Negli anni '20 le economie europee, specie quella tedesca, erano distrutte e rischiavano di uscire dalla sfera d'influenza (anche economica) occidentale. Fu quindi elaborata un'ideologia autoritaria simile a quella comunista, ma con un correttivo nazionalista.
Ancor oggi molta gente crede (secondo fonti autorevoli a torto) che il nazifascismo emanasse dall'Europa e difendesse i valori tradizionali europei, mentre in realtà - come ha evidenziato tra gli altri Del Noce - era un'ideologia aliena e secolare che sarebbe inevitabilmente sfociata nell'attuale nichilismo di stampo sessantottino.
Basta riflettere un istante - e guardare le rozze e sgraziate architetture fasciste* molto simili a quelle sovietiche - per rendersi conto che tale ideologia è un imbarbarimento e un segno di decadenza della cultura europea, armonica ed equilibrata, che aveva prodotto la Classicità e il Rinascimento.
Ciò non è smentito dagli aspetti positivi che persino le dittature hanno - anche Stalin modernizzò l'URSS - ma inevitabilmente portano ad esiti nefasti: guerre (perse), repressione massiccia della popolazione, impoverimento, imbarbarimento civile e culturale (la propaganda è incompatibile con la civiltà - si veda tra gli altri Propaganda di Jacques Ellul).
Oggi il fascismo sembra un fenomeno marginale (per fortuna ha solo lo 0,4 dei voti) e non sarebbe forse necessario parlarne se non perché alle femministe, non pare vero di dipingere come "estremista" il richiamo a valori elaborati in secoli di civilizzazione (il noto ricatto del '68), se non addirittura l'intera Questione Maschile.
* Qualche esperimento isolato in cui gli architetti avevano mano più libera dalla pomposità del regime, non muta la sostanza.