Autore Topic: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare  (Letto 20615 volte)

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #30 il: Aprile 22, 2010, 17:07:44 pm »

La frase sovrariportata è presa dal libro di Rino Della Vecchia: "Questa metà della terra" (pag.377). Vorrei conoscere le vostre opinioni in proposito con particolare riferimento ai pensieri di Animus e di franci7x.



http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg12193/#msg12193

Questa sarebbe la versione moderna...attuale.


http://www.huffingtonpost.com/2009/05/16/miss-tiffany-universe-tra_n_204279.html
(foto)

Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

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Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Online Jason

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #32 il: Aprile 22, 2010, 18:28:05 pm »
La via d'uscita alla QM è immorale e deve esserlo perchè si può ben credere che il sistema etico femminista abbia chiuso tutte le strade che portano fuori di esso e abbia collocato su ogni cancello la sentenza: "Uscita misogina e maschilista".

E' questa la via che gli uomini debbono imboccare se vogliono conquistare la libertà morale, letteralmente la via del male. L'incapacità di autovalutazione morale è l'incapacità di pensarsi degni di stare al mondo se qualcun altro non ce lo dice ma nessuno può essere forzato materialmente a riconoscere un giudice morale, nessuna forza materiale può ottenere un simile risultato: quel giudice è costituito in tale ruolo dagli imputati e, si capisce, gli imputati stessi possono scalzarlo da quel trono.


La frase sovrariportata è presa dal libro di Rino Della Vecchia: "Questa metà della terra" (pag.377). Vorrei conoscere le vostre opinioni in proposito con particolare riferimento ai pensieri di Animus e di franci7x.



Vedi, non è così semplice come si pensi, non è tutto bianco o nero...chi l'ha detto che invece con la misoginia non si inneschi una reazione a catena che non fa che peggiorare le cose ?
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #33 il: Aprile 22, 2010, 18:52:50 pm »
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/04/22/da-un-anno-non-vedo-mio-figlio.-ancora-non-ho-capito-il-perch

Mi chiamo Giada e non vedo mio figlio da un anno.

Stavo con un ragazzo. Sono rimasta incinta e non ho voluto abortire. Ne avevo già parlato con la mia famiglia. Mi avrebbero aiutato loro. Ma lui ha voluto sposarmi. Stretta da convenzioni sociali e obblighi ho dovuto accettare.

Siamo andati ad abitare in una casa di mia proprietà. Mio padre aveva già iniziato a costruirla per me. E' intestata a me. Mi dicono che tutto quello che era mio prima del matrimonio non rientra nella comunione dei beni.

Ero iscritta all'università e per un pò ho deciso di lasciare perdere fino a che non nasceva il bambino e non finivo almeno di svezzarlo. Perciò ho deciso di aiutare mio padre nel lavoro che fa lui. Mio padre mi ha subito fatto un contratto per pagarmi i contributi ai fini della pensione. E' una persona previdente e non lascia mai niente al caso.

Mio marito invece era uno senza arte ne parte. Non faceva niente. Giocava alla play station. Ogni tanto appiccicava una mensola a casa. Pretendeva che mio padre gli risolvesse la vita e ha litigato con lui perchè secondo la sua opinione era lui a dover avere il lavoro e non io.  

Nonostante tutto mio padre ha provato ad aiutarlo stando ben attento a non ferire mai il suo orgoglio. Combinò un colloquio con un suo amico e mio marito non solo si presentò in ritardo ma rifiutò la proposta perchè secondo lui era troppo da "poveraccio".

Il suo atteggiamento non era davvero buono e per quanto lui fosse stato accolto in casa come un figlio era sempre arrabbiato e ce l'aveva con tutti per quello che non riusciva a realizzare nella vita.

Dopo i primi sei mesi di gravidanza io sono stata male. Il medico mi ha ordinato di restare a letto e stare a casa mi ha fatto rendere conto di come trascorreva le giornate mio marito.

Abbiamo avuto occasione di litigare e quando per l'ennesima volta mi rinfacciò che volevo farlo sentire un mantenuto gli dissi che per quello che mi riguardava poteva inventarsi una qualunque impresa e io e mio padre l'avremmo sostenuto e se possibile aiutato. Che altro avrei potuto dirgli?

Avvertendo la tensione che c'era tra noi mio padre per il compleanno di mio marito si presentò con una nuova macchina e gli diede le chiavi. Gli sarebbe servita per andare a fare delle cose per conto dell'impresa di famiglia. Gli stava dicendo di aver inventato un ruolo apposta per lui.

Mio marito per tutta risposta prese le chiavi, montò in macchina e sparì per un paio di giorni. Quando tornò io stavo dormendo e lui era completamente fuori di testa. Stavo male, con il pancione enorme e la testa completamente nel pallone. Cominciò a urlare che ero una persona orribile, che dovevo cercarlo e cercarlo per dimostrargli che di lui mi interessava e avrei dovuto fare e avrei dovuto dire e avrei dovuto pensare. E nel frattempo che mi diceva quello che dovevo essere per risultargli simpatica mi trascinava da un capo all'altro della stanza, strattonata ho perso l'equilibrio, sono caduta, mi sono fatta male. Mi disse che ero una vigliacca, una che piagnucola per niente, e allora si è arrabbiato perchè non poteva sopportarmi mentre secondo lui stavo facendo la vittima.  

Ho preso un pugno e un calcio con il quale mi invitava gentilmente a rialzarmi. Poi mi ha trascinata sul letto e ha preteso di abbracciarmi perchè voleva sentirmi vicina.

Io non so se sapete come si sente una donna incinta. Io in quel momento avevo altri pensieri e stavo molto male e avevo di fronte un uomo, un bambino in realtà, che invece che preoccuparsi della mia condizione e prendersi cura di me, pretendeva di stare al centro del mondo a suon di pugni e calci.

Il giorno dopo mio padre mi venne a trovare e vide che avevo un livido nel braccio. Mio marito si era nascosto dentro lo stanzino per non farsi vedere e io dissi che si era trattato di un incidente. Avevo sbattuto inavvertitamente su uno spigolo.

Pensavo che fosse finita e che fosse possibile fare ragionare mio marito. Invece la situazione peggiorò. La sua frustrazione diventò violenza e la violenza mi mandò in ospedale. Fui travolta da insulti, botte e dovetti perfino fare sesso senza averne voglia ed essere fisicamente in grado di muovere un muscolo. L'insulto più frequente era che lo avevo incastrato e che quel figlio non era suo. Non potevo non rispondergli che era lui ad aver incastrato me e che se era convinto che quel figlio non fosse suo poteva andare per la sua strada.

Rincarava dicendo che era troppo comodo, che avrei dovuto pagare per avergli causato tanto stress emotivo. Nel frattempo io rischiavo il parto prematuro per le botte e continuavo a tentare di tenere mio padre fuori da quella storia per evitare che uno dei due si facesse troppo male e passasse la fine dei suoi giorni in galera.

Per ben due volte sono finita in ospedale ed entrambe le volte la caposala e la suora di passaggio consolarono mio marito dicendo di portare pazienza perchè "una donna incinta a volte può essere insopportabile ma porta dentro il ventre il frutto del signore...".

Mi hanno rimbambita di sedativi e sono tornata a casa più malconcia di prima.

L'ultima volta che lui mi ha messo le mani addosso ho chiamato i carabinieri. Era come impazzito, ha promesso di farmela pagare. Nel frattempo è tornato da sua madre.

Ho spiegato a mio padre come stavano le cose e fu lui stesso ad aiutarmi a fare le pratiche per il divorzio. Non volevamo niente, neppure un euro. Avremmo pensato a tutto noi.  

Ho avuto un figlio bellissimo, amatissimo, meraviglioso. Suo padre poteva vederlo durante giorni stabiliti dal giudice. Però non si presentava. Dormiva fino a tardi. Non faceva niente di niente e sua madre continuava a chiamarmi per dirmi che era tutta colpa mia. Non sapeva, sua madre, o faceva finta di non saperlo, che le sue abitudini non erano per niente cambiate e che faceva esattamente le stesse cose anche prima e durante il matrimonio.

Il bambino è cresciuto praticamente con una madre, cioè me, una nonna, e un nonno presentissimo che lo ha colmato di mille attenzioni.

Il mio ex nel frattempo faceva stalking e mi telefonava a tutte le ore per dirmi cose assurde. Qualcuno deve avergli detto che aveva la possibilità di sfruttare tutto a suo vantaggio e fu così che un bel giorno vedo arrivare una notifica di un procedimento a mio carico.  

Mi ha accusata di non avergli fatto vedere il bambino e che gliel'ho messo contro. Ho subito chiamato un avvocato e mi ha detto che per dimostrare il contrario avrei dovuto denunciarlo in tempi non sospetti perchè non veniva a vedere suo figlio. Presentai comunque una controquerela.

Sembra assurdo ma questa è diventata ora la legge e nonostante le battaglie fatte non sono riuscita ad impedire ai servizi sociali di portarmi via mio figlio fintanto che il giudice non deciderà se mio marito ha ragione oppure no. Io non posso vederlo perchè potrei "condizionarlo". Suo padre invece può vederlo grazie ai permessi del giudice.

La sua richiesta è chiara: vuole in affido il bambino e ha chiesto che io versi un mantenimento dato che sono l'unica che ha la possibilità economica per farlo. Così da nullafacente qual è diventa un mantenuto per meriti che neppure sono suoi giacchè del bambino si occuperebbe sicuramente sua madre.

Mio padre non capisce che direzione ha preso il mondo e pensa che sembra tutto al rovescio. Si sente impotente ed è molto arrabbiato. Tutte le volte che il mio ex marito e mio padre si incontrano è il mio ex che lo provoca ed è livoroso, vendicativo e ostile.

Mio padre non risponde alle provocazioni per paura di compromettere la causa di affido e a casa piange per la rabbia.

Non avevo mai visto mio padre piangere fino ad ora e giuro che è terribile vedere un uomo come lui piegato e sotto ricatto per il sequestro del nipote.

Il mio ex marito ovviamente ha denunciato anche mio padre. Rischia di essere condannato per troppo amore. Rischiamo tutti di essere condannati per troppo amore e siamo appesi ad un filo in attesa che un giudice decida cosa fare della vita di mio figlio, chiuso in una stanza estranea, con persone estranee, lontano da tutto ciò che conosce e ama, per soddisfare l'egoismo e la cattiveria di un uomo al quale non importa niente di nessuno a parte che di se stesso.

Anche oggi sono stata ai servizi sociali a pietire informazioni sul mio bambino. Sta perdendo una fase importantissima della sua vita, quella in cui avrei dovuto insegnargli tante cose. Mi hanno guardata con diffidenza. C'erano due donne perfide. Due di quelle educate dalle trasmissioni di rita dalla chiesa in cui si insegna che gli uomini sono sempre vittime e le donne tanto cattive. Mi hanno consigliato di farmi prescrivere dei "tranquillanti" e di restare calma nell'interesse del bambino.

Quello che so è che i servizi sociali per ogni giornata di mantenimento dei bambini che hanno in assegnazione beccano quasi mille euro al mese a persona per servire cibi avariati e una assistenza da orfanotrofi del secolo scorso. Di questo però nessuno parla.

Le madri dunque le vogliono così: mute e sedate, sedate e mute.

Mi chiamo Giada e non vedo mio figlio da un anno. E ancora non ho capito il perchè.



Interessante. Proviamo però a reiscrivere così la storia :


Mi chiamo Mario e non vedo mio figlio da un anno.

Stavo con una ragazza. Lei è  rimasta incinta e non ha voluto abortire. Ne avevamo già parlato con le nostre famiglie. Ci avrebbero aiutato loro. Ma lei ha voluto sposarmi.

Siamo andati ad abitare in una casa di mia proprietà. Mio padre aveva già iniziato a costruirla per me. E' intestata a me. Mi dicono che tutto quello che era mio prima del matrimonio non rientra nella comunione dei beni.

Ero iscritto all'università e per un pò ho deciso di lasciare perdere fino a che non nasceva il bambino e non finivo almeno di svezzarlo. Perciò ho deciso di aiutare mio padre nel lavoro che fa lui. Mio padre mi ha subito fatto un contratto per pagarmi i contributi ai fini della pensione. E' una persona previdente e non lascia mai niente al caso.

Mia moglie  invece era una senza arte ne parte. Mi tradiva sempre .

Nonostante tutto mio padre ha provato ad aiutarla stando ben attento a non ferire mai il suo orgoglio. Combinò un colloquio con un suo amico e mia moglie  non solo si presentò in ritardo ma rifiutò la proposta perchè secondo lei era troppo da "maschio".

Il suo atteggiamento non era davvero buono e per quanto lei fosse stato accolta in casa come una figlia era sempre arrabbiata e ce l'aveva con tutti per quello che non riusciva a realizzare nella vita.

Durante tutta la gravidanza le sono stata sempre vicina, l'ho aiutate sempre.

Abbiamo avuto occasione di litigare e quando per l'ennesima volta mi rinfacciò che ero egoista, non mi assumevo mai responsabilità. Avvertendo la tensione che c'era tra noi mio padre per il compleanno di mia moglie  si presentò con una nuova macchina e gli diede le chiavi. Gli sarebbe servita per andare a fare delle cose per conto dell'impresa di famiglia. Gli stava dicendo di aver inventato un ruolo apposta per lei.

Mio moglie per tutta risposta prese le chiavi, montò in macchina e sparì per un paio di giorni. Quando tornò io stavo dormendo e lei era completamente fuori di testa.  Cominciò a urlare che ero una persona orribile, che dovevo cercarla e cercarla per dimostrargli che di lei mi interessava e avrei dovuto fare e avrei dovuto dire e avrei dovuto pensare.  Mi disse che ero un vigliacco, uno che piagnucola per niente, e allora si è arrabbiata perchè non poteva sopportarmi mentre secondo lei stavo facendo la vittima.  

Ho preso un pugno e un calcio con il quale mi invitava gentilmente a rialzarmi. Poi mi ha trascinato sul letto e ha preteso di abbracciarmi perchè voleva sentirmi vicino.

Io non so se sapete come si sente un uomo violentato psicologicamente . Io in quel momento avevo altri pensieri e stavo molto male e avevo di fronte una donna, una bambina in realtà, che invece che preoccuparsi anche della mia condizione, pretendeva di stare al centro del mondo.

Il giorno dopo mio padre mi venne a trovare e vide che ero piuttosto abbattuto . Mia moglie si era nascosta dentro lo stanzino per non farsi vedere e io dissi che era tutto apposto.

Pensavo che fosse finita e che fosse possibile fare ragionare mia marita. Invece la situazione peggiorò. La sua frustrazione aumentò. Fui travolto da insulti, vessazioni pscicologiche  e mi negava sempre il sesso. L'insulto più frequente era che l' avevo incastrata. Non potevo non rispondergli che era lei ad aver incastrato me .

Rincarava dicendo che era troppo comodo, che avrei dovuto pagare per averle causato tanto stress emotivo. Nel frattempo io  più male psicologicamente sempre di più per via degli insulti e continuavo a tentare di tenere mio padre fuori da quella storia per evitare che uno dei due si facesse troppo male e passasse la fine dei suoi giorni in galera.

Poi lei volle divorziare. Il giudice , però , nonostante tutta la situazione che ho spiegato per filo e per segno, affidò il figlio a lei come pure la mia casa, e stabilì un assegno di mantenimento.

Ho avuto un figlio bellissimo, amatissimo, meraviglioso.  Potevo vederlo durante giorni stabiliti dal giudice. Però lei non me lo dava. Inventava ogni scusa . Non faceva niente di niente e sua madre continuava a chiamarmi per dirmi che era tutta colpa mia. Non sapeva, sua madre, o faceva finta di non saperlo, che le sue abitudini non erano per niente cambiate e che faceva esattamente le stesse cose anche prima e durante il matrimonio.

Il bambino è cresciuto praticamente con una madre, cioè lei , una nonna, e un nonno presentissimo che lo ha colmato di mille attenzioni.

La mia ex nel frattempo si rifiutava di farmi vedere mio figlio . Qualcuno deve averle detto che aveva la possibilità di sfruttare tutto a suo vantaggio e fu così che un bel giorno vedo arrivare una notifica di un procedimento a mio carico.  

Mi ha accusato di maltrattamenti verso il minore . Ho subito chiamato un avvocato e mi ha detto che per dimostrare il contrario avrei dovuto denunciarla in tempi non sospetti, ma era comunque tutto difficile perchè per legge la parola dell'ex moglie vale di più di quella dell'ex marito . Presentai comunque una controquerela.

Sembra assurdo ma questa è diventata ora la legge e nonostante le battaglie fatte non sono riuscito ad impedire alla mia ex moglie di portarmi via mio figlio fintanto che il giudice non deciderà se mia moglie  ha ragione oppure no. Io non posso vederlo perchè "pericoloso" . Suo madre  invece può plagiarlo contro di me  grazie a quel giudice.

La sua richiesta è chiara: vuole in affido esclusivo il bambino e ha chiesto che io fossi definitivamente allontanato da lui, ma che avessi comunque l'obbligo di versare l'assegno. Così da nullafacente qual è diventa un mantenuta per meriti che neppure sono suoi giacchè del bambino si occuperebbe meglio suo padre.

Mio padre non capisce che direzione ha preso il mondo e pensa che sembra tutto al rovescio. Si sente impotente ed è molto arrabbiato. Tutte le volte che la mia ex moglie  e mio padre si incontrano è la mia ex che lo provoca ed è livorosa, vendicativa e ostile.

Mio padre non risponde alle provocazioni per paura di compromettere la causa di affido e a casa piange per la rabbia.

Non avevo mai visto mio padre piangere fino ad ora e giuro che è terribile vedere un uomo come lui piegato e sotto ricatto per il sequestro del nipote.

La mia ex moglie ovviamente ha denunciato anche mio padre. Rischia di essere condannato per troppo amore. Rischiamo tutti di essere condannati per troppo amore e siamo appesi ad un filo in attesa che un giudice decida cosa fare della vita di mio figlio, chiuso in una stanza estranea, con persone estranee, lontano da tutto ciò che conosce e ama, per soddisfare l'egoismo e la cattiveria di una donna al quale non importa niente di nessuno a parte che di se stessa.

Anche oggi sono stato ai servizi sociali a pietire informazioni sul mio bambino. Sta perdendo una fase importantissima della sua vita, quella in cui avrei dovuto insegnargli tante cose. Mi hanno guardato con diffidenza. C'erano due donne perfide. Due di quelle educate dalle associazioni femministe misandriche  in cui si insegna che gli uomini sono sempre carnefici e le donne sempre vittime . Mi hanno consigliato di farmi prescrivere dei "tranquillanti" e di restare calmo nell'interesse del bambino.

Quello che so è che i servizi sociali non si preoccupano di indagare sul conto dell'ex moglie, e MAGARI di preoccuparsi se lei intendeva solamente di vendicarsi , non so perchè, di me .

I padri dunque li vogliono così: muti e umiliati, umiliati e muti.

Mi chiamo Mario e non vedo mio figlio da un anno. E ancora non ho capito il perchè.


Quante volte succede la seconda storia ? Oppure sono invenzioni maschiliste ?
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Offline francy7x

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #34 il: Aprile 22, 2010, 18:56:36 pm »
La misoginia, come tutti gli estremi non può che portare a una degenerazione, e conseguentemente a un'ingiustizia.

Non bisogna essere misogini per risolvere i problemi.

Bisogna essere Uomini e basta, con le palle di carne e non di carta pesta.

Oggi il concetto di maschio e la sua identità si sono così fortemente sformati, da farlo divenire un mezzo effeminato.

Cari miei, non ci sono più gli Uomini di una volta... solo gente che sa far ballare la lingua.

Questo è il vero problema, se ce n'è uno.

Online Jason

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #35 il: Aprile 22, 2010, 22:24:29 pm »
Addirittura l'affido condiviso sarebbe un danno per gli uomini  :ohmy: :ohmy: :ohmy:
meglio quello esclusivo allora.

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/04/23/la-legge-sull-affido-condiviso-un-danno-anche-per-gli-uomini

23.04.10La legge sull'affido condiviso è un danno anche per gli uominiPost in Omicidi sociali & Fem/Activism & Misoginie at 06:58 :: 點閱次數 (36)

Ci scrive Massimo. E' abbastanza sconvolto da quello che ha letto a proposito delle norme sull'affido condiviso [1] [2] e ha voluto farci sapere quello che pensa su questa storia.

In generale pensa che si tratti di uomini ai quali non interessa dei loro figli. In particolare ci dice che prima di strappare i suoi figli alla madre procurando loro un trauma e un dolore così forte piuttosto si staccherebbe un braccio.

Massimo si è separato quattro anni fa. Si è vissuto il conflitto, lo ha affrontato, se ne è fatta una ragione. Non ha scaricato sulla ex moglie tutte le sue frustrazioni, non ha mai pensato che lei sia causa dei suoi fallimenti e ha semplicemente ricominciato a vivere, con dolore e consapevolezza. Lo stesso ha fatto lei.

Ha due figli, un maschio e una femmina, entrambi vivono con la madre nella casa che era comune. Quella casa prima di essere di entrambi è e sarà dei bambini. Altrimenti perchè un genitore dovrebbe pagare un mutuo per tutta la vita se non per lasciare qualcosa a chi viene dopo?

Sono i bambini che hanno diritto a viverla, tenerla e a viverci con chi ha la responsabilità principale del loro affido. Non si è mai sognato di rifiutare il mantenimento ai suoi figli. Chi fa così, ci dice, "è un miserabile!". E non si riferisce alla povertà di mezzi economici.

La sua ex moglie ha ora un'altra storia. Massimo resta in casa con i bambini quando lei esce, se ha problemi al lavoro, se vuole andare al cinema. D'altronde lei resta con i bambini tutti i giorni e tutte le sere mentre Massimo fa quello che vuole.

Massimo da poco ha conosciuto un'altra donna, separata anche lei, che vive con suo figlio.

La sua attuale compagna ha dei problemi con il suo ex che non è una persona responsabile come Massimo e fa di tutto per ferirla e per mettersi al centro dell'attenzione.

Massimo ci scrive che un giorno che lei non poteva andare a prendere suo figlio a scuola è andato lui e ha trovato il padre che sgridava il bambino perchè doveva fargli dire per forza con chi stava sua madre.

Massimo si è presentato e quell'altro ha giurato vendetta. Tutto ciò davanti al bambino.

Ha cercato di fare leva sulla questione della paternità per dire che non poteva lasciare suo figlio con sua moglie mentre lei frequentava un "estraneo". L'estraneo sarebbe Massimo.

Aveva trovato anche un avvocatuncolo che seguiva la causa. Di avvocatuncoli che soffiano sul fuoco pur di guadagnare qualche soldo ce ne sono tanti. 

Quello che l'ex della sua compagna non aveva tenuto in conto è che anche Massimo è un avvocato. Un bravo avvocato, che ha impiegato un attimo a dimostrare che quel tizio non aveva il minimo interesse verso il bambino. Piuttosto gli interessava ricattare la ex moglie che stava provando a rifarsi una vita senza di lui. Era geloso, invidioso. Sentimenti molto umani ma che non giustificano nulla di tutto quello che avrebbe voluto fare.

Massimo ci dice che la legge di cui parliamo è frutto di quei sentimenti livorosi. Si leggono in ogni riga e ci tiene a dire che quella legge è brutta anche per gli uomini, che non basta essere maschi per farsela piacere perchè ogni uomo che vuole avere un rapporto sano ed equilibrato con se stesso, i propri figli e le donne, non resta tutta la vita incatenato per invidia, gelosia e odio verso la sua ex.

Ci tiene a dire che per ogni donna che viene offesa da un ex marito c'è un bambino che rischia di crescere solo, triste, senza futuro e c'è anche un altro uomo, quello che avrà occasione di amare quella donna, che subirà quelle violenze indirettamente solo perchè si è innamorato di una donna che prima era sposata ad un altro.

A Massimo abbiamo chiesto se non è preoccupato che quell'uomo possa reagire male, si possa vendicare, possa fare qualcosa di cattivo anche a lui.

Massimo ci ha risposto che per il momento ha sul groppone una denuncia per stalking e che se dovesse riavvicinarsi per minacciare e fare qualcosa di male finirebbe in galera.

Nel frattempo ci dice comunque che la legge, tutte le minacce, le intimidazioni, tutto quello che scrivono online, ogni tentativo di fare sentire le donne vulnerabili, minacciate nel rapporto con i loro figli, secondo lui si può configurare come stalking oltre che come mille altre cose. Perchè quello che vogliono fare e fanno è di togliere il sonno, quando non peggio, alle madri, alle donne e soprattutto alle loro ex. Chi procura uno stato d'ansia grave e fa sentire in pericolo qualcuno sta già commettendo stalking. Su questo Massimo non ha dubbi.

Abbiamo detto a Massimo se ritiene che per fare stare bene le donne debba esserci sempre un altro uomo, il nuovo compagno, il padre o un fratello, a piazzare la bandierina sul territorio. Se non c'è un rimedio per fare in modo che le donne si difendano da sole.

Ci risponde con autentico affetto per la sua attuale compagna e ci dice che non ha piazzato una bandiera in nessun posto. Non sa neppure se con questa compagna durerà tre anni, per tutta la vita o finirà domani. Quello che sa è che può usare una competenza per difenderla come farebbe con qualunque persona in difficoltà e che sta difendendo se stesso per prendersi il diritto di vivere questa storia senza correre il pericolo di essere accoltellato.

La nuova compagna dal canto suo ha denunciato, ha più volte interpellato forze dell'ordine e tribunali senza ottenere niente. Quello che è inverosimile è che secondo il suo ex, quando lei gli diceva che lui non doveva avvicinarsi perchè l'avrebbe picchiata, sarebbe lei l'egoista che pensa a salvarsi la vita e a non prendere botte, tutelando anche suo figlio da quelle scene di violenza, piuttosto che restare immobile a farsi massacrare per permettere a lui di esercitare virtualmente quella specie di ruolo pseudo-paterno. 

Secondo Massimo la cosa più orrenda che stanno facendo in tutta questa campagna culturale contro le donne è di farle sentire in colpa perchè vogliono proteggersi e proteggere i propri figli. Come se non ne avessero il diritto. Come se a proteggersi la vita e proteggere i bambini dalla violenza diretta o indiretta fosse quello un atto di egoismo e non quell'altro compiuto dall'uomo violento. La cosa più urgente è fare capire alle donne che hanno ragione, che devono difendersi e che la loro vita è importante così come è importantissima la vita dei loro figli.

Le donne sono sole, questo ci dice Massimo, e nei piccoli centri in cui non ci sono centri antiviolenza, sportelli donna o cose del genere non sanno neppure a chi rivolgersi. Proprio per questo Massimo sta pensando seriamente di creare un servizio territoriale di informazione per le donne. Devono sapere quali diritti hanno, su quali leggi (poche) possono contare, come possono muoversi quando succedono cose di questo genere.

Questo è quello che Massimo può fare e questo vorrebbe fare. Dopodichè ci dice che vuole restare anonimo perchè non ci ha scritto per farsi pubblicità e chiarisce che per il servizio al quale pensa non vorrà mai un euro.

Noi crediamo alla sua buona fede (e perchè non dovremmo?), ci rammarichiamo per il fatto che nel posto in cui vive lui non ci siano donne che abbiano pensato almeno a fare la stessa cosa (di avvocatesse ce ne saranno ovunque no?) e speriamo che questa sveglia serva alle donne di quella zona.

Ringraziamo molto Massimo per lo scambio che ha voluto avere con noi e auguriamo alla sua ex e alla sua attuale compagna di stare sempre benissimo e di poter scegliere il proprio presente senza dover correre alcun pericolo.

--->>>Firmate la petizione che chiede che i bambini non sia mai affidati ai genitori violenti!


A parte che questo massimo mi puzza di troll...comunque gli avvocati ci marciano su ste cose.
Leggete l'ultima frase  " Ringraziamo molto Massimo per lo scambio che ha voluto avere con noi e auguriamo alla sua ex e alla sua attuale compagna di stare sempre benissimo e di poter scegliere il proprio presente senza dover correre alcun pericolo. " Capito, un augurio solo alla sua ex e l'attuale compagna, di lui chi se ne frega  :sick: :sick: :sick: :sick: :sick:
Vabbè, il mio fegato stasera è diventato cirrotico per i tossici che ho dovuto ingoiare.
PS dite pure a questo massimo ( se è vero quello che scrive ) che un uomo separato è crepato d'infarto di origine psicologica per queste cose,,,a già è irresponsabile...ma vaff va  :sick: :sick: :sick:
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Offline Ethans

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #36 il: Aprile 23, 2010, 03:41:35 am »
Guarda... io una mia idea me la sono fatta.

Il discorso è questo: in ogni aspetto della vita, quando una situazione "degenera" (letteralmente) come è successo e succede tutt'ora in alcuni ambiti della nostra e di altre società (o della vita/esistenza in genere), la via d'uscita che porta al riequilibrio, quasi sempre è un'esperienza dolorosa.

Vedi Ethans, io sono per la via di mezzo, tutto vorrei tranne l'infelicità del genere femminile... però sono convinto che in natura esiste (o almeno dovrebbe) una gerarchia da rispettare, e ognuno se ne deve stare al suo posto, come su una scacchiera.

Scrivere ora, nero su bianco, cosa intendo dire è un pò complicato (già immagino le repliche di Giulia/Wish/Rita/...).

Ma soprattutto mi rendo conto che potrebbe essere inteso in un modo che... non è il "mio modo".

Diciamo così : "parlarne" non basta.

Si, in effetti la via d'uscita potrebbe essere dolorosa... la natura è spesso immorale. Capisco perfettamente cosa intendi dire Francy e lo condivido. Sono altresì convinto che, come tu dici, spingendosi a fondo nel ragionamento si possano verificare delle incomprensioni, soprattutto per ciò che concerne una questione così spinosa e carica di emotività. Il linguaggio, si sa, è limitato... e non ha per sua natura la possibilità di contenere in toto le molteplici sfumature del pensiero e del sentimento umano.

La QM comunque, come tutte le grandi questioni, si autorisolverà. Per fare un'esempio attualissimo: la crisi economica non la risolveranno gli economisti ma l'economia stessa si risolverà da sè grazie al confluire di tantissime tendenze che determineranno la soluzione al problema. E' un processo naturale inconsapevole. E non è detto che il processo sarà indolore.

Animus (o chi per lui) ha identificato bene l'errore su cui la natura avrà gioco facile per riequilibrare lo stato delle cose: soffiando sulla fiamma della voluttà maschile le donne, inconsapevoli, hanno compiuto una sorta di autoinfibulazione che è andata senza ombra di dubbio a minare le fondamenta della società avendo castrato all'origine la spinta che, da sempre, accende la volontà maschile. Hanno ucciso il fare. Le donne dunque devono riaccendere l'amore per riattivare questo fare. Ma mi chiedo: come possono riaccendere l'amore visto che quest'ultimo è sinonimo di bisogno e a quanto pare le donne, nella società odierna, non hanno più alcun bisogno degli uomini? Solo un evento esterno ai due generi, potrà riequilibrare la situazione. Solo un fatto, solo un accadimento di vasta portata. Solo un deux ex machina porterà la donna ad avere nuovamente bisogno dell'uomo. Se questo deux ex machina sarà violento o meno solo il tempo ce lo dirà.



Online Jason

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #37 il: Aprile 23, 2010, 09:45:01 am »
E vai col bis. Insomma, sono proprio convinte!

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/04/23/l-affido-condiviso-un-danno-anche-per-gli-uomini-2

23.04.10L'affido condiviso è un danno anche per gli uomini (2°)Post in Omicidi sociali & Fem/Activism & Misoginie at 15:18 :: 點閱次數 (62)

Prendiamo spunto dalla bella sollecitazione che ci ha voluto regalare Massimo. Per chi non volesse leggere la sua storia ve la riassumiamo brevemente. Ci dice che se la vita peggiora per le donne, e in questo caso si riferisce alla cattiva legge sull'affido condiviso [1] [2], è più che sicuro che peggiora anche per gli uomini.

La vita delle donne che vengono picchiate, perseguitate, violentate, coinvolge direttamente innanzitutto le loro famiglie, fatte di madri, padri, fratelli, sorelle, poi coinvolge gli amici e le persone che hanno con loro un legame affettivo e sentimentale.

Quello che Massimo ci dice è che la solitudine delle donne, quando si trovano ad affrontare fatti terribili senza sostegni istituzionali o senza comprensione del contesto in cui vivono, riguarda anche gli uomini.

Lui è uno di loro. Vive una storia con una donna separata e sta provando ad aiutarsi a vivere con tranquillità la storia con lei e ad aiutarla a non subire le violenze e le prevaricazioni che il suo ex le infligge.

Massimo non è l'unico uomo che può dire una cosa del genere. Solo rovistando le storie che vi abbiamo raccontato nel corso degli ultimi mesi la presenza di uomini toccati in prima persona dalla violenza dell'ex sulla propria figlia o sulla nuova compagna è abbastanza frequente.

Capita infatti che tra le notizie incessanti, perenni, che parlano di violenza contro le donne ce ne siano alcune nelle quali a morire, a restare coinvolto sia il nuovo fidanzato, il nuovo compagno, il padre della donna, tutte persone che vengono liquidate dall'ex violento per gelosia o semplicemente perchè fanno parte della vita di quella donna. 

Per esempio, a parte la storia di Massimo della quale vi abbiamo già parlato, c'è la storia di Giada che ci racconta del suo dolore e della disperazione di suo padre che pur tentando in tutti i modi di aiutarla a non perdere suo figlio si sente impotente, schiacciato da questa nuova legge e dall'arroganza del suo ex genero. Giada e suo padre sono stati denunciati e lei nel suo racconto parlava del rischio di una condanna "per troppo amore". Coincidenza vuole che da un'altra parte una madre sia stata davvero condannata per questo e che amare il proprio figlio, non volerlo abbandonare, se prima era considerato un fatto meritevole di elogi, oggi invece diventa oggetto di condanna. Ovviamente c'è sempre di mezzo una separazione e un padre separato.

C'è poi la storia di quel padre separato che fa una irruzione in casa della sua ex e tenta di uccidere lei con due coltellate e il nuovo compagno con altre coltellate. Anche il nuovo compagno resta gravemente ferito. 

C'è ancora un'altra storia che riguarda un bambino tolto alla madre (da ben 14 agenti di polizia, neanche fosse un boss) e schiaffato in una casa famiglia sempre per le stesse ragioni. Questa donna avrà certamente famiglia, una madre e un padre.

C'è la storia gravissima di quell'uomo che ha ucciso suo genero perchè coinvolto nella separazione e nella causa di affido della figlia. Anche i suoi tre nipoti stavano per essere portati in una casa famiglia. Ed è questo un caso che dimostra come la legge non abbia risolto o attenuato i conflitti. Una legge dovrebbe intervenire per creare coesione sociale e non per mettere gli uni contro gli altri. Se le persone sono lasciate sole ad affrontare casi così gravi diventa facile prevedere che accadano cose orribili, da condannare sempre, e che sarebbe però il caso di prevenire.

D'altro canto la legge, unita alle sentenze che l'hanno via via sempre più caratterizzata, legittima i padri ad usare la violenza. La donna e i bambini che quella violenza la subiscono, assieme a tutte le persone a loro coinvolte, sono davvero privi di difesa.

Talmente tanto da dover intervenire in modi "creativi" per cercare una via d'uscita, così come è accaduto ad una donna che si è vista occupare la sua casa, sua di lei e della sua famiglia, dal suo ex marito e dopo averlo invitato più volte a cercare un'altra soluzione ha deciso di demolirla.

Tornando all'argomento centrale di questo post c'è da ricordare il caso di quella ragazzina offesa più volte perchè aveva osato denunciare il suo professore per molestie. Anche questa ragazzina ha una famiglia, una madre e un padre, che l'hanno sostenuta e che si sono visti offendere e mortificare la figlia come se fosse lei sotto accusa.

Ci sono sicuramente i nonni di quei bambini rapiti e minacciati da un padre completamente fuori di testa, poi per fortuna liberati, perchè la questione non riguarda solo la madre ma tutta la rete familiare che ne è coinvolta.

Quindi è vero. Ha ragione Massimo. Tutto ciò non riguarda solo le donne. Riguarda tutti e tutte.


Quindi l'affido condiviso sarebbe un danno per gli uomini. Meglio allora quello esclusivo, che ha "solo" due effetti collaterali : danno psicosomatico e instabilità dei figli. Ogni tanto , una complicanza letale (cioè infarto).
Questa frase andrà nella firma personale.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline Animus

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #38 il: Aprile 23, 2010, 10:34:00 am »

Animus (o chi per lui) ha identificato bene l'errore su cui la natura avrà gioco facile per riequilibrare lo stato delle cose: soffiando sulla fiamma della voluttà maschile le donne, inconsapevoli, hanno compiuto una sorta di autoinfibulazione che è andata senza ombra di dubbio a minare le fondamenta della società avendo castrato all'origine la spinta che, da sempre, accende la volontà maschile. Hanno ucciso il fare. Le donne dunque devono riaccendere l'amore per riattivare questo fare. Ma mi chiedo: come possono riaccendere l'amore visto che quest'ultimo è sinonimo di bisogno e a quanto pare le donne, nella società odierna, non hanno più alcun bisogno degli uomini? Solo un evento esterno ai due generi, potrà riequilibrare la situazione. Solo un fatto, solo un accadimento di vasta portata. Solo un deux ex machina porterà la donna ad avere nuovamente bisogno dell'uomo. Se questo deux ex machina sarà violento o meno solo il tempo ce lo dirà.


E sarà violento senz'altro, questo è ciò che ci aspetta.
Preparatevi.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #39 il: Aprile 23, 2010, 12:49:37 pm »
Su forum, a canale 5, un caso interessante: lei tradisce due volte lui, poi lascia definitivamente l'amante. Poco prima che si lasciassero, il marito ha scoperto il caso, l'ha perdonata e l'ha assillata di domande.
Adesso lei vuole separazione con addebbito a lui ovviamente, perchè dice " mi ha assillata di domande" anche se l'ha perdonata...e che cazzo doveva fare dopo un tradimento, dirle " si amore hai fatto bene a tradirmi" ????
PS i soliti piagnistei di lei...mi trascuravi, non ti accorgevi del mio strano silenzio (?!?), e l'ultima chicca "purtroppo la maggior parte degli uomini non si accorge se stanno trascurando la propria donna",,,bah.

Vedremo la sentenza. Comunque il pubblico da casa è al 90 % a favore del marito...
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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #40 il: Aprile 23, 2010, 13:23:46 pm »
E naturalmente, il "rispettabilissimo" giudice ha addebbitato la separazione a tutti e due, ma casa e figli a lei, 1500 euro di assegno ( immagino sia un manager o qualcosa del genere), da ridurre del 50 % entro 1 anno, tempo in cui lei deve trovare lavoro.

Motivazioni sentenza : comportamento fedifrago di lei, incoerenza di lui, perchè ha detto di averla perdonata ma poi la tempestava di domande. E ha invitato i due ex coniugi a evitare i comportamenti di orgoglio. Capito signori ? Punito perchè ha perdonato! :sick: :sick: però c'è da dire che lui  è un coglione perchè non ha mandato a quel paese quella puttana (con tutto il rispetto per le sex worker e le lucciole, grandissime donne). La faccia strafottente di lei mi stava per indurre  ( grazie a Dio ho ancora il raziocino) a tirare una pietra sullo schermo televisivo.

Fossi in lui, lascerei questo paese alla svelta. Vaffanculo la ex e gli assegni. Vaffanculo i matrimoni. Vaffanculo i giudici. E vaffanculo anche chi ancora è convinta che gli uomini non si vogliono più prendere responsabilità

Grazie a Dio, però, le coscienze si stanno svegliando, infatti quasi tutto il pubblico era a suo favore.

Ancora una volta mi sento di ringraziare le simpatiche femministe. Prometto che posterò qui i loro consigli, potrebbero sempre servire  :doh:

E' ufficiale ormai: questo paese ha troppa libertà . Bisogna tornare alle regole.
« Ultima modifica: Aprile 23, 2010, 13:27:35 pm da Jason »
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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #41 il: Aprile 23, 2010, 18:42:52 pm »
Avete riportato qui alcune lettere pubblicato sul sito delle paucineuroniche...

Leggendole attentamente, sono più che sicuro che, se le facessimo studiare da esperti di semantica e stilistica, ne scopriremmo delle belle!

Ma sono solo io ad avere la sensazione che abbiano tutte un luogo comune?? A me sembrano scritte dalla stessa mano... Mah..........
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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #42 il: Aprile 23, 2010, 18:59:01 pm »
E naturalmente, il "rispettabilissimo" giudice ha addebbitato la separazione a tutti e due, ma casa e figli a lei, 1500 euro di assegno ( immagino sia un manager o qualcosa del genere), da ridurre del 50 % entro 1 anno, tempo in cui lei deve trovare lavoro.

Motivazioni sentenza : comportamento fedifrago di lei, incoerenza di lui, perchè ha detto di averla perdonata ma poi la tempestava di domande.

Se la richiesta di divorzio è partita dalla moglie, sarebbe stato più giusto addebitare la colpa solo al marito. Il fatto di averla perdonata non significa che ha diritto di tormentarle la vita assillandola giornalmente. Lui l'ha perdonata dunque che addebito pretende??
La misoginia mi obbliga a essere molto rigoroso.

Offline ilmarmocchio

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #43 il: Aprile 23, 2010, 19:39:23 pm »
Se la richiesta di divorzio è partita dalla moglie, sarebbe stato più giusto addebitare la colpa solo al marito. Il fatto di averla perdonata non significa che ha diritto di tormentarle la vita assillandola giornalmente. Lui l'ha perdonata dunque che addebito pretende??
La misoginia mi obbliga a essere molto rigoroso.

ma e' chiaro. lei ha trombato con un altro, il marito la infastidisce ( hai trombato? con chi ? dove? quando? come? ). ee che diamine, siamo in democrazia, una non puo' neanchew trombare? e come puo' farlo senza alimentazione e casa ?
Che paghi il marito incoerente. Non lo sa che i reato di incoerenza ripetuta puo' essere anche punito con la carcerazione da anni3 a 6
senza la condizionale ( art 778354627568790765656788900 bis ^ 435 del C.P.) ?
Gli e' andata bene al bischero

Offline ilmarmocchio

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Re: Ringraziamo le femministe, e ricordate che ci devono ancora responsabilizzare
« Risposta #44 il: Aprile 23, 2010, 19:45:43 pm »
Avete riportato qui alcune lettere pubblicato sul sito delle paucineuroniche...

Leggendole attentamente, sono più che sicuro che, se le facessimo studiare da esperti di semantica e stilistica, ne scopriremmo delle belle!

Ma sono solo io ad avere la sensazione che abbiano tutte un luogo comune?? A me sembrano scritte dalla stessa mano... Mah..........

Sono una donna che si e' sposata con un uomo magnifico. Lo sembrava. Adesso non fa un tubo, fuma crack e beve birra  a tutto spiano . mangia ceci e fagioli cosi' , quando io cerco di essere tenera con lui,  mi spara dei peti a bruciapelo che mi rovinano la permanente.
Allora si arrabbia, perche' e' un fanatico della permanente, e mi mi percuote il cranio e il rachide con sbarre di ferro, di piombo e di plutonio.
Io ho chiamato la polizia , ma loro mi hanno detto ben gli sta, e poi anche noi siamo maschilisti, e mi hanno fatto un peto per telefono.
Il giudice mi ha tolto i figli ( 12 ) , che lui ora ha addestrato contro di me: il piu' piccolo, che ha 3 mesi, mi chiama la vecchia puttana.
Sono disperata, in questa Italia dominata dai maschilisti, tutti mi hanno voltato le spalle . Anche i maschipentiti mi sputano addosso. Come? Non credete che sono una donna ? non credete alla mia storia ? ma se anche il miop avatar ha la gonna.... :cool: