Autore Topic: UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!  (Letto 2974 volte)

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Offline kautostar

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UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« il: Giugno 03, 2016, 19:20:00 pm »
http://massimodelpapa.blogspot.it/2016/06/nonho-mai-creduto-che-questo-fosse-un.html
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NOI, UOMINI BESTIONI

Non ho mai creduto che questo fosse un Paese "fobico": becero sì, fobico o razzista no perché è troppo svaccato il popolaccio italiano per impegnarsi veramente. E poi, come argomentava Montanelli, come fa una nazione di profughi ad essere xenofoba? Non mi bastano i cori imbecilli allo stadio o le battute, più o meno divertenti, sul sesso, il razzismo è una condizione diversa, pervasiva, alberga nella genetica sociale, non nell'aneddotica. Specie se ogni minimo sintomo viene reso oggetto di fatwa da isteriche vestali della parità di idiozia. Detto questo, una generalizzazione me la concedo: a me pare che gli uomini siano (o siamo, se preferite) sempre più mostri: c'è una casistica che non lascia scampo. Donne bruciate vive, massacrate, avvelenate, torturate in tutti i modi, tampinate, stalkerate e il balordo di turno che alla fine mormora, non so che mi ha preso, come se fosse una giustificazione. Sulle cause ci si può confrontare - io vedo un mix di malinteso malinteso senso cattolico del possesso maschile, mammismo che si contorce in pretesa di supremazia, onda lunga di codici penali che fino a pochi anni fa punivano la fedifraga e giustificavano il maschio infedele, logica, si fa per dire, dell'usa e getta e della cancellazione per cui se tu non fai come dico io, io ti annullo, ti rimuovo e per sovrappiù elimino anche il frutto del nostro amore. Ma non sono le matrici che mi preme discutere qui. Preferisco ancorarmi alla nuda cronaca e con ciò mi pare giusto ammettere che i maschi sono mostri. Da quando e da dove risalga questa degenerazione umana, in epoca di politicamente corretto ossessivo, io non saprei e in fondo non ho neanche voglia di approfondire. Sta di fatto che i cosiddetti femminicidi sono non più all'ordine del giorno, ma dell'ora. Fossi una donna, avrei paura a uscir di casa; e non mi basterebbe il luogocomunismo boldriniano del non rinunciare ai propri diritti: per esercitarli, i diritti, occorre esistere, primum vivere deinde filofosare con le lenzuola rosse alle finestre. Ecco perché, da uomo, da maschio, mi sento di dire alle femmine di non fidarsi di nessuno di noi; di vederci sempre - è odioso ammetterlo, ma va fatto - come potenziali minacce, tipo la belva addomesticata che però resta imprevedibile; di dubitare sempre, anche dopo cent'anni; di non pretendere la nostra santità, questo no, ma di insospettirsi al primo sgarrare, sì; di non sottovalutare o, peggio, rimuovere, segnali allarmanti (senza fare di ogni scenata di coppia un segnale irrevocabile, altrimenti ci giochiamo anche i siparietti alla Vianello-Mondaini o alla "Signore e signora" con Buzzanca e Delia Scala: un minimo di buon senso deve comunque imporsi). E comunque, una volta maturata la convinzione che il marito, o fidanzato, o compagno, o amico, è inaffidabile, un taglio netto, totale, irreversibile: mai più vederlo, sentirlo, nessuna "ultima possibilità", nessun incontro chiarificatore in extremis e, se quello insiste, entrare in un bunker mentale e avvertire subito, a raffica, chi di dovere, a cominciare dalla cerchia degli amici. Da maschio, da uomo, vorrei anche avvertire le gentili signore che gli uomini ci marciano perché, da uomini bestioni, intuiscono però che la cosiddetta giustizia, se arriva, arriva comunque in (fatale) ritardo; sanno che una eventuale denuncia per maltrattamenti o persecuzioni, ha buone probabilità di venire anestetizzata a lungo, troppo a lungo. Perché gli uomini bestioni contano di farla franca e in effetti a volte ci riescono: un bel piagnisteo, di solito, scampa l'ergastolo, il che significa che una condanna anche a vent'anni poi si risolve in un paio di calendari sbarrati e il resto dal don Mazzi di turno a far barchette di carta (e a individuare nuove vittime). Gentili signore, vanno bene i diritti ma il primo diritto che avete è quello di non fidarvi di una genia ignobile come quella che siamo diventati noi maschi. Tutti no, ma una clamorosa percentuale (in crescita), purtroppo, senz'altro.

NO COMMENT

Rispondetegli voi se ne avete voglia, io neanche ci provo, tanto è uno che blocca o insulta, ma non replica mai nel merito!

Online Massimo

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #1 il: Giugno 03, 2016, 19:26:18 pm »
L'unico risposta da dargli è la seguente: perchè, se sei inaffidabile in quanto maschio, cioè bestia imprevedibile, dopo averti fatto questa
bella autocritica non ti suicidi tra il generale tripudio?

Offline Fazer

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #2 il: Giugno 03, 2016, 19:27:58 pm »
Rispondere ad un tarato del genere? Fossi matto...
Persino il treppiede della mia macchina fotografica è più intelligente di lui...

Offline Fazer

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #3 il: Giugno 03, 2016, 19:30:38 pm »
L'unico risposta da dargli è la seguente: perchè, se sei inaffidabile in quanto maschio, cioè bestia imprevedibile, dopo averti fatto questa
bella autocritica non ti suicidi tra il generale tripudio?

Non servirebbe, Max. Ho il sospetto che lui sia un tipo "alla Veronesi". Cioè uno per il quale le donne, essere superiori, devono occupare tutte le poltrone...eccetto quella su cui siede lui.
Così è il nostro. Tutti bestioni eccetto me (versione moderna del mitico "le donne sono tutte troie a parte mia madre e mia sorella)...
 :doh: :doh: :doh:

Online Frank

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #4 il: Giugno 03, 2016, 23:29:24 pm »
Va be', anche questo deficiente fa parte dell'odierna marmaglia maschile, composta in gran parte da vigliacchi leccaculo, che andrebbero presi a calci in culo ogni volta che aprono bocca.



Offline kautostar

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #6 il: Giugno 04, 2016, 02:11:26 am »
Va be', anche questo deficiente fa parte dell'odierna marmaglia maschile, composta in gran parte da vigliacchi leccaculo, che andrebbero presi a calci in culo ogni volta che aprono bocca.

Ma no, è solo uno che crede ciecamente alla propaganda sul femminicidio(cosa grave, visto che sarebbe un giornalista, e dovrebbe conoscere le esagerazioni della cronaca).
Purtroppo è vero che i casi di ex fidanzati che uccidono le ex sono molti di più del contrario, ma i numeri nudi e crudi sono più o meno stabili, e queste cose succedono in tutto il mondo, non c'è nessuna emergenza nazionale, nessuna ecatombe femminile, niente stragi di donne 7 giorni su 7 a tutte le ore, il mammismo o il cattolicesimo non c'entrano un cazzo.
Si tratta semplicemente di gelosia (alcuni telegiornali non l'hanno detto, ma la notte in un cui è stata uccisa lei era appena uscita da casa del nuovo fidanzato), sentimento strettamente correlato all'amore,  diffusissimo e antichissimo(protagonista di tutti i drammi classici, dall'Otello, alla vicenda di Paolo e Francesca nella Divina Commedia, e un'infinità di altri libri e film) , da molte donne persino apprezzato(quante volte si sente dire "viglio farlo ingelosire"), che in alcune persone diventa un'ossessione incontrollabile, una "malattia".

Riconoscere che si tratta di gelosia "patologica" ovviamente non vuol dire giustificare e assolvere, ma soltanto riconoscere che è un problema complesso della psiche umana più profonda e istintiva, che nonostante tutti gli studi sulla psiche e sull'animo umano ancora non siamo capaci di controllare adeguatamente(e probabilmente non ci riusciremo mai),che  va al di là delle nazionalità, delle culture e delle epoche storiche. Mille anni fa si uccideva per gelosia quanto(e forse più) di oggi, e probabilmente si continuerà ad uccidere per lo stesso motivo anche tra altri mille anni!

Però una volta riconosciuto il problema si può prevenire, e su questo in  parte ha ragione Del Papa, appena una donna(ma anche un uomo...anche se forse è più raro ci sono anche donne gelosissime!) riconosce dei segnali di gelosia ossessiva e patologica dovrebbe immediatamente mettersi in allarme, e correre ai ripari, troncare il rapporto, chiedere aiuto agli altri (amici, familiari, forze dell'ordine ecc..), comportarsi in maniera estremamente prudente(ad esempio non scrivere tutti i cazzi propri sui social, disattivare la geolocalizzazione ecc...)

Il problema è che le femministe non vogliono vedere in faccia il problema(e quindi negano addirittura negano che la gelosia c'entri qualcosa), non vogliono risolverlo, vogliono solo sfruttarlo per opportunismo vittimista, per poter dire colpa del "patriarcato", colpa dell'intero genere maschile, colpa della "disuguaglianza di genere", le donne che guadagnano meno, le donne che non sono libere di vestirsi come vogliono, le donne non sono libere di amare chi vogliono,  e tutte le solite litanie!


Online Frank

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #7 il: Giugno 04, 2016, 07:16:20 am »
kautostar

Citazione
Riconoscere che si tratta di gelosia "patologica" ovviamente non vuol dire giustificare e assolvere, ma soltanto riconoscere che è un problema complesso della psiche umana più profonda e istintiva, che nonostante tutti gli studi sulla psiche e sull'animo umano ancora non siamo capaci di controllare adeguatamente(e probabilmente non ci riusciremo mai),che  va al di là delle nazionalità, delle culture e delle epoche storiche. Mille anni fa si uccideva per gelosia quanto(e forse più) di oggi, e probabilmente si continuerà ad uccidere per lo stesso motivo anche tra altri mille anni!

E' questo il punto: mille anni fa si uccideva per gelosia molto più di oggi, come c'erano sicuramente molti più morti ammazzati per altri motivi, ma nonostante ciò certi molluschi seguitano a propagandare la bufala dell' "emergenza femminicidio".



Citazione
che  va al di là delle nazionalità, delle culture e delle epoche storiche

E' quel che dico sempre anch'io.

Comunque, caro kautostar, per quanto riguarda gli uomini in generale resto dell'opinione che la gran parte sia composta realmente da vigliacchi "non pensanti", perché anche sui social è quasi impossibile trovarne uno che sappia buttar giù un ragionamento sensato al riguardo.


Online Frank

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #8 il: Giugno 04, 2016, 07:35:56 am »
E' questo il punto: mille anni fa si uccideva per gelosia molto più di oggi, come c'erano sicuramente molti più morti ammazzati per altri motivi, ma nonostante ciò certi molluschi seguitano a propagandare la bufala dell' "emergenza femminicidio".

Questo l'ho trovato su uomini3000.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=10006120
Citazione
*STRIDER*
   
view post Inviato il: 11/8/2006, 18:44    

Spesso, parlando con delle persone anziane, mi capita di sentirmi dire:"Oggi non c'è più rispetto, oggi i giovani sono tutti maleducati e irrispettosi, una volta c'era più rispetto per gli anziani, ai miei tempi c'era meno violenza, ecc., ecc.".
Bene.
Qualche giorno fa, mentre ero a casa di un amico, mi è capitato fra le mani un vecchio numero di FOCUS EXTRA (n.13 - primavera 2003), che gli ho immediatamente "sequestrato".
Per quale ragione? Be', perchè all'interno vi è pubblicato un interessante articolo intitolato:
"AI MIEI TEMPI..."
"Nel 1861, a Napoli, c'erano 70 delitti ogni 100 mila abitanti. Oggi in Italia sono meno di 4, negli Usa circa 10, a Rio de Janeiro 65".
----------------------------------------
Esiste davvero un'emergenza sociale in Italia?
Ha ragione chi rimpiange il passato e parla di
criminalità dilagante? O la paura non è che
l'effetto del bombardamento di notizie cui
siamo sottoposti dai mezzi d'informazione?

"Se da un lato è vero che in alcuni periodi,
anche recenti, gli omicidi sono aumentati"
risponde Isabella Merzagora Betsos, docente
di Criminologia alla facoltà di Medicina dell'Università
di Milano "è pur vero che prendendo in considerazione
intervalli temporali più ampi il fenomeno appare
decisamente in calo". Nonostante i dati relativi
all'Ottocento siano in genere poco attendibili
e coerenti, Merzagora ha mostrato che nel
nostro Paese si è passati da un tasso di 20
omicidi volontari (tentati o consumati) ogni
100 mila abitanti nel 1880, ai 3,83 del 2001.
Il dato, che nel 1900 era già sceso quasi a 10,
è arrivato sotto i 3 nel 1963, per poi risalire
leggermente. "Il grafico" fa notare Merzagora
"mostra una flessione dei crimini prima e durante
le due guerre mondiali, e una forte crescita
all'indomani (nel '45 si arrivò a un tasso di 28,52
omicidi ogni 100 mila persone). Il calo era dovuto
alla chiamata alle armi dei giovani, allo spopolamento
delle città, alla diminuzione della disoccupazione
grazie allo sviluppo dell'industria bellica; il successivo
incremento, invece, si spiega con la depressione
economica, le difficoltà di integrazione dei reduci,
la più facile reperibilità di armi. Nell'ultimo quarto
di secolo sono diminuiti anche gli omicidi a scopo
di furto o rapina, passati dai 202 del 1975 ai circa
40 attuali, mentre sono aumentati gli assassini di mafia.
"Una volta, nel mondo contadino" dice Merzagora
"i problemi di confine dei campi o di tradimento
coniugale si risolvevano a schioppettate.
Oggi si
va dal giudice". Anche secondo Cary Cooper, psicologo
comportamentale dell'Università di Manchester, il
livello di violenza nella società non è aumentato.
"A cambiare è stata la percezione che ne abbiamo".
Una combinazione di fattori, compresa una maggiore
copertura da parte dei mass media anche degli episodi
di piccola criminalità, ci ha reso più sensibili al problema
della sicurezza. Ma Cooper, statistiche alla mano, sottolinea
come il rischio di essere derubati o aggrediti sia molto
più basso di quanto la gente immagina. Se in Gran Bretagna
una persona su 7 ammette di aver paura di essere rapinata,
solo una ogni 200 lo sarà effettivamente. Parimenti,
il 25% delle donne teme di essere stuprata, mentre la
possibilità che accada è dello 0,078%. Anche gli automobilisti
si preoccupano troppo. Uno su 5 ritiene probabile che
il suo veicolo venga rubato, ma è una realtà solo per
1 su 70. "Spesso, concentrandoci su ciò che è assente
dalla nostra vita, in questo caso il crimine, finiamo per
temerlo di più" conclude Cooper.

Michele Scozzai

Online Massimo

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #9 il: Giugno 04, 2016, 13:06:00 pm »
C'è da dire un'altra cosa, caro Frank: il venir meno della vitalità e dell'aggressività che è una faccia (sia pure spiacevole) dell'aggressività.
Non è un caso che molti italiani temino molto l'aggressività degli extracomunitari (sebbene sia dovuta anche ad altri motivi, come al fatto
di non avere nulla da perdere e di trovarsi in un paese dove c'è uno Stato che accarezza i delinquenti ed è inesorabile con chi è ritenuto
colpevole di eccesso di legittima difesa o semplicemente con il cittadino distratto) perchè gli extracomunitari la vitalità, nella loro miseria e
forse anzi proprio per questo, l'hanno conservata, gli italiani, debosciati dal benessere e dalla democrazia con il suo rispetto per le regole
l'hanno invece da tempo perduta. Oggi, se c'è qualcuno che si butta nelle acque gelide per salvare chi sta annegando o chi interviene per
per sventare una rapina o uno stupro è spesso un marocchino o un rumeno che è lo stesso che magari poi compie gli stessi atti. Come ha
avuto occasione di dire in un convegno Massimo Fini, se un rumeno sorprende la moglie a letto con un altro, ammazza entrambi, se invece
capita ad un italiano la stessa esperienza, l'italiano offre al rivale il suo biglietto da visita. Il venir meno della vitalità dell'uomo occidentale
è causa di riduzione dei delitti di sangue, anche sulle vittime femminili. Ed è per questo che le femministe cianciano tanto di "femminicidio".

Online Frank

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Re:UOMINI BESTIONI- il manifesto del maschiopentitismo!
« Risposta #10 il: Giugno 04, 2016, 16:09:18 pm »
C'è da dire un'altra cosa, caro Frank: il venir meno della vitalità e dell'aggressività che è una faccia (sia pure spiacevole) dell'aggressività.
Non è un caso che molti italiani temino molto l'aggressività degli extracomunitari (sebbene sia dovuta anche ad altri motivi, come al fatto
di non avere nulla da perdere e di trovarsi in un paese dove c'è uno Stato che accarezza i delinquenti ed è inesorabile con chi è ritenuto
colpevole di eccesso di legittima difesa o semplicemente con il cittadino distratto)

Sì, lo so bene.
Le stesse italiane si guardano bene dal parlare male degli stranieri in pubblico, proprio perché li temono, mentre quando c'è da sbeffeggiare i propri connazionali non si fanno alcun problema, essendo consapevoli del fatto che non accadrà loro nulla di grave.
Anzi, gli stessi italiani ridono soventemente di gusto quando le loro (nostre) connazionali li prendono per il culo e li bollano come dei poveri inetti, mentalmente ritardati.
Altri, invece, neppure fiatano.



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Come ha
avuto occasione di dire in un convegno Massimo Fini, se un rumeno sorprende la moglie a letto con un altro, ammazza entrambi, se invece
capita ad un italiano la stessa esperienza, l'italiano offre al rivale il suo biglietto da visita.

Be', qui ci bedo una bella forzatura; tuttavia sì, l'odierno uomo italiano è sicuramente meno energico dell'uomo proveniente da Bucarest o da Tirana.