Autore Topic: Pasolini e la critica al medium di massa (Tv).  (Letto 1396 volte)

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Re:Pasolini e la critica al medium di massa (Tv).
« Risposta #1 il: Maggio 15, 2016, 13:16:45 pm »
Decisamente chiaro e disilluso...e teniamo conto che in quei tempi la tv non era ancora utilizzata nel modo sgangheratamente propagandistico di oggi. Chissà che cosa direbbe se potesse vedere le falsità, le castronerie, le statistiche truccate, le linguate di politicamente corretto, gli zerbinamenti ecc. ecc. di un telegiornale "medio" di oggi :sick:
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Re:Pasolini e la critica al medium di massa (Tv).
« Risposta #2 il: Maggio 15, 2016, 14:12:15 pm »
Di fatto però la TV incoraggia, anche se indirettamente, un rapporto partecipativo con gli eventi e la vita della comunità.
Notevole questo video, in cui evidenzia il ruolo dell'architettura nel plasmare i rapporti umani (il caos sociale di oggi riflette quello delle nostre città) e l'azione corrosiva del consumismo sulla società italiana, che nemmeno la dittatura era riuscita a intaccare:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline freethinker

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Re:Pasolini e la critica al medium di massa (Tv).
« Risposta #3 il: Maggio 15, 2016, 17:32:45 pm »
Di fatto però la TV incoraggia, anche se indirettamente, un rapporto partecipativo con gli eventi e la vita della comunità.
Notevole questo video, in cui evidenzia il ruolo dell'architettura nel plasmare i rapporti umani (il caos sociale di oggi riflette quello delle nostre città) e l'azione corrosiva del consumismo sulla società italiana, che nemmeno la dittatura era riuscita a intaccare:

Davvero un bel video: devo riconoscere che youtube permette di scoprire delle cose veramente interessanti; grazie per averlo condiviso.
Sul contenuto, mi ha colpito la parte dove Pasolini parla del linguaggio dell'operaio: in passato ho lavorato alcuni anni  in un ambiente operaio e ho conosciuto il tipo di discorsi ai quali si riferiva quando diceva che alla fine l'unico elemento veramente umano era la personalità, il linguaggio non verbale dell'operaio stesso. L'ho visto in pratica.

Sul ruolo dell'architettura, essa ha un ruolo fondamentale nel plasmare i rapporti (o i non-rapporti) umani: mi sovviene quella frase di un indiano d'America, che ebbe a dire che "non ci sono posti tranquilli, nelle città dell'uomo bianco". Anche questo fa parte di un ben preciso disegno per isolare gli esseri umani: meglio un quartiere di Piacentini che un solo centro commerciale di quelli di oggi.
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