Faccio fatica a seguire l'andamento di questo topic, che spazia dal valutare la salute e il benessere psico-fisico del singolo individuo-uomo fruitore di pornografia, al valutarne gli effetti rispetto alla condizione maschile che è l'oggetto di questo forum.
Naturalmente, comprendo che le due cose hanno parecchie connessioni.
Forse la questione sta esclusivamente nei termini di un uso ponderato di pornografia (cosa non facile s'intende) onde evitarne dipendenza.
Però per ciò che qui ci riguarda, credo che il problema non sia la dipendenza (che è tema clinico) quanto il condizionamento. Verso il femminile.
E allora credo che molto più pernicioso della pornografia sia il sessualismo.
Che è molto più pervasivo e condizionante della pornografia.
Perché agisce in modo più continuo e superficiale. Stabilisce una tensione senza possibilità di scarico.
Se alle otto di sera, sono a cena con mia moglie e i miei figli (non ho moglie e figli...è solo un esempio) e dopo avere visto per un'ora trasmissioni in cui la valletta più vestita era in mutande, mi becco la pubblicità bilboa latte solare con la figona in bikini mozzafiato, intervallata da altre immagini commerciali e no, di donne discinte, procaci e provocanti, in attesa delle trasmissioni serali (film, fiction, varietà...poco importa) in cui il canovaccio è sempre lo stesso: la donna desiderata uomo desiderante: mi dite voi quali sono le risultanze?
Moltiplichiamolo per 365 giorni all'anno. Pasqua, Natale e capodanno compresi.
E' la provocazione sessuale che si è fatta normalità (norma) il problema che ci riguarda.
La pornografia, a mio avviso è un problema di secondo livello, su cui (volendo) posso agire con adeguate contromisure.
Posso risolvere il “mio” problema, gli effetti che esercita su di “me”.
Ho ausili di varia natura: se diviene patologia posso utilizzare la scienza medica. Anche quella clinica.
Ma contro una patologia sociale, di quali mezzi dispongo? L'anacoretismo?
La pornografia è sostanzialmente divenuta un mercato.
Credo che si alimenti della sessualizzazione della società. Attenuando questa tensione di primo livello, se ne avrà sempre meno necessità.
Non sparirà, ma credo potrebbe tornare nel suo alveo.
Come ogni fatto economico, la dinamica è questa: domanda-offerta.
p.s. - Da non dimenticare: con buona pace della Zanardo, la sessualizzazione della società ha una categoria avvantaggiata, quella femminile, ed una svantaggiata, quella maschile. E questo non può essere frutto del caso. Purtroppo però il danno coinvolge la società nel suo complesso.