Autore Topic: Le poesie e gli aforismi di Salar  (Letto 95838 volte)

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« Ultima modifica: Gennaio 08, 2017, 18:59:12 pm da Vicus »
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #1 il: Agosto 29, 2016, 01:05:43 am »

Si impietoso e implacabile come il tempo
come lui non indugiare sulla bellezza più di un'istante
lascia sfiorire la bellezza della rosa
non permettere ai ciliegi di mostrarsi in tutta la loro fugace maestà colorata
per più di pochi fugaci giorni di primavera
e non permettere ai colori dell'autunno
di rapirti per più di un fuggevole ottobre
si come il vento gelido e spoglia gli alberi dei loro colori incantevoli
senza alcuna pietà
non soffermarti sulla bellezza per più di un'istante
o ti rapirà nelle segrete del castello inespugnabile del passato
e non potrai più uscire e sarai tormentato in eterno
i tuoi occhi mi sono rimasti impressi per sempre
e non trovo via d'uscita dalla tua bellezza.

http://semprecaromifuquestermoblog.blogspot.it/2016/08/cosi-parlo-cronos-il-tempo.html
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #2 il: Agosto 29, 2016, 01:30:57 am »
Goethe diceva che è segno di salute l'incanto per la natura che si rinnova a ogni primavera.
Lo stile di vita degli uomini oggi è così antiumano che hanno una paura metafisica di essere risvegliati "dall'aprile crudele" (dalla Terra Desolata di T. S. Eliot):

Aprile è il mese più crudele, generando
Lillà dalla terra morta, mischiando
Memoria e desiderio, eccitando
Spente radici con pioggia di primavera.
L'inverno ci tenne caldi, coprendo
La terra di neve smemorata, nutrendo
Una piccola vita con tuberi secchi.

Oggi il Tempo (il mito del progresso, della 'direzione della Storia' ecc.) è sul punto di mutarsi di nuovo in Spazio: la nostra società somiglierà sempre più alle culture atemporali dell'Egitto o di Bisanzio, in cui non c'è 'progresso' ma tutte le epoche sono presenti contemporaneamente nella sensibilità collettiva.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #5 il: Settembre 29, 2016, 18:26:26 pm »
Cari amici virtuali,oggi farò un post specifico per innalzare un inno alla mia città Torino,nonchè alla flora e alla fauna che la abita...
Da quando ho visto la cavallerizza,il Santa Giulia mi pare il giardino dell'eden...
Altrochè virus Zyca,nei bagni della cavallerizza ho assistito a fenomeni paranormali,tipo la levitazione dello stronzo una volta che l'hai cagato,tu tiri l'acqua e ''sim salabin'' lo stronzo anzichè sparire nel vortice si alza a mezz'aria e ti guarda.
Poi ti fa domande filosofiche e ti spiega la verità sugli elohim,io per fuggire dal cesso mi arrampico sulle pareti in stile ninjia per evitare le merde disseminate per terra da qualche culo colto da crisi di iperproduttività(con la globalizzazione bisogna stare al passo della merda prodotta dai 40 milioni abitanti di Shangai,vuoi mettere?),però inavvertitamente metto la mano su un assorbente appiccicato sulle pareti come un'installazione da un'artista di un collettivo femminista e ORRORE temo la contaminazione con l'hiv.

Ma anche l'Hiv alla cavallerizza è mutato ed ha un quoziente intellettivo stupefacente:quoziente che ha assorbito dai cervelli degli abitanti del luogo che infatti sono diventati completamente dementi,e mi chiede...

sei anche tu un artista come noi?

Io rispondo di no,che sono capitato lì per caso,e che mi lasci in pace se no chiamo lo zyklon B e lo faccio buttare a pioggia sulla cavallerizza.
Ma lui insiste e mi dice,prova a farmi un disegno...
Con cosa?gli chiedo,io non ho una biro... tento di evadere
Ma lui mi risponde:
Ma con la merda,ovvio,metti un dito nella merda e traccia qualcosa o ti contamino.

Io sono minacciato dal tossico per eccellenza,l'hiv in persona,che fa le terme nelle vene dei tossici e posso dirgli di no,secondo voi?

Allora metto il dito in uno stronzo che mi sembra di cane,quindi dall'alimentazione,penso io,sarà più sano degli altri che sono prodotti da gente turlupinata dagli arabi e dai sudamericani che gli vendono paglia secca al posto del moffo,
ma loro se non sanno distinguere tra uno stronzo e un'opera d'arte vuoi che distinguano la paglia dalla ganja?

Ed infatti non sanno che le loro pupille sono dilatate e sono in trip perenne solo per merito dei sughi con cui cenano,che risalgono alle proteste del 2001 di Genova,che si liquefano solo in commemorazione della morte di Carlo Giuliani tipo il sangue di San Gennaro,e sono pieni di botulino e hanno una pressione interna di 8 atmosfere,che quando li apri creano un onda sismica che produce un terremoto ad Amatrice...
ma loro sono pure vegani coglioni che dicono che il terremoto è stato causato dal karma del sugo all'amatriciana perchè contiene carne.

Ma torniamo all'hiv:

Metto il dito nello stronzo,tento di disegnare qualcosa e ovviamente,sia per mia incapacità,sia per i mezzi tecnici elargitemi dal comune tramite l'assessore alla cultura della nuova giunta,che appunto è l'hiv,viene fuori nel pieno senso del termine una vera merda.

Dico:adesso mi lascerà in pace...

Invece lui diventa entusiasta e vuole diventare il mio pigmerdalione,e mi dice trionfante:sei un artista,perchè l'artista e l'opera d'arte vivente che è il concetto basilare dell'arte contemporanea,tu fai schifo qunidi sei pronto per il MOMA,sei un gallerista nato,non sei come tutti gli altri,devi aver cagato diverse volte immerso nella natura.

Io non so più cosa rispondere:è vero la mia vita è una merda,io quando corro tra i boschi per allenamento nel buio nelle serate di Novembre e mi allontano di 40 km da cosa e mi viene ... che posso fare, farne altri 40 magari battendo il record del mondo spinto dall'impellenza dello stimolo?

A quel punto tiro fuori un accendino e gli dico:tu sei termolabile!glielo punto addosso,lo minaccio.

Ma lui mi fa vedere una collezione di preservativi che ha raccolto lungo la riviera romagnola,e mi dice:
ho trascorso qui la mia scorsa estate,ora quest'opera è in trattativa presso un gallerista frocio di San Francisco,si chiama sole mare e tanto amore in omaggio a Rino Gaetano,sono venti milioni di euro per ogni grammo di sperm essiccato...
Non temo la tintarella come vedi..
Sono giovane bello e abbronzato come quelli che mi hanno portato a San Francisco dalla Costa d'Avorio.

Basta!cedo...cosa vuoi?

Dovrai unirti agli altri negri cinesi sudamericani palestinesi in un orgia blasfema da cui nascerà una nuova razza bastarda.
Allora a quel punto mi sovviene un pensiero,penso a Malone il detective del degrado del melting pot del New Jersey creato da Lovecraft e allora mi sovviene un'illuminazione:

Incomincio a recitare un incantesimo:

Ygna ygna hah!
Ctulu ctulu r'lye!

A quel punto le pareti dei cessi della cavallerizza incominciano a tremare e vibrare
e la loro vibrazione diventa una voce che non è umana:

Father!Yog Sothot,Appendin,Pier Fassin Carl de Benedett,Carl Crac

E di colpo il cielo si fa più scuro,le le insegne giganti Lavazza sulla Falchera cominciano ad illuminarsi  a intermittenza in ritmo con la cantilena disumana,un fulmine colpisce la mole.
E i cessi incominciano a funzionare,ma il loro vortice non segue più le leggi del nostro cosmo e girano come nell'emisfero australe,tutti gli stronzi e gli assorbenti vengono inghiottiti dal vortice e l'hiv viene colto da convulsioni,incomincia a mostrare la sua natura mutante e prima è Berlusconi,poi Veltroni,poi Renzi,poi Obama infine Ray Charles e quando diventa Idris di quelli che il calcio lancia un grido disumano viene sopraffatto dal vortice e scompare nel nulla.

I negri vengono inghiottiti dalla terra e rimpatriati in Africa direttamente nelle bare,e la Bossi-Fini rientra in vigore per 10 secondi mentre le leggi del cosmo sono sospese...
E io fuggo urlando:

NON SONO UN ARTISTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #8 il: Ottobre 28, 2016, 18:05:25 pm »
Molto bella. Per me l'Alcool più inebriante è quello di Apollinaire. Secondo te Salar, qual è l'amore del poeta e cosa rappresenta il fiume?

Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango

Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L’onda stanca degli eterni sguardi

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
L’amore se ne va come
L’amore se ne va
Com’è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
quest’acqua corrente

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #9 il: Ottobre 28, 2016, 20:35:38 pm »
Cosa rappresenti l'amore penso che non sia allegorico,ma si riferisca all'amore stesso,il fiume rappresenta la vita e il mondo che va avanti mentre noi crediamo che si fermi per le nostre tragedie e per le ''novità''.
Questo me lo suggerisce un antico proverbio cinese:''e l'acqua continua a scorrere sotto i ponti''
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #12 il: Ottobre 28, 2016, 22:18:57 pm »
non mi pare molto zen
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
http://maschileindividuale.wordpress.com/

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #13 il: Ottobre 28, 2016, 22:33:38 pm »
L'umanità ha un rapporto narcisistico con le sue tecnologie, si veda Amusing ourselves to death di Christopher Lasch.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #14 il: Ottobre 28, 2016, 22:52:42 pm »
Il fiume è un simbolo di moltitudine, rappresenta la coscienza e la tradizione degli uomini racchiuse nel linguaggio (l'"amore" del poeta), che è una sorta di deposito dell'esperienza collettiva della comunità che lo adopera.
Anche Eliot nei Quattro Quartetti utilizza l'immagine del ponte e del fiume:

Non so molto degli dei; ma penso che il fiume sia un forte dio bruno – scontroso, indomito e intrattabile

Il ruolo del poeta è di raccogliere la sfida posta dal 'fiume' (la lingua) costruendo 'ponti' culturali per 'purificare il dialetto della tribù':

[Quattro Quartetti:]
Una volta risolto il problema, il dio bruno è quasi dimenticato
Da coloro che abitano nelle città – sempre, comunque, implacabile…

Qui Eliot rileva che la cultura industriale-alfabetica (le città) tende a cancellare la tradizione orale, ma qualcosa resta sempre e dà origine al folclore popolare (es. musica rock o, all'epoca di Eliot, jazz e ragtime)

Anche Elias Canetti in Massa e potere considera il fiume un simbolo di moltitudine (collettività), e in Finnegans Wake Joyce l'associa alla storia (esperienza collettiva) dell'umanità:

Riverrun [River Run], past Eve and Adam's [la storia dell'umanità; Eva viene citata prima di Adamo per indicare che viviamo in una società rovesciata, matriarcale], from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius vicus [i ricorsi vichiani della storia; Joyce cercò di destare l'umanità dalla sua trance, onde liberarla da queste inconsapevoli ricorrenze] of recirculation back to Howth Castle and Environs [=H.C.E. Here Comes Everybody]

Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori [le sfide poste al poeta dal linguaggio e dall'esperienza collettiva che registra]
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore [la gioia dopo la fatica artistica]

Venga la notte suoni l’ora
I giorni [la storia, l'esperienza umana] se ne vanno io rimango [il "fiume" è mutevole, la poesia, il 'ponte' costruito dal poeta resta, è perenne]

Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L’onda stanca degli eterni sguardi [altra immagine di moltitudine, l'eterno fluire della storia]

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
L’amore se ne va come
L’amore se ne va
Com’è lenta la vita
E come la Speranza è violenta [bellissimo verso: il fiume, la vita ordinaria, è lenta e monotona, la "speranza", cioè la consapevolezza ridestata dal poeta, è una rivelazione, un'"epifania" come la chiamava Joyce]
« Ultima modifica: Ottobre 29, 2016, 05:25:26 am da Vicus »
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