Autore Topic: Il dilemma della libido femminile  (Letto 41570 volte)

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Online Frank

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #90 il: Maggio 09, 2016, 00:46:36 am »
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Rino Della Vecchia     

 
Citazione
            DIPENDENZA SESSUALE 

            Una menzogna fondante e necessaria: la parità ormonale.

            La perfetta simmetria naturale del desiderio e delle sue forme come dogma centrale del Vigente Ordine Morale.

            LE RADICI FILOGENETICHE DELLA DISPARITÀ ORMONALE. L'incolmabile divario darwiniano come origine della dipendenza sessuale maschile: "La natura ti incatenerà a me". Il corteggiamento in quanto costo (insieme di risorse spese - [fitness] ) compensativo dell'inferiorità maschile.

            IL RECIPROCO INTERESSE ALLA MENZOGNA:

            - l'interesse maschile a non riconoscere l'irrimediabile inferiorità. Salvaguardia dell'autostima.

            - l'interesse femminile a negare la superiorità: 1- non riconoscere contropoteri compensativi al genere maschile. -2 negarsi ogni dovere di Cavalleria. 3- nascondere l'esistenza del primo strumento di controllo degli stati emozionali del genere maschile.

            Ormoni maschili, terra di conquista: 100.000 anni di speculazione.
             
             

            CARATTERI DELL'INFERIORITA'

            La disparità delle forme e delle modalità come degenerazione del comportamento maschile culturalmente indotta. La rieducazione femminista: "Vi abbiamo costretti a comportarvi a letto come persone".

            Sesso: F/ e M/ : la gestualità buona e quella cattiva, le modalità pulite e quelle sporche, la frequenza giusta e quella sbagliata, il contesto bello e quello brutto, la forma degna e quella indegna.

            Sesso: F/ e M/: Sesso con vincolo, femminile, buono / Sesso senza vincolo, maschile, cattivo.

            L'origine della superiorità dell'approccio femminile al sesso. Una questione indeterminata ed indeterminabile: natura o cultura?

            Le modalità femminili come naturalmente date e culturalmente superiori. Le modalità maschili come antinaturali e culturalmente degenerate.

            Sesso: il monopolio del se-come-dove-quando-quanto.

            AMOUR-PASSION: il sogno ed il delirio provenzale. L'ideale femminile dell'eterna passione. L'immaginario e la realtà: "Non siete all'altezza". Non siamo all'altezza. Perché sia necessario essere all'altezza.

            IMMACOLATA CONCEZIONE. Una sovrapposizione culturale: il racconto dell'Immacolata Concezione come archetipo dell'autodescrizione femminile occidentale. Il contatto fisico come lesione irreparabile. La caduta nel mondo animale. Occidente: una Civiltà figlia di sola femmina. Il nucleo profondo del desiderio femminile occidentale: generare il mondo senza intervento maschile. Le banche del seme. L'auto-clonazione come forma suprema di auto-amore. "Non abbiamo bisogno di voi". Il coito come offesa. L' Immacolata Concezione e l'odio contro il Fallo. Il mito del Mito del Fallo in Occidente.

            STUPRO BIANCO

            Stupro: la violazione della volontà femminile. Caratteri epistemologici dello stupro: istantaneità, visibilità.

            Sul diritto all'esistenza di una volontà maschile. Se la volontà maschile sia suscettibile di essere violata. Volontà negata - volontà subordinata - volontà violata.

            Stupro bianco: dare il nome ad un invisibile delitto. Il diritto femminile all'illimitata violazione della volontà maschile. Caratteri epistemologici dello stupro bianco: invisibilità, durata.

            Effetti dello stupro bianco: vergogna, distruttività (violenza fisica), autodistruttività (depressione) - Sesso a pagamento esplicito (prostituzione) - Autoerotismo adulto.

            La minaccia dello stupro bianco.

            Dal vincolo al ricatto. Il vincolo (matrimonio, convivenza) come condizione di esercizio del ricatto. Matrimonio: vivere sotto la minaccia del ricatto sessuale: "Ciò che io voglio, se io voglio, come io voglio".

            L'inconscio esercito degli stuprati. Lo sfruttamento della dipendenza sessuale maschile.

            LA CULTURA DELL'ELEMOSINA: "Teniamoli a stecchetto". Una verità biologico-culturale come condizione di originaria dipendenza maschile."Io non ho bisogno di te quanto tu hai bisogno di me". Infantilizzazione. L'attesa del corteggiamento infinito. La dipendenza come prezzo del sesso. Il costo del sesso nella relazione vincolata e l'elemosina come infantilizzazione. Stanchezza ed autosvalutazione inconsce dell'eterno chiedere: la fuga verso il sesso a pagamento esplicito.

            IL CONTROLLO DELLA LIBIDO MASCHILE Utilizzazione dell'immagine del corpo femminile come strumento di condizionamento e controllo. Mass media e pubblicità: la stimolazione permanente. Lo stimolo come incremento della dipendenza: più pelle è visibile più i maschi dipendono.

            L'altra faccia della "Donna oggetto": celebrazione del corpo femminile e strumentalizzazione della libido maschile.

            PROSTITUZIONE o del sesso a pagamento esplicito. La causa che deve assolutamente essere negata: i maschi vanno per sesso a pagamento perché non lo trovano gratis. Il sesso negato. Il rifiuto femminile del/al sesso. La liberazione sessuale come liberazione dal sesso. La cultura dell'astinenza. "Non siamo più a vostra disposizione". L'impossibilità del sesso gratuito: la relazione sessuale univocamente strutturata sulle/dalle determinazioni femminili. Subordinazione del comportamento. Il vincolo come surrogato e dissimulazione del pagamento delle prestazioni.

            Pagamento esplicito contro pagamento implicito. Tra stupro bianco ed elemosina. Il costo della dipendenza.

            Sesso a pagamento esplicito come liberazione dalla dipendenza. La guerra contro il sesso a pagamento esplicito: le vittime (femmine) e gli sfruttatori (maschi: coloro che pagano per ciò che dovrebbe essere gratuito). Né gratis né a pagamento: castità forzosa.

            La condanna morale del sesso a pagamento esplicito ed il suo scopo inconscio: la lotta contro la prostituzione 1- come lotta per il controllo totale della libido maschile 2- come lotta per l'incremento del prezzo delle relazioni e la sua contestuale occultazione: corteggiamento o vincolo: "Solo da me: se io vorrò, come io vorrò". Il Bene che verrà (Società femminista): elemosina (dipendenza), castità o carcere (Svezia 1999). Masturbazione maschile: un inammissibile surrogato.

            Il fondamento della disparità: F/ essere. M/ fare. Il prezzo del sesso come manifestazione della necessità maschile di fare. La lotta contro la prostituzione come lotta inconscia contro l'irrisorietà del prezzo e la sua visibilità.

            Il corteggiamento come incremento del prezzo e contestuale dissimulazione dello scambio.

            Una falsità necessaria: la negazione della dipendenza sessuale maschile come condizione del suo incremento.

            Dipendenza sessuale maschile: una fondamentale verità della FdM.
             
             
            INUTILITA' EVOLUZIONISTICA

Le soglie dell'evoluzione sociale e la soglia sociale del XXI Secolo.

Il bisogno (materiale-economico, psicologico-mentale, fisico-emotivo, riproduttivo-genetico) come fondamento dell'amore. Il cosiddetto amore.

LA FINE DEL BISOGNO E LA FINE DELL'AMORE.

Una soglia evoluzionisticamente irreversibile: l'inutilità maschile nel XXI Secolo.

1- Il bisogno della maschilità in epoche (pre)-storiche: a- caccia, pesca, raccolta, 2- agricoltura, 3- società industriale. Fine del bisogno nella società industriale avanzata (del terziario e del quaternario).

Autosufficienza economica del genere femminile. Autosufficienza di genere ed autosufficienza individuale. Macchine e robot: spalle meccaniche. Un evento capitale: l'irreversibile fine del fondamentale/primario contributo economico maschile.

2- La necessità della maschilità nella riproduzione. Dalle banche del seme all'autoclonazione femminile. Eliminazione di una necessità originaria-primordiale: fine del necessario contributo maschile alla riproduzione. Gonadi inutili.

3- La saturazione del mondo materiale: fine delle frontiere. Scomparsa delle "terre ignote".

Conseguenze in ambito morale: svalutazione sociale delle specificità maschili: fisica (corpo, gestualità) emotiva, (entusiasmo, coraggio), mentale (razionalità, spazialità, etc...).

Il disprezzo del corpo maschile: tra scherno ed irrisione. Il pene come strumento di gioco da impiegare su comando femminile (Viagra). La già avvenuta eliminazione dei diritti riproduttivi maschili. "Sarai padre se e quando io vorrò". Il divieto al disconoscimento della paternità. Il cognome paterno come finzione femminile ed autoinganno maschile. Verso l'inevitabile eliminazione del cognome paterno.

EPISTEMOLOGIA DELL'INUTILITA'

Il ruolo dell'inutile in un mondo limitato: occupazione di spazio e consumo di energia. "Ma cosa ci state a fare qui...?". Dalla simbiosi alla guerra: F\ la forma vincente. Da inutili a dannosi: incorporazione al femminile o eliminazione. Verso l'eliminazione delle specificità maschili. Uni-con-formati o incarcerati.
 
 

IL DIVARIO DEL BISOGNO (Amore unilaterale).

Il bisogno femminile di maschilità come Senso perduto della maschilità: fine del bisogno da parte femminile e fine del Senso maschile. Degrado e scomparsa dell'amore femminile per i maschi: "Non abbiamo bisogno di voi".

Ineliminabilità e radicalità del bisogno da parte maschile: madri, amanti e amiche. La relazione con la femminilità come esigenza radicale per la vita maschile. L'immediatezza e la visibilità del danno da mancata relazione con il femminile: disgregazione, distruttività ed autodistruttività (violenza visibile).

Surrogati e palliativi della mancata relazione intellettuale, psicologica ed emotiva: stupefacenti ed alcool., attività parossistica ed usura esistenziale. Morte prematura.

Surrogati e palliativi della dipendenza sessuale: 1- uso della chimica per l'autocontrollo-autogestione della libido maschile. 2- omosessualità maschile autoindotta. 3- cultura dell'astinenza. 4- autoerotismo adulto. 5- sesso a pagamento esplicito.

Bisogni femminili residuali:

- il bisogno femminile di modellare il genere maschile. Il maschio come materia da plasmare. Maternizzazione ed infantilizzazione universale. L'esercizio del potere politico e sessuale per la regressione psicologica all'infanzia, eliminazione dell'autostima maschile. Verso la neotenia culturale: eterni bambini.

- il bisogno femminile del riconoscimento maschile come esigenza surrogabile: "Mi faccio bella per me". Autocelebrazione del corpo e delle realizzazioni femminili: specchiarsi nell'innocenza originaria e nella propria bellezza. Vivere senza colpa.

Sugli effetti della mancata relazione femminile con la maschilità: conseguenze a lungo termine (durata), conseguenze invisibili, violenza invisibile. Irrilevanza sociale degli effetti. Vivere meglio senza i maschi.

Il divario incolmabile. XXI Secolo: l'inconscio femminile occidentale e la sua percezione dell'avvenuta irreversibile inferiorizzazione maschile: "Finalmente avete incominciato a tremare...".

Dipendenza totale. La convergente negazione (F\ e M\) della dipendenza totale maschile.
 
 

DA UOMINI A SUPER-UOMINI

Maschi occidentali del XXI Secolo, un auto-inganno necessario: apprendere a fingere di essere amati. Auto-Senso. Da uomini a super-uomini: essere Senso a se stessi e per se stessi. Auto-giudizio ed autovalutazione. "Nessuno ti dirà 'Bravo!'" Lo sganciamento emotivo come condizione esistenziale di libertà.

L'altra faccia dell'inutilità: la prima e vera libertà, la fine dei doveri economici maschili. Vivere giocando.

L'irreversibile inutilità evoluzionistica maschile: una fondamentale verità della FdM
 
 
Se tutto questo non è la verità, quanto è lontano da essa?

Online Frank

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #91 il: Maggio 09, 2016, 01:00:26 am »

Queste, invece, sono le teorie femministe.

http://www.psicolinea.it/sex-business-la-prostituzione/
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Sex Business: la prostituzione
Posted on 21 dicembre 2006 by Dr. Giuliana Proietti — Leave a reply
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prostituzioneAlla fine degli anni novanta, il numero delle ragazze che si prostituivano in strada oscillava tra 18.800 e 25.100, con una presenza maggiore al Nord stimabile fra 8.800 e 11.300 unità, seguita dal Centro con 5.700-7000 presenze e dal Sud e Isole con 5100-6800 unità (A.A, 2000).
Transcrime (2005) ipotizza che tra il marzo 2000 e il marzo 2001 possano esserci state in Italia tra le 17.550 e le 35.500 vittime di tratta; l’anno successivo nello stesso periodo, le ipotesi formulate considerano le ragazze coinvolte nel giro del trafficking tra le 18.360 e le 36.720. L’anno successivo il dato risulta diminuito: tra il marzo 2002 e il marzo 2003 si è ipotizzata la presenza di ragazze in un range che va dalle 17.970 alle 35.940, dato ricresciuto tra il marzo 2003 e il marzo 2004 con un incremento valutabile tra le 19.710 e le 39.420 unità.

Storicamente la prostituzione di massa è attribuibile (Federici S., Fortunati L, Il grande Calibano. Storia del corpo sociale ribelle nella prima fase del capitale, Franco Angeli, 1984) alla nascita dell’esercito e della marina, e al permanere di un clero maschile reso forzatamente celibe, ma non desessualizzato; al disequilibrio nel mercato del matrimonio, che si registra con il progredire della crescita della popolazione urbana; al maggior accesso al denaro da parte del proletariato maschile, che ha reso possibile un maggior numero di scambi con le prostitute e da ultimo alla diversificazione del lavoro sessuale tra moglie da un lato e prostituta dall’altro.

La prostituzione autenticamente volontaria è sempre risultata marginale: in genere le donne sono ricorse alla vendita del proprio corpo per scopi sessuali quando era loro precluso il mondo del lavoro e qualsiasi altra attività extra-domestica, per arrotondare i redditi familiari.

La denuncia dello sfruttamento sessuale delle donne è iniziata nella seconda metà dell’ottocento, in Inghilterra, quando si è cominciato a parlare della pesante degradazione della persona e dello sfruttamento da parte del protettore, che spesso era lo Stato.

Dopo la seconda guerra mondiale la comunità internazionale ha tentato di contrastare i traffici e lo sfruttamento della prostituzione, lasciando aperta la strada del meretricio alle donne che sceglievano questo come professione, in piena consapevolezza e senza che vi fossero situazioni di controllo delle sue azioni e della sua volontà. Nel 1949 fu siglata la Convenzione delle Nazioni Unite per la soppressione del traffico delle persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui.

Questo trattato internazionale riconosce in linea generale la necessità di criminalizzare qualsiasi forma di sfruttamento sessuale, di tratta e organizzazione della prostituzione e il diritto di praticare in modo autonomo tale attività, vietando però espliciti inviti al libertinaggio o il ricorso a molestie.

L’Italia ha recepito la logica abolizionista sopprimendo, fin dal 1958, le 560 case chiuse presenti sul territorio nazionale, che ospitavano 2705 prostitute. L’abolizione istituzionale però non ha cancellato la prostituzione, che ha cominciato a riprodursi in forma clandestina, mascherata da facciate di legalità, dove la figura del protettore ha continuato a giocare un ruolo di rilievo. Del resto le donne vedono nella figura del ‘magnaccia’ una persona che può tutelarle contro le aggressioni di strada e dei clienti.

Anche le donne che decidono di dedicarsi volontariamente alla prostituzione, sono perlopiù costrette dalla miseria, dall’ignoranza o dalla tossicodipendenza. Oggi in Italia le prostitute sono in maggioranza giovani e straniere. Si è stimato (Leonini L., Sesso in acquisto, Unicopli, Mi) che nella sola città di Milano vi siano 700 prostitute nelle strade e che ognuna di esse abbia in media 10 clienti. In considerazione del basso status cui le operatrici del sesso appartengono e alla luce di quanto dichiarato da chi è riuscita ad affrancarsi da questa vita, appare evidente che sono il degrado e l’indigenza e dunque la debolezza e il bisogno a spingere le donne verso questa professione.

Oltre tutto, va tenuto presente che le norme restrittive sugli ingressi degli stranieri hanno resa necessaria la presenza di mediatori criminali che hanno di fatto controllato il reclutamento e lo sfruttamento della prostituzione femminile. La prostituta bene inserita, può poi entrare nella catena criminale e diventare procacciatrice di altre ragazze e poi diventare istruttrice, o avere funzioni di controllo.

Oggi, numerosi networks criminali si occupano, sul piano internazionale, di reclutare e trasferire le prostitute da un Paese all’altro, perché la vendita di servizi di natura sessuale è molto redditizia, specialmente quando le prestazioni coinvolgono soggetti minorenni e sono particolarmente cruente e pericolose per la donna.

Una riflessione seria andrebbe fatta sul bisogno dell’uomo di acquistare sesso a pagamento anche quando si è consapevoli dei drammi esistenti: tutti sanno, ma poco si fa per combattere questa piaga. Forse siamo tutti assuefatti.

Fonte: Condizione femminile e prostituzione (P. Degani, Università di Padova), pubblicato su Rivista di Sessuologia, vol. 30 n. 2 ed. CIC

A cura di:
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #92 il: Maggio 09, 2016, 01:05:03 am »
Queste, invece, sono le teorie femministe.

http://www.psicolinea.it/sex-business-la-prostituzione/
Tutto sbagliato, ma la prostituzione è aumentata recentemente. Tutta colpa della libido insufficiente o c'è dell'altro?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #93 il: Maggio 09, 2016, 01:09:29 am »
Questo, invece, l'ho trovato su U3000.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=1340605&st=675

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CITAZIONE (Filthxxx @ 30/12/2005, 15:04)

CITAZIONE

Secondo me, si sta già percependo questo clima di rinuncia ed astinenza, tant'è vero che sta aumentando la repressione dell sesso facile e a pagamento, cioè, una di quelle valvole di sfogo che consentono agli uomini di essere meno dipendenti dai ricatti delle donne.


Non è tanto una questione di rinuncia, non è dichiararsi sconfitti. Tu ti riferisci a questa repressione che effetivamente esiste e viene, come tutte le repressioni, imposta dall'alto. Non è questo che mi riferivo io. Non proponevo castrazioni o castità da parrocchia cattolica, ma di prendere in mano le redini della nostra vita.

Questo stato di cose è imposto dalla natura. Abbiamo una carica ormonale che è 20 volte superiore a quella femminile.
Il nostro corpo, la nostra prostata, sono fatti per avere mediamente, un rapporto sessuale ogni 3-4 giorni. Uno screening di controllo ha dimostrato che la astinenza comporta una maggior infiammazione prostatica ed adenoma con conseguente rischio di iperplasia tumorale.
Una donna può stare in astinenza tutta la vita senza avere alcun problema di salute.
Comunque, quando parlavo di "rinuncia ed astinenza" non intendevo che bisogna mollare. Questa è una conseguenza della politica che si sta facendo. Poi, ognuno reagisce in modo diverso, ...chi da "maschio pentito" e chi con lo "sganciamento emotivo".


CITAZIONE

Dicevo di smettere di porre al centro del nostro universo la Figa. Solo così saremo liberi dalle catene che le ideologhe femministe vorrebbero imporci. Questo non risolve il problema del sesso, ma è comunque giù un grande primo passo verso un'esistenza più libera e consapevole. Almeno, io la penso così e sto vedendo che da quando ho iniziato ad adottare questa forma mentis, vivo un po' più serenemante e a cuor più leggero.
Chiaramente non è una soluzione, non è la verità, non può adattarsi a tutti.

Purtroppo quelli che hanno coscienza del problema sono ancora in pochi e la maggioranza degli uomini tende più alla categoria del maschiopentitismo che all'altra




Citazione
http://www.andrologiaonline.it/prostatite.php
Le cause della prostatite – le diverse forme citate hanno cause comuni in cui solo la sovrapposizione, le diverse intensità ed i tempi di persistenza danno luogo alle tre diverse forme, le quali pertanto possono passare una all’altra in continuo, soprattutto quando trascurate o non valutate o non trattate adeguatamente e risolte.
Le cause principali sono:

i microrganismi ....

le disfunzioni intestinali ....

l'alimentazione irregolare ....

il fumo ....

la sedentarietà ....

l'astinenza ejaculatoria per periodi medio-lunghi in quanto riduce il lavoro secretorio prostatico e l'eliminazione per espulsione degli spermatozoi invecchiati o degerati facendo così incrementare il lavoro depurativo-degradativo verso gli spermatozoi ed aumentando il rischio di produzione di residui tossici e iperossidanti ad attività infiammatoria; diversi studi hanno dimostrato che tale causa agisce con frequenza tanto maggiore quanto maggiore è l'intervallo ejaculatorio, definendo l'intervallo massimo concorrente alla prevenzione in 4-5 giorni
....
etc. etc.

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #94 il: Maggio 09, 2016, 01:15:42 am »
E pure questi.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=1340605&st=1110
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Dunque...
A far luce sui diversi desideri dei due sessi sono i rapporti omosessuali.
Quelli eterosessuali rappresentano un compromesso tra i desideri di un uomo e i desideri di una donna, e tendono quindi a minimizzare le differenze tra i sessi.
Gli omosessuali, invece, non hanno bisogno di giungere a compromessi, e la loro esperienza mette in mostra la sessualità umana in una forma più pura.
In uno studio sugli omosessuali di San Francisco condotto prima dell'epidemia di AIDS (il primo caso ufficiale fu registrato il 5 giugno 1981), emerse che il 25% degli uomini gay aveva avuto più di mille partner sessuali; il 75% oltre 100.
Viceversa, nessuna femmina lesbica risultò essere così promiscua, solo il 2% di esse dichiarò un centinaio di partner.
Anche altri desideri dei gay, come quelli riguardanti la pornografia, la prostituzione e l'attrazione per partner giovani, rispecchiano o portano all'eccesso i desideri degli eterosessuali.
(Tra l'altro, il fatto che i desideri sessuali degli uomini siano gli stessi a prescindere dal fatto che siano rivolti alle femmine o ad altri uomini confuta la tesi che si tratti di strumenti di oppressione della femmina.)
Non è che gli uomini gay siano sessualmente "più calorosi": sono semplicemente uomini i cui desideri maschili si incontrano con altri desideri maschili anziché con desideri femminili.

Tra gli eterosessuali, se gli uomini desiderano la varietà più delle femmine, quello che dovrebbe conseguirne può dircelo un qualunque corso di economia.
L'accoppiamento dovrebbe essere considerato un'elargizione femminile, un "favore" che le donne possono decidere se concedere o negare.
Fiumi di metafore parlano del rapporto sessuale con una donna come di una merce preziosa, sia che assumano il punto di vista di lei (concedersi, dargliela, sentirsi usata), sia che assumano quello dell'uomo (averla, favori sessuali, farcela).
E le "transazioni sessuali", come i cinici di ogni genere hanno scoperto da tempo, obbediscono spesso a logiche di mercato.
In tutte le società sono quasi esclusivamente gli uomini che corteggiano, fanno approcci, ricorrono a "filtri d'amore", fanno regali in cambio di rapporti sessuali, pagano le prostitute, etc.
L'economia sessuale, naturalmente, dipende anche dalla desiderabilità dei singoli individui, non solo dai desideri medi dei due sessi.
Si paga per il sesso (in denaro, impegni, favori, regali, vacanze, cene, etc.) quando il partner è più desiderabile di noi.
Dato che le donne discriminano più degli uomini, l'uomo medio deve pagare per avere rapporti sessuali con la donna media...* (Non sempre è così ma poco ci manca*...)
Un uomo medio può attrarre una moglie di qualità superiore a quella di una partner occasionale (presumendo che l'impegno matrimoniale sia una forma di pagamento...), mentre una donna media può attrarre un partner occasionale (che non pagherebbe niente...) di qualità superiore al marito*.

Solo con gli uomini di qualità "più alta" sono disposte ad avere rapporti sessuali (gratis) un gran numero di femmine.


Citazione
Il sistema di accoppiamento umano non assomiglia a quello di nessun altro animale.
Il che non significa tuttavia che sfugga alle leggi che regolano i sistemi di accoppiamento, leggi documentate in centinaia di specie.
Un gene che predisponesse un maschio a essere tradito, o una femmina a ricevere meno aiuto delle altre dal suo compagno, sarebbe rapidamente scartato dal pool genetico.
Un gene che permettesse a un maschio di inseminare tutte le femmine, o a una femmina di partorire i figli più benaccetti del maschio migliore, prenderebbe rapidamente il sopravvento.
Queste pressioni della selezione non sono da poco.
La sessualità umana, se fosse una "costruzione sociale" indipendente dalla biologia, come vuole la concezione accademica popolare, sarebbe dovuta non solo sfuggire (miracolosamente) a queste potenti pressioni, ma anche resistere a pressioni altrettanto potenti di un altro genere.
Se una persona si attenesse a un ruolo costruito socialmente, altri potrebbero plasmare quel ruolo per prosperare a sue spese: i potenti, per esempio, potrebbero sottoporre gli altri uomini a un lavaggio del cervello per convincerli a trovare piacevoli il celibato o il tradimento, lasciando così le donne a loro.
Qualsiasi disponibilità ad accettare ruoli di genere costruiti socialmente sarebbe eliminata dalla selezione e i geni per resistere a questi ruoli prenderebbero il sopravvento...

Che tipo di animale è l'Homo sapiens?
Siamo mammiferi, quindi l'investimento genitoriale minimo di una donna è molto maggiore di quello di un uomo.
Le dimensioni dell'uomo sono circa 1,15 volte quelle di una donna, il che ci dice che nella storia dell'evoluzione gli uomini sono stati in competizione fra loro: alcuni si accoppiavano con più femmine e altri non si accoppiavano affatto. (Ancora oggi è così...)
A differenza dei gibboni, che vivono isolati, sono monogami e hanno un'attività sessuale relativamente scarsa, e dei gorilla, che vivono in piccoli gruppi, formano harem e, anch'essi, hanno un'attività sessuale relativamente scarsa, noi siamo esseri sociali: gli uomini e le donne vivono insieme in grandi gruppi e hanno continue occasioni di accoppiamento.
Gli uomini, in proporzione alle loro dimensioni, hanno testicoli più piccoli di quelli degli scimpanzé, ma più grandi di quelli di gorilla e gibboni, il che indica che le donne ancestrali non erano sfrenatamente promiscue, ma nemmeno rigorosamente monogame.

I bambini nascono inermi e a causa della grande importanza che hanno conoscenze e capacità per il nostro modo di vivere, restano dipendenti dagli adulti per una parte non indifferente dell'arco della vita umana.
I figli hanno quindi bisogno dell'investimento genitoriale e gli uomini, grazie alla carne che ricavano(ricavavano) dalla caccia e ad altre risorse, hanno qualcosa da investire.
Il loro investimento minimo è di gran lunga maggiore di quello al quale, per la loro anatomia, potrebbero tranquillamente limitarsi: essi nutrono i piccoli, li proteggono e li istruiscono.
Il tradimento dovrebbe quindi essere (ed infatti è) un motivo di preoccupazione per gli uomini, e la capacità e disponibilità dell'uomo a investire nei figli un motivo d'interesse per le femmine.
Poiché uomini e donne vivono insieme in grandi gruppi, come gli scimpanzé, ma i maschi investono nella prole, come gli uccelli, si è sviluppato il matrimonio, in cui un uomo e una donna stabiliscono un'alleanza riproduttiva volta a limitare i tentativi di terzi di ottenere accesso sessuale e investimento genitoriale.

Questi aspetti della vita non sono mai cambiati, ma altri sì.
Fino a epoca recente l'uomo cacciava e la donna raccoglieva.
Le femmine si sposavano poco dopo la pubertà.
Non esisteva la contraccezione, né l'adozione istituzionalizzata da parte di non parenti, né l'inseminazione artificiale.
Sesso significava riproduzione e viceversa.
Non c'erano alimenti provenienti da piante e animali domesticati, quindi non c'era il latte in polvere; tutti i bambini erano allattati al seno.
Non c'erano neppure baby sitter a pagamento, né mariti casalinghi; i neonati e i bambini ronzavano attorno alle madri e ad altre donne.
Tali condizioni sono rimaste immutate per il 99% della nostra storia evoluzionistica e hanno plasmato la nostra sessualità.
I nostri pensieri e sentimenti sessuali sono adattati a un mondo in cui i rapporti sessuali davano figli, li si volesse o meno.
E sono adattati a un mondo in cui i figli erano un problema della madre più che del padre.

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #95 il: Maggio 09, 2016, 01:20:31 am »
Per concludere.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=1340605&st=1170
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Il mio punto di vista.
Senza stare a scomodare complesse teorie antropologiche o endocrinologiche, il riconoscimento di una fondamentale diversità di atteggiamento nella sfera sessuale da parte dei due generi è intuitivamente desumibile (oltre cha dall’esperienza personale, soggettiva e, quindi, inattendibile su scala) da diversi fenomeni socio-culturali che già sono stati ricordati.
Il ricorso alla prostituzione da parte maschile, in ogni epoca storica ed in ogni luogo conosciuto, e, nell’attualità, il ricorso alla pornografia come rappresentazione succedanea di piaceri erotici difficilmente raggiungibili, che riguarda come sappiamo un pubblico quasi esclusivamente maschile.
Alla luce della più elementare etologia del comportamento umano, il fatto che non esistano analoghi fenomeni in chiave femminile (o, quanto meno, che abbiano proporzioni infinitamente più ridotte rispetto al corrispettivo maschile) già ci dice che esiste una profondissima diversità nella percezione e nel modo di vivere la sessualità tra uomo e donna. Di che tipo di diversità si tratti, è un argomento che meriterebbe un approfondimento specifico finalizzato a recuperare e restituire dignità alle esigenze sessuali maschili.
Ma ci dice molto di più: indipendentemente da ogni altra considerazione su questi fenomeni, tanto la prostituzione quanto la pornografia si fondano su un dato che mi sembra difficilmente contestabile – l’insoddisfazione sessuale degli uomini che vi fanno e vi hanno fatto ricorso.
O, se si preferisce, la ricerca di gratificazioni sessuali (specificamente al maschile) non corrisposte da un’analoga aspettativa femminile.
Non si comprenderebbero, infatti, i motivi per i quali tanti uomini si rivolgerebbero a metodi “surrogati” laddove vi fosse un’effettiva possibilità di trovare soddisfazione in ambiti ordinari.
Oltre a questo, ci dice che il valore maschile nella sfera della sessualità è di gran lunga inferiore a quello femminile; una disparità di valore erotico sul quale, da sempre, si fonda l’esercizio di un potere femminile finalizzato ad “amministrare” il rapporto con gli uomini attraverso un’oculata gestione delle “concessioni” e dei “rifiuti” da una posizione di forza, con conseguenti ben note strumentalizzazioni.
Non potrebbe esistere una posizione di forza femminile in questa sfera se la dipendenza dal corpo femminile degli uomini (fortunatamente, non dalla loro anima che, altrimenti, saremmo veramente perduti) fosse equilibrata da un’analoga (di pari intensità) dipendenza dal corpo maschile delle donne.

A partire da queste considerazioni, appena accennate sinteticamente per brevità, si fondano alcuni dei fenomeni etico – morali e giuridici che chiamiamo “questione maschile”, in quanto è fondamentalmente nella sfera del privato che si è svolta e si svolge l’espropriazione della dignità maschile, la sua colpevolizzazione, il suo pestaggio morale e la sua svalutazione, le cui conseguenze sul piano sociale sono interamente riassunte in una serie di istituti giuridici quali il diritto di famiglia e la disciplina della vita sessuale (molestie e violenza) sulle cui aberrazioni molto si è scritto su questo forum (ma ancora di più si dovrà scrivere).
Pertanto, immaginare che vi sia una simmetria tra desiderio sessuale maschile e femminile, senza individuare quelle diversità che definiscono innanzitutto una diversità di “potere” sessuale, significa, a mio giudizio, tagliare alla radice gli stessi elementi portanti della QM e ridurla a sterile reazione corporativa di fronte all’irruzione femminile nel sociale. Questo è il mio pensiero.

Online Frank

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #96 il: Maggio 09, 2016, 01:24:53 am »
Tutto sbagliato, ma la prostituzione è aumentata recentemente. Tutta colpa della libido insufficiente o c'è dell'altro?

Non conosco le percentuali esatte relative all'aumento della prostituzione,* ma se è così  sicuramente esistono anche altri fattori, che però non sono certamente la causa prima.

@@

* Nella regione in cui vivo attualmente, mi risulta tramite conoscenze, che anni fa ci fossero tante più prostitute in circolazione (russe, ucraine, croate, serbe, rumene, bulgare, ecc).
Ora, in confronto, son rimaste quattro gatte; soventemente mature e spesso pure "cesse".

Offline TheDarkSider

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #97 il: Maggio 09, 2016, 13:28:07 pm »
Ottimo il lavoro di documentazione di Frank, bravo!

Il materiale postato evideniza che la disparita' di carica sessuale e' un dogma centrale dei movimenti maschili, cosi' come la negazione di tale disparita' e' un dogma centrale del femminismo.

Infatti senza la disparita' ormale la QM stessa non avrebbe senso di esistere: verrebbe a mancare la causa prima e ultima della ricattabilita' maschile da parte delle donne, che e' la dipendenza sessuale dei MM dalle FF.

Ora io capisco che uomini come Vicus o Jason non sperimentino questa disparita', e quindi neanche la dipendenza sessuale dalle femmine, per via del fatto che hanno una libido tenuta strettamente sotto controllo, grazie soprattutto alla forza della Fede.
E riconosco il loro pieno diritto di sostenere una tesi che, ahime', combacia perfettamente con il pensiero femminista, che e' la tesi della parita ormonale o di desiderio sessuale tra UU e DD. Se loro sono convinti che le cose stanno cosi', hanno tutto il diritto di manifestare e far valere le proprie convinzioni.

Pero' deve esser chiaro che la loro posizione e' ERETICA rispetto alle teorie e ai risultati dottrinali fondamentali dei movimenti maschili.
Perche' ripeto: se non c'e' disparita' ormonale, non c'e neanche ricattabilita' dei maschi da parte  delle femmine, e la QM evapora come neve al sole.


Ricapitolando: giusto e meritorio lasciare spazio anche alle posizioni di Jason e Vicus nella QM, ma che sia chiaro che trattasi di posizioni largamente minoritarie e pericolosamente vicine a quanto sostengono le femministe.
 
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Offline Vicus

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #98 il: Maggio 09, 2016, 13:50:13 pm »
Quando non avevo la libido "sotto controllo" le donne si comportavano tutt'altro che da mummie a letto, anche in relazioni molto lunghe (e tuttora nelle relazioni sociali mostrano non di rado un certo interesse). Anche se non sono mai stato un Casanova alcune, prese da libido 'insufficiente', tentavano anche un moderato approccio fisico. Questa non è teoria femminista ma esperienza con le femmine.
Essendo la vostra così diversa, non affermo (perché non lo so) ma mi chiedo se derivi da come è impostato il rapporto: pretendere una donna che ci stia subito e senza complicazioni, e che una volta insieme, a ogni appuntamento lo faccia subito in tutti i modi possibili senza uno straccio di conversazione e preliminari.
Mi domando anche se nelle relazioni di lungo corso, il comportamento da mummia sia anche dovuto alla scarsa coltivazione del rapporto dal punto di vista umano (noia, poche attenzioni, non parlarsi mai) e al fatto che lei sappia che si va a prostitute.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #99 il: Maggio 09, 2016, 13:57:38 pm »
La posizione mia e di vicus non è affatto simile o vicina a quella femminista. Tutt'altro.
E ora lo dimostro subito, mettendo dei pezzi di quest'articolo che già conoscono tutti oramai . Il discorso è che voi confondete il moralismo sessuale con il libertinismo sessuale femminista.
Aggiungo inoltre che uomini che sono assuefatti dal porno, e dalle nudità televisive , sicuramente sentono di più il desiderio : un pò come se io , affamato , sento l'odore di una bella bistecca senza che io possa mai toccarla, ovvio che la fame mi aumenta . Quindi , un uomo bruttino , senza una minima posizione sociale che non ha possibilità in questa società femminista  ( e ricordo ancora una volta che in società pudiche questi uomini avevano comunque una minima possibilità) è costretto ad andare con una escort, se vuole aver un minimo di vita sessuale .

http://ilvolodidedalo.blogspot.it/2014/07/questione-maschile-questione-etica.html

Citazione
Come sappiamo il Femminismo punisce e fa condannare gli uomini soli e privi di vita sessuale che vanno a prostitute, quegli uomini che palpano il sedere di una donna, e addirittura anche coloro che guardano “insistentemente” una donna(lo chiamano “stupro visivo”) o che la fischiano per strada per complimentarsi, oltre che invocare le punizioni più crudeli ed efferate per stupratori e pedofili. Quindi non è vero che la sessualità femminista sia senza divieti, anzi al contrario fa della REPRESSIONE la sua linea d’azione principale. Ecco perchè molti arrivano alla conclusione fallace che il femminismo sia “sessuofobo”, “bacchettone” e “moralista”. Appunto perchè confondono il moralismo sessuale con la repressione sessuale femminista. Sono due cose che per certi possono risultare apparentemente equivalenti, ma che in realtà sono profondamente diverse e addirittura opposte. Il Moralismo sessuale, infatti, non ha declinazioni sessuali, è equo e paritario rispetto ai due sessi, e quindi prevede una sobrietà e una moderazione sessuale da parte di entrambi i sessi, di conseguenza eventuali censure e repressioni nei confronti di coloro che violano tale morale sessuale, avvengono coerentemente alla logica di tale morale.


 La repressione sessuale femminista, invece, si basa su un principio completamente opposto, cioè libertino: il sesso deve essere liberalizzato, senza limiti, senza tabù,quindi la donna può fare tutto ciò che vuole sessualmente, può vestirsi come le pare, può andare tutta "smutandata", può tradire o mollare liberamente il marito, e così via, mentre l’ uomo se è funzionale al piacere e all’ interesse individuale(logica del Merito/Selezione) della donna in questione può liberamente godere della sessualità che gli concede la donna, mentre deve rassegnarsi e quindi contenersi sessualmente se nessuna donna lo considera “meritevole” di usufruire del suo corpo e della sua vagina, pertanto ogni sua forma di sessualità che avvenga aggirando e bypassando la Selezione femminile, ad esempio ricorrendo alle prostitute,  deve essere stroncata, cioè repressa. Questa è appunto la Repressione sessuale femminista, completamente opposta quindi al Moralismo Sessuale: il Moralismo sessuale impone che tutti si contengano sessualmente, invece la Repressione sessuale femminista, laicista ed edonista, al contrario, afferma che il sesso non deve avere limiti e tabù(purchè tra adulti e consenzienti)e che ne possono usufruire solo i "meritevoli", cioè coloro che sono funzionali al Piacere della Donna.
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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #100 il: Maggio 09, 2016, 14:06:58 pm »
La posizione mia è di vicus non è affatto uguale a quella femminista. Tutt'altro.
E ora lo dimostro subito, mettendo dei pezzi di quest'articolo che già conoscono tutti oramai .
Aggiungo inoltre che uomini che sono assuefatti dal porno, e dalle nudità televisive , sicuramente sentono di più il desiderio : un pò come se io , affamato , sento l'odore di una bella bistecca senza che io possa mai toccarla, ovvio che la fame mi aumenta .

http://ilvolodidedalo.blogspot.it/2014/07/questione-maschile-questione-etica.html
L'articolo è abbastanza condivisibile ma si riferisce alla libido contorta (quando c'è) delle femministe. Del porno si è parlato all'infinito, e gioca un ruolo nel far apparire l'uomo affamato (neanche fosse appena uscito di galera) e far fuggire le donne.
Le donne considerano il desiderio maschile evidente un segno di debolezza:
Bisogna saper entrare nella loro testa, colpire la loro fantasia, mostrare un certo interesse. Le donne non cercano mai, o quasi mai relazioni a breve termine. Fatte salve le molte tare femminili, su cui non mi dilungo ora, spesso l'uomo è affettivamente distante, poco coinvolto umanamente, facendole sentire delle semplici "cavalle da monta". Lo dice persino la sessuologa: :sleep:


Ed ora datemi pure del femminista, e continuate ad arricchire le prostitute...

« Ultima modifica: Maggio 09, 2016, 14:23:20 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #101 il: Maggio 09, 2016, 19:33:28 pm »
Sì, Vicus, lo so bene anch'io che bisogna entrare nella contorta testa femminile e in merito ho trovato un altro vecchio post di Rino Della Vecchia.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=2903858#entry31816154
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La mia risposta è sì. Le femmine hanno un bisogno profondo di venir considerate dai maschi, bisogno che non si estinguerà mai. Ovviamente, questo bisogno è utile nasconderlo per non svelare una dipendenza nei confronti del ...nemico, perché poi quello si monta la testa. Perciò è necessario fingere di non averne alcun bisogno.

Di qui la favola secondo cui "Mi faccio bella per me..." "Mi spoglio perché mi piace ..." ed altre simili vergognose bugie. Noi invece, che siamo maschi e perciò molto meno falsi delle femmine e che per giunta siamo maschi della nuova èra (quelli che sanno di avere ormai ben poco da perdere) non ci vergogniamo di confermare che abbiamo bisogno delle femmine, pur sapendo che dall'altra parte non ci sarà né cavalleria né pietà.

Ma poiché, una volta tanto, siamo giunti a parlare del bisogno che F ha di M vediamo da dove nasce.
Nasce dal fatto che la Donna (la donna come ipostasi, idea universale del femminile) se non è pensata dagli uomini non può sapere di esistere. La Donna sa di esistere se e solamente se sta nella mente degli uomini.
Questo è cosa diversa dal sapersi importanti. La Donna sa di essere importante e lo sa tanto bene che non ha bisogno di creare né istituzioni, né arte né scienza per sentirsi importante. Sa di essere importante ma non è sicura di essere viva: non è sicura di esistere se non sta nella mente degli uomini.


Ora, "stare nella mente" è importante per tutti, anzi è un bisogno insopprimibile di tutti gli esseri umani, una necessità vitale, ma per F e per M ha caratteri diversi.
Gli uomini non hanno bisogno delle donne per sapere di esistere ma hanno bisogno di esse per avere una chance di futuro. Per le donne vale il contrario, perciò in QMDT ho detto che la donna non subisce come l'uomo la svalorizzazione della sua persona perchè essa basta già a se stessa: essa non ha problemi di valore ha problemi di esistenza (di questo non ho parlato perché ...il libro è già abbastanza lungo).


Senza le donne gli uomini sono ...mortali,
senza gli uomini le donne sono ...inesistenti.


Senza il corpo delle donne gli uomini sono ...mortali,
senza la mente degli uomini le donne sono ...inesistenti.



E' uno di quei doppi poteri e reciproci bisogni di cui ho promesso di parlare (il tutto era già scritto ma una falla del PC lo ha cancellato. Lo riscriverò)

Vi è quindi un bisogno essenziale degli uomini da parte femminile, il che rappresenta una (residua ma eterna) fonte di valore e di potere degli uomini da mettere sulla bilancia dei poteri e dei bisogni.

Qui però c'è un probema: le donne conquistano la mente degli uomini senza alcun fare, senza sforzi, con la sola espozione del loro corpo, un gesto che non costa nulla ma che è sufficiente allo scopo.


Nasce cmq un vincolo reciproco: catturo la tua mente promettendoti il mio corpo, ossia, mentre la mente degli uomini viene effettivamente catturata (=la Donna acquista esistenza), il suo corpo non viene concesso (=tu non hai la garanzia del Futuro).

Nondimeno, il bisogno femminile di stare nella mente degli uomini è un potere che gli uomini posseggono e conserveranno per sempre.


Rino

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #102 il: Maggio 09, 2016, 20:08:05 pm »
L'articolo è abbastanza condivisibile ma si riferisce alla libido contorta (quando c'è) delle femministe. Del porno si è parlato all'infinito, e gioca un ruolo nel far apparire l'uomo affamato (neanche fosse appena uscito di galera) e far fuggire le donne.
Le donne considerano il desiderio maschile evidente un segno di debolezza:
Bisogna saper entrare nella loro testa, colpire la loro fantasia, mostrare un certo interesse. Le donne non cercano mai, o quasi mai relazioni a breve termine. Fatte salve le molte tare femminili, su cui non mi dilungo ora, spesso l'uomo è affettivamente distante, poco coinvolto umanamente, facendole sentire delle semplici "cavalle da monta". Lo dice persino la sessuologa: :sleep:


Ed ora datemi pure del femminista, e continuate ad arricchire le prostitute...

Contorta ma c'è sempre, a patto che gli uomini in questione siano estremamente possenti e muscolosi .
Solitamente le donne - normali , a prescindere se moderne o meno - si eccitano e come, quando vedono o si accorgono de l'uomo eccitato .

Citazione
Nondimeno, il bisogno femminile di stare nella mente degli uomini è un potere che gli uomini posseggono e conserveranno per sempre.

Ottimo il post di RDV. Voglio vedere quanto durerebbero le femministe se improvvisamente ogni uomo si trasformerebbe in un acceso antifemminista .
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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #103 il: Maggio 10, 2016, 00:08:28 am »
Mi pare difficile che una donna si senta attratta da un uomo se questo la frequenta quasi esclusivamente per il sesso.
Un manuale di regia che cito spesso qui, perché si basa su dati sperimentali e non su teorie, dice che per eccitarsi una donna deve sentirsi coivolta in una storia e non - aggiungo - essere trattata come una specie di impiegata del sesso.
Alle donne il sesso come semplice piacere fisico senza coinvolgimento emotivo mediamente non interessa, il problema non è quindi di libido ma di interazione tra i sessi (anche se è vero che oggi le donne appagano le loro fantasie con le fabbriche dei sogni e sono refrattarie a uomini reali, allo stesso modo in cui gli uomini, assuefatti a porno e prostitute, tendono a vedere le donne - che lo notano e girano i tacchi - come semplici arnesi sessuali).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Warlordmaniac

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Re:Il dilemma della libido femminile
« Risposta #104 il: Maggio 10, 2016, 00:28:09 am »
Mi pare difficile che una donna si senta attratta da un uomo se questo la frequenta quasi esclusivamente per il sesso.
Un manuale di regia che cito spesso qui, perché si basa su dati sperimentali e non su teorie, dice che per eccitarsi una donna deve sentirsi coivolta in una storia e non - aggiungo - essere trattata come una specie di impiegata del sesso.
Alle donne il sesso come semplice piacere fisico senza coinvolgimento emotivo mediamente non interessa, il problema non è quindi di libido ma di interazione tra i sessi (anche se è vero che oggi le donne appagano le loro fantasie con le fabbriche dei sogni e sono refrattarie a uomini reali, allo stesso modo in cui gli uomini, assuefatti a porno e prostitute, tendono a vedere le donne - che lo notano e girano i tacchi - come semplici arnesi sessuali).
Il disco è molto semplice:
Sfruttabilità = Value x Disponibilità.

Esempi: 1) V alto e D basso. Un uomo che guadagna 10000 euro, già sposato, donnaiolo con diverse amanti, la donna inconsciamente fa un calcolo per cui ci guadagnerebbe una piccola parte di quello stipendio, se il suo corteggiamento andrà a segno.
2) V basso e D alto. Un uomo che guadagna 1000 euro, single, innamorato di lei e monogamo di fama, disposto da subito al matrimonio, la donna inconsciamente fa un calcolo per cui ci guadagnerebbe più della metà di quello stipendio.

Quale uomo sarà il migliore affare?