Vorrei segnalare – ma immagino che alcuni lo conoscessero già - questo bell’articolo, ancor più valido proprio perché scritto da una donna seria, obiettiva, e preparata come la dr.ssa Bernabeo.
http://www.adiantum.it/public/3407-la-simulazione-di-stalking-nelle-vicende-di-separazione---di-maria-bernabeo.aspC’è un punto importante – nell’articolo – che credo vada segnalato, perché si riferisce proprio al problema della strumentalizzazione delle false denunce di stalking, per estromettere rivali, o persone semplicemente “sgradite” a livello personale, da un contesto lavorativo, o professionale, o di affari
“Ma casi di false accuse di stalking si sono registrate anche nel mondo degli affari. Nell’ambiente di lavoro capita che nascano relazioni sentimentali tra colleghi o tra dipendenti e superiori. Le relazioni a volte finiscono ma i rapporti d’affari possono continuare.
La falsa denuncia di stalking e la diffida a cercare incontri sgraditi con un ex partner può quindi celare l’intento di estromettere il soggetto che riceve la diffida a frequentare luoghi connessi al contesto lavorativo così che la finta vittima possa ottenere dei vantaggi. L’accusato, pur percependo la falsità delle accuse può decidere di buon grado di ritirarsi per evitare “fastidi” legali. La falsa accusa di stalking diviene allora uno strumento per combattere in maniera sleale una guerra di business. “
Ecco, questo punto mi sembra assolutamente importante, soprattutto in Italia.
Non so se molti di noi riflettono a sufficienza sul fatto che l’economia italiana si fonda in larghissima parte su PMI, che in larga maggioranza sono a base familiare, e con non oltre 5-10 addetti, in media.
Ora, le leggi “anti-stalking” in Italia sono state scopiazzate su quelle americane, dove ci sono “protocolli” severi e paranoici, che vengono applicati con maniacale attenzione, là dove una donna segnali attenzioni indesiderate da parte di un collega, e che prevedono la ”separazione” immediata dei 2 colleghi, in aree diverse e distanti della medesima azienda, onde evitare ulteriori contatti.
A parte il fatto che ciò ha creato problemi immani anche agli americani (dove i posti di lavoro sono di regola molto più “affollati” rispetto all’Italia) Non a caso solo nelle università USA credo vi siano 300.000 e oltre vertenze legali per molestie (spesso inventate o strumentalizzate, è ovvio), tanto che perfino qualche femminista “storica” ha detto che NON manderebbe mai un figlio maschio in certe università.
Ma purtroppo mi pare che non si sia riflettuto molto sui GUAI devastanti che può produrre la strumentalizzazione dello stalking per motivi di lavoro qui da noi in Italia, dove le aziende sono piccole o piccolissime, a differenza di USA e altri paesi.
Ammettiamo che qualche “furbina” si inventi che il collega l’abbia molestata (magari in privato o fuori del luogo di lavoro), al solo scopo di metterlo in cattiva luce, e sabotargli il lavoro, o aggiudicarsi un affare, o una promozione, ecc. al posto suo.
Cosa dovrebbe fare il datore di lavoro che abbia ricevuto una segnalazione ? Spostarli quando magari l’azienda è composta solo da 2-3 locali nei quali per forza le persone devono lavorare fianco a fianco, e vedersi tutti i giorni?
Prendere le parti della “molestata” e licenziare il presunto molestatore, per non correre rischi?
Ecco, io vorrei che si riflettesse su quanto queste norme “iper-protettive” e “iper-paranoiche” di stampo femminista, in realtà non faranno altro se non rendere sempre più difficile l’occupazione per le donne (a meno che la datrice di lavoro non sia una donna che assuma solo donne!).
Perché qualsiasi datore di lavoro poi finirà per pensare: “ io per evitare rogne assumerò solo, o in gran parte uomini!”
Scarso acume femminista, direi, non so che ne pensate voi….