Cyberguy, non so se avevi letto i miei commenti prima di iscriverti, ho ripetuto spesso il concetto di "gap eccessivo tra considerazione dei gusti sessuali femminili e quella per i gusti sessuali maschili"; sono già arrivato da anni che quel gap è fisiologico, la grandezza di questo gap può essere patologico. Il ginocentrismo attuale mi sembra patologico.
La soluzione? Superare la sessocrazia ed emancipare l' uomo. Come si fa? Non lo so.
La pecca delle soluzioni progressiste (se vogliamo chiamarle così) è che non esiste un modello utopico di riferimento.
Vicus sopra ha descritto la sua utopia, in modo chiaro e netto, che, a mio avviso, è anche un po' l'utopia di chi invece si volge verso il progresso (se vogliamo chiamare così l'utopia dell'eliminazione del gap), ma in genere non sono mai così chiari nell'indicare l'utopia alternativa. Parlano in genere di una morale nuova, lontana dai fondamenti cristiano/religiosi, che dovrebbe sorgere dalle ceneri di questa, ma sembra che nessuno abbia un'idea nemmeno dei fondamenti di questa ipotetica nuova morale.
Red dice che la donna non correrà mai verso l'uomo, ma se, come dice Vnd qui
Le donne erano, in genere, rispettose e servili.
Le figlie hanno scambiato questo atteggiamento per sottomissione.
Noi sappiamo che si trattava di una tecniaca seduttiva
il rispetto e l'atteggiamento di cura e servizio erano una tecnica seduttiva, non mi pare così campato in aria, che, in vista del ritrarsi dell'uomo che acquisisce coscienza del proprio valore in relazione a sé e non in relazione all'utilità che gli è imposta dal sentimento femminile mutevole, le donne tornino ad adottare quelle tecniche seduttive di un tempo.
A quel punto il prezzo (vale a dire il compromesso per la riduzione del gap) lo potrà stabilire l'uomo, sempreché abbia, per allora, acquisito l'idea di ciò che vuole.
E' interessante, secondo me, però la possibile ciclicità dell'ampiamento del gap. La tua metafora suggerisce l'idea di un gap che non è fermo viene ingigantito o rimpicciolito dalla cultura di riferimento (qualunque essa sia) e dev'essere costantemente rinegoziato e controllato per evitare che degeneri in malattia.