Autore Topic: L'Ora d'Amore nelle scuole - Genderfemminismo con altro nome  (Letto 1517 volte)

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Offline Angelo

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L'Ora d'Amore nelle scuole - Genderfemminismo con altro nome
« il: Luglio 01, 2016, 00:45:36 am »
Le luride femministe,  consapevoli che un adulto normodotato smantellerebbe le loro minchiate femministe con un minimo di logica e buonsenso, continuano con i subdoli tentativi di CORRUZIONE DI MINORI nelle scuole italiane. Adesso la chiamano "educazione sentimentale"... Buona lettura. E non dimentichiamo i soggetti che hanno avallato queste porcate. NON DIMENTICHIAMOLI. E chi ha figli nelle scuole faccia qualcosa. Altrimenti vada su Maschileplurale .



http://www.tempi.it/educazione-sentimentale-ora-amore#.V3Wek-uLSBY

Il Correttore di bozze sa che scrivendo questo articolo sarà giudicato da tutti un vecchio babbeo contadinazzo omofobo nemico dell’amore e tifoso della Brexit, ma in fondo è qui per questo, quindi semmai attaccatevi voi.
Dunque, la notizia è presto detta. Come riassume un articolo del Corriere della Sera, questa settimana iniziano l’iter parlamentare «ben 8 progetti di legge» volti a introdurre nelle scuole secondarie di primo e secondo grado l’«educazione sentimentale o educazione di genere». «Finalmente», scrive il Corriere. Finalmente un piffero, sottolinea un Correttore di bozze ormai uscito dall’Unione Europea.

 Naturalmente si tratta delle solite cose, presentate nei soliti termini fru fru che solo un incivile come il Correttore di bozze si azzarderebbe a criticare. I nostri figli «finalmente» potranno forse imparare a «capire i cambiamenti nelle relazioni tra i sessi», «rompere gli stereotipi», piantarla con «ogni forma di violenza di genere», abbandonare «bullismo» e «omofobia» eccetera. Insomma «finalmente» nella scuole italiane si lotterà alla grande contro tutti quei vizi che invece sono notoriamente tramandati come virtù nelle famiglie puzzolenti dei correttori di bozze. Tutto tra l’altro prende spunto dalla celebre Convenzione di Istanbul «caldeggiata dalla presidente della Camera Laura Boldrini». Il che vuol dire che, qualunque cosa dica questa scartoffia, siamo in ottime mani.
Comunque il Correttore di bozze non starebbe qui a tediarvi con l’ennesima inutile campagna «finalmente» caldeggiata dalla Boldrini, se non fosse per una questioncina che davvero gli è rimasta sul gozzo bitorzoluto. È lo schema argomentativo del Corriere che proprio non gli va giù. Perché infatti secondo il Corriere tutte queste belle proposte di legge sull’«educazione di genere» che «finalmente» cominciano l’iter parlamentare, finora invece «sono rimaste “seppellite”» nei cassetti del Parlamento? Che domande, è scontato: la colpa è delle «proteste di chi teme che possano fare da apripista ad una presunta teoria gender», scrive Valentina Santarpia.
«Teniamoci pronti a parare i colpi di una discussione che non sarà affatto facile. Che ripercorrerà in parte quel discorso pubblico agghiacciante che abbiamo già ascoltato con le unioni civili e la stepchild adoption e che vedrà al centro il fantasma della teoria del gender», ribadisce nel suo blog sull’Huffington Post Celeste Costantino, deputata di Sel e autrice («finalmente») di uno dei testi in discussione.
Dunque a questo punto un bacchettone qualsiasi, per esempio il Correttore di bozze, cosa dovrebbe fare per liberarsi dalla paura della teoria del gender, ora che ha capito che la teoria del gender non è che un «fantasma» e per di più «presunto»? Ovvio, dovrebbe accogliere con boldrinesco calore l’«educazione di genere» che non c’entra assolutamente nulla col gender, a parte essere la sua traduzione in italiano, ma che cacchio ne vuole sapere lui che nella sua vita sprecata non avrà fatto manco un minuto di «educazione di inglese».
E cosa propone «finalmente» l’educazione di genere che spazzerà via tutte le superstizioni sul gender diffuse da «gruppi oltranzisti come le Sentinelle in piedi o Difendiamo i nostri figli di Gandolfini»? Bè, se il Corriere parla di «rompere gli stereotipi» e altri ameni slogan di questo tipo, la Costantino l’ha ribattezzata «ora d’amore», anzi, #1oradamore, e per far capire meglio che in classe si farà l’amore e non il gender, annuncia che nei nuovi corsi non-gender saranno proposti degli interessantissimi «gender studies». Magari conditi con «battaglie coraggiose» come quelle «intraprese in questi anni» dalla «consigliera comunale di Venezia Camilla Seibezzi».
Chi? Esatto, proprio lei. Quella di genitore 1 e genitore 2. E dei libretti arcobaleno per combattere «i pregiudizi di ordine sessuale» dei bambini di 3 anni («finalmente»). Che poi sarebbero le preziose favole «bandite dalle biblioteche della città» dal sindaco Brugnaro «come nei peggiori periodi oscurantisti», ricorda senza un filo di gender la deputata di Sel.
Adesso avete capito la lezioncina, ‘gnoranti e correttori di bozze che non siete altro? La teoria del gender non esiste. È solo un fantasma inventato da voi per impedire che i vostri figli accedano «finalmente» all’«educazione sentimentale» basata sulla teoria del gender, che infatti non esiste. E chi si mette di traverso è un oltranzista. Finalmente.
@Correttoredibox
* * *
Ps. Tra l’altro il Correttore di bozze considera molto lodevole il fatto che la Costantino dica di voler valorizzare, introducendoli nelle classi dei nostri figli, tutti quegli attivisti del non-gender che negli ultimi anni sono riusciti a «produrre e diffondere la cultura della realtà». È importante che parli della «cultura della realtà» una deputata del partito di Nichi Vendola. Perché nella realtà di Sel, «finalmente», sconfitti i fantasmi della teoria del gender, due uomini possono fare un figlio. Davvero. È così. A questo proposito il Correttore di bozze vi rimanda volentieri al post della Costantino sulla maternità surrogata. Dove si spiega fra l’altro che «se ci fosse una rivendicazione» della pratica da parte delle donne, «anche l’espressione “utero in affitto” non sarebbe considerata offensiva. Sto stipulando un contratto con il mio corpo e ad ogni servizio corrisponde un compenso. Impressiona, vero? Certo che impressiona, perché stiamo parlando di una vita e di due corpi, quello della donna e quello del bambino». Ecco. E pensare che per promuovere l’«educazione sentimentale» il Corriere, ancora lui, aveva appena finito di spiegarci che «senza valori e punti di riferimento, il corpo può diventare mera “merce” di scambio, per acquistare magari oggetti che sono status symbol». Non desidera forse il Correttore di bozze essere esorcizzato dai fantasmi del gender e ricevere in cambio idee così chiare? Per favore, anche no.
Foto educazione sessuale da Shutterstock


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Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Vicus

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Re:L'Ora d'Amore nelle scuole - Genderfemminismo con altro nome
« Risposta #1 il: Luglio 01, 2016, 02:43:37 am »
L'Ora d'Amore, davvero orwelliano.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:L'Ora d'Amore nelle scuole - Genderfemminismo con altro nome
« Risposta #2 il: Luglio 01, 2016, 14:35:57 pm »
L'Ora d'Amore, davvero orwelliano.

Ho pensato la stessa cosa.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Angelo

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Re:L'Ora d'Amore nelle scuole - Genderfemminismo con altro nome
« Risposta #3 il: Luglio 09, 2016, 22:12:43 pm »
Pare che ne "La Buona Scuola" di Renzi, non sia possibile esimersi dalle lezioni gender. Le grandissime luride femministe, assieme ai loro leccaculo femministi hanno preparato il "pacco". Buona lettura .

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/buona-scuola-nelle-linee-guida-miur-si-parla-ancora-gender-1281303.html

Buona scuola, nelle linee guida del Miur si parla ancora di "gender"
"Decostruire gli stereotipi di genere considerati come naturali": nella bozza del testo delle linee guida per la prevenzione della violenza di genere e delle discriminazioni del Miur, c'è ancora l'ombra del "gender"? IlGiornale.it l'ha letta in anteprima


Alessandra Benignetti - Sab, 09/07/2016 - 18:27
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Dopo la diatriba che aveva contrapposto lo scorso anno il Miur e le associazioni dei genitori sull’introduzione di programmi scolastici ispirati dalla cosiddetta ideologia “gender”, attraverso il comma 16 della legge 107/2015 di riforma, "La Buona Scuola", sono pronte le nuove linee guida del ministero “per la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.


Ma nella bozza delle nuove linee guida, che il Giornale.it ha potuto leggere in anteprima, sono ancora molti i riferimenti ambigui.

Il caso
Circa un anno fa il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, aveva risposto alle accuse delle associazioni di genitori e di parte del mondo cattolico, affermando che nessun riferimento alle “teorie gender” fosse contenuto nella “Buona Scuola”. Quello incriminato era il comma 16 della legge, che disciplina “la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Sulla definizione di “genere” il comma 16 della legge fa riferimento alla Convenzione di Istanbul, che, all’art.3, con questo termine, si riferisce “a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini”. Nel testo della Convenzione si delinea quindi una nuova prospettiva, quella di “genere” e di “identità di genere”, e si raccomanda di “includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, “materiali didattici” sui “ruoli di genere non stereotipati”. Sulla problematicità di questa definizione si era espresso persino il governo italiano, che in sede di ratifica della stessa Convenzione, aveva dichiarato che la avrebbe applicata “nel rispetto dei princìpi e delle previsioni costituzionali" perché la definizione di "genere" contenuta nell’art.3 era ritenuta “troppo ampia e incerta" e "con profili di criticità con l'impianto costituzionale italiano”. Dopo le proteste delle associazioni, il ministro Giannini aveva ribadito la posizione del ministero in una circolare, diramata lo scorso settembre, volta a fornire chiarimenti in merito “all’inserimento all’interno dei Piani dell’Offerta Formativa delle scuole della cosiddetta Teoria del Gender”. Nella stessa circolare veniva stabilita l’elaborazione delle linee di indirizzo per una corretta interpretazione del comma 16 dell’art.1 della legge 107, da elaborarsi con il “contributo di rappresentanti di associazioni ed esperti riuniti in un apposito tavolo di lavoro istituito presso il Miur”.

“La Buona Scuola” per la “decostruzione degli stereotipi di genere”
Ma la bozza delle linee guida elaborata dagli esperti del Miur, che ilGiornale.it ha letto in anteprima, sembra presentare le stesse criticità e ambiguità che erano già state messe in evidenza dalle associazioni di genitori. In sostanza, nella bozza, al fine di promuovere la cultura delle “pari opportunità”, si incoraggiano i docenti ad operare una “decostruzione degli stereotipi di genere” nel campo educativo e didattico. “Sono infiniti i pregiudizi e gli stereotipi che vengono spacciati come naturali” che devono essere superati, si legge, infatti, nella bozza. Per le nuove linee guida “la differenza sessuale può al contrario essere vissuta secondo uno spettro ampio di inclinazioni, affinità, scelte”. “Si può essere uomini e donne in modo libero e rispettoso di sé e degli altri senza costringere nessuno/a dentro un modello rigido di comportamenti e di atteggiamenti”. Per questo la didattica e l’educazione scolastica dovrà agire nella direzione della distruzione di quegli stereotipi di comportamento naturalmente attribuiti ai ragazzi e alle ragazze, al fine di ottenere la distruzione di una società considerata “patriarcale” e la conquista di maggiori opportunità per le donne. Sul piano educativo, le “linee di intervento” passano attraverso “percorsi di educazione alle relazioni, all’affettività e alla soluzione positiva dei conflitti”. Ed anche per un “uso consapevole del linguaggio”, per cui sarà opportuno utilizzare il genere femminile per i sostantivi riferiti “agli esseri umani di sesso femminile” anche quando la lingua italiana non lo prevede. Se, infine, si legge nel documento, il ministero prende le distanze “da una neutralità dove maschile e femminile perdono consistenza e ricchezza”, secondo viale Trastevere si dovrà però, allo stesso modo, intervenire “respingendone i modelli stereotipati”. “La scuola", si legge nel testo della bozza datata 30 maggio 2016, "è chiamata a proporre e ad avviare gli studenti, in modo proporzionato all’età, ad una riflessione sulla propria identità, di cui il corpo sessuato risulta elemento imprescindibile”.

Eliminato il consenso informato dei genitori
All’applicazione delle linee di indirizzo contribuiranno, inoltre, associazioni come l’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che già aveva diffuso, nell’ambito della propria strategia di educazione alla diversità, dei libretti che sono stati ritirati a causa del contenuto incentrato sul tema dell’omogenitorialità. Il ministero ha predisposto anche una piattaforma online, Noisiamopari,***che raccoglie una serie di iniziative già operative sugli “stereotipi di genere” e che propone “l’accreditamento delle associazioni LGBT presso il Miur in qualità di enti di formazione”.

Secondo quanto si legge nella bozza, infine, le linee di indirizzo contro la discriminazione dovranno essere applicate “a tutte le discipline” e “coinvolgere tutti i docenti”: sarà quindi difficile per i genitori ottenere il consenso informato, al quale del resto non si fa cenno nel testo della bozza. “Nella riunione che si è tenuta il 5 luglio scorso nella sede del ministero a viale Trastevere, il direttore del tavolo ci ha illustrato per sommi capi la bozza, e ci ha detto che il consenso informato non è stato inserito nelle linee guida”, conferma Fabrizio Azzolini, coordinatore del Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FoNaGS) presso il ministero dell’Istruzione e presidente dell’Associazione Genitori Italiani (Age), sentito da ilGiornale.it.

“Il consenso informato dovrebbe essere previsto in base all’art.30 della Costituzione, per il quale i genitori sono i primi educatori dei figli”, continua Azzolini, “è quindi un diritto del genitore poter mettere il veto su determinati insegnamenti e nozioni che si scontrano con la propria ideologia”. Azzolini non entra nel merito del testo della bozza: “Non l’abbiamo ancora ricevuto, perché prima dovrà essere visionato dai ministri Boschi e Giannini, e poi ci verrà consegnato per fare le nostre considerazioni”. “Questo ci ha un po’ deluso, perché non sappiamo quanto i ministri, dopo aver letto la bozza, saranno effettivamente disposti a prendere in considerazione le nostre riflessioni”, ha concluso il coordinatore del FoNaGS.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Re:L'Ora d'Amore nelle scuole - Genderfemminismo con altro nome
« Risposta #4 il: Luglio 09, 2016, 22:15:37 pm »
***



E, mi dispiace darvi questa lugubre notizia, ma tra gli enti ed associazioni preposti alla cultura e alla preparazione di queste porcate genderfemministe figura Maschileplurale... Cliccate su associazioni ed enti...  :doh: C'è anche "Se non ora quando?"  :sick:

http://www.noisiamopari.it/#
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

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