Gerontion, di T. S. Eliot
Non sei né giovane né vecchio
Ma è come se dormissi dopo pranzo
Sognando di entrambe queste età.
Eccomi, vecchio in un mese arido,
Mentre un ragazzo mi legge, aspettando la pioggia.
La capra a notte tossisce nel campo che sta dietro;
Rocce, muschio, gramigna, ferrivecchi, merde. 1-1
La donna tiene la cucina, fa il tè,
Di sera sternuta, rovistando nello scolo che sgocciola.
Io un vecchio,
Una testa intronata fra spazi ventosi. 1
I segni sono presi per miracoli. « Vogliamo vedere un segno! »
La parola in una parola, incapace di dire una parola,
Fasciata di tenebra. Nella giovinezza dell’anno
Venne Cristo la tigre 2
Nel maggio depravato, corniolo e castagno, albero di Giuda
In fiore, per essere mangiato, per essere spartito, per essere bevuto
Fra i bisbigli; 3
Spole vuote
Tessono il vento. Io non ho spettri,
Un vecchio in una casa con correnti d’aria
Sotto un gomitolo di vento. 4
Dopo una tale conoscenza, quale perdono? 5 Ora penso
Che la storia abbia molti passaggi nascosti, e corridoi tortuosi
E varchi, e che ci inganni con bisbiglianti ambizioni,
E che ci guidi con le vanità. Ora penso che dia
Quando la nostra attenzione è distratta,
E che quanto ci dà lo dia con turbamenti
Così lusinghieri che il dato affama ciò che si desidera. E ci dà
Troppo tardi ciò in cui più non si crede, o se ancora
Ci crediamo, soltanto nel ricordo, come passioni riconsiderate.
E troppo presto dà in deboli mani, ciò che è pensato può essere
Dispensato, finché il rifiuto propaga la paura. Penso
Che né paura né coraggio ci salvino. I vizi innaturali
Hanno per padre il nostro eroismo. Le virtù
Ci sono imposte dai nostri impudenti delitti.
Queste lacrime sono scosse dall’albero che arreca la collera.
La tigre balza nell’anno nuovo. Ci divora. 6 Infine,
Penso che non giungemmo a conclusione, quando m’irrigidii
In una casa d’affitto. Infine,
Non ho fatto questo show senza uno scopo, 7 e non perché costretto
Dalle blandizie dei demoni volti all'indietro.
Su questo, onestamente ti vorrei rispondere.
Ho perduto la mia passione: perché dovrei conservarla
Se ciò che si conserva si contamina?
Ho perduto la vista e l’odorato, l’udito, il gusto e il tatto:
Come li potrò usare per esserti più accanto?
Questi, con mille futili decisioni
Prolungano il profitto del loro gelido delirio,
Eccitano la membrana, quando il senso si è raffreddato,
Con salse pungenti, moltiplicano la varietà
In una desolazione di specchi. 8 Cosa farà il ragno?
Piume bianche nella neve, i richiami del Golfo,
E un vecchio sospinto dagli Alísei In un angolo di sonno.
Padroni della casa,
I pensieri di un arido cervello in un’arida stagione. 9
1-1 Eliot qui descrive le figure di uno stemma araldico
1 Il vento indica la nostalgia e il desiderio impossibile a realizzarsi, come anche il vaniloquio
2 Per chi non vuole accoglierlo la venuta di Cristo ("la tigre") ha sfumature di terrore (cf. Voices of literature)
3 Qui si descrive il sacrilegio di chi profana il Sacramento dell'Eucarestia; si noti la connotazione malvagia, spesso usata da Eliot, del termine bisbigli
4 Di nuovo il tema del vento
5 La conoscenza aumenta la responsabilità dei propri atti
6 V. nota 2
7 Nei versi precedenti Eliot dice cose che non pensa (I made this show), ovvero svela la falsità della storia, dei miti dello "spirito del tempo," del progresso ecc. Cf. ancora Voices of literature
8 I vaniloqui dell'uomo contemporaneo, che parla senza aver nulla da dire
9 Idem. Sull'antitesi inverno-primavera cf. The Waste Land dello stesso autore.