Comunque, tornando per un attimo a Fabrizio Marchi, va detto che sul suo blog il tipo si è sempre dichiarato contrario a qualsiasi forma di violenza fisica, da parte di chicchessia.
Però, guarda caso, tutto cambia quando ad essere provocato e offeso è un negro - che, mi ripeto, nella vera lingua italiana
non è assolutamente un termine razzista.*
Bene, a questo punto dovrebbe diventare lecito anche aggredire fisicamente le femministe, visto e considerato che le suddette offendono quotidiamente tutto il sesso maschile autoctono, e provocando in tutti gli uomini consapevoli un forte stato di rabbia e risentimento, quindi facendoli vivere male.
O no?
Seriamente: non ci vuole nulla a smascherare le tante contraddizioni di quel
fenomeno del Marchi.
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* Come ho già avuto modo di scrivere, non è farina del mio sacco, bensì di una mia conoscenza.
Con il termine negro si indica normalmente una persona originaria dell'Africa e con la pelle scura. Non è un'accusa. Non è mancanza di rispetto. Non è razzismo. E' un vocabolo. Deriva dal latino niger e dal greco nekròs ed è un termine che gli italiani hanno sempre usato e mai in senso dispregiativo. Così anche in America. Persino Martin Luther King, che non può certo essere accusato di razzismo, diceva negro. E i suoi amici e seguaci ripetevano negro. Poi, verso gli anni Sessanta, alcuni movimenti di neri cominciarono a dire che il termine era stato coniato dai bianchi e usato per identificare gli schiavi di origine africana. Dunque, coloro che continuavano ad usarlo erano razzisti perché si rifacevano ad una cultura fatta di sopraffazione e negazione dei diritti. Per non essere razzisti, bisognava dire colored (cioè colorato) o black people, oppure afro-americans o meglio ancora african-americans. Negli Stati Uniti. E siccome a noi piace imitare gli altri, pur non avendo in casa problemi come quelli statunitensi, subito abbiamo importato i neologismi. Così, oggi anche da noi è vietato dire negro e, spesso, pure nero. Si dice "persona di colore". E si cade nel ridicolo. Perché un negro è un negro, uno con la pelle scura. Chiuso, stop. Una persona di colore non è niente. Visto che non esiste una tinta base, predefinita, e visto che qualche miliardo di uomini e donne volge al giallo, una persona di colore è solo un'idiozia politicamente corretta che si è fatta strada nei vocabolari e nella vita di tutti i giorni, e che talvolta raggiunge stratosferiche vette di involontario umorismo.
Tratto dal DIZIONARIO GARZANTI DELLA LINGUA ITALIANA.
I edizione: marzo 1965;
IX edizione: maggio 1971.
négro, agg. 1. che per razza ha pelle nera o scura, capelli lanosi, labbra tumide, come la maggior parte dei popoli africani: la razza negra; gli schiavi negri 2. che si riferisce alle genti di razza negra: musica negra; le arti negre 3. (ant. lett.) nero; triste, cupo: vedova, sconsolata, in veste negra (PETRARCA Rime CCLXVIII v. 82); tristi auguri e sogni e penser negri mi danno assalto (PETRARCA Rime CCXLIX vv. 13-14).