Autore Topic: Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.  (Letto 14113 volte)

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Online Jason

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #45 il: Giugno 02, 2016, 20:15:41 pm »
Segnalo quest'articolo di Maurizio Blondet . Premetto che non condivido alcuni punti, ma segnalo quelli più importanti (ad esempio in tutto ciò ha omesso di dire che la prima causa di morte delle donne in italia è per malattie cardiovascolari )  , in marrone sottolineato invece il fulcro a cui dovrebbe ruotare tutto . Che smerda le analisi patetiche femministe sulla presunta cultura maschilista :

http://www.maurizioblondet.it/infanzia-creazione-del-femminicida/

Dopo che “tutta la città ne parla”,  e poi la società passa ad altro senza una diagnosi, aspettiamo il prossimo “femminicidio”: già il termine mette fuori strada, serve come falsa diagnosi ideologica (un “delitto di genere”, ho sentito persino dire) che assolve la “cultura” corrente, quella della  liberazione sessuale, e della società che si gloria di non essere “repressiva”.

A  costo di ripetersi, bisogna richiamare l’idea della “invasione verticale dei barbari”.  Ogni nuova generazione di neonati è una invasione di barbari  che invadono non dall’esterno, ma dall’interno e dal basso  la società; la società ha il compito di educarli,  disciplinarli, renderli civili prima che diventino adulti. Il che significa anche – soprattutto – fargli subire dei sacrifici e delle sconfitte esistenziali, in modo da far maturare i loro caratteri.

Come  sicuramente avete avuto modo di constatare, un  bambino fra i 3 e i 5  anni è  un mostro morale: strillante, imperioso, spaccatutto, pieno di rabbia, del tutto soggetto ai suoi impulsi immediati,  è  pronto ad uccidere, bruciare e distruggere  se non li soddisfa.   Il treenne mette a segno infatti numerosi tentativi di omicidio – di fratelli, di papà e mamme, di cani e gatti, di oggetti che lo ostacolano  in  qualunque modo  e non pochi atti di autolesionismo criminale (ingoiare autmobiline…).  Se poche  delle sue stragi vanno a buon fine, è perché   non ha  tanti mezzi per far danni; non ha  l’autonomia economica, né la patente di guida e ancor meno la disponibilità di una pistola (quando riesce a metter le mani su  un’arma incustodita, il caro piccino non esista a far fuoco sulla sorellina: e  allora  ne parlano i giornali). E’ per questo che i genitori tengono fuori dalla sua portata  coltelli,  accendini, materie esplodenti, alcol, medicinali; e controllano il piccolo mostro continuamente. A poco a poco imparerà a sue spese   che né gli altri esseri viventi né  il mondo  sono  al suo servizio   per soddisfare le sue voglie, prenderà zuccate e ceffoni, prima dal papà poi dal capufficio, dal caporale,  dalla società in generale, e apprenderà quel che Freud chiamava “il principio di realtà”.  Stroncherà la sua infantile violenza, insomma lo civilizzerà – perché “civiltà è  il grande sforzo collettivo di ridurre la violenza ad ultima ratio”.

Ora, pensate a uno di questi piccoli mostri che entra in una società che si gloria di essere adulta e matura, di avere abolito ogni forma di “repressione”, che ogni giorno celebra la propria liberazione  da tutti i pregiudizi, quindi da ogni gerarchia e di tutti i tabù moralistici, tipo l’antipatica distinzione fra “bene” e “male” (cosiddetti); dove i genitori   prendono  ogni cura per risparmiargli ogni  “frustrazione”, ogni pressione dell’ambiente, tensione, sforzo e ogni dovere;  scansano  ogni ostacolo che si trovi davanti,  vogliono essere suoi amici invece che suoi superiori.  Lo mandano in una scuola che si vanta di essere “non repressiva”, di non bocciarlo mai e poi mai,  che si sforza di “farlo divertire”, anzi   prova a confondere il confine tra “studio” e “divertimento”; una scuola che sostanzialmente  lo incita a “esprimere  le proprie  inclinazioni, ed  opinioni”, ossia (a quello stadio) le proprie narcisistiche emozioni. Ben presto egli apprende di essere cittadino di una repubblica, quindi che lui ha per nascita solo dei “diritti”,  specie quello ad essere felice, mentre l’insieme degli organi di comunicazione e propaganda gli   instillano nella piccola testa omicida l’idea che non ha dovere alcuno, verso nessuno, se non verso se stesso: “Soddisfa la tua sete!”, “Sei nella società dei consumi, nell’abbondanza senza sforzo!” “Tutto ti è permesso, a nulla sei obbligato!” …Nel frattempo il  mostro non è più tanto piccolo, diventa grande e grosso, mette su il pelo, gli si ingrossano gli organi sessuali, aumenta il  testosterone: è Conan, sempre treene ma ora temibile. A quel punto, per legge, la società lo considera adulto (guai se non lo facesse) anziché bisognoso di controllo,  e lo ammette alle gioie dello stato adulto, – che oggi consistono  soprattutto nella liberazione sessuale.  E’ un punto cruciale: quando aveva tre anni, almeno,  il piccino era sì una belva pronta  a tutti i delitti pur di soddisfare le sue voglie, ma era “innocente”;  non  conosceva ancora le voglie della libidine, incoercibili se non ti insegnano a regolarle, sublimarle e (eh sì) reprimerle. Reprimerle? Non sia mai! Anzi è glorioso dar loro sfogo, siamo una società liberata! Nessuno lo avvisa che il sesso, lungi dall’essere “facile”,  è un abisso oscuro e tempestoso, di lampi e sconfitte e ripugnanze radicali, che confina col demoniaco e  sconfina spesso nel satanico  – il luogo in cui a un bambino dovrebbe esser vietato entrare.

Siccome ha il pelo  pubico e  la voce di un adulto maschio, anche le ragazze credono che sia un adulto; ci si fidanzano – il che significa che ci vanno a letto. Poi lo  lasciano, perché lui è noioso  e non ha nulla dentro,  “si fidanzano” con un altro, perché anche le ragazze hanno diritto alla felicità sessuale.


Rimasto a tre anni di età morale  e mentale, non sa  – non può ammettere – che la sua fidanzatina ha una volontà propria, diversa dalla sua.  Non riesce proprio a capire come quella “cosa” bionda prima stava con lui egli faceva quelle cose, ed ora le fa’ a un altro: è “sua”!  Prova un dolore acuto – il maschio abbandonato – che non sa cosa sia. Sa solo una cosa: è la cosa bionda che glielo provoca, e se lui la elimina, il dolore sparirà.

Il fatto è che adesso, lui – siccome in qualche modo “funziona” nella società (che si  contenta davvero di poco)  –  ha un lavoro uno stipendio, persino il porto d’armi, e guida l’auto. E nessun genitore tiene fuori della sua portata  l’accendino e la bottiglia dell’alcol.

L’età infantile del mostro, del barbaro lasciato crescere senza civilizzarlo, è  mostrata da un fatto evidente:  non pensa nemmeno un attimo alle conseguenze del suo omicidio, la prigioni, la carcerazione per decenni.  Ha premeditato l’assassinio quel tanto che basta, s’è portato la bottiglia di alcol; ma non  ha alcuna capacità di prevedere “oltre”,  non riesce a immaginare il dopo, imprevidente come appunto un barbaro selvaggio negroide. Non si è preordinato alcun alibi, ha negato l’evidenza: “No..non sono stato io!”. La scusa del piccino di 2 anni   che ha rotto   la finestra a sassate.

Così succede, una quarantina di volte quest’anno. E’ la società “liberata” che non sa più civilizzare i suoi barbari verticali, è la società progressista che  non sa (né vuole) trasmettere il Progresso; ad ogni generazione cade in un gradino più basso della barbarie, perché gli  “educatori” sono essi stessi di una generazione precedente che non è stata civilizzata.  E lo chiamano “femminicidio”.

E’ inutile che vi dica come dovrebbe essere una società capace di civilizzare i barbari  verticali,   che sappia renderli virilmente adulti, continenti,  cavallereschi, dotati di senso della dignità e dell’onore  –  ossia   della vergogna di compiere atti bassi contro i più   deboli.  Inutile che vi canti le lodi del “controllo sociale”, del giudizio sociale  che premeva su molti dei  peggiori e  li faceva essere meno pessimi; strillereste che voglio la società bigotta, insopportabilmente repressiva, ormai superata dal progresso e dalla libertà; una società dove  un giovane e una giovane “si parlavano” sul divano di casa, alla presenza (orribilmente noiosa) della nonna o della sorellina…. Sicché tocca a voi, ragazze.


Abbiate almeno la coscienza  di  intuire che la “Libertà sessuale”   vi ha reso delle schiave sessuali; che vi spinge a proporvi solo come oggetti di seduzione, e senza la nonna sul divano che vi  evita l’irreparabile. Sappiate almeno riconoscere i  sintomi del piccolo criminale infantile nel torsolone palestrato e col pelo pubico, il Conan non civilizzato nel tizio con cui andate a letto.  Vorrei dirvi: negategliela, a questi qui;  siate come le dame del tempo che fu, che si negavano a chi non fosse “prode e cortese”, e civilizzarono i maschi germani facendone dei cavalieri obbligandoli a procrastinare, a sospirare il piacere – che poi non arrivava mai, magari.    Ma so che chiedo troppo.


Al prossimo femminicidio, non vi accontentate della diagnosi  falsa e ideologica, ipocrita, con cui la società si auto-assolve. Almeno questo, ragazze
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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #46 il: Giugno 02, 2016, 20:35:10 pm »
è il 6 senso, o forse il cervello multitasking :ohmy:

Anni fa, quando avevo (quasi) la stessa età di quel demente che ha dato fuoco alla sua ex, frequentavo una tipa di due anni più giovane di me, con la quale a un certo punto troncai.
Per farla breve: siccome volevo dei chiarimenti, le chiesi di vederci.
Volevo semplicemente parlarle, ma lei si rifiutò categoricamente,* aggiungendo che "aveva paura che la picchiassi", nonostante io non le avessi mai torto un capello.

Oggi, invece, abbiamo nugoli di ragazze e di giovani donne che... "non hanno paura di niente e di nessuno".
I risultati si vedono.

@@

* Sono esattamente 19 anni che non la vedo né sento più, anche perché lei viveva (ora non saprei) in un'altra città.

Online Jason

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #47 il: Giugno 02, 2016, 21:13:27 pm »
Frank
Citazione
Volevo semplicemente parlarle, ma lei si rifiutò categoricamente,* aggiungendo che "aveva paura che la picchiassi", nonostante io non le avessi mai torto un capello.

Questo è uno degli effetti invisibili del femminismo e del potere dei media peggiori . Anzi, il peggiore .

Citazione
Oggi, invece, abbiamo nugoli di ragazze e di giovani donne che... "non hanno paura di niente e di nessuno".
I risultati si vedono.

Vedo più che altro una capillare diffusione di un individualismo spinto fino allo stremo . Le conseguenze sono anche queste .
Come ha scritto Blondet, il disprezzo delle regole è uno dei cardini della società mondialista moderna .
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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #48 il: Giugno 02, 2016, 22:24:33 pm »
jason però ... vabbè ... ma ...
Blondet stavolta parla a vanvera, davvero
perchè il piccolino di 3 anni da chi dovrebbe essere educato e introdotto nella società adulta?
dalla mammina che concede sempre tutto? dalla fidanzatina che gliela nega finchè non cresce?

dai! neppure una sola parola sul solo soggetto educante: il padre!  :mad:
Dio cè
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Online Jason

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #49 il: Giugno 02, 2016, 22:29:28 pm »
jason però ... vabbè ... ma ...
Blondet stavolta parla a vanvera, davvero
perchè il piccolino di 3 anni da chi dovrebbe essere educato e introdotto nella società adulta?
dalla mammina che concede sempre tutto? dalla fidanzatina che gliela nega finchè non cresce?

dai! neppure una sola parola sul solo soggetto educante: il padre!  :mad:

Infatti ho scritto che non concordo con tutto quello che ha scritto Maurizio .
A dire il vero, sebbene sia un giornalista nettamente al di sopra della media, non concordo nemmeno con molti altri suoi articoli .

Però il merito di aver in parte smentito le analisi sul femminicidio, partendo da un'altra ottica , glielo do. Per esempio che la liberazione sessuale è uno dei vasi di pandora del 2016 .

Questo a prescindere dagli ottimi articoli come quello del "volo di dedalo" menzionato nella discussione qui sotto , sia chiaro .
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Offline Vicus

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #50 il: Giugno 04, 2016, 09:33:00 am »
Sulle reti Mediaset è tutto un parlare di femminicidio e di potenziare i centri antiviolenza. Per le femministe la nera è business.
« Ultima modifica: Giugno 04, 2016, 15:07:12 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #51 il: Giugno 04, 2016, 13:19:00 pm »
Interessante come in un paese dove un uomo A CASA SUA rischia un processo penale se cerca di difendere la sua famiglia (e quindi anche SUA MOGLIE e gli eventuali figli...) impugnando un'arma contro un delinquente si cerca al contrario di far passare l'idea che invece in mezzo alla strada (che e' CASA DI TUTTI al contrario del domicilio privato) dovrebbe rischiare la sua vita per difendere una sconosciuta alzando le mani od usando una eventuale arma...

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #52 il: Giugno 04, 2016, 15:53:14 pm »
Una conoscenza mi ha passato questo brano, tratto da un libro che a tutt'oggi devo ancora leggere,  :sleep: cioè "Il Mito del potere maschile", di Warren Farrell.

Citazione
6 Il sesso suicida: se è vero che gli uomini hanno il potere, perché tra loro i suicidi sono più frequenti?
«L'uomo cui muore la moglie tende a suicidarsi dieci volte più spesso della donna cui muore il marito.»[1]
«Tra i disoccupati il tasso di suicidi è doppio rispetto a quello che si rileva tra quanti hanno un lavoro. Tra le donne, non c'è alcuna differenza nel tasso di suicidi, che lavorino o no.»[2]
«Nel bel mezzo della Grande Depressione, la tendenza al suicidio tra gli uomini era 650 volte superiore che tra le donne.»[3]
«Il tasso di suicidi tra gli adolescenti è recentemente aumentato e ora è 3 volte superiore rispetto a quanto avviene tra le ragazze.»[4]
«Solo vent'anni fa, gli uomini tra i 25 e i 34 anni si suicidavano in percentuale doppia rispetto alle coetanee; oggi la percentuale è quadruplicata. (Il tasso tra gli uomini è aumentato del 26 per cento, tra le donne è diminuito del 33 per cento.)»[5]
Questi dati sollevano una serie di interrogativi; Perché il tasso di suicidi tra i ragazzi è aumentato tanto di più che tra le ragazze, in tempi recenti? Perché la perdita dell'amore è così devastante per gli uomini? Se tra gli uomini la disoccupazione porta al suicidio, è in qualche modo paragonabile a quello che è lo stupro per una donna? La depressione femminile è l'equivalente del suicidio maschile? Perché le donne tentano il suicidio più spesso, mentre gli uomini ci riescono quattro volte più spesso?[6] Perché la «classe suicida» è anche la «classe arrivata»? Forse gli uomini si suicidano in numero maggiore perché ce ne occupiamo meno, e quindi la «classe suicida» sarebbe la «classe non amata»?
Cominciamo dagli adolescenti. Perché il tasso di suicidi tra i ragazzi, ma non tra le ragazze, aumenta del 25.000 per cento quando diventano chiari i ruoli sessuali?[7]

Perché i ragazzi si suicidano più di frequente non appena diventano chiari i loro ruoli sessuali
«Quando un ragazzo delle isole Truk (gruppo insulare del Pacifico) ha una relazione difficile, ci si aspetta che reagisca con l'amwunumwun, una sorta di blocco emotivo. I maschi delle Truk si suicidano 25 volte più spesso dei loro coetanei americani.»[8]
Nella preadolescenza, ragazzi e ragazze esprimono nello stesso modo le emozioni e si suicidano all'incirca in numero pari. È nell'adolescenza che i ragazzi americani (come i ragazzi delle isole Truk) sono spinti a controllare e nascondere le emozioni. Ed è proprio nell'adolescenza che il tasso di suicidi tra i ragazzi, fino a quel punto assai vicino a quello delle ragazze, diventa quattro volte superiore.[9]
In entrambi i sessi l'adolescenza acuisce l'angoscia per il ruolo sessuale: la paura del rifiuto crea una fragilità emotiva. Le ragazze meno attraenti si sentono in particolare vulnerabili... vulnerabili quanto invisibili. A sua volta, la ragazza più attraente finisce per intuire la sua dipendenza da un potere che a un certo punto svanirà, e poiché i ragazzi fanno a gara per conquistare la sua attenzione, quasi fosse una celebrità, in sostanza si trasforma in una celebrità genetica - e le celebrità genetiche diventano dipendenti dal riconoscimento del loro titolo. Mentre difficilmente capita alle ragazze, credo che in quel periodo ai ragazzi accada qualcosa che rende più probabile il suicidio.
Rendendo i ragazzi più dipendenti dal corpo delle ragazze e non viceversa, facciamo sì che i ragazzi si sentano inferiori. Di conseguenza, cercano di far colpo sulle ragazze, danno loro la caccia, pagano per loro, proprio per compensare quella inferiorità. Quando pensano che mai riusciranno a guadagnare abbastanza per permettersi ciò da cui dipendono sono sopraffatti dall'angoscia che, nella sua forma estrema, conduce al suicidio. Le azioni, il corteggiamento e la possibilità di pagare provocano tanta angoscia perché il ragazzo intuisce che sono metafore delle versioni adulte delle prestazioni, del successo, del denaro (quindi, se non ci riesce da piccolo...)
L'adolescente nota che i ragazzi che ottengono l'«amore» della celebrità genetica sono più in gamba:
• Nelle prestazioni. Diventano leader (a capo di una squadra o della classe), mostrano un bel «potenziale», oppure hanno la macchina.
• Nel dare la caccia. A lei tocca inseguire, a lui aspettare. Si dà per scontato che comprenda vaghe allusioni femminili quando non riesce neppure a comprendere se stesso. E più la ragazza non comprende se stessa, più diventa schiacciante la paura del ragazzo di interpretare male ciò che non è chiaro. Gli ormoni lo preparano alla ricerca del sesso ma non al rifiuto. Si presume che sappia fare alla perfezione del sesso quando ancora
non sa che cosa sia. Sa di volere dei contatti sessuali con le ragazze, ma non è sicuro che anche loro lo desiderino (e a rifiutarlo sono soprattutto le ragazze che lo interessano di più). Al giorno d'oggi, inoltre, se interpreta male un messaggio può anche finire in galera. Il che non accade a lei. Ciò crea una certa angoscia.
• Nel pagare. Più lei è bella e più dovrà pagare, e quindi guadagnare.
Queste sono le cose che i ragazzi apprendono di dover fare se vogliono essere all'altezza dell'amore delle ragazze. Anche la teen-ager ha le sue angosce, ma mediamente ha meno richieste da soddisfare e più risorse da usare per ottenere l'amore. Il suo corpo e la sua mente sono in maggior misura dei doni genetici. Pertanto, una ragazza ammirata è prevalentemente una celebrità genetica, mentre un ragazzo ammirato è prevalentemente una celebrità conquistata. Più è attratto dalla celebrità genetica, più deve diventare una celebrità conquistata.
La richiesta di prestazioni senza le risorse per fornirle
A rendere tanto opprimente l'angoscia del teen-ager è il fatto che per lui la socializzazione è richiesta di prestazioni, ma senza le risorse necessarie per farvi fronte. Di conseguenza, molti sono i rischi, molti anche i fallimenti. E per giunta sono più che evidenti. Quasi tutti i ragazzi si sentono silenziosi soci del Club dei Fallimenti Frequenti.
Inoltre, i più grandi tra i vincenti, i giocatori di calcio, ricevono amore abusando di sé. In alcuni ragazzi l'idea di ricevere amore abusando di sé crea ansia. Ma perdere l'amore crea anche maggior ansia. Così il teen-ager è prigioniero tra l'ansia dell'abuso e l'ansia del rifiuto.
Nel ragazzo le cui prestazioni sono mentali ma non fisiche, l'identità si va formando negli anni in cui i coetanei che rispetta meno ottengono l'«amore» delle ragazze che desidera di più. D'altro canto, il ragazzo dalle buone prestazioni fisiche ma non mentali spesso teme che i suoi giorni eroici finiranno con l'ultimo giorno dì liceo.
Né i vincenti a breve termine né i perdenti a breve termine sanno comprendere e individuare il significato di tutto ciò. Né li sentirete mai parlare della questione. L'angoscia attanaglia lo stomaco, si vince con l'alcol e trova sfogo al volante di una macchina. Se è quindici volte più probabile per un teen-ager rispetto all'automobilista medio provocare involontariamente un incidente mortale,[10] allora la socializzazione maschile sì è combinata con la tecnologia per trasformare il protettore e killer del nemico in un protettore e killer a casaccio. Alle elezioni Michael Dukakis è stato sconfitto perché aveva lasciato libero Willy Horton, ma noi tutti creiamo dei Willy Horton. Li acclamiamo persino. E poi sposiamo dei Willy Loman.
Non trovando nessuna alternativa, vedendo che ogni rituale sottolinea la sua inadeguatezza proprio mentre va alla ricerca della sua identità, e non ha neppure il permesso di parlare con i suoi pari delle proprie paure, l'isolamento e i dubbi su di sé lo portano al suicidio. E il tasso di suicidi tra ragazzi, prima inferiore a quello delle ragazze, è quindi oggi quattro volte maggiore.[11]

Come mai negli ultimi tempi il tasso di suicidi tra i ragazzi è aumentato tanto più rapidamente che tra le ragazze?
Le ragazze si preparano per un mondo che sempre più consente loro di essere ciò che desiderano - donne di casa, madri, segretarie, dirigenti. Le ragazze possono dimostrare le proprie capacità all'esterno, esprimere in casa le loro doti materne, o conciliare le due cose, a seconda della personalità. I ragazzi devono comunque dar prova di sé all'esterno, indipendentemente dalla personalità. Per alcuni ragazzi la vita è tuttora problematica, com'era un tempo per entrambi i sessi. Ciò vale in particolare per i ragazzi gay, ai quali non è ancora permesso essere «femminili», mentre alle ragazze gay è più ampiamente consentito essere «mascoline». Forse per questo tra i teen-ager gay i suicidi sono tre volte più frequenti che tra le teen-ager gay.[12]
Un tempo i due sessi seguivano entrambi uno stretto sentiero di aspettative nell'amore: lei doveva attrarre e opporre resistenza; lui doveva inseguire e insistere. Ora a lei si offre la possibilità di inseguire, mentre a lui resta l'antica aspettativa di inseguire, alla quale non se ne aggiungono di nuove (se spera di trovare l'amore). In passato, sesso e gravidanza erano fonte di ansia per entrambi i sessi. Ora la pillola riduce al minimo l'ansia della ragazza, mentre i preservativi accrescono l'ansia del ragazzo. Ora il ragazzo foruncoloso deve rischiare il rifiuto, sebbene abbia intanto dovuto superare la propria paura dell'herpes e dell' AIDS e possa assicurarle che non c'è nulla da temere. Ora deve continuare a rischiare, ma può finire in galera se rischia troppo alla svelta, o essere dileggiato se non è abbastanza lesto.
Attualmente una ragazza può scegliere tra prendere o non prendere la pillola; la scelta del ragazzo non implica la sicurezza che lei la prenda. Un tempo, una gravidanza era un guaio sia per il ragazzo sia per la ragazza, indubbiamente pesava di più su quest'ultima. Attualmente, per una ragazza significa la possibilità di abortire (indipendentemente dai desideri del ragazzo) o di citare in giudizio il partner per ottenere il mantenimento, per diciotto anni, del bambino (indipendentemente dai desideri del ragazzo). In breve, oggi conta la volontà della ragazza e non quella del ragazzo. Ogni volta che lei fa del sesso, ha una scelta; ogni volta che lui fa del sesso, rischia di restare prigioniero delle decisioni della partner per il resto della sua esistenza.
In tutto il mondo industrializzato, non essendo i ragazzi riusciti a liberarsi dell'obbligo di dar prova di sé, i giochi previsti per gli adolescenti hanno ancora il fine di prepararli a questo. Tuttora i ragazzi si sfidano a saltare davanti a un treno in arrivo, a guidare a grande velocità, arrampicarsi sugli alberi o a rubare,[13] quasi fosse una cerimonia rituale per mettere alla prova la disponibilità a sacrificare la vita per proteggere.
L'impatto di questa priorità data alla capacità di fornire prestazioni - per cui la vita degli uomini passa in secondo piano - è viva tra noi. Una pubblicità televisiva è un esempio lampante di questa realtà:
«La ragazza dà il segnale. Due ragazzi si lanciano in macchina verso una scogliera. Il ragazzo che si butterà fuori dalla macchina per primo è un «cagasotto». Una portiera si blocca; il ragazzo e la sua macchina sbandano, finiscono sugli scogli e poi nell'oceano. Riaffiorano solamente una giacca a vento e un paio di jeans. Sullo schermo appare la scritta UNION BAY - LA MODA CHE DURA.»[14]
Se sugli scogli e nell'oceano si andasse a sfracellare il corpo di una ragazza, a nessun pubblicitario verrebbe in mente di sfruttare queste scene per vendere una «moda che dura»... di usare la fragilità femminile per celebrare la lunga durata della moda. Sarebbe considerato un esempio perfetto della scarsa considerazione in cui viene tenuto il sesso femminile - un sesso di cui disporre a piacimento.

Come mai «il sesso che non sa amare» è distrutto dalla perdita dell'amore?
Le più stimate terapeute femministe, per esempio Carol Gilligan e Jean Baker Miller, affermano che una relazione finita è più grave per le donne che per gli uomini.[15] Se fosse vero, come mai gli uomini cui muore la moglie si suicidano con una frequenza dieci volte superiore rispetto alle donne che perdono il marito?[16] Una mia amica ipotizzò: «Dev'essere perché i vedovi sono per lo più dei pensionati che non possono seppellirsi nel lavoro». Allora ho fatto qualche controllo. Ho scoperto che per un trentenne cui muore la moglie ci sono undici probabilità in più di suicidarsi rispetto al trentenne la cui moglie è in vita.[17] A trent'anni, quando gli uomini possono buttarsi nel lavoro e sono fisicamente ed economicamente interessanti per l'altro sesso, la perdita della donna amata è talmente devastante che spesso non è alleviata neppure dalla possibilità di avere molte donne. Gli uomini potrebbero buttarsi nel lavoro, o anche su un'altra donna, ma non seppelliscono il dolore. In breve, è la perdita dell'amore che distrugge gli uomini.

Offline Cad.

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #53 il: Giugno 04, 2016, 17:11:29 pm »
Ottimo l'articolo di Farrell.
Credo che tutti gli uomini, chi più e chi meno,  conosca o abbia conosciuto quel disagio,  ma nonostante ciò moltissimi diventano femministi pronti a combattere contro il proprio genere. E cosi peggiorano ancora di più la situazione per un ritorno proprio (avvicinano le donne distruggendo gli uomini).

Offline Vicus

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #54 il: Giugno 04, 2016, 17:17:29 pm »
Ma quale amore, le donne amano solo se stesse e vedono gli uomini come maggiordomi o accompagnatori mondani. Al massimo possono infatuarsi di un bullo, o di qualcuno molto al di sopra nella scala sociale, ma anche questo non è amore, solo il brivido di sentirsi in un "sogno".
« Ultima modifica: Giugno 04, 2016, 18:24:50 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #55 il: Giugno 04, 2016, 17:45:21 pm »
Ma quale amore, le donne amano solo se stesse e vedono gli uomini come maggiordomi o accompagnatori mondani. Al massimo possono infatuarsi di un bullo, o di qualcuno molto al di sopra nella scala sociale, ma anche questo non è amore, solo il brivido di sentirsi in un "sogno".

Quello che poi non capiscono è che (eccetto i maschi femministi) il bullo è violento anche con loro.

E personalmente non ci trovo nulla di attraente in una femmina che si innamora dei bulli. Poi significherebbe diventare il polletto di turno alla mercè di una femmina che ha valori zero.
« Ultima modifica: Giugno 04, 2016, 18:25:00 pm da Vicus »
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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #56 il: Giugno 04, 2016, 21:34:13 pm »
In questi ultimi anni, in cui mi sono interessato alla QM, leggendo qua e là nei vari forum e blog dedicati alla sopracitata QM (ed oggi anche su facebook), ho notato che ci sono stati, e ci sono, antifemministi (o presunti tali) che per certi aspetti non facevano, e non fanno, che rovesciare le tesi femministe.
Ossia, come è vero che le suddette femministe descrivono le relazioni tra i due sessi come una sopraffazione millenaria della parte maschile nei confronti di quella femminile, è altrettanto vero che alcuni uomini (anzi, più di qualcuno) descrivono realtà passate in cui a dominare e quindi a comandare, in maniera sostanzialmente invisibile, erano le donne.
Altri affermano che secoli fa gli uomini dovevano pure stare attenti alle bastonate delle loro consorti.
Ora, devo dire che come mi fanno ridere le ridicole tesi delle femministe, mi fanno altrettanto ridere (se non di più) le tesi di questi antifemministi.


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Per esempio: le mie nonne, morte oramai da tempo (al pari dei miei nonni), avrebbero potuto prendere a bastonate i miei nonni ? No, per niente, perché si sarebbero prese tanti sonori schiaffoni.
Poi sì, ci saranno stati sicuramente dei casi in cui le mogli dettavano legge in tutti i sensi; ma da qui a farla passare come la normalità ce ne passa.
Peraltro, in base a tali logiche, bisognerebbe concludere che anche negli odierni paesi musulmani sono le donne a comandare.
Ma qualcuno di voi lo crede veramente ? :cool2:
Io no, per niente.




Offline Vicus

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #57 il: Giugno 04, 2016, 21:41:51 pm »
Concordo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #58 il: Giugno 04, 2016, 21:49:15 pm »
Concordo. Noto pure in voga la tesi secondo la quale il maschilismo sarebbe uguale ed opposto al femminismo.

No, niente affatto . Il maschilismo, a differenza del femminismo, non ha movimenti politici dichiaratamente maschilisti , o non ha partiti che rappresentano idee maschiliste.
Oggi la società non è maschilista, se non nella mente di singoli soggetti . Non esiste alcuna cultura "misogina che disprezza le donne", come ci vogliono far credere le femministe .

Inoltre il maschilismo non mette in voga l'obiettivo di distruggere la famiglia . Quindi non può essere speculare al femminismo .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Re:Ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato. Nessuno l'ha aiutata. Prepariamoci.
« Risposta #59 il: Giugno 04, 2016, 22:09:07 pm »
Ve ne racconto una, che peraltro riguarda la sorella di mia madre, quindi una mia zia, nonché figlia di mio nonno materno.
Bene, una volta, nel periodo in cui la suddetta zia era fidanzata con mio zio, mentre si trovavano a casa di mio nonno rispose male al suo fidanzato e futuro marito, in maniera aggressiva e inopportuna.
Be', mia zia le buscò da mio nonno,* il quale le ordinò di non provarci mai più ad usare certi toni.
Per quanto riguarda mio nonno paterno, dico solo che a casa sua si faceva semplicemente quello che diceva lui: punto e stop.

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* Oggi avrebbe rischiato una denuncia.