza del lupo solo al guinzaglio, ma i lupi senza alcun problema se li mangiavano a quattro palmenti.
A quel punto un agnello, vedendo che la sua sorta di fronte al lupo era tornata a essere quella di prima gridò al lupo: “non mi sbranare è un’ingiustizia che il lupo mangi l’agnello e l’agnello muoia!“
A quel punto un lupo più vecchio che guidava gli altri più giovani fermò tutti si mise al centro e con fare di chi è saggio e rispettato da tutti si mise a parlare.
Mentre lui faceva questo i lupi in cuor loro pensarono: “bene adesso il nostro capo ci dice che la festa è finita e dobbiamo tornare nella tana, maledetto l’agnello e le sue lagne“
Mentre gli agnelli abituati a essere sempre difesi dal padrone pensarono: “bene, abbiamo mostrato le nostre ragioni e adesso il lupo vecchio e saggio fermerà i lupi e li manderà tutti a casa“
Ma il lupo vecchio e saggio sentenziò: “Tu agnello parli di ingiustizia perché non vuoi morire, ma non vedi forse che il mio simile è morto di fame alla catena?“
“E’ ingiusto che gli agnelli muoiano perché mangiati dai lupi, ma è anche ingiusto che i lupi muoiano di fame con gli agnelli che gli sculettano davanti, per cui ora faremo a turno, ieri è morto un lupo, oggi morirà un agnello“
E detto questo se lo mangiò, e tutti gli altri lupi, che conoscevano solo la fame, impararono la lezione.
Finirono tutti sbranati, tranne le carogne morte di vaiolo.