Un tennista di buon livello avrebbe solo da perdere in una sfida contro una tennista.
Probabilmente riceverebbe pesanti pressioni per perdere la sfida (ma questo sarebbe male per lui, come professionista), al che lui probabilmente rifuiterebbe di perdere per via del suo "buon nome". Ma a questo punto, vincendo, si farebbe dei nuovi nemici.
Ergo, una sfida del genere la può accettare solo un tennista di basso punteggio, oppure uno ormai in fase discendente e che non ha paura, come ad esempio fu il caso di Connors a suo tempo.
A chi dice che il femminismo è tra gli ultimi problemi del nostro tempo, ricordiamo che è invece la "nostra"
nuova religione; che uno scienziato che osi dire qualcosa di antifemminsta (ad esempio che sono meno brave in matematica) viene espulso dall'università, come è già accaduto; inoltre viene tagliato fuori dal sistema.
Ci sono libri sugli scacchi scritti da psicologi, in cui
si nega l'esistenza del talento naturale, perchè sarebbe poco "queer" e bisognerebbe ammettere che le donne sono diverse. (*)
Chi dice che in fondo il neofemminismo non è un problema così importante, a mio avviso, sbaglia. Certo non sarà il primo problema, ma certamente non sta agli ultimi posti.
Altra cosa è dire che possiamo farci poco, e questo lo capisco; ma in fondo, se non ci si batte per quello in cui si crede, mi domando per cosa ci si debba battere.
(*)
http://www.ibs.it/code/9788890441158/vezzani-stefano/scacchi-psicologia.html