Autore Topic: Delle donne bisogna parlare solo agli uomini  (Letto 4984 volte)

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Offline Faust

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Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« il: Luglio 08, 2016, 09:29:16 am »
Riflettevo sulla frase del titolo e non la trovo scorretta.
Fra molte specie animali, soprattutto i predatori, i maschi e le femmine vivono separati. I maschi gironzolano in gruppo, o da soli, e vanno a trovare le femmine saltuariamente. Questo riguarda i felini, non so i canidi. Sembra una caratteristica degli animali diversi dalle bestie d'armento, quindi diciamo anche diversi dall'uomo allevato a suon di film, computer, supermercati, latte, comodità...

Certo, se rimettessero la leva obbligatoria maschile non farebbero danni. Tanto ormai le guerre le combattono comunque i professionisti e per lo più guidando i droni. Però al tempo stesso avremmo più uomini, più disciplina. Io non ne ho usufruito e da studente posso dire che me ne pento. Il servizio di leva mi avrebbe fatto uscire un po' più i testicoli.

Così, per quanto riguarda la distinzione della scuola. Se non mi sbaglio gli insuccessi maschili a scuola cominciarono con l'avvento delle scuole miste. Ho una teoria al riguardo. Se è vero che nei mammiferi lo stimolo sessuale proviene dalla donna e provoca una risposta da parte dell'uomo (il che fa molto pensare relativamente al problema della "consensualità" della donna), allora può darsi che il sempre maggior numero di studenti maschi, specialmente adolescenti, distratti da un ipersessualismo pornodiretto e assenti durante le lezioni, potrebbe dipendere dal fatto che nelle scuole si trovano studentesse ed insegnanti donne. Leggevo un articolo del corriere di qualche anno fa: il primo che trovate cercando su google " scuole separate maschi femmine corriere ". Maschi con insegnanti maschi e femmine con insegnanti femmine. Sembrerebbe un buon principio. D'altro canto, se il maschio non riceve un'educazione dal Padre, biologico o simbolico (come l'insegnante), ha poche speranze. Le femmine probabilmente non hanno lo stesso problema. Così mi sembra che un progetto scolastico di questo tipo avrebbe effetti estremamente positivo.

Veniamo al punto. Anche dal punto di vista dell'etologia umana più spicciola, vale il principio che le femmine civettano fra loro dei maschi con cui hanno a che fare e i maschi borbottano fra loro delle femmine con cui hanno a che fare. Alle scuole superiori, almeno, facevamo così. Anche se abbiamo sempre questa tendenza a parlare di donne in presenza di donne. Abbiamo questa tendenza a proporre i "modelli" del maschile e del femminile e subito, se il femminismo allunga l'orecchio, veniamo accusati di stereotipia. Non solo, pensiamo al passato. Il femminismo nasce dalla lettura dei classici occidentali, non c'è dubbio. Li chiamarono "ideologia patriarcale" perché non capirono un accidente: ricordo che a lezione di filosofia una mia compagna chiamò maschilista Pitagora ed il mio professore le disse "evidentemente non hai capito nulla". Ma questo non sarebbe avvenuto se alle donne non fosse stato concesso di leggere quei classici. Il loro significato autentico, ben diverso da un significato "maschilista", non avrebbe subito travisamenti e interpretazioni falsanti. Allora mi viene in mente che forse la questione maschile deve svilupparsi in un modo ulteriore. Forse dovremmo avere una facciata pubblica, nella quale proponiamo temi sociali in maniera del tutto neutrale, senza tenere più di tanto conto dei concetti del maschile e del femminile; oppure tenendo conto del concetto del maschile tralasciando completamente la parte del femminile; occupandoci della salute maschile nella società e null'altra. Oltre a questa facciata pubblica dovremmo avere poi una facciata privata, nella quale discutere apertamente, senza censure, di temi più importanti ed aventi anche una certa portata teoretica oltre che etica. Io ho in mente qualcosa del genere e se vedo che rispondendo a questo post mi date appoggio apro un blog sulla questione maschile con questo tema di fondo. Che dite?
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

- Friedrich Nietzsche

Online Frank

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #1 il: Luglio 08, 2016, 10:02:49 am »
Faust
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Certo, se rimettessero la leva obbligatoria maschile non farebbero danni. Tanto ormai le guerre le combattono comunque i professionisti e per lo più guidando i droni. Però al tempo stesso avremmo più uomini, più disciplina. Io non ne ho usufruito e da studente posso dire che me ne pento. Il servizio di leva mi avrebbe fatto uscire un po' più i testicoli.

E' una tesi abbastanza diffusa, che io non condivido affatto.
La leva non faceva affatto diventare uomini; anzi, in certi casi era pure deleteria.
Nonnismo, umiliazioni di vario genere verso i ragazzi più deboli, sia psicologicamente che fisicamente,
http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/storie-di-para-un-dossier-del-1999
superiori incompetenti, marescialli idioti e intrallazzoni, etc etc.
Per quanto mi riguarda, a distanza di molti anni, lo considero l' "anno gettato via" della mia vita; un anno in cui avrei potuto fare ben altro.

@@

ps: io il c.d. nonnismo l'ho inizialmente subìto a livello verbale, ma non fisico, anche perché in quel caso è probabile che mi sarei fatto qualche anno di galera.
Il motivo? La violenza gratuita verso il prossimo è un concetto che non alberga neppure di striscio nel mio cervello; ma al tempo stesso nessuno può permettersi di esercitare violenze gratuite verso il sottoscritto.




Offline Faust

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #2 il: Luglio 08, 2016, 10:08:56 am »
Forse corro troppo con l'immaginazione e paragono l'accademia militare a Shaolin.
Non parlando per esperienza personale non ti do torto e tuttavia io ho molti difetti formativi che potrei perdere attraverso una disciplina militare. Evidentemente non con la disciplina militare vissuta da te.
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #3 il: Luglio 08, 2016, 10:15:16 am »
Forse corro troppo con l'immaginazione e paragono l'accademia militare a Shaolin.
Non parlando per esperienza personale non ti do torto e tuttavia io ho molti difetti formativi che potrei perdere attraverso una disciplina militare. Evidentemente non con la disciplina militare vissuta da te.

Da me, come da altri milioni di uomini come me.
"Quella leva" non era affatto formativa.

Online Frank

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #4 il: Luglio 08, 2016, 10:23:07 am »
Faust
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Così, per quanto riguarda la distinzione della scuola. Se non mi sbaglio gli insuccessi maschili a scuola cominciarono con l'avvento delle scuole miste.

Faust, ti segnalo questa discussione aperta anni fa su uomini 3000 dai cosiddetti "pionieri della QM".

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=937662

Offline Sebastiano

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #5 il: Luglio 08, 2016, 10:36:53 am »
La leva militare è inutile

Offline Faust

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #6 il: Luglio 08, 2016, 10:46:13 am »
Bene, vedo che non sono il solo a fare riflessioni sul problema dell'apprendimento. Ed io ne ho avute di frustrazioni in quel campo.
Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.

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Offline Fazer

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #7 il: Luglio 08, 2016, 12:16:25 pm »
Faust

La leva non faceva affatto diventare uomini; anzi, in certi casi era pure deleteria.


 :hmm: :hmm: :hmm:

Leva nell'Esercito, Frank?
No perchè ti posso assicurare che in Marina le cose erano assai diverse.
Io (contingente 5/1987) ho visto accenni di nonnismo stroncati sul nascere con ferocia inaudita, o dai terminator dello SDI (Servizio Difesa Installazioni) o direttamente dai superiori.
A La Spezia come a Porto Torres, A La Maddalena come a Cagliari.
Ho visto tanti miei coetanei firmare per il prolungamento (2 anni) e ne ho sentiti pochissimi lamentarsi dei mesi in più da fare rispetto ai colleghi di Esercito e Aeronautica.
Ho imparato più in 16 mesi di Marina che in tutti gli anni di scuola.
E oggi sostengo con forza che tutti i giovani dovrebbero essere obbligati non a fare 12 mesi di militare ma 12 mesi di Marina. Non è, credimi, la stessa cosa...

P.S.
Per "Marina" intendo quella di allora, non la copia sbiadita di adesso, fatta di comandantesse che riusciresti a mettere al tappeto con uno starnuto, e nella quale passi il tempo a raccattare clandestini (ops. migranti)...

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #8 il: Luglio 08, 2016, 12:19:34 pm »
:hmm: :hmm: :hmm:

Leva nell'Esercito, Frank?

Sì, Fazer, leva nell'esercito, ché se lo conosci lo eviti.


Citazione
Io (contingente 5/1987) ho visto accenni di nonnismo stroncati sul nascere con ferocia inaudita,

Nell'esercito potevi pure scordartelo.
Per farmi rispettare dai c.d. "nonni" ho dovuto usare i miei soliti metodi alquanto spicci e intimidatori.
Altrimenti nisba.
Era veramente un luogo di merda, che non mi ha insegnato nulla.
Ho imparato molto di più negli anni precedenti in cui praticavo il judo a livello agonistico.
Ecco, quello era (ora lo è molto meno, considerando la sempre più numerosa presenza femminile e il rincoglionimento di molti maestri moderni) veramente un luogo formativo e virile.

Offline Fazer

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #9 il: Luglio 08, 2016, 12:22:34 pm »
Sì, Fazer, leva nell'esercito, ché se lo conosci lo eviti.

Immaginavo...
Tutti quelli che hanno fatto naia nell'Esercito mi dicono la stessa cosa.
Per capire come funzionava allora, ti basti pensare che gli aspiranti decretati rivedibili alla visita militare in Marina non venivano riformati, ma dovevano presentarsi l'anno successivo per la visita...nell'esercito

Online Frank

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #10 il: Luglio 08, 2016, 12:44:32 pm »
Frank
Citazione
Ho imparato molto di più negli anni precedenti in cui praticavo il judo a livello agonistico.
Ecco, quello era (ora lo è molto meno, considerando la sempre più numerosa presenza femminile e il rincoglionimento di molti maestri moderni) veramente un luogo formativo e virile


Fazer, basta dire che proprio ieri sera ho visto una pubblicità in TV (mi trovavo in una pizzeria in compagnia di amici, per guardare Francia vs Germania), in cui vengono esaltate due delle judoka italiane che il prossimo mese parteciperanno alle Olimpiadi di Rio.
Calcola che da ex judoka quale sono, non ho mai visto una pubblicità televisiva in cui dei campioni di judo di sesso maschile venivano pubblicizzati nella stessa maniera.
Tantomeno dei filmati in cui si vede un judoka maschio che in allenamento stende una judoka femmina.
Scrivo questo perché in quella pubblicità si vede Giuffrida* (una delle due judoka) che in allenamento sbatte per terra un judoka maschio.
Non so se ridere o piangere, ma non tanto perché in allenamento una judoka non possa stendere un judoka (soventemente con la collaborazione del suddetto...), bensì per il "messaggio subliminale" che si vuol far passare.
Ossia quello della "donna forte ed emancipata", che volendo può pure picchiare tutti gli uomini che le si parano contro.  :doh:

@@

Fazer

Citazione
P.S.
Per "Marina" intendo quella di allora, non la copia sbiadita di adesso, fatta di comandantesse che riusciresti a mettere al tappeto con uno starnuto, e nella quale passi il tempo a raccattare clandestini (ops. migranti)...

Ah beh, non ne dubito.

@@

*
http://www.versus.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-bcfac91e-088c-4bf6-a908-43829c1b893c.html
Citazione
Atleta: Odette Giuffrida
Data di nascita: 12.10.1994
Luogo di nascita: Roma
Altezza: 160
Sport: Judo
Categoria: 52 Kg

Professione: Militare Prima Società Sportiva: ASD Talenti Sporting Club RM
Società Sportiva attuale: Centro Sportivo Esercito RM

1,60 x 52 kg...

Online Massimo

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #11 il: Luglio 08, 2016, 15:44:59 pm »
Faust
E' una tesi abbastanza diffusa, che io non condivido affatto.
La leva non faceva affatto diventare uomini; anzi, in certi casi era pure deleteria.
Nonnismo, umiliazioni di vario genere verso i ragazzi più deboli, sia psicologicamente che fisicamente,
http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/storie-di-para-un-dossier-del-1999
superiori incompetenti, marescialli idioti e intrallazzoni, etc etc.
Per quanto mi riguarda, a distanza di molti anni, lo considero l' "anno gettato via" della mia vita; un anno in cui avrei potuto fare ben altro.

@@

ps: io il c.d. nonnismo l'ho inizialmente subìto a livello verbale, ma non fisico, anche perché in quel caso è probabile che mi sarei fatto qualche anno di galera.
Il motivo? La violenza gratuita verso il prossimo è un concetto che non alberga neppure di striscio nel mio cervello; ma al tempo stesso nessuno può permettersi di esercitare violenze gratuite verso il sottoscritto.

Mio padre mi ha anzi detto che il servizio militare insegna a diventare carogne, non a diventare uomini. E mi ha riferito che ha dovuto
sottrarre un capo di vestiario ad un suo commilitone per evitare che venisse addebitato alla sua famiglia (si era nel 1956 e tutti erano
allora poveri o comunque NON ricchi) quello che avevano prima sottratto a lui. Lungi dall'insegnare o trasmettere competenze, i mesi di
leva insegnano solo furbizie, sopraffazioni, umorismo da bassa lega e battute idiote. Per non parlare poi dei riti di sopraffazione ai quali
vengono iniziati i nuovi arrivati i quali, per ricuperare la loro dignità, devono a loro volta ripeterli sugli altri che verranno dopo di loro. Già
Napoleone Bonaparte, da semplice ufficiale, ebbe da dire: "Che cosa pensate di ottenere da un uomo umiliato? Soltanto una persona
smaniosa di vendetta che si prenderà su degli innocenti, non potendo punire i colpevoli, quando sarà nella condizione di infliggere a sua
volta violenze, sopraffazioni e ingiustizie ad altri. Ciò a totale detrimento del cameratismo e dello spirito di corpo". Perciò, una volta che
divenne imperatore emanò disposizioni severissime contro il nonnismo: la violenza la si doveva esercitare contro il nemico, non contro i
propri camerati. Ma l'esercito italiano non ha voluto imparare dall'esempio di Napoleone. Quindi è un bene che i giovani maschi evitino
l'esperienza del servizio militare così come la si è vissuta finora nelle caserme. Solo gli ingenui e gli sciocchi possono rimpiangerla.

Offline Stendardo

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #12 il: Luglio 08, 2016, 16:43:10 pm »
Non mi ritrovo affatto nell’esperienza citata da Frank, ho avuto l’onore di fare il corso da Ufficiale nell’Esercito come servizio militare e ritengo che un addestramento ben fatto non possa far altro che sbloccare un uomo e favorire lo sviluppo di uno spirito ardito ed intrepido tenuto conto delle peculiarità caratteriali di ogni uomo e che  un uomo che abbia già di suo un carattere di base debole e femmineo si troverà molto in difficoltà nella vita di tutti i giorni se a tutto ciò si aggiunga il consueto indottrinamento femminista a cui tutti gli uomini occidentali sono continuamente sottoposti.
Il corso da Ufficiale mi ha insegnato non solo ad usare coltello e forchetta ma anche a maneggiare le armi, a marciare, a saper obbedire non solo quando io ritenevo giusto ed opportuno farlo ma anche quando ritenevo che io avessi completa ragione, ci venne insegnato che quando sbagliava uno sbagliavano tutti e pertanto tutta la compagnia faceva i piegamenti quando, ad esempio, una camerata veniva beccata in disordine, ci venne detto che nel corso di operazioni belliche l’errore di uno poteva risultare fatale per la vita di tutti gli altri commilitoni che si battevano al suo fianco, tutto ciò ci ha portato ad aiutarci ed a spronarci l’un l’altro nei momenti di difficoltà ed a cementato tra di noi il cameratismo, è noto che durante i primi mesi di corso ci mettevano il bromuro nel latte...ma questo non è nonnismo era soltanto per evitare che a qualche malintenzionato gli venisse in mente di fare nelle docce il classico “gioco della saponetta”…
Certo è importantissimo che ci sia spirito di corpo perché un soldato è disposto a battersi soltanto quando ha acquisito piena fiducia non solo in se stesso e nelle proprie capacità ma anche quando ripone identica fiducia nei suoi comandanti e questo, dove sono stato io, era la regola generale di base.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Online Frank

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #13 il: Luglio 08, 2016, 17:05:05 pm »
Mio padre mi ha anzi detto che il servizio militare insegna a diventare carogne, non a diventare uomini. E mi ha riferito che ha dovuto
sottrarre un capo di vestiario ad un suo commilitone per evitare che venisse addebitato alla sua famiglia (si era nel 1956 e tutti erano
allora poveri o comunque NON ricchi) quello che avevano prima sottratto a lui. Lungi dall'insegnare o trasmettere competenze, i mesi di
leva insegnano solo furbizie, sopraffazioni, umorismo da bassa lega e battute idiote. Per non parlare poi dei riti di sopraffazione ai quali
vengono iniziati i nuovi arrivati i quali, per ricuperare la loro dignità, devono a loro volta ripeterli sugli altri che verranno dopo di loro.


E' così.


Citazione
Ma l'esercito italiano non ha voluto imparare dall'esempio di Napoleone.

Non conosco la realtà delle caserme francesi, ma non credo che fossero migliori di quelle italiane,
https://it.wikipedia.org/wiki/Nonnismo#/media/File:Bizutage_pilote_gazelle.jpg
Citazione
Nonnismo su un pilota dell'aviazione francese al raggiungimento delle 1.000 ore di volo
perché in certi ambienti il c.d. nonnismo era diffusissimo ovunque.
Per esempio, nelle caserme russe era (ed è) molto peggio che in Italia.
Idem negli USA e altrove.

Online Frank

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Re:Delle donne bisogna parlare solo agli uomini
« Risposta #14 il: Luglio 08, 2016, 17:23:22 pm »
Per esempio, nelle caserme russe era (ed è) molto peggio che in Italia.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/07/23/il-nonnismo-in-russia-uccide-piu-della.html
Citazione

IL NONNISMO IN RUSSIA UCCIDE PIU' DELLA GUERRA

MOSCA - Ci sono Paesi dove i soldati muoiono senza andare in guerra. Si uccidono per mettere fine alla violenza delle caserme di fronte alla quale sono impotenti e indifesi. Vengono uccisi per il capriccio di un qualche commilitone più anziano o perché non hanno lavorato abbastanza per arricchire i più forti. I loro genitori, che li avevano cresciuti a prezzo di grandi sacrifici, si vedono arrivare a casa una bara accompagnata da furtive e ambigue spiegazioni ufficiali, senza riuscire a scoprire neppure come e perché il loro figliolo è morto. Lo scorso anno, secondo i dati rilasciati dalla procura militare, in Russia tragedie del genere si sono ripetute circa 3000 volte: 423 suicidi e 2500 morti violente tra i soldati di leva. Stando alle cifre ufficiali, si tratta di un numero di vittime superiore a quello dei caduti in 7 mesi di guerra in Cecenia. La mamma di Vitalij Bogdanov aveva pianto di gioia il giorno in cui aveva saputo che suo figlio non era destinato a Grozny. Sarebbe rimasto nella tranquilla campagna russa, nei pressi di Rjazan, in caserma, per tutta la naia. Invece, quattro mesi dopo l' inizio della leva, un giorno ha squillato il telefono e la voce di un medico militare le ha annunciato che c' era stato un incidente, Vitalij era caduto, era stato ricoverato d' urgenza all' ospedale di Perm, era in cattive condizioni. Il padre lo trovò adagiato nel letto, la testa fasciata, il corpo coperto di lividi. "Lei si sorprende perché non sa cos' è il servizio militare - gli disse un ragazzo nel letto vicino - un inferno. I più vecchi malmenano le reclute, non passa giorno senza umiliazioni e violenze, ti accendono i fiammiferi sotto le coperte, ti estorcono il denaro, i viveri...". Per quella volta, Vitalij se la cavò. Ma tre mesi più tardi, il 15 maggio di quest' anno, il telefono in casa Bogdanov ha squillato di nuovo, per annunciare che Vitalij era morto. "Caduto dalla piazzuola di lancio di un missile per sua disattenzione, per non aver osservato le norme di sicurezza". Gli si è spezzata la schiena. Ma i genitori non ci hanno creduto. I genitori dei tanti ragazzi che muoiono nelle caserme russe non credono mai alla versione ufficiale. Negli ultimi anni il nonnismo, la dedovshina, come dicono i russi, è diventata praticamente la base della disciplina militare nelle caserme. Una piaga che nessuno riesce a debellare e che anzi si allarga. Secondo i dati della procura militare un crimine su quattro commesso ai danni dei soldati di leva ha conseguenze gravi per la vittima ed è stato causato da motivi di interesse. Uno su sei viene commesso in gruppo. Uno su dieci in condizioni di ubriachezza o sotto l' effetto di droghe. Cresce il numero degli omicidi preterintenzionali, degli atti di vandalismo e delle violenze sessuali. Recentemente, la polizia di Tula ha arrestato un giovane ' vampiro' che aveva tagliato la carotide ad un ubriaco per succhiarne il sangue. Durante l' interrogatorio il ragazzo ha raccontato di aver appreso quella pratica durante il servizio di leva, da ' nonno' . La sorte peggiore spetta ai ragazzi di Mosca. Nelle anguste condizioni delle caserme, su di loro si concentra il disprezzo che spesso i russi nutrono per i moscoviti, figli di una città privilegiata e corrotta, cresciuti nella bambagia e insensibili ai bisogni e alle tribolazioni del resto del Paese. La famiglia di Pavel Korcjaghin, morto anche lui in circostanze misteriose nel maggio scorso, è assolutamente certa che il ragazzo sia "stato punito perché da quando era diventato ' nonno' impediva gli assalti contro i moscoviti". Così, le famiglie di Mosca fanno carte false per ottenere il congedo ai propri figli. L' esonero costa attualmente cinquemila dollari, se si conosce la persona giusta. Ma il prezzo cresce, di mese in mese. Lo scorso autunno, su ogni 100 ragazzi chiamati all' appello di leva, solo 19 sono stati realmente arruolati. All' appello di primavera si sono sottratte 28 mila reclute potenziali. Per quelli che non hanno soldi e conoscenze, o il coraggio di scappare, è la legge della giungla, vince il più forte. Oltre a doversela vedere con gli ' anziani' , devono affrontare condizioni di vita durissime. In molte caserme l' acqua calda è un lusso. Le condizioni igieniche e sanitarie sono a livelli bassissimi, così che accadono tragedie come quella di Igor Efimzev, 18 anni, arruolato nella flotta e morto all' inizio di quest' anno di lectospirosi, una malattia trasmessa dai topi. Il rancio ricorda quello dei tempi di guerra, se si pensa che nell' isola "Russkij", a poche miglia dal porto di Vladivostok, nel cuore di uno dei mari più ricchi e pescosi del mondo, alcuni soldati di leva sono morti di fame in caserma. E il giovane Aleksej Urozhaev, di stanza nella zona di Vladikavkaz, è stato ricoverato d' urgenza in un ospedale moscovita con la diagnosi di distrofia alimentare, avendo perso 16 chili in due mesi di naia. Alla fine degli Anni ottanta, sotto la pressione delle famiglie, Gorbaciov creò un' apposita commissione incaricata di indagare sulle cause di una così alta mortalità nell' esercito. Secondo gli esperti, la commissione ha lavorato poco e male. Per reazione, le madri dei soldati russi vittime delle Forze armate, si sono riunite in un movimento politico di forte opposizione al potere. Sono donne che hanno perduto tutto e non temono più nulla. Il loro movimento, cresciuto in grembo al potere sovietico durante la guerra dell' Afghanistan, è ormai tradizionale per la Russia. Anche oggi, come allora, il Cremlino lo tollera, senza dare risposte alle questioni che pone e senza mai affrontare chiaramente le denunce di cui si fa portavoce a nome di quei 25 ragazzi russi che, secondo i dati raccolti presso le famiglie, muoiono ogni giorno durante il servizio di leva.
dal nostro corrispondente FIAMMETTA CUCURNIA
23 luglio 1995