mi sembra di poter dire che la Terragni è in difficoltà e per stare a galla si aggrappa a due relitti: il cattolicesimo buonista da un lato e il vetero femminismo dall'altro. Fino a circa metà dell'articolo la Terragni gioca con tematiche note appunto al mondo cattolico, tipo la corrispondenza diritti-doveri. Dopodichè scopre la dimensione "patriarcale" dell'utero in affitto, cioè la possibilità che si scopra l'inutilità della donna in quanto donna grazie alla donna in quanto incubatrice.