http://ilporticodipinto.it/content/lo-sciopero-delle-lancetteLo Sciopero delle Lancette
Odio il British Summer Time (quella che da voi si chiama Ora Legale). Mi devo svegliare al buio, recarmi al lavoro al buio, spesso nella nebbia, proprio quando il sole stava cominciando a fare capolino quando lasciavo casa per andare a lavorare. Non riesco ad abituarmi alla levataccia fino a quando non si deve mettere l'orologio di nuovo indietro e quasi tutti sono con lo stesso sentimento, nonostante si dica che qualcuno ne giova. Si dice che sia di giovamento per gli agricoltori, gente che peraltro non ha un orario fisso da rispettare che non sia quello delle bestie e delle stagioni, delle lune e del tempo metereologico.
Una usanza inspiegabile, almeno dalla parte ricevente. Ed una usanza che moltissimi paesi hanno abbandonato (come l'abbandonò l'Italia durante il fascismo, a fasi alterne, e l'Inghilterra nel secondo dopoguerra). Infatti, valutando i pro ed i contro si può capire che i contro come minimo bilanciano i pro, se non li sopravanzano nettamente. Anche il preteso risparmio di energia si è rivelato una bufala bella e buona.
Questa consuetudine apparentemente priva di senso fu instaurata in Gran Bretagna per la prima volta nel 1916 - i primi a legislarla furono però i tedeschi nello stesso anno - e proseguì a fasi alterne, con l'ora legale mantenuta per tutto l'anno durante la WWII, fino alla fine della guerra.
Alla fine della guerra la popolazione britannica, che dopo più di 5 anni di guerra si destreggiava con le armi piuttosto bene, pensò bene di bruciare le Carte d'Identità in piazza e di essere piuttosto vocale circa l'abolizione del British Summer Time, che fu gettato alle ortiche nel 1945: il Governo, di fronte a gente che aveva addestrato ad armi e privazioni, decise di essere accomodante.
Accomodante ma sempre teso a completare quello che era stato ideato in qualche riunione tra pochi uomini chissà dove, cominciò fin dal 1947 a tramare con studi pagati dal contribuente coatto per dimostrare l'opportunità della reintroduzione della legge sull'ora legale.
Fu però solo nel 1966 che (me lo ricordo distintamente, all'epoca ero in Italia) l'Europa Unita cominciò a essere un progetto che improvvisamente uscì dalle riunioni in Hotel cinque stelle per diventare un luogo comune da dover essere accettato senza discussione, una fatalità, più che altro, e con questa fatalità la famosa frase: Europa Vult. Ci dissero infatti che bisognava essere al passo col resto d'Europa, che, implicitamente era più progredito del paese dei maccheroni. La cosa curiosa è che anche agli inglesi fu detta la stessa cosa, poichè il resto d'Europa era più moderno e trendy del paese della birra sgasata.
E così reintrodussero il dannato British Summer Time, nella nuova guisa di Daylight Saving Time, più yank e più moderna.
In Italia però i vecchi ricordavano cosa era successo negli anni '20, specie i vecchi del Nord, e soprattutto quelli di Torino. è una storia che ai più, oggi, è sconosciuta e che fu accuratamente sepolta nel 1965 proprio dalla Sinistra che avrebbe dovuta essere erede dell'ideologia di coloro che avevano scatenato quegli avvenimenti.
Il 18 Marzo 1920 fu riportata in vigore (dopo un breve esperimento nella Prima Guerra Mondiale) l'Ora Legale. Ai più ricordava la guerra, con tutti i ricordi negativi che si portava appresso, e l'inutilità di un provvedimento del genere era abbastanza lampante, senza considerarne la assoluta lunaticità: invece di cambiare orario di lavoro TUTTI dovevano cambiare una cosa che era sempre stata non disputabile, quale la divisione del giorno e della notte in porzioni uguali di tempo. Specialmente gli operai che dovevano alzarsi la mattina per il primo turno attorno alle 4.30, come minimo, non apprezzavano affatto di andare a lavorare nel cuore della notte essendo pure presi in giro dal Governo.
Era una questione squisitamente di principio, ma le questioni di principio sono sempre le più importanti.
Alla FIAT, a Torino, gli operai organizzati non si sentono però ancora in grado di controbattere ad una legge dello Stato, e perciò cercano di contrattare con la ditta un orario di lavoro posticipato di un'ora, di fatto rendendo nulla la legge sull'Ora Legale. La FIAT, che di fatto anche allora praticamente possedeva lo Stato, risponde in maniera draconiana: chiunque sia in ritardo per l'orario durante l'Ora Legale verrà licenziato in tronco. Il 26 e 27 marzo gli operai sono in sciopero e lo sciopero delle lancette ha un successo pressochè totale: in pratica tutti gli operai del Piemonte si fermano, seguite da quelle della Liguria. Persino i braccianti scioperano. Di nuovo la FIAT risponde in maniera che non da adito a discussioni, con la serrata di tutte le fabbriche del Piemonte. A questo punto la situazione sfugge di mano e le fabbriche vengono occupate dagli operai. è la Rivoluzione. E tutto per l'Ora Legale. Lo spettro della Rivoluzione Bolscevica è nell'aria. I padroni chiedono al Governo di usare i cannoni e le mitragliatrici contro gli occupanti delle fabbriche e a Torino confluiscono militari da tutta Italia.
Senonchè Giolitti, il primo ministro liberale, che è tutt'altro che fesso mette un freno alle tentazioni di repressione militare e usa la forza del governo per piegare i sindacalisti.
Per la prima volta i sindacati ed i partiti della sinistra si rivelano più funzionali al potere di quanto non lo siano quelli di destra: trattano infatti con i padroni e senza alcuna consultazione con la base dichiarano la fine dello sciopero. Alla fine gli operai obbediscono, anche per il fatto che da un mese non prendevano alcuno stipendio, ed il movimento operaio viene azzerato. Parte degli operai, delusi, confluiranno nel Partito Fascista, un partito espressamente finanziato per evitare situazioni di questo tipo fino dal principio. In ogni caso uno dei primi provvedimenti del Governo Mussolini sarà proprio l'abolizione dell'Ora Legale.
Vale la pena di notare che ora come ora la maggior parte della superficie del pianeta ha abbandonato questa pratica insulsa e illogica (a parte i paesi dell'Africa Centrale che mai l'adottarono) e quelli che ancora la tirano avanti sono - sorpresa delle sorprese - i fedelissimi dell'Impero Americano, vale a dire il Nord-America (ma non tutto il Canada e persino uno dgli US), l'Europa, la Turchia e qualche stato dell'Australia.
Chiaramente questa è stata una decisione presa a tavolino per motivi che sfuggono ai più. Mi azzardo ad appoggiare la tesi di mio nonno: l'elite che governa l'Impero vuole avere prova di quanto siano malleabili le popolazioni, imponendo leggi assurde che sembrano scherzi di cattivo gusto, oltre che provocare anomalie imbarazzanti. Quel che a noi sembra inspiegabile, è spiegabile solo se si conoscono i retroscena ed il piano complessivo. Non solo la neo-lingua viene usata in questo senso, ma pure il sovvertimento della logica e della matematica come George Orwell ha spiegato fin troppo bene.
Gli operai degli anni '20, meno esposti ad una propaganda capillare, potevano vedere meglio di noi che un punto di principio può essere così importante da dovere essere difeso anche a costo di una guerra civile. Purtroppo ora mi sento dire da tutte le parti: "Non c'è niente da fare, e poi perché ti alteri così solo perché devi spostare due lancette?".
Chi conquista le menti prende possesso degli sfinteri, diceva la buonanima di mio nonno.