http://dimmelo.net/usa-coppia-si-separa-lei-non-vuole-piu-figlio-nato-da-maternita-surrogata/Intanto, dagli USA, una vicenda raccontata sul Daily Mail è emblematica nel mettere in luce le contraddizioni di tale pratica.
Una coppia di benestanti provenienti dal mondo dello spettacolo americano, l’attrice Sherri Shepherd, 48 anni (celebre anche per una parte del pubblico italiano per le sue apparizioni nelle sitcom “Perfetti ma non troppo” e “How I Met Your Mother”) e Lamar Sally sceneggiatore di serie tv, sono al centro di una delicatissima disputa.
Sposati nel 2011, nel 2013 decidono di ottenere artificialmente un figlio e riescono ad averlo mischiando il seme di lui con gli ovuli di una donatrice, mentre l’embrione viene gestito da una terza donna, Jessica Bartholomew, cameriera di 23 anni già madre di due bambini.
I due protagonisti a quel tempo spiegarono di aver scelto Jessica perché atletica e in buona salute, essendo stata una giocatrice di basket e vegetariana, ottenendo persino l’assicurazione che avrebbe osservato una dieta rigorosa con alimenti sani, per far bene al feto.
Nel 2014 i due però si separano (con la madre surrogata al settimo mese di gravidanza) e Sherry non sopporta più di avere un figlio senza il suo patrimonio biologico (seme del marito, ovulo e utero da cui è nato di altre due donne, di lei effettivamente non c’è nulla) e la donna decide così di rifiutarsi di essere indicata come madre nel certificato di nascita, di pagargli gli alimenti e persino di provvedere all’assicurazione sanitaria del piccolo, sostenendo che il dovere di provvedervi sarebbe stato della donna che l’ha partorito.
Il giudice di un tribunale della Pennsylvania ha però dato torto a Sherri e deciso che l’attrice è la madre legale del bambino, obbligandola a mantenerlo fino alla maggiore età con un assegno di 4,100 dollari al mese, con in più la copertura sanitaria. L’attrice però non si arrende e fa appello contro la sentenza, sul finire dell’anno scorso.
Alla prova dei fatti, dunque, le chiacchiere e i sentimentalismi stanno a zero. Al di là delle erudite disquisizioni di sedicenti “progressisti”, una innocente creatura nata in modo artificiale da genitori volubili si trova al centro di uno scontro che potrebbe mutare il modo con cui la pratica della maternità surrogata viene percepita dal pubblico.