Repubblica di Oggi: 4 pagine dedicate all'omicidio di Sara. Articolo di Michela Marzano: "Dove finisce la paura e inizia la colpa": il messaggio
è chiaro: VOI UOMINI dovete difendere le donne anche A COSTO DI FARVI AMMAZZARE.
Non a caso sotto quell'articolo la "testimonianza"
di un tassista che ha raccontato di aver salvato anni addietro una donna da uno stupro.
Il ruolo del "maschio-protettore" e' chiaramente un ruolo patriarcale, se le femministe vogliono degli uomini cosi' devono convertirsi al maschilismo o quantomeno tifare per il patriarcato.
Altrimenti si tengono gli zerbini femministi, che di virile non hanno ormai piu' nulla.
Piccolo particolare: non erano state le tre di notte
altrimenti il nostro tassista si sarebbe fatto tranquillamente i fatti propri come qualsiasi altro. Poi è stata subito intervistata la "sociologa"
Chiara Saraceno che ha subito invocato l'"educazione di genere" già sui bimbi. In altre parole: lavaggio del cervello sui maschietti già fin dalla più tenera età perchè rispettino lo donne A PRESCINDERE (e, ovviamente, a prescindere anche da eventuali e probabilissime prese
per il culo). Inevitabile poi il martirologio sui femminicidi e il relativo "bollettino di guerra". Annunciata poi la fiaccolata in memoria di Sara
martirizzata (e tutte le altre, ovviamente martirizzate anche loro, per il fatto che sono donne). E chi si si permette di obiettare che si tratta
di un banale, anche se gravissimo, fatto di cronaca nera che con il significato del martirio non ha niente a che spartire viene colpito subito
da anatema.
E cosa dovrebbe insegnare, di grazia, questa ineffabile "educazione di genere"? Dovrebbe insegnare che bruciare viva la propra ex ragazza, neanche si trattasse di una torcia, e' sbagliato, e' poco rispettoso delle differenze di genere?
Ma queste femministe non si rendono conto di fare ragionamenti assurdi e ridicoli? Chi con una mente sana potrebbe pensare una cosa simile?
A meno che con questa "educazione di genere" si insegni finalmente alle ragazze a schifare i tipi loschi e i bulli, a respingere gli uomini troppo possessivi e prevaricatori, a troncare sul nascere i rapporti con certi uomini problematici. E gli si insegni a cercare e, visto che parliamo di parita' di genere, a prendere l'iniziativa con gli uomini piu' seri e rispettosi, con quelli meno inclini alla violenza e alla prevaricazione, con gli uomini timidi e introversi. Quegli stessi uomini che a scuola vengono vessati dai bulli e schifati dalle ragazze.
Ecco, se l'educazione di genere e' insegnare alle donne a lasciare i bulli e i violenti a bocca asciutta, sono d'accordo.
Peccato che le femministe, con questa espressione, intendono insegnare la colpevolizzazione del maschio a prescindere. Intendono stampare nelle menti dei bimbi che il maschio e' colpevole in quanto maschio.
"Perchè nessuno ha aiutato Sara?" si chiede la giornalista. Risposta ovvia: perchè erano le 3 di notte e i pochi automobilisti
che passavano si stavano affrettando a tornare a casa e a giungere a destinazione alla svelta possibilmente senza incontrare rogne
per strada e doversi fermare a quell'ora tarda nella quale si possono fare tristissimi incontri. Ma la spiegazione è troppo banale e allora
giù a cercare spiegazioni pseudosociologiche e pseudoculturali sulla "crisi del maschio contemporaneo" e sulla sua "incapacità di fare
fronte alla libertà della donna e alla sua conquistata autonomia e di rassegnarsi alla fine di una relazione". Non si rendono minimamente
conto che più si sputtana il genere maschile e più lo si invoglia a mettere le mani addosso alle donne. Logico: se lo si disprezza e lo si
mette nella condizione di non aver nulla da perdere a questo punto farà anche il gesto estremo di ammazzare una donna. Tanto, cosa
ho da perdere, a questo punto? Rimarrò uno sfigato ma almeno mi sono preso la mia vendetta e mi sono tolto una soddisfazione: lei
non andrà a raccontare che mi ha piantato e mi ha preso per i fondelli. Questo è il motivo per cui i "femminicidi" non diminuiscono: ci si
limita alle condanne, alle invettive, si grida allo scandalo, allo schifo, ma non si capisce e non si vuole capire niente, facendo in tal modo
sopravvivere il fenomeno che fa comodo ai movimenti femminili e femministi che possono così ricevere finanziamenti e attenzione dai
me(r)dia e dal mondo politico. Il mio barometro segnalava tempesta; è arrivato l'uragano. Come sempre, quando si sbaglia in questi
casi, si sbaglia inevitabilmente per difetto.
In realta' i numeri dei cosiddetti "femminicidi" sono stazionari, se non in lieve diminuzione: quel che e' certo e' che le femministe non sono di nessuno aiuto per farli diminuire, visto che si limitano a strumentalizzare il fenomeno allo scopo di far avanzare la loro agenda antiuomo.